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accorre spiche ne' campi, vinta dalla sete, enrò in una casa per bere dell' acqua, dove lu estialmente trattata? Essa così scapigliata, biangendo, ritornò nel campo alla sorella, nè nái, per molto ch'ella le facesse istanza, dir volse che dispiacere avesse ricevuto in quella casa; mā tuttavia, camminando verso l'albergo, emostrando di racchetarsi a poco a poco, parlar senza perturbazione alcuna, le diede cere commissioni; poi, giunta che fu presso Oglio, che è il fiume che passa accanto Gazuolo, alontanatasi un poco dalla sorella, la quale non apea, nè immaginava ciò ch'ella si volesse fa

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subito vi si gittò dentro. La sorella dolen e, e piangendo, l' andava secondando quanto ù potea, lungo la riva del fiume, che assai elocemente la portava all'ingiù; ed ogni volta be la meschina risorgeva sopra acqua, la solla le gittava una corda che seco aveva recaper legare le spiche; è benchè la corda più funa volta le pervenisse alle mani, perchè pur đa ancora vicina alla ripa, la costante e deli. rata fanciulla sempre la rifiutava e dilungava sè; e così fuggendoogni soccorso che dar le putea vita, in poco spazio ebbe la morte; nè questa mossa dalla nobiltà di sangue, nè da ura di più crudel morte o d'infamia, ma soanente dal dolore degli oltraggi sofferti. Or di qui potete comprender, quante altre ne facciano atti degnissimi di memoria che a si sanno, poichè avendo questa, tre di no (si può dir) fatto un tanto testimonio ela sua virtù, non si parla di lei, nè pur se sa il nome. Ma se non sopraggiungea in el tempo la morte del vescovo di Mantova, della signora duchessa nostra, ben sarebbe isso quella ripa d'Oglio, nel luogo onde el

la si gittò, ornata d'un bellissimo sepolcro, per memoria di colei, che meritava tanto chiara fama dopo la morte.

Allora il signor Gasparo cominciava per rispondere, ma il signor Ottaviano ridendo, Deh per amor di Dio, disse, dategliela vinta, ch' io conosco che voi farete poco frutto; e parmi vedere che v' acquisterete non solamente tutte queste donne inimiche, ma ancora la maggior inaggior parte degli uomini. Rise il signor Gasparo, e disse: Anzi ben gran causa hanno le donne di ringraziarmi; perchè s' io non avessi contraddetto al signor Magnifico ed a M. Cesare, non si sarebbero intese tante lodi che essi hanno loro date.

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Allora M. Cesare, Le lodi, disse, che il signor Magnifico ed io abbiamo date alle donne. ed ancora molte altre, erano notissime, però sono state superflue. Chi non sa che senza le donne sentir non si può contento o satisfazione alcuna in tutta questa nostra vita? la quale senza esse sarebbe rustica e priva d'ogni dolcezza, e più aspera che quella dell' alpestri fiere? Chi non sa che le donne sole levano de' nostri cuori tutti i vili e bassi pensieri, gli affanni, le miserie e quelle torbide tristezze che così spesso loro sono compagne? E se vorremo ben considerar il vero, conosceremo ancora che, circa la cognizion delle cose grandi, non desviano gl'ingegni, anzi gli svegliano; ed alla guerra fanno gli uomini senza paura, ed arditi sopra modo. E certo impossibile è che nel cuor d' nomo nel qual sia entrate una volta lecito amore di donna, regni mai più viltà; perchè chi ama, desidera sempre farsi a mabile più che può, e teme sempre non gl' in tervenga qualche vergogna che lo possa far esti mar poco da chi esso desidera esser estimato as

