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140, e medesimamente in questo loco; che benchè io intrassi molto di notte, vennero molti signori ad incontrarmi per comandamento di Sua Maestà, alla quale il di seguente baciai la mano, e fecemi

ottima cera.

Quivi con quella sua grave e nobile destrezza cominciando a negoziare alla corte, s' acquistò in breve tempo l'amore e la stima non sol di Cesare, ma di tutti i più distinti e riputati signori. Seguito nell'aprile di quest' anno l' imperadore a Toledo, e poi nel 1526 a Siviglia e a Granata, non lasciando mai d' instare per lo stabilimento della pace, sinchè giunse il 1627, in cui essendo acca dato il miserabil sacco di Roma e la prigionia del pontefice, il Castiglione ne restò per sì fatta ma niera abbattuto, che fu quasi per morirsene di do lore; molto più dappoichè intese che il papa si tenea mal soddisfatto di lui, quasi che mancato avesse al proprio dovere nol teniendo avvisato degli an damenti della corte; quando si sa, che quella tra ma fu macchinata in Italia, e quasi improvisamente da Borbone.

Scrisse però una lunga lettera al pontefice, accennando quanto avea fatto, e prima e dopo la disgrazia di sua santità, sino a procurare che i prelati de' regni di Spagna cessassero nelle lor chiese dai divini offici, e tutti uniti andassero al l'imperatore vestiti di lutto, e gli domandassero il lor capo e vicario di Cristo. E benchè riuscisse al conte di sincerare il papa del suo fedele e leal servizio, pure da indi innanzi non istette mai più di buona voglia, ma sempre cagionevole ed infermiccio. Cesare per consolarlo gli facea continuameate segnalati favori: gli diede la naturalezza spagnuola, e nominollo al vescovado d'Avila di grossissima rendita; grazia però ch' egli protestò

di non accettare prima che tra il pontefice e M. non fosse stabilita perfetta reconciliazione.

Ma infermatosi gravemente a' 2 di febbraio d 1529, dopo solo sei giorni di malattia, con gran rassegnazione e divozion cristiana, si morì a T ledo in età di cinquant'anni, due mesi ed giorno. L'imperatore ne provò tanto dispiace quanto per altra disavventura che gli accades mai, e comandò a tutti i prelati, e ai principali gnori della corte, che andassero ad accompagnar il cadavero alla chiesa maggiore. Anzi essendo Lodovico Strozzi, figliuol d'una sorella del Con portato a ringraziar S. M. di tante onorevoli mostrazioni, tra l'altre cose che gli disse in co mendazione del coute proruppe in queste form paroli: Yo vos digo que es muerto uno de los n jores cavalleros del mundo.

Nè minor dispiacere sentì l'Italia per sì fa perdita, e particolarmente il pontefice, che si vi privato di un ministro di tanta riputazione e d trina; onde non potè non esprimere il suo dol alla madre del conte con un breve affettuosissi e pieno d'encomi del morto prelato.

Stette il di lui cadavero sepolto da xvi m nella Metropolitana di Toledo, dopo i quali n dama Luigia fecelo trasportare a Mantova, e po in una bellissima cappella fatta da lei fabbric nella chiesa de' frati Minori, cinque miglia fu della città, col seguente epitaffio compostogli Bembo:

BALDASSARI. CASTILIONI

MANTUANO.

OMNIBVS. NATVRAE.DOTIBVS . PLVRIMIS. BONIS. ARTIBVS. ORNATO. GRAECIS, LITERIS. BRVDITO. IN LATINIS. ET. HETRUSCIS. ETIAM. POETAE. OPPIDO. NEBYLARIAE. IN PISAVREN. OB, VIRT. MILIT. DONATO DVABVS. OBITIS LEGATIONIBVS. BRITANNICA. ET ROMANA. HISPANIENSEM. CVM. AGERET.AC. RES. CLEMENTIS VII PONT. Max. PROCVRARET. QVATVORQVE. LIBROS. DE. INSTITVENDA REGVM. FAMILIA. PERSCRIPSISSET POSTREMO. CVM. CAROLVS V. IMPERATOR. EPISCOPVM. ABVLAE. CREARI. MANDASSET. TOLETÍ. VITA. FVNCTO. MAGNI. APVD. OMNES. GENTES. NOMINIS. QVI. VIX. ANNOS. L. MENS. II. DIEM I. ALOYSIA. GONZAGA. CONTRA.VOTVM. SVPERSTES. FIL. B. M. P. ANNO DOMINI . MDXXIX.

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Fu il Castiglione di statura più che mezzana, ben complesso, agile e prò della persona, di color vago, d'occhi vivaci e di leggiadro insieme e grave portamento. Sì belle doti del corpo furono anche superate da quelle dell' animo; giacchè fu d'ingegno acutissimo, di grande e fino giudicio, pruden, te, leale, benefico e pieno di bontà e di religione. Serisse il CORTEGIANO, libro stimatissimo, e che la meritato d'essere più volte tradotto in vari linguaggi; alcune eccellenti rime volgari; varie poe. sie latine elegantissime, e da compararsi alle antiche; e una bella Epistola al re Arrigo VII d'Inghilterra delle lodi di Guidubaldo, duca d'Urbino. Oltre a quest' opere già più volte stampate, si conservano nella libreria Valenti alcuni originali di lettere di negozi, piene di prudenza e di gravità, e una Risposta a un Dialogo del segretario Valdes Castiglione fusc. 104.

sopra il Sacco di Roma, di cui non mi ricorda di avere mai letto cosa più forte, nè scritta con maggior eloquenza. Queste lettere con risposta al Valdes, da me illustrate di varie annotazioni istori→ che, usciranno ben presto alla luce da' torchi Cominiani, mercè la generosità e il bel genio del loro nobilissimo possessore, cioè di monsig. Luigi Valenti Gonzaga, nuuzio apostolico agli Svizzeri.

DE

BALTHASARE CASTILIONIO.

Castilioneum ad tumulum dum Hispania tota
Convenit, et sancto justa parai cineri;

Scipiadum manes, referunt, dixisse: Secundum
Hic docta amisit Mantua Virgilium,

AL REV. ED ILLUSTRE SIGNOR

DON MICHEL DE SILVA

VESCOVO DI VISEO (1).

Quando il signor Guid' Ubaldo di Montefeltro,

duca d'Urbino, passò di questa vita, io insieme con alcuni altri cavalieri che l' aveano servito, restai alli servizii del duca Francesco Maria dalla Rovere, erede e successor di quello nello stato: e come nell' animo mio era recente l'odore delle virtù del duca Guido, e la satisfazione che o quegli anni avea sentito dell' amorevole compagnia di così eccellenti persone, come allora si itrovarono nella corte d'Urbino, fui stimolato da quella memoria a scrivere questi libri del Cortigiano; il che io feci in pochi giorni, con inten zione di castigar col tempo quegli errori che dal desiderio di pagar tosto questo debito erano nati, Ma la fortuna già molt'anni mi ha sempre tenuo oppresso in così continui travagli, che io non ho mai potuto pigliare spazio di ridurli a termine, che il mio debil giudizio ne restasse contento, Ritrovandomi adunque in Ispagna, ed essendo I'Italia avvisato, che la signora Vittoria dalla

(1) Città di Portogallo nella provincia di Beira,

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