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e che se gli giocarono; e ringraziate quelli che li hanno tenuti in prigione; e poi narrate medesimamente per facezia lo egregio fatto di quel provisore (1) che spezzò l'imagine di Nostra Signora, il quale al parer mio poteva in tal caso usar un poco più di modestia, come sarebbe stato il levarla di quel luogo e ammaestrare il popolo, e fargli conoscere di quanta più dignità era il Santissimo Sacramento che quella imagine; ma il mostrarle tanta nemistà (secondo me) fu cosa poco conveniente e non degna di esser recitata da voi con tanta festa e lode. E se mi diceste che voi non lodate nè questa nè il resto, ma narrate il ragionamento di due che parlano in contraddizione l' uno dell'altro; dico, che a noi altri ancora è nota la maniera accademica dello scrivere in dialogo; e che sappiamo che il costume de' Platonici era sempre il contraddire e non affermare mai cosa alcuna. Ma voi non siete tanto cauto nello scrivere, che non si conosca qual è la persona del dialogo, la cui sentenza voi approvate, e quella a cui fate dire mille semplicità (2), acciocchè più fa

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(1) Dee forse dir Visitatore: Le parole del dialogo sono queste Nella patria mia andando un uomo da bene teologo visitando una diocesi e un vescovato ritrovò in una chiesa una immagine di nostra Donna, la qual si diceva che faceva miracoli, posta dirimpetto del S. Sacramento; e vide che tutti quei, che entravano in chiesa, volgevano le spalle al S, Sacramento (a comparazione del quale tutte quante le immagini che sono al mondo, sono meno as sai che nulla) ed affissavano gli occhi in quella immagine di nostra Donna. L'uomo dabbene come vide la ignominia, che ivi si faceva a Gesù Cristo, intio commosso e giustamente sdegnato, fe levar di là quella immagine, e la fe' rompere ed ispezzare. Il perche il popolo si commosse tanto per questo, che arrabbiava, e vollero ammazzarlo; ma Dio lo iscampo dalle lor mani.

(2) 11 Valdes attribuisce all' arcidiacono quella parte, che ha Simplicio ne' dialoghi del Galileo,

cilmente sia redarguita. E vedesi che le opinioni di Lattanzio sono le vostre, e voi siete Lattanzio e però non sarà inconveniente da qui innanzi mutarvi il nome e chiamarvi Lattanzio. Circa quello che dite delle liti di Roma, certo che ben sarebbe escusarle; però dimando a voi quando fu mai che non si litigasse ; quando mai che non fosse differenza e. contraddizione tra gli uomini? E non è dubbio, che sem pre di due litiganti uno tiene ragione e l'al tro no; e talora tutti due pensano d'averla ; di maniera che in questo caso per lo meno tanti sono i buoni, quanti i mali. E se mi diceste che i buoni, prima che litigare, doverebbono lasciar la lite e rinunziar la roba; dico che presto nascerebbe un grandissimo inconveniente, il quale è che tutti i mali sarebbono ricchi e i buoni poveri; il che sarebbe poco a proposito per la universale utilità della repubblica cristia na. E queste perfezioni così compiute di non estimar punto la roba, ed amare la povertà non si ritrovano nella natura umana almeno universalmente e come ognuno sa, umana cosa è il peccare, e Cristo perdonò sempre a chi peccò, purchè gli domandasse perdono di buon cuore. Nè perchè un uomo pecchi, ancora che sia sacerdote, si ha da dir che non sia cristiano; nè per quello si devono estirpar dal mondo tutti i sacerdoti, e torre loro la roba, tormentarli, ammazzarli, ed arder le chiese, e far loro tanti mali, come voi volete persuadere che si facciano. E non vi basta dimostrare la vostra opinione con questi belli argomenti: che, perchè non vi si possa rispondere, attribuite il tutto a Dio, dicendo che l'ha permesso per cagionare maggior bene. E veramente a me pare che molti ladri e assassini da strada parlino talora con molta maggior ragione

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e cortesia e religione che non fate voi; perchè quando si trovano convinti in mano della giustizia per essere decapitati, non sapendo come escusarsi dimandano misericordia, e dicono che il diavolo li ha indotti a far quel male, e a lui in ogni modo vorrebbono dar la colpa del lor peccato: il che molto più si conviene che far come voi che la volete dare a Dio, dicendo che l'ha permesso per maggior bene; e pensate con questo termine di permesso accomodar le parole tanto che non si conosca qaal sia la intenzion vostra. E certo la permission di Dio non è stata in questo caso altro che non proibire e lasciare il suo libero arbitrio a quell' esercito, il quale (volendo) avrebbe potuto lasciar di fare quelle male opere che fece, nate più presto da instigazione diabolica che da permissione divina: la quale così si potrebbe allegar per escusazione dei mali che voi dite che si fanno per mano de' sacerdoti e di tutti gli altri uomini del mondo, come voi l'allegate per escusazione di quelli che hanno fatto i soldati in Roma; perchè certo è che niuna cosa si farebbe, se Dio non permettesse ch'ella si facesse di permissione divina. Ma più vera e più cristiana sentenza sarebbe a dir che Dio ha permesso una cosi grave e aspra persecuzione contro la Chiesa sua, acciocchè il papