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Fa voto d'andare alla nostra Donna di Loreto divotamente scalzo, che questo è il miglior rimedio che si possa avere. Noi tosto andremo ad Acqua Pendente, e a quest' altre terre vicine per veder di qualche medico, e non ti mancheremo di cosa alcuna possibile. Allora quel meschino subito s' inginocchiò nel letto, e con infinite lacrime e amarissima penitenza dello aver bestemmiato, fece voto solenne d'andare a nostra Signora di Loreto, ed offerirle un paio d'occhi d'argento e non mangiar carne il mercordì, nè ova il venerdì e digiunar pane ed acqua ogni sabato ad onor di nostra Signora, se gli concedeva grazia di ricuperar la vista. Í due compagni entrati in un'altra camera accesero un lume, e se ne vennero colle maggior risa del mondo davanti a questo poveretto, il quale, benchè fosse libero di così grande affanno, come potete pensare, pur era tanto attonito della passata paura, che non solamente non potea ridere, ma nè pur parlare; e i due compagni non faceano altro che stimolarlo, dicendo, ch' era obbligato a pagar tutti questi voti, perchè avea ottenuto la grazia domandata.

Dell' altra sorte di burle, quando l'uomo inganna sè stesso, non darò io altro esempio, se non quello che a me intervenne a questo car. neval passato.

È ancor un modo di burlare assai piacevole, onde medesimamente si cavano facezie, quando si mostra credere che l'uomo voglia fare una cosa che in vero non vuol fare. Come essendo io in sul ponte di Leone una sera dopo cena, e an dando insieme con Cesare Beccadello scherzando, cominciammo l'un l'altro a pigliarci alle braccia, come se lottare volessimo; e questo perchè allor per sorte parea che in su quel

ponte non fosse persona; e stando così soprag. giunsero due Francesi, i quali vedendo questo nostro dibattimento, dimandarono che cosa era, e fermaronsi per volerci spartire, con opinion che noi facessimo questione da dovero. Allor io tosto, Aiutatemi, dissi, signori, che questo povero gentiluomo a certi tempi di luna ha mancamento di cervello; ed ecco che adesso si vorrebbe pur gittar dal ponte nel fiume. Allora quei due corsero, e meco presero Cesare, e tenevanlo strettissimo; ed esso, sempre dicendomi ch'io era pazzo, mettea più forza per isvilupparsi loro dalle mani, e costoro tanto più lo stringevano, di sorte che la brigata cominciò a vedere questo tumulto, ed ognun corse; e quanto più il buon Cesare battea delle mani e piedi, che già cominciava entrare in collera, tanto più gente sopraggiungea; e per la forza grande che esso metteva, estimavano fermamente che volesse saltar nel fiume; e per questo lo stringevan più, di modo che una gran brigata d' uomini lo portarono di peso all' osteria tutto scarmigliato, e senza berretta, pallido dalla collera e dalla vergogna; che non gli valse mai cosa che dicesse, tra perchè quei Francesi non lo intendevano, tra perchè io ancor conducendoli all'osteria, sempre andava dolendomi della disavventura del poveretto che fosse così impazzito.

Or (come abbiamo detto) delle burle si potrebbe parlar largamente; ma basti il replicare, che i luoghi onde si cavano sono i medesimi delle facezie. Degli esempii poi n'abbiamo infiniti, che ogni di ne veggiamo; e tra gli altri, molti piacevoli ne sono nelle Novelle del Boccaccio; come quelle che faceano Bruno e Buffalınacco al loro Calandrino, e molte altre, che veramente sono ingegnose e belle. Molti uomi

ni piacevoli di questa sorte ricordomi ancor aver conosciuti a miei dì, e tra gli altri in Padova uno scolar siciliano, chiamato Ponzio, il qual vedendo una volta un contadino che aveva un paro di grossi capponi, fingendo volerli comperare, fece mercato con esso, e disse, che andasse a casa seco, che, oltre al prezzo, gli darebbe da far colazione; e così lo condusse in parte dove era un campanile, il quale è diviso dalla chiesa, tanto che andar vi si può d' intorno, e proprio ad una delle quattro faccie del campanile rispondeva una stradetta piccola. Quivi Ponzio, avendo prima pensato ciò che far intendeva, disse al contadino: Io ho giuocato questi capponi con un mio compagno, il qual dice che questa torre circonda ben quaranta piedi, ed io dico di no; e appunto allora quand' io ti trovai aveva comperato questo spago per misurarla; però prima che andiamo a casa, voglio chiarirmi chi di noi abbia vinto; e così dicendo, trassesi della manica quello spago, diello da un capo in mano al contadino, e disse: Dà qua; e tolse i capponi, e prese lo spago dall' altro capo; e, come misurar volesse, cominciò a circondar la torre, avendo prima fatto fermare il contadino, e tener lo spago dalla parte che era opposta a quella faccia che rie spondeva nella stradetta; alla quale come esso fu giunto, così ficcò un chiodo nel muro, a cui annodò lo spago, e lasciatolo in tal modo, cheto cheto se n' andò per quella stradetta coi capponi. Il contadino per buono spazio stette fermo aspettando pur che colui finisse di misurare; in ultimo, poi che più volte ebbe detto, Che fate voi tanto? volle vedere, e trovò che quel. lo che tenea lo spago, non era Ponzio, ma era un chiodo fitto nel muro, il qual solo gli restò

