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parsi, Ah villan traditor, disse, dunque tu ancor vorresti aver due occhi come hanno i cittadini e gli uomini da bene? vattene in malora: e queste parole accompagnò con tanta furia, che quel povero contadino spaventato si tacque, e cheto cheto se n'andò con Dio, credendo di aver il torto. È anco bello quando si dichiara una co sa o s' interpreta giocosamente. Come alla corte di Spagna comparendo una mattina a palazzo un cavaliere, il quale era bruttissimo, e la moglie bellissima, l'uno e l'altro vestiti di damasco bianco, disse la regina ad Alonso Carillo: Che vi par, Alonso, di questi due? Signora, rispose Alonso, parmi che questa sia la dama e questo lo Asco, che vuol dire schifo (1). Vedendo ancor Raffael de' Pazzi una lettera del Prior di Messina, ch'egli scriveva ad una sua signora, il soprascritto della qual dicea: Esta charta s'ha de dar a quien causa mi penar (2), Parmi, disse, che questa lettera vada a Paolo Tolosa. Pensate come risero i circostanti, perchè ognun sapea che Paolo Tolosa aveva prestato al Prior dieci mila ducati; ed esso, per esser grande spenditor, non trovava modo di renderli. A questo è simile quando si dà una ammonizion famigliare in forma di consiglio, pur dissimulatamente. Come disse Cosimo de' Medici ad un suo amico, il qual era assai ricco, ma di non molto sapere, e per mezzo pur di Cosimo aveva ottenuto un ufficio fuori di Firenze; e dimandando costui nel partir suo a Cosimo, che modo gli parea che egli avesse a tener per governarsi bene in questo suo uffi

(1) Osserva lo scherzo riposto nella voce damasco, divi

sa in dama e asco.

(2) Esta charla s'ha de dar a quien causa mi penar parole spagnuole che significano questa lettera si dee da re a chi cagiona il mio, penare.

cio; Cosimo gli rispose: Vesti di rosato e parla poco. Di questa sorte su quello che disse il conte Lodovico ad uno che volea passar incognito per un certo luogo pericoloso, e non sapea come travestirsi; ed essendone il conte addimandato, rispose: Vestiti da dottore o di qualche abito da savio. Disse ancor Giannotto de' Pazzi ad un che volea far un saio d'arme dei più diversi colori che sapesse trovare: Piglia parole ed opere di Francesco da Pavia.

Ridesi ancor d'alcune cose discrepanti, come disse uno l'altro giorno a M. Antonio Rizzo d'un certo Forlivese: Pensate s' è pazzo, che ha nome Bartolomeo. Ed un altro: Tu cerchi un maestro di stalla e non hai cavalli : ed, A costui non manca però altro che la roba e 'l cervello. E di alcune altre che paion consentanee. Come a que sti dì, essendo stato suspizione che un amico nostro avesse fatto fare una renunzia falsa d'un beneficio, essendo poi malato un altro prete, disse Antonio Torello a quel tale: Che stai tu a far che non mandi pel tuo nótaro, e vedi di carpir quest' altro beneficio? Medesimamente d'alcune che non sono consentanee. Come l'altro giorno avendo il papa mandato per M. Giovan Luca da Pontremolo, e per M. Domenico dalla Porta, i quali (conie sapete) son tutti due gobbi, e fattoli auditori, dicendo voler indirizzare la Rota (1), disse M. Latin Juvenale: Nostro signore s'inganna, volendo con due torti indirizzar la Rota. È ancor bello usar le metafore a tempo in tai propositi, come il nostro maestro Marc' Antonio, che disse a Botton da Cesena, che lo stimolava con parole: Botton, Bottone, tu sarai un dì il bottone, e 'l capestro

(1) La Rota, insigné magistrato in Roma.

sarà la fenestrella. Ed avendo ancor maestro Marc'Antonio composto una molto lunga commedia, e di varii atti, disse il medesimo Botton pur a maestro Marc' Antonio: A far la vostra commedia bisogneranno per lo apparato quanti legni sono in Ischiavonia. Rispose maestro Marc' Antonio: E per l'apparato della tua tragedia basteran tre solamente.

Spesso si dice ancor una parola nella quale è una nascosta significazione lontana da quello che par che dir si voglia. Come il signor prefetto qui sentendo ragionare d'un capitano, il quale in vero a' suoi dì il più delle volte ha perduto, ed allor pur per avventura avea vinto; e dicendo colui che ragionava, che nella entrata che egli avea fatta in quella terra, s' era vestito un bellissimo saio di velluto chermisi, il qual portava sempre dopo le vittorie, disse il signor prefetto: Dee esser nuovo. Non meno induce il riso, quando talor si risponde a quello che non ha detto colui con cui si parla, ovver si mostra creder che abbia fatto quello che non ha fatto e dovea fare. Come Andrea Coscia, essendo andato a visitare un gentiluomo, il quale discortesemente lolasciava star in piedi, ed esso sedea, disse: Poichè V. S. me lo comanda, per obbedire io sederò; e così si pose a sedere. Ridesi ancor quando l'uomo con buona grazia accusa sè stesso di qualche errore; come Biagin Crivello, essendo stato morto un prete a Milano, domandò il be. neficio al duca, il quale pure stava in opinion di darlo ad un altro. Biagin in ultimo vedendo che altra ragione non gli valea, E come? disse: s' io ho fatto ammazzar il prete, perchè non mi volete voi dare il beneficio? Ha grazia ancora spesso desiderare quelle cose che non possono ; come l'altro giorno un de' nostri, ve

essere

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dendo questi signori che tutti giuocavano d'arme ed esso stava colcato sopra un letto, disse: Oh come mi piacerebbe che ancor questo fosse esercizio da valente e buon soldato! È ancor bel modo e salso di parlare, e massimamente ja persone gravi e d'autorità, rispondere al contrario di quello che vorrebbe colui con cui si parla, ma lentamente, e quasi con una certa considerazione dubbiosa e sospesa. Come già il re Alfonso Primo d' Aragona, avendo donato ad un suo servitore arme, cavalli e vestimenti perchè gli avea detto che la notte avanti sognava che Sua Altezza gli dava tutte quelle cose; non molto poi dicendogli pur il medesimo servitore, che ancor quella notte avea sognato che gli dava una buona quantità di fiorini d' oro, gli rispose: Non crediate da ora innanzi ai sogni, chè non sono veritevoli. Di questa sorte rispose ancor il papa al vescovo di Cervia, il qual per tentar la volontà sua, gli disse: Padre santo, per tutta Roma, e per lo palazzo ancora si dice che Vostra Santità mi fa governatore. Allora il papa, Lasciateli dire, rispose, che son ribaldi; non dubitate, che non è vero niente.

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Potrei forse ancor, signori, raccorre molti al. tri luoghi, donde si cavano motti ridicoli; come le cose dette con timidità, con maraviglia, con minacce, fuor d'ordine, con troppa collera; oltra di questo, certi casi nuovi, che intervenuti inducono il riso: talor la taciturnità con una certa maraviglia; talor il medesimo rider senza proposito; ma a me pare ormai aver detto abbastanza, perchè le facezie che consistono nelle parole credo che non escano di quei termini di che noi abbiamo ragionato. Quelle poi che sono nell' effetto, avvegnachè abbian infinite parti, pur si riducono a pochi capi; ma

nell' una e nell'altra sorte, la principal cosa è lo ingannar la opinion, e rispondere altramente di quello che aspetta l' uditore; ed è forza, se la facezia ha da aver grazia, sia condita di quell'inganno, o dissimulare o beffare o riprendere o comparare, o qual altro modo voglia usar l'uomo. E benchè le facezie inducano tutte a ridere, fanno però ancor in questo ridere diversi effetti; perchè alcune hanno in sè una certa eleganza e piacevolezza modesta, altre pungono talor copertamente, talor pubblico; altre fanno ridere subito che s'odono; altre quanto più vi si pensa; altre col riso fanno ancor arrossire; altre inducono un poco d' ira; na in tutti i modi s' ha da considerar la dispo. sizion degli animi degli uditori, perchè agli afflitti spesso i giuochi danno maggior afflizione, e sono alcune infermità, che quanto più vi si adopera medicina, tanto più s'incrudiscono.

Avendo adunque il cortigiano, nel motteggiare e dir piacevolezze, rispetto al tempo, alle persone, al grado suo, e di non esser in ciò troppo frequente (chè in vero dà fastidio tutto il giorno, in tutti i ragionamenti, e senza proposito, star sempre su questo ), potrà esser chiamiato faceto; guardando ancor di non esser tanto acerbo e mordace, che si faccia conoscer per maligno, pungendo senza causa, ovver con odio Inanifesto, ovver persone troppo potenti, che è imprudenza, ovvero troppo misere, che è crudeltà, ovver troppo scellerate, che è vanità, ovver dicendo cose che offendan quelli che esso non vorrebbe offendere, che è ignoranza, perchè si trovano alcuni che si credon esser obbli gati a dir, e punger senza rispetto ogni volta che possono, vada pur poi la cosa come vuole. E tra questi tali son quelli che per dire una

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