Immagini della pagina
PDF
ePub

Disse allora il signor Gasparo: Io non voglib rinnovar le cose già dette, na voi ben vorreste indurmi a dir qualche parola che offendesse l'animo di queste signore, per farmele nemiche, così come voi col lusingarle falsamente volete guadagnar la loro grazia; ma esse non sono tan< to discrete sopra le altre, che amano più la verità, ancorché non sia tanto in lor favore, che le lodi false; nè hanno a male che altri dica che gli uomini siano di maggior dignità, e confesseranno che voi avete detto gran miracoli, ed attribuito alla donna di palazzo alcune impossibilità ridicole, e tante virtù, che Socrate e Catone e tutti i filosofi del mondo vi sono per niente; che, a dir pur il vero, maraviglio. mi che non abbiate avuto vergogna a passar i termini di tanto; chè ben bastar vi dovea far questa donna di palazzo bella, discreta, onesta, affabile, e che sapesse intertenere, senza incorrere in infamia, con danze, musiche, giuochi, risi, motti e l'altre cose che ogni di vediamo che s'usano in corte; ma il volerle dar cogni. zion di tutte le cose del mondo, ed attribuirle quelle virtù che così rare volte si son vedute negli uomini, ancora nei secoli passati, è una cosa che nè sopportare, nè appena ascol tar si può. Che le donne siano mo animali im» perfetti, e per conseguente di minor dignità che gli uomini non voglio io altrimenti affermare, perchè il valor di queste signore baste rebbe a farmi mentire; dico ben che uomini sapientissimi hanno lasciato scritto che la natura, perciocchè sempre intende e disegna far le cose più perfette, produrrebbe continuamente uomini. Così la donna si può dire prodotta a sorte e per caso; e che questo sia, vedete l'operato

ne,

dell' uomo e della donna e da quelle pigliate argomento della perfezione dell'uno e dell'altro (1). Aspettava il Magnifico Giuliano che 'l signor Gasparo seguitasse più oltre, ma vedendo che già tacea, disse: Della imperfezion delle donne parmi che abbiate addutto una freddissima ragioalla quale, benchè non si convenga forse ora entrar in questa sottilità, rispondo, secon do il parer di chi sa e secondo la verità, che la sostanza in qualsivoglia cosa, non può in sè ricevere il più o il meno; chè come niun sasso può esser più perfettamente sasso che un altro, quanto alla essenza del sasso, nè un legno più perfettamente legno che l'altro, così un uomo non può essere più perfettamente uomo che l'altro; e conseguentemente non sarà il maschio più perfetto che la femmina, quanto alla so stanza sua formale, perchè l' uno e l'altro si comprende sotto la specie dell' uomo; e quello in che l'uno dall'altro son differenti, è cosa accidentale e non essenziale. Se mi direte adunque che l'uomo sia più perfetto che la donna, se non quanto alla essenza, almen quanto agli acridenti; rispondo, che questi accidenti bisogna che consistano o nel corpo o nell'animo. Se nel corpo, può esser l'uomo più robusto, più agile, più leggiero, o più tollerante di fatiche, dico che questo è argomento di pochissima perferione, perchè tra gli uomini medesimi, quelli che hanno queste qualità più che gli altri, non son per quelle più estimati; e nelle guerre, dove son la maggior parte delle opere laboriose e di forza, i più gagliardi non son però i più pregiati. Se nell' animo, dico che tutte le cose che

(Dove l'autore dice natura, intendi sempre Iddio crea

tore e conservatore dell' universo.

possono intendere gli uomini, le medesime possono intender ancor le donne; e dove penetra l'intelletto dell' uno, può penetrare eziandio quello dell'altra. Quivi avendo il Magnifico Giuliano fatto un poco di pausa, soggiunse ridendo: Non sapete voi che in filosofia si tiene questa proposizione; che quelli che son son molli di carne, sono atti della mente? perciò non è dubbio che le donne, per esser più molli di carne, sono ancor più atte della mente, e d'ingegno più accomodato alle speculazioni che gli uomini; poi seguitò: Ma, lasciando questo, perchè voi diceste ch' io pigliassi argomento della perfezion dell' un e dell'altro dalle opere, dico, se voi considerate gli effetti della natura, troverete ch'ella produce le donne tali come sono, non a caso, ma accomodate al fine necessario; chè benchè le faccia del corpo non gagliarde e d'animo placido, con molte altre qualità contrarie a quelle degli uomini, pur le condizioni dell' uno e dell' altro tendono ad un sol fine concernente alla medesima utilità; che secondo che per quella debole fievolezza le donne son meno animose, per la medesima son ancor più caute; però le madri nutriscono i figliuoli, i padri gli ammaestrano, e con la fortezza acquistano di fuori quello che esse con la sedulità conservano in casa; che non è minor laude. Se considerate poi l'istorie antiche (benchè gli uomini sempre siano stati parcissimi nel lo scrivere le laudi delle donne ) e le moderne, troverete che continuamente la virtù è stata tra le donne, così come tra gli uomini; e che ancor souosi trovate di quelle che hanno mosso delle guerre, e conseguitone gloriose vittorie; governato i regni con somma prudenza e giustizia; e fatto tutto quello che s'abbian fatto