per pagamento dei capponi. Di questa sorte fece Ponzio infinite burle. Molti altri sono ancora stati uomini piacevoli di tal maniera, come il Gonnella, il Meliolo in quei tempi, ed ora il nostro Mariano e Serafino qui, e molti che tutti conoscete; ed in vero questo modo è lodevole in uomini che non facciano altra professione; ma le burle del cortigiano par che si debbano allontanar un poco più dalla scurrilità. Deesi ancora guardar che le burle non passino alla barreria; come vediamo molti mali uomini che vanno per il mondo con diverse astuzie per guadagnar danari, fingendo or una cosa ed or un' altra; e che non siano ancor troppo acerbe; e sopra tutto aver rispetto e riverenza, così in questo, come in tutte l'altre cose, alle donne, e massimamente dove intervenga offesa della onestà,

Allora il signor Gasparo, Per certo, disse, M. Bernardo, voi siete pur troppo parziale a queste donne; e perchè volete voi che più rispetto abbiano gli uomini alle donne, che le donne agli uomini? Nou dee a noi forse esser tanto caro l'onor nostro, quanto ad esse il loro? A voi pare adunque che le donne debban pungere e con parole e con beffe gli uomini in ogni cosa senza riservo alcuno, e gli uomini se ne stiano muti, e le ringrazino d' avvantaggio? Rispose allor M. Bernardo: Non dico io che le donne non debbano aver nelle facezie e nelle burle quei rispetti agli uomini che abbiamo già detti; dico ben che esse possono con più licenza morder gli uomini di poca onestà, che non possono gli uomini mordere esse; e questo, perchè noi stessi abbiamo fatta una legge che se in noi è vizio la vita dissoluta, nelle donne sia tanto estremo obbrobrio e vergogna, che quella di cui una volta si parla male, o falsa o vera

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che sia la calunnia che se le dà, sia per sempre vituperata. Però essendo il parlar dell'onestà delle donne tanto pericolosa cosa d' offenderle gravemente, dico che dobbiamo morderle in altro, e astenerci da questo, perchè pungendo la facezia o la burla troppo acerbamente, esce del termine che già abbiamo detto convenirsi a gentiluomo. Quivi facendo un poco di pausa M. Bernardo, disse il signor Ottavian Fregoso ridendo: Il signor Gasparo potrebbe rispondervi che questa legge che voi allegate che noi stessi abbiamo fatta, non è forse così fuor di ragione come a voi pare, perchè essendo le donne animali imperfettissimi, e di poca o niuna dignità, a rispetto degli uomini, bisognava, poichè da sè non erano capaci di far atto alcuno virtuoso che con la vergogna e timor d'infamia si ponesse loro un freno che quasi per forza in esse introducesse qualche buona qualità; e parve che più necessaria loro fosse la continenza che alcun' altra, per aver certezza de' figliuoli; onde è stato forza con tutti gl' ingegni ed arti e vie possibili, far le donne continenti, e quasi conceder loro che in tutte l'altre cose siano di poco valore, e che sempre facciano il contrario di ciò che dovrebbero. Però essendo lor lecito far tutti gli altri errori senza biasimo, se noi le vorremo mordere di quei difetti i quali (come abbiamo detto) tutti ad esse sono conceduti, e però non sono loro disconvenienti, nè esse se ne curano, non moveremo mai il riso, perchè già voi avete detto che 'l riso si muove con alcune cose che son disconvenienti. Allor la si gnora duchessa, In questo modo, disse, signor Ottaviano, parlate delle donne; e poi vi dolete che esse non v'amino? Di questo non mi doglio io, rispose il signor Ottaviano, anzi le ringrazio,

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