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le ragioni che il signor Gasparo, contra di voi adduce. Non so, signor Magnifico, disse allora il signor Gasparo, come in questo negar potrete che l'uomo per le qualità naturali non sia più perfetto che la donna, la quale è frigida di sua complessione, e l'uomo calido; e molto più nobile e più perfetto è il caldo che 'l freddo, per essere attivo e produttivo.

Ancor volete, rispose il Magnifico Giuliano, pur entrar nelle sottilità; ma vedrete che ogni volta peggio ve n'avverrà; e che così sia, udite: Io vi confesso che la calidità in sè più perfetta che la frigidità; ma questo non seguita nelle cose miste e composite; perchè se così fosse, quel corpo che più caldo fosse, quel sarebbe più perfetto; il che è falso, perchè i corpi temperati son perfettissimi. Dicovi ancora che la donna è di complession frigida in comparazion dell'uomo; il quale per troppo caldo distante dal temperamento; ma quanto in sè è temperata, o almen più propinqua al temperamento, che non è l'uomo; perchè ha in sè quell'umido porporzionato al calor naturale, che nell' uomo per la troppa siccità più presto si risolve e si consuma. Ha ancor una tal frigidità, che resiste, e conforta il calor naturale, e lo fa più vicino al temperamento; e nell' uomo il superfluo caldo presto riduce il calor naturale all'ultimo grado; il quale mancandogli il nutri mento, pur si risolve; e però spesso interviene che son meno vivaci che esse; onde questa perfezione ancor si può attribuire alle donne, che vivendo più lungamente che gli uomini, eseguiscono più quello che è intento della na tura, che gli uomini. La timidità poi nelle don ne, avvegna che dimostri qualche imperfezione, nasce però da laudabil causa; che è la sotti

lità e prontezza degli spiriti, i quali rappresentano tosto le specie allo intelletto; e però si pertarbano facilmente per le cose estrinseche. Vedrete beu molte volte alcuni che non hanno paura nè di morte, nè d'altro; nè contuttociò si possono chiamare arditi, perchè non conoscono il pericolo, e vanno come insensati dove vedono la strada, e non pensano più; e questo procede da una certa grossezza di spiriti ottusi; però non si può dire che un pazzo sia animo so; ma la vera maguanimità viene da una propria deliberazione e determinata volontà di far così, e da estimare più l'onore e 'l debito che tutti i pericoli del mondo; e benchè si conosca la morte manifesta, esser di cuore e d'animo tanto saldo, che i sentimenti non restino im pediti, nè si spaventino, ma faccian l'officio loro circa il discorrere e pensare, così come se fossero quietissimi. Di questa sorte abbiamo ve duto ed inteso esser molti grand' uomini; me desimamente molte donne, le quali, e negli anti chi secoli e nei presenti, hanno mostrato grande za d'animo e fatto al mondo effetti degui d'infini ta laude, non men che s'abbian fatto gli uomini.

Allor il Frigio, Quegli effetti, disse, cominciarono quando la prima douna errando, fece altrui errar contra Dio; e per eredità lasciò all'umana generazione la morte, e gli affanni e i dolori, è tutte le miserie e calamità che oggidì al mon do si sentono. Rispose il Magnifico Giuliano Poichè nella sacrestia ancor vi giova di entra re, non sapete voi che quello error medesimamente fu corretto da una donna, che ci appor to molto maggior utilità che quella non n'avea fatto danno di modo che la colpa che fu pa gata con tai meriti, si chiama felicissima; ma io non voglio or dirvi quanto di dignità tutte le

creature umane siano inferiori alla Vergine nostra Signora, per non mescolar le cose divine in questi nostri folli ragionamenti; nè racconfar quante donne con infinita costanza si siano lasciate crudelmente ammazzare dai tiranni per il nome di Cristo, nè quelle che con iscienza disputando hanno confuso tanti idolatri; e se mi diceste che questo era miracolo e grazia dello Spirito Santo, dico che niuna virtù merita più lode che quella che è approvata per testimonio di Dio. Molte altre ancor, delle quali tanto non si ragiona, da voi stesso potete vedere, massimamente leggendo s. Girolamo, che alcune dei suoi tempi celebra con taute maravigliose lodi, che ben potrebbero bastar a qualsivoglia santissimo uomo. Pensate poi quante altre ci sono state, delle quali non si fa menzione alcuna, perchè le meschine stanno chiuse senza quella quella pomposa superbia di cercare appresso il volgo nome di santità, come fanno oggidi molti nomini ipocriti maledetti, i quali, scordati, o più presto facendo poco caso della dottrina di Cristo, che vuole quando l' uom digiuna, si unga la faccia perchè non paia che digiuni, e comanda che le orazioni, le elemosine, e l'altre buone opere, si facciano non in piazza, nè in sinagoghe, ma in secreto, tanto che la man sinistra non sappia della destra; affermano, non esser maggior bene al mondo che 'l dar buon esempio; e così col collo torto e gli occhi bassi, spargendo fama di non voler parlare a donDe ne mangiar altro che erbe crude, affumati, colle vesti squarciate, gabbano i semplici; chè non si guardan poi da falsar testamenti, mettere inimicizie mortali tra marito e moglie, e talor veleno; usar malie, incanti ed ogni sorte di ribalderia, e poi allegano una certa auto

