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tra le genti d' Annibale; e come essendo lo esercito de' Tedeschi superato da Mario, le lor donne, non potendo ottener grazia di viver libere in Roma al servizio delle Vergini Vestali, tutte s' ammazzassero insieme coi lor piccoli figliuoli; e di mille altre, delle quali tutte le istorie antiche son piene. Allora il signor Gasparo, Deh, signor Magnifico, disse, Dio sa come passarono quelle cose; perchè que'secoli son tanto da noi lontani, che molte bugie si possono dire, e non v'è chi le riprovi.

CAPO X.

Principesse.

Disse il Magnifico: Se in ogni tempo vorrete misurare il valor delle donne con quel degli uomini, troverete che elle non son mai state, nè ncor sono adesso di virtù punto inferiori agli uomini; che lasciando quei tanto antichi, se venite al tempo che i Goti regnarono in Italia, troverete, tra loro essere stata una regina Amalasunta, che governò lungamente con maravigliosa prudenza. Poi Teodelinda, regina dei Longobardi, di singolar virtù. Teodora, greca imperatrice; ed in Italia fra molte altre fu singolarissima signora la contessa Matilda, delle lodi della quale lascierò parlare il conte Lodovico, perchè fa della casa sua. Anzi, disse il Conte, a voi tocca, perchè sapete ben che non conviene che l'uomo lodi le cose sue proprie. Soggiunse il Magnifico: E quante donne famose nei tempi passati, trovate voi di questa nobilissima casa di Montefeltro! quante della casa Gonzaga, da Este, de' Pii! Se de' tempi presenti poi parlare vorremo, non ci bisogna cercar esempii

troppo di lontano, che gli abbiamo in casa. Ma io non voglio aiutarmi di quelle che in presenza vediamo, acciocchè voi non mostriate consentirmi per cortesia quello che in alcun modo negar non mi potete. E per uscir d'Italia, ricordatevi che a' dì nostri abbiamo veduto Anna regina di Francia, grandissima signora non meno di virtù che di stato; che se di giustizia e cleliberalità e santità di vita comparare la menza 2, vorrete ai re Carlo e Lodovico, dell' uno e dell'altro dei quali tu moglie (1), non la troverete punto inferiore d' essi. Vedete madonna Margherita, figliuola di Massimiliano imperatore, la quale con somma prudenza e giustizia insino a qui ha governato, e tuttora governa lo stato suo (2). CAPO XI.

Isabella regina di Spagna.

in

Ma, lasciando a parte tutte l'altre, ditemi, signor Gasparo, qual re o qual principe è stato a' nostri di, ed ancor molti anni prima, cristianità, che meriti esser comparato alla regina Isabella di Spagna? Rispose il signor Gasparo Il re Ferrando suo marito (3). Soggiun se il Magnifico: Questo non negherò io; che poichè la regina lo giudicò degno d'esser suo marito, e tanto lo amò ed osservò, non si può dire ch' ei non meritasse d' esserle comparato ; ben credo che la riputazion che egli ebbe da

(1) Anna, moglie di Carlo Vlll e di Lodovico XII di Francia.

(2) Margherita, vedova di Giovanni infante di Spagna e poi di Filiberto II, duca di Savoia, governatrice de' Paesi Bassi,

(3) Vedi intorno a Ferrando la nota della pag. 75.

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lei, fosse dote non minor che 'l regno di Castiglia. Anzi, rispose il signor Gasparo, penso io che di molte opere del re Ferrando fosse lodata la regina Isabella, Allor il Magnifico, Se i popoli di Spagna, disse, i signori, i privati, gli uomini e le donne poveri e ricchi, non si son tutti accordati a voler mentire in lode di lei, non è stato a' tempi nostri al mondo più chiaro esempio di vera bontà, di grandezza d' animo, di prudenza, di religione, d'onestà, di cortesia, di liberalità, in somma d' ogni virtù, che la regina Isabella; e benchè la fama di quella signora in ogni luogo, e presso ad ogni nazione, sia grandissima, quelli che con lei vissero, e furono presenti alle sue azioni, tutti affermano, questa fama esser nata dalla virtù e dai meriti di lei; e chi vorrà considerare l'opere sue, facilmente conoscerà esser così il vero; che lasciando alcune infinite cose che fanno fede di questo, e potrebbersi dire se fosse nostro proposito, ognun sa che quando essa venne a regnare, trovò la maggior parte di Castiglia occupata da' grandi, nientedimeno il tutto ricuperò così giustificatamente, e con tal modo, che i medesimi che ne furon privati, le restarono affezionatissimi, e contenti di lasciar quello che possedevano. Notissima cosa è ancora, con quanto animo e prudenza sempre difendesse i regni suoi da potentissimi inimici; e medesimamente a lei sola si può dar l'onor del glorioso acquisto del regno c di Granata, che in così lunga e difficil guerra, contra uimici ostinati, che combattevano per le facoltà, per la vita, per la legge loro, ed al parer loro, per Dio (1), mostrò