gli uomini. Circa le scienze, non vi ricorda aver letto di tante che hanno saputo filosofia? altre che sono state eccellentissime in poesia? altre che han trattate le cause, ed accusato e difeso innanzi ai giudici eloquentissimamente? Dell' opere manuali sarebbe lungo narrare, nè di ciò bisogna far testimonio. Se adunque nella sostanza essenziale l'uomo non è più perfetto della donna, nè meno negli accidenti; e di que. sto, oltre la ragione, veggonsi gli effetti: non so in che consista questa sua perfezione. E perchè voi diceste che intento della natura è sempre di produr le cose più perfette, e però, se ella potesse, sempre produrrebbe l'uomo, e che i produr la donna è più presto errore o difetto della natura, che intenzione; rispondo che questo totalmente si nega; nè so come possiate dire che la natura non intenda produr le donne, senza le quali la specie umana conservar non si può, di che più che d'ogni altra cosa è desiderosa essa natura; perciò col mezzo di questa compagnia di maschio e di femmina, produce i figliuoli, i quali rendono i beneficii ricevuti in puerizia ai padri già vecchi, perchè li nutriscono, poi .li rinnovano col generar essi ancor altri figliuoli, dai quali aspettano in vecchiezza ricever quello che, essendo giovani, ai padri hanno prestato; onde la natura, quasi tornando in circolo, adempie la eternità; ed in tal modo dona la immortalità ai mortali. Essendo adunque a questo tanto necessaria la donna, quanto uomo, non vedo per qual causa l' una sia fatta a caso più che l'altro. È ben vero che Ja natura intende sempre produr le cose più perfette, e però intende produr l'uomo in ispecie sua, ma non più maschio che femmina ; anzi se sempre producesse maschio, farebbe una

imperfezione, perchè come del corpo e dell' a nima risulta un composito più nobile che è l'uomo, così della compagnia di maschio e di femmina risulta un composito conservativo della specie umana, senza il quale le parti si distruggerebbero. E però maschio e femmina da natura son sempre nel medesimo tempo; nè può esser l'un senza l'altro; così quello non si dee chiamar maschio che non ha la femmina, secondo la diffinizione dell' uno e dell' altro, nè femmina quella che non ha il maschio. Allora il signor Gasparo, lo non vorrei, disse, che noi entrassimo in tal sottilità, perchè queste donne non c'intenderanno; e benchè io vi risponda con ottime ragioni, esse crederanuo; o almen mostreranno di credere ch' io abbia torto, e su bito daranno la sentenza a lor modo.

e

Ma allora la signora Emilia, Per amor di Dio, disse, uscite una volta di queste materie parlate di modo che siate inteso, perchè noi ab biamo udito e molto ben inteso il male che di noi ha detto il sigrior Ottaviano el signor Ga sparo; ma or nou intendiamo già in che modo voi ci difendiate; però questo mi par un uscit di proposito, e lasciar nell' auimo di ognuno quella mala impressione che di noi hanno data questi nostri nemici. Non ci date questo nome signora, rispose il signor Gasparo, che più pre-sto si conviene al signor Magnifico, il qual col dar laudi false alle donne, mostra che per esse non ne sian di vere. Soggiunse il Magnifico Giuliano: Non dubitate, signora, che al tutto si risponderà; ma io non voglio dir villania agli uomini così senza ragione, come hanno fatto essi alle donne; e se per sorte qui fosse alcuno che scrivesse i nostri ragionamenti, non vorrei che si vedessero senza risposta gli argomenti e

« IndietroContinua »