La Gerusalemme liberata: poema epicoStabilimento tipografico ligustico, 1853 - 465 pagine |
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Parole e frasi comuni
Adrasto äíta albergo alcun alfin allor altrui anco Argante arme Armida Asia audace avea campo Capitan cavalier ch'a ch'è ch'io Chè che'l ciel Circasso Clorinda colpo d'alto desío destra destrier dolce duce empio fero feroce ferro fiede foco Franchi fugge furor genti GERUSALEMME LIBERATA gira Goffredo gran grida Guelfo guerra guerrier guisa indi intanto Ismeno l'altro l'arme l'ira lassi lieto loco lunge medesmo mille mira mortali morte mostri mura nemico notte novo occhi oltra omai onore Pagan Palestina parla passo pensier percosse periglio petto piaga pianto picciol piè pio Buglion ponno poscia preghi pria primiero pugna puote Quinci quivi Raimondo re norvegi regno Rinaldo rüine säetta sangue scudo sdegno se'l seco secura selva sembiante signor Solimano sovra spada spirti stuol suon Tacque Tancredi torre tosto tronco turba usbergo Vafrino valle di Giosafat vede veggendo vendetta vincitor vinto volto volve
Brani popolari
Pagina 126 - Fuggì tutta la notte, e tutto il giorno errò senza consiglio e senza guida, non udendo o vedendo altro d'intorno, che le lagrime sue, che le sue strida. Ma...
Pagina 126 - Cibo non prende già, che de' suoi mali solo si pasce e sol di pianto ha sete; ma '1 sonno, che de' miseri mortali è co '1 suo dolce oblio posa e quiete, sopì co...
Pagina 45 - O de' liquidi laghi alberga il fondo, E chi si giace in tana, o in mandra ascoso, E i pinti augelli, nell'obbh'o giocondo, Sotto il silenzio de' secreti orrori, Sopian gli affanni, e raddolci'ano i cori.
Pagina 268 - Lei nel partir, lei nel tornar del Sole Chiama con voce stanca, e prega e plora: Come usignuol cui 'l villan duro invole Dal nido i figli non pennuti ancora , Che in miserabil canto afflitte e sole Piange le notti, e n'empie i boschi e I
Pagina 47 - Così di naviganti audace stuolo, che mova a ricercar estranio lido, e in mar dubbioso e sotto ignoto polo provi l'onde fallaci e '1 vento infido...
Pagina 318 - Muoiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Pagina 261 - Misero, di che godi? oh quanto mesti fiano i trionfi ed infelice il vanto! Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti) di quel sangue ogni stilla un mar di pianto.
Pagina 130 - Ciel benigno ascolta affettuoso alcun prego mortale, che venga in queste selve anco tal volta quegli a cui di me forse or nulla cale; e rivolgendo gli occhi ove sepolta giacerà questa spoglia inferma e frale, tardo premio conceda...
Pagina 2 - 1 vero condito in molli versi I più schivi allettando ha persuaso. Così all' egro fanciul porgiamo aspersi Di soave licor gli orli del vaso : Succhi amari ingannato intanto ei beve, E dah
Pagina 338 - Nova furia, co' serpi e con la face tanto t'agiterò quanto t'amai. E s' è destin ch'esca del mar, che schivi gli scogli e l'onde e che a la pugna arrivi, 60 là tra '1 sangue e le morti egro giacente mi pagherai le pene, empio guerriero. Per nome Armida chiamerai sovente ne gli ultimi singulti: udir ciò spero.