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oro e d'argento, come adesso, come si scrive nell' Esodo; pure comandò a Moisè, che dices se ai Giudei che dessero le primizie, e ai să cerdoti che le pigliassero; e fossero queste pri mizie oro, argento, gioie e pietre preziose, pan ni giacintini di porpora e d' altri colori pre ziosi, olii ed unguenti odorati: e volle che fa cessero il santuario e il tabernacolo con tanti le gni preziosi e coperti d'oro, e Serafini, e corone, e vasi, e anelli tutti di oro purissimo, e le colonne con i capitelli d'oro, e le basi d'argento, e l'altare pur tutto vestito d'oro; e coman da che 'l popolo paghi secondo il numero delle persone, tanto il povero come il ricco, e che i denari si distribuiscano in uso del tabernacolo, e promette che sarà propizio alle loro anime. Medesimamente comanda che i vestimenti di Aron siano ornati d'oro e di gioie tanto che più non si può dire. Da questo potete pur conoscere, che se in quel tempo Dio voleva, che il suo tempio e i suoi altari e tabernacoli fossero adornati d'oro e d'argento e di gioie, ei vestimenti de' suoi sacerdoti tanto ricchi e preziosi, non gli piace adesso che sieno spogliati, rubati e tanto mal trattati. E benchè in quel tempo ancora permettesse che l'esercito dei Giudei fosse rotto e disfatto, e l'Arca presa dai Filistei e fatta quella ruina; e (come voi dite ancora di questa di Roma) tutto fosse giudicio di Dio, pure mostrò di non tener per bene che i Filistei facessero quel sacrilegio; anzi in ogni Inogo, dove conducevano l' Arca, mandava sempre morte e distruzione sopra quei popoli (1),

(1) Morte pare e distruzione si vide piombare sopra capitani, e sopra que' ministri e soldati, che furon complici di questo sacrilego eccesso. Perciocchè il duca di Borbone,

di modo che i Filistei la rimandarono in Gerusalemme con molti doni d' oro per placar Dio, e non dicevano allora i buoni, come dite voi, che Dio lo permettesse per maggior bene, nè che i sacerdoti facessero molto peggio che i soldati; ma ne sentivano dolor estremo: perchè Eli sentendo quella nuova della rotta dell' esercito, e la morte di due suoi figliuoli, lo sopportò con pazienza; ma quando intese che l'arca era presa sentì tanto dolore, che subito cadde morto. E così credo che chi lo potesse sapere, troverebbe che molti buoni prelati e santi religiosi nella presente ruina di Roma sono morti di dolore, vedendo trattar le cose sacre con tanta ignominia, che solo il commemorarlo spaventa. E veramente io porto grandissima compassione a quei buoni religiosi che erano in Roma (che pur non è da dire che non ve ne fossero ) i qua li morirono così crudelmente nel primo conflitto dell' entrare de' soldati; ma molto maggiore a quelli che vissero, e furono sforzati a vedere con gli occhi quello spettacolo infernale, che

prima anche di salire le mura di Roma, fu morto da una palla di moschetto. 1 vicerè, tra mille rimersi e gelosic, dopo circa un mese si mori di rammarico. Don Ugo e il Fieramosca furono ammazzati l'anno appresso nella battaglia navale vicino a Salerno, e gittati in mare. L' Orange, combattendo nel 1530 disperatamente contro Fiorentini, toccò due archibugiate, che in un subito l'uccisero. A questi si può aggiugnere Veri di Migliao, che mandato da Cesare in Italia con commissioni di liberare il pontefice, in luogo di agevolare quanto poteva il negozio, si era opposto alle pro. posizioni men ree degli altri ministri; quali non potendo tirar alla sua opinione, nè far loro resistenza erasene partito dispettosamente per Napoli: della quale impieta, dice il Guicciardini, paù le pene, perchè ne' primi di dell' as sedio scaramucciando fu morto di uno archibugio. Quanto poi all' esercito, la pestilenza ne guasto e distrusse la maggior parte; e furon que' miserabili veduti morirsi di disa gio, e abbandonati da tutti, con la sacrilega preda allatu.

