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sito che formar questa donna di palazzo, atteso che le medesime regole che son date per il cortigiano, servono ancor alla donna, perchè così deve ella aver rispetto ai tempi e luoghi, ed osservar, per quanto comporta la sua imbe. cillità, tutti quegli altri modi di che tanto s'è ragionato, conie il cortigiano; e però in luogo di questo, non sarebbe forse stato male insegnar qualche particolarità di quelle che appartengono al servizio della persona del principe, che pur al cortigian si convien saperle, ed a ver grazia in farle; o veramente dir del modo che s' abbia a tener negli esercizii del corpo, e come cavalcare, maneggiar l'arme, lottare, ed in che consiste la difficoltà di queste opera. zioni. Disse allor la signora duchessa ridendo: I signori non si servono alla persona di così ec cellente cortigiano, come è questo: gli esercizii

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del corpo, e forze e destrezza della persona, lasceremo che M. Pietro Monte nostro abbia cura d'insegnar, quando gli parrà tempo più comodo; perchè ora il Maguifico non ha da parlar d'altro che di questa donna, della quale parmi che voi già cominciate aver paura, e pe. rò vorreste farci uscir di proposito. Rispose il Frigio Certo è che impertinente e fuor di proposito è ora il parlar di donne, restando massimamente ancora che dir del cortigiano, perchè non si dovrebbe mescolare una cosa con l'altra. Voi siete in grand' errore, rispose M. Cesare Gonzaga, perchè, come corte alcuna per grande ch'ella sia, non può aver ornamento o splendore in sè o allegria, senza donne; nè cortigiano alcuno essere aggraziato, piacevole o ardilo, nè far mai opera leggiadra di cavalleria se non mosso dalla pratica e dall' amore e piacer di donne, così ancora, il ragionar del cortigia

no è sempre imperfettissimo, se le donne interponendosi, non danno lor parte di quella gra zia con la quale fanno perfetta e adornano la cortigiania. Rise il signor Ottaviano, e disse: Eccovi un poco di quell' esca che fa impazzir glí uomini.

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Allora il signor Magnifico, voltatosi alla signora duchessa; Signora, disse, poichè pur così a voi piace, io dirò quello che m'occorre, ma con grandissimo dubbio di non soddisfare; e certo molto minor fatica mi sarebbe formar una signora che meritasse esser regina del mondo, che una perfetta cortigiana, perchè di questa non so io da che pigliarne lo esempio ; ma della regina non mi bisognerebbe andar troppo lonta e solamente basterebbemi immaginar le divine condizioni d'una signora ch'io conosco e quelle contemplando, indirizzar tutti i pensier miei ad esprimer chiaramente con le parole quello che molti veggon con gli occhi; e quando altro non potessi, lei nominando solamente, avrei soddisfatto all'obbligo mio. Disse allora la signora duchessa: Non uscite dei termini, signor Magnifico, ma attendete all'ordine dato, e formate la donna di palazzo, acciocchè questa così nobil signora abbia chi possa degnamente servirla. Seguitò il Magnifico: lo adunque, signora, acciocchè si vegga che i comandamenti vostri possono indurmi a provar di far quello ancora ch' io non so fare, dirò di questa donna eccellente come io la vorrei ; e formata ch'io l'avrò a modo mio, terrolla come mia a guisa di Pigmalione (1); e perchè il

(1) Pigmalione, figlio di Cilice, nipote d' Agenore, spasi❤ mava d'amore per una statua da lui artificiosamente lavorata. La statua a di lui preghiera fu animata da Venere, e Pigmalione, presala in moglie n'ebbe un figlio di nome Paffo.

signor Gasparo ha detto che le medesime regole che son date per lo cortigiano, servono ancor alla donna, io son di diversa opinione, chè, benchè alcune qualità siano comuni, e così necessarie all' uomo, come alla donna, sono poi alcune altre che più si convengono alla donna che all' uomo ; ed alcune di esse convenienti all' uomo, dalle quali essa deve in tutto esser aliena. Il medesimo dico degli esercizii del corpo; ma sopra tutto parmi che nei modi, maniere, parole, gesti, portamenti suoi, debba la donna esser molto dissimile dall' uomo, perchè come ad esso conviene mostrar una certa virilità soda e ferma, così alla donna sta ben aver una tenerezza molle e delicata, con maniera in ogni suo movimento di dolcezza femminile, che nell' andar e stare, e dir ciò che si voglia, sempre la faccia parer donna senza similitudine alcuna d'uomo. Aggiungendo adunque questa avvertenza alle regole che questi siguori hanno insegnato al cortigiano, penso ben che di molte di quelle ella debba potersi servire ed ornarsi d'ottime condizioni, come dice il signor Gasparo; perchè molte virtù dell' animo estimo io che siano alla donna necessarie così come all'uomo. Medesi mamente la nobiltà, il fuggire l'affettazione, l'esser aggraziata da natura in tutte le operazioni sue, l' essere di baoni costumi, ingegnosa, prudente, non superba, non invidiosa, non maledica, non vana non contenziosa, non inetta; sapersi guadagnar e conservar la grazia della sua signora e di tutti gli altri; far bene ed aggraziatamente gli esercizii che si convengono alle donne. Parmi ben che in lei sia poi più necessaria la bellezza che nel cortigiano, perchè in vero molto manca a quella donna a cui manca la bellezza.

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Deve ancor esser più circospetta, ed aver più riguardo di non dar occasion che di sè si dica male, e far di modo che non solamente non sia macchiata di colpa, ma nè anco di suspicione, perchè la donna non ha tante vie da difendersi dalle false calunnie, come ha l'uomo. Ma perchè il conte Lodovico ha esplicato molto minu tamente la principal profession del cortigiano, ed ha voluto ch' ella, sia quella dell' arme, parmi ancora conveniente dir, secondo il mio giudizio, qual sia quella della donna di palazzo; alla qual cosa, quando io avrò soddisfatto, penserommi di esser uscito della maggior parte del mio debito.

Lasciando adunque quelle virtù dell' animo che le hanno da esser comuni col cortigiano, come la prudenza, la magnanimità, la continenza e molte altre; e medesimamente quelle condizioni che si convengono a tutte le donne, come l' esser buona e discreta, il saper governar le facoltà del marito, e la casa sua e i figliuoli quando è maritata, e tutte quelle parti che si richieggono ad una buona madre di famiglia; dico, che a quella che vive in corte, parmi convenirsi, sopra ogni altra cosa, una certa affabilità piacevole, per la quale sappia gentilmente intertenere ogni sorte d' uomo con ragionamenti grati ed onesti, ed accomodati al tempo e luogo, ed alla qualità di quella persona con cui parlerà, accompagnando coi costumi placidi e modesti, e con quella onestà che sempre ha da comporre tutte le sue azioni, una pronta vivacità di ingegno donde si mostri aliena da ogni grosse

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; ma con tal maniera di bontà che si faccia estimar non men pudica, prudente ed umana, che piacevole, arguta e discreta; e però le bisogna tener una certa mediocrità difficile, e quasi composta di cose contrarie, e giugnere a certi

termini appunto, ma non passarli. Non deve adunque questa donna, per volersi far estimar buona ed onesta, esser troppo ritrosa, e mostrar d'abborrire ogni sorte di compagnie e di ragionamenti, che ritrovandovisi se ne levi; perchè facilmente si potrebbe pensar che ella fingesse d'esser tanto austera per nascondere di sè quello ch' ella dubitasse che altri potesse ri sapere; e i costumi così selvatichi son sempre odiosi. Non deve tampoco, per mostrar d' esser libera e piacevole, dir parole disoneste, nè usar una certa domestichezza intemperata e senza freno, e modi da far creder di sè quello che forse non è; ma ritrovandosi a tai ragionamenti, deve ascoltarli con un poco di rossore e vergogna. Medesimamente fuggir un errore, nel quale io ho veduto incorrer molte; che è il dire ed ascol tare volentieri chi dice mal d'altre donne; perchè quelle che, udendo narrar modi disonesti d'altre donne, se ne turbano, e mostrano non credere, ed estimar quasi un mostro che una donna sia impudica, danno argomento che parendo lor quel difetto tanto enorme esse non lo commettano; ma quelle che van sempre investigando gli amori dell'altre, e li narrano così minutamente e con tanta festa, par che ior ne abbiano invidia, e che desiderino che ognun lo sappia, acciocchè il medesimo ad esse non sia ascritto per errore; e così vengon in certi risi con certi modi che fauno testimonio che allor senton sommo piacere; e di qui nasce che gli uomini, benchè paia che le ascoltino volentieri, per lo più delle volte le tengono in mala opinione, ed hanno lor pochissimo riguardo, e par loro che da esse con que' modi siano invitati a passar più avanti; e spesso poi scorrono a termini che dan loro meritamente infamia; ed in

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