(1) Questi nemici d'Isabella erano gli Arabi, detti anche Marani o Mori, di religione Maomettani,

sempre col consiglio e con la persona propria tanta virtù, che forse a'tempi nostri pochi prin cipi hanno avuto ardire, non che d'imitarla, ma pur d'averle invidia, Oltre a ciò, affermano tutti quelli che la conobbero, essere stato in lei tanto divina maniera di governare, che parea quasi che solamente la volontà sua bastasse, perchè, senza altro strepito, ognun facesse quello che doveva; tal che appena osavano gli uo. mini in casa sua propria, e secretamente, far cosa che pensassero che a lei avesse da dispiacere; e di questo in gran parte fu causa il maraviglioso giudizio che ella ebbe in conoscere ed eleggere i ministri atti a quegli officii nei quali intendeva d'adoperarli, e così ben seppe con giungere il rigor della giustizia con la mansuetudine della clemenza, e la liberalità, che alcun buono a' suoi dì non fu che si dolesse d'esser poco remunerato, nè alcun malo d'esser troppo castigato. Onde nei popoli verso di lei nacque una somma riverenza, composta d'amore, e timore, la quale negli animi di tutti ancora sta così stabilita, che par quasi che aspettino che essa dal cielo li miri, e di lassù debba dar loró lode o biasimo; e perciò col nome suo, e coi modi da lei ordinati, si governano ancor quei regni, di maniera che, benchè la vita sia mancata, vive l'autorità, come ruota che lungamente con impeto voltata, gira ancor per buono spazio da sè, benchè altri più non la muo va. Considerate, oltre di questo, signor Gasparo, che a' nostri tempi tutti gli uomini grandi di Spagna, e famosi in qualsivoglia cosa, sono stati creati dalla regina Isabella; e Gonsalvo Ferrando, gran capitano, molto più di questo si pregiava che di tutte le sue famose vittorie, e di quelle egregie e virtuose opere che in pace

ed in guerra, fatto l'hanno così chiaro ed illustre, che se la fama non è ingratissima, sempre al mondo pubblicherà le immortali sue lodi (1), e farà fede che alla età nostra pochi re o gran principi abbiamo avuti, i quali stati non siano da lui di magnanimità, sapere e d' ogni virtù superati. CAPO XII.

Principesse ed altre donne.

Ritornando adunque in Italia, dico che ancor qui non ci mancano eccellentissime signore; chè in Napoli abbiamo due singolari regine; e poco fa pur in Napoli morì l'altra regina d' Ungheria (2), tanto eccellente signora, quanto voi sapete, e bastante di far paragone all' invitto e glorioso re Mattia Corvino, suo marito. Medesimamente la duchessa Isabella d'Aragona, degna sorella del re Ferrando di Napoli; la quale, co me oro nel fuoco, così nelle procelle di fortuna ha mostrata la virtù e'l valor suo (3). Se nella Lombardia verrete, v' occorrerà la signora Isabella marchesa di Mantova (4); alle eccellentissime virtù della quale ingiuria si farebbe parlando così sobriamente, come sarebbe forza in questo luogo a chi pur volesse parlarne. Pesami ancora che tutti non abbiate conosciuta la du

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(1) Alcuna volta però il nome di Gunsalvo fu oscurato dalla perfidia.

(2) La regina d'Ungheria, moglie di Mattia Corvino, era Beatrice figliuola di Ferdinando 1, re di Napoli.

(3) Isabella d'Aragona, sorella di Ferrando II, re di Napo li, e moglie di Giovan Galeazzo Maria Sforza duca di Milano quasi in un tempo medesimo fu privata del marito, dello stato e dell' unico figliuolo da Lodovico Sforza detto il Moro, zio di Gian Galeazzo.

(4) Isabella, moglie del marchese Gian Francesco Gonzaga,

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