De la littérature du midi de l'Europe, Volume 2

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Pagina 132 - Non morì già; chè sue virtuti accolse Tutte in quel punto, e in guardia al cor le mise: E, premendo il suo affanno, a dar si volse Vita con l'acqua a chi col ferro uccise. Mentre egli il suon de...
Pagina 132 - 1 pie le manca egro e languente. Segue egli la vittoria, e la trafitta vergine minacciando incalza e preme. Ella, mentre cadea, la voce afflitta movendo, disse le parole estreme; parole ch'a lei novo un spirto ditta, spirto di fé, di carità, di speme: virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella in vita fu, la vuole in morte ancella.
Pagina 216 - Né più ne fu nimico di costui; E pure a consumarlo * il diavol tolse : Sempre il tenne fortuna in forza altrui: Sempre che comandargli il padron volse, Di non servirlo venne voglia a lui: Voleva far da sé, non comandato: Com' un gli comandava, era spacciato.
Pagina 132 - D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come a' gigli sarian miste viole : E gli occhi al cielo affisa; e in lei converso Sembra per la pietate il...
Pagina 132 - Amico, hai vinto: io tiperdon... perdona tu ancora, al corpo no, che nulla pavé, a l'alma sì; deh! per lei prega, e dona battesmo a me ch'ogni mia colpa lave».
Pagina 110 - Così di naviganti audace stuolo, che mova a ricercar estranio lido, e in mar dubbioso e sotto ignoto polo provi l'onde fallaci...
Pagina 215 - E pur non uscì mai di quello impaccio : Quanto peggio facea , più avea da fare: Aveva sempre in seno e sotto il braccio , Dietro e innanzi di lettere un fastello; E scriveva e stillavasi il cervello...
Pagina 215 - Era forte collerico e sdegnoso, Della lingua e del cor libero e sciolto ; Non era avaro , non ambizioso , Era fedele ed amorevol molto; Degli amici amator miracoloso; Così anche chi in odio aveva tolto, : .' Odiava a guerra finita e mortale; Ma più pronto era a amar, ch'a voler male. Di persona era grande, magro e schietto; Lunghe e sottil le gambe forte aveva, E il naso grande, e il viso largo, e stretto Lo spazio che le ciglia divideva; Concavo l...
Pagina 215 - E pur non uscì mai di quello impaccio. Quanto peggio facea, più avea da fare, Aveva sempre in seno e sotto il braccio, Dietro e innanzi di lettere un fastello, E scriveva e stillavasi il cervello. Quivi anche, o fusse la disgrazia, o '1 poco Merito suo, non ebbe troppo bene: Certi benefieioli aveva loco, Nel Paesel, che gli eran brighe e pene: Or la tempesta, or l'acqua ed or il foco, Or il Diavol l'entrate gli ritiene, E certe magre pensioni aveva, Onde mai un quattrin non riscoteva.
Pagina 216 - Di persona era grande, magro e schietto: lunghe e sottil le gambe forte aveva, e '1 naso grande, e '1 viso largo, e stretto lo spazio che le ciglia divideva: concavo l'occhio aveva, azzurro e netto, la barba folta quasi il nascondeva, se l'avesse portata; ma il padrone aveva con le barbe aspra quistione.

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