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rità di loro capo, che dice: Si non caste, tamen caute, e 'par loro con questo medicare ogni gran male; e con buona ragione persuadere a chi non è ben cauto, che tutti i peccati, per gravi che siano, facilmente perdona Iddio, pur che stiano secreti, e non nasca il mal esempio; cosi con un velo di santità, e con questa secretezza spes so tutti i lor pensieri volgono a contaminare il casto animo di qualche donna; spesso a seminare odii tra fratelli; a governare stati, estol lere l'uno e deprimer l'altro; far decapitare, incarcerare e proscrivere uomini; esser ministri delle scellerità, e quasi depositari delle ruberie che fanno molti principi. Altri senza vergogna si dilettano di apparir morbidi e freschi con la cotica ben rasa e ben vestiti; ed alzano nel passeggiare la veste per mostrar le calze tirate e la disposizion della persona nel far le rive renze. Altri usano certi sguardi e movimenti nel le lor preci, per i quali presumono essere ag graziati e farsi amare. Malvagi e scellerati uomi ni, alienissimi non solamente dalla religione, d'ogni buon costume; e quando la lor vita dissoluta è lor rimproverata, si fan beffe e ridonsi di chi lor ne parla, e quasi si ascrivono i vizii a lode. Ma tornando alle lodi delle donne, dico che 'l signor Gasparo non mi troverà uomo alcun singolare ch' io non vi trovi la moglie, o figliuola, o sorella, di merito eguale, e talor superiore; oltra che molte sono state causa di infiniti beni ai loro uomini, e talor hanno corretto di molti loro errori; però essendo (come abbiamo dimostrato) le donne naturalmente capaci di quelle medesime virtù che sono gli uomini, ed essendosene più volte veduto gli ef fetti, non so perchè, dando loro io quello che è possibile che abbiano, e spesso hanno avuto,

tuttavia hanno, debba esser estimato dir mi acoli, come m'ha opposto il signor Gasparo, teso che sempre sono state al mondo, ed ora ancor sono, donne così vicine alla donna di palatzo che ho formata io, come uomini, vicini luomo che hanno formato questi signori.

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Donne Romane. Alessandra regina de' Giudei.

Disse allora il signor Gasparo : Quelle ragioni e hanuo la esperienza in contrario 2 non mi sion buone ; e certo, s' io vi addimandassi quali alo, o siano state queste gran donne tanto dee di lode, quanto gli uomini grandi ai quali no state mogli, sorelle o figliuole; o che siano Pro state causa di bene alcuno; o quelle che abano corretto i loro errori, penso che restereste pedito. Veramente, rispose il Magnifico Giuno, niuna altra cosa potrebbe farmi restar imdito, eccetto la moltitudine; e se'l tempo mi stasse, vi conterei a questo proposito la istoria Ottavia moglie di Marc' Antonio e sorella Augusto; quella di Porcia figliuola di Catone moglie di Bruto; quella di Gaia Cecilia moglie Tarquinio Prisco; quella di Cornelia figliuola Scipione (1), e d'infinite altre che sono notis

Ouavia, donna di rara bellezza e di singolare virtù, ho la gloria e le delizie del popolo romano, che dopo la morte le avrebbe resi gli onori diyini, se Augusto lo se permesso. Porcia, ebbe spirito e coraggio repubbli i, che la mostrarono ben degna di tanto padre e di tal ito. -Gaia Cecilia, detta anche Tanaquilla, moglie di quinio Prisco suocera di Servio Tullio amendue re di Ro colla sua prudenza ed avvertenza contribui non poco

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