il vostro Lattanzio così bene scusa, e tanto pla cere mostra udendolo raccontare dall'arcidiaco no (1): nè mi posso levar dall' animo una continua afflizione, imaginandomi il dolore, l'affan no, lo stupore, il desiderio di morire, la turba zione, le lagrime e i gemiti, che doveano essere in quelli padri antichi (2), nudriti tanti anni in quella santa chiesa, i quali tante volte erano intervenuti essi medesimi a mostrare con le proprie mani il santo Sudario di Cristo con tanta divozione del popolo, e con tante voci di nazioni straniere, che erano venute di lontani pae si a venerare quella benedetta reliquia, le qua li chiamavano misericordia: vedendo ora per gli altari, e per le celle, che soleano essere alberghi d'orazioni, scorrere soldati armati senza rispet to, con rabbia e sete di sangue, avidità d'oro e d'argento, ammazzando uomini e donne, giovani e vecchi e fanciulli, e gettando in terra tante sacre reliquie, tante divote imagini, l'ossa e il sangue dei santi martiri, che col morire fecero testimonio al mondo quanto più che la lor vita amavano Cristo; che pensiero doveva essere di coloro che si vedevano innanzi agli occhi giacere in terra il tabernacolo della testa dell' apostolo s. Andrea, scolpito in marmo con figure ornatissime, dove papa Pio Secondo con tanta venerazione in compagnia di tanti cardinali e prelati la collocò con le proprie mani, e dove ancora si vede inta gliato con lettere graudi nel medesimo marmo il testimonio, come il gran Turco l'aveva mandato insino dal Peloponueso a donare onoratissimamen

(1) Questi due, cioè Lattanzio ed uno arcidiacono, sono gl'interlocutori del dialogo del Valdes.

(a) latende i canonici di San Pietro,

te al papa: e poco lontano di là in un altro tabernacolo il ferro della lancia, che aperse il costato di Gesù Cristo, il qual pure con molta solennità fu mandato da un gran Turco a donare a papa Innocenzio VIII (1). Questi medesimi adunque che videro quando quelle sante reliquie, mandate dagl' imperatori de' Turchi al nostri pontefici, furono collocate con tanta riverenza e divozione del popolo nel tempio degli Apostoli, come nella propria lor sede, furono sforzati a vederle ancora nel medesimo tempio conculcate e calpestate da quelli, che tengono pur nome di fedeli sotto le insegne del cattolico imperatore de' cristiani. Pensi chi ha nel cuore scintilla di religione cristiana, come questo si poteva patire, come non si rompevano di dolore quei cuori, come non uscivano di sentimento tutti i buoni che lo vedevano? Con tutto questo sieno i soldati empii e perfidi e senza legge e timor di Dio, sieno molti di loro eretici e giudei, e sopportino gli uomini questo infortunio come si può; ma che nella propria casa dell' imperatore, principe tanto cristiano, giustissimo e virtuosissimo, si ritrovi un secretario, che osi scusare le empietà tanto nefande, e mostrarsi così pubblico nemico dei riti e ceremonie cristiane, parmi un mostro tanto intollerabile, che io ancora vedendolo, non oso crederlo. E pur è vero che voi siete quel mostro, che non solamente le scusate, ma ancora le lodate; e in questa bella declamazione mostrate l'ingegno e l'eloquenza

(1) La testa di sant' Andrea Apostolo non fa mandata a Pio 11 dal Gran Turco, ma dal desputa della Morea; ben. si la Lancia fu mandata ad Innocenzo VIII da Baiazette II, imperatore de' Turchi,

vostra, e usate molti colori rettorici, amplificando, esagerando ed estenuando secondo che vi par convenire. E tra l'altre cose ho notato che in alcuni luoghi molto vi dilettate di essere faceto, e di dire grazie e piacevolezze acutamente e credo che teneste per bella invenzione, quando vi venne in animo di dire, che i santi non curarono di roba, mentre erano in vita, e perciò è credibile che tanto meno se ne curino dopo la morte; e quasi volete significare che piace loro che le lor ossa siano spogliate di quello che essi in vita sprezzarono. Queste vostre burle sono al parer mio assai fredde e non molto convenienti a buon cristiano; e parmi che abbiate voluto imitar quel Dionisio tiranno, il quale vedendo in un medesimo tempio Esculapio colla barba e Apolline senza barba, disse che non conveniva che 'I figliuolo fosse più vecchio del padre, e così ad Esculapio levò la barba d' oro. Medesimamente quando trovava qualch' altri di quegl'idoli, che tenessero in mano corone d'oro, o altre cose preziose, se le pigliava dicendo che essi gliele porgevano; e che noi ogni di dimandiamo agli dei che ci diano beni, e perciò quando ce li offeriscono, non è conveniente rifiutarli. Voi adunque con simili vostre facezie contra la religione cristiana mostrando schernimento e dispregio delle cerimonie di quella e delle instituzioni della Chiesa, e di tutte le cose sacre, pensate muovere altrui a riso, e dite del giuppone della Trinità, e del pezzo del torrente Cedron, e delle calze vecchie di s. Giuseppe ; e narrate dell' Alemanno, che col cappello da cardinale in testa portava un barile di vino in ispalla; e dei soldati, che menarono in campo di Fiore i vescovi a vender con la frasca in testa

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