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sai; nè cura d'andare mille volte al giorno alla morte, per mostrar d'esser degno di quell' amore. E crediate di certo, che l'aver contrastato Troia dieci anni a tutta Grecia, non procedette d'altro che d' alcuni innamorati delle lor mogli, i quali, quando erano per uscir a combattere, s' armavano in presenza delle lor donne; e spesso esse medesime gli aiutavano, e nel partir diceano lor qualche parola che gli infiammava e li facea più che uomini; poi nel combattere sapeano esser dalle lor donne mirati dalle mura e dalle torri; onde for parea che ogni ardir che mostravano, ogni prova che faceano, da esse riportasse lode; il che era loro il maggior premio che aver potessero al mondo. Sono molti che estimano, la vittoria del re di Spagna Ferrando ed Isabella contra il re di Granata, esser proceduta gran parte dalle donne; chè il più delle volte, quando usciva l'esercito di Spagna per affrontar gli inimici, usciva ancora la regina Isabella con tutte le sue damigelle, e quivi si ritrovavano molti nobili cavalieri; i quali fin che giungeano al luogo di veder gli inimici, sempre parlavano con le lor mogli; poi, pigliando licenza ciascun dalla sua, in presenza loro andavano ad incontrar gl' inimici con quell' animo feroce che dava loro amore, e 'l desiderio di far conoscere alle lor signore che aveano mariti valorosi ; onde molte volte trovaron si pochissimi cavalieri spagnuoli mettere in fuga ed alla morte infinito numero di Mori, mercè delle gentili ed amate donne; però non so, signor Gasparo, qual perverso giudicio v' abbia indulto a biasimar le donne. Però non bisognava disputar di questo, o almen con tante parole; ma voi col contraddire alla verità avete impedito che non si sieno intese mill' altre cose belle ed importanti circa la perfezion della Castiglione fusc. 105.

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donna di palazzo. Rispose il signor Gasparo: Io credo che altro non vi si possa dire; pur se a Voi pare che il signor Magnifico non l'abbia adornata a bastanza di buone condizioni, il difetto non è stato il suo, ma di chi ha fatto che più virtù non vi siano al mondo; perchè esso le ha date tutte quelle che vi sono. Disse la signora duchessa, ridendo: Or vedrete che 'l signor Magnifico pur ancor ne ritroverà qualche altra. Rispose il Magnifico: In verità, signora, a me par d'aver detto assai, e, quanto per me, contentomi di questa mia donna; e se questi signori non la voglion così fatta, la lascino a me.

CAPO XIII.

Del lecito amore fra la donna di palazzo e il cortigiano, nubili, e del fine d'esso amore

Quivi

uivi tacendo ognuno, disse M. Federico: Signor Magnifico, per istimo larvi a dir qualche altra cosa, voglio pur farvi una domanda circa quello che avete voluto che sia la principal professione della donna di palazzo; ed è questa, ch'io desidero intendere come ella debba intertenersi circa una particolarità, che mi par importantissima; chè, benchè le eccellenti condizioni da voi attribuitele includano ingegno, sapere, giudicio, desterità, modestia, e tant' alire virtù, per le quali ella dee ragionevolmente saper intertenere ogni persona, e ad ogni propósito, estimo io però che più che alcuna altra cosa le bisogni saper quello che appartiene ai ragionamenti d' amore, perchè secondo che ogni gentil cavaliero usa per instrumento d'acquistar grazia di donne quei nobili esercizi, attillature, e bei costumi che abbiamo nomina

ti, a questo effetto adopera medesimamente le parole, spesso per far onore a quella donna con cui parla; parendogli che 'l mostrar d'onorarla sia un testimonio che ella ne sia degna, e che la bellezza e meriti suoi sian tanti, che sforzino ognuno a servirla. Però vorrei sapere come debba questa donna, circa tal proposito, intertenersi discretamente, e come rispondere a chi la cole veramente, e come a chi ne fa dimostrazion falsa; e se dee dissimular d' intendere, o corrispondere o rifiutare, e come governarsi. Rispose ridendo il Magnifico: Io non lo so, perchè gli uomini oggidì sono tanto astuti, che fanno infinite dimostrazion false, e talor piangono quando hanno ben gran voglia di ridere; però bisognerebbe mandargli all'Isola Ferma; ma acciocchè questa mia donna, della quale a me convien aver particolar protezione, per esser mia creatura, non incorra in quegli errori ch' io ho veduto incorrere molt'altre, io direi ch'ella non fosse facile a creder d'esser amata, nè facesse come alcune, che non solamente non mostrano di non intendere chi lor parla d'amore, ancora che copertamente, ma alla prima parola accettano tutte le lodi che lor son date; e con tutto che il cortigiano non dica bugie, nè cerchi d'ingannarle, cosa che io credo nou farebbe il cortigiano formato da questi signori, non altro dir saprei alla donna se non che ella sia ben cauta; e sempre abbia a memoria che con molto minor pericolo posson gli uomini mostrar d'amare che le donne.

Disse il signor Gasparo ridendo: Non volete voi, signor Magnifico, che questa vostra così eccellente donna essa ancora ami, almen quan. do conosce veramente esser amata? Atteso che se '1 cortigiano non fosse riamato, non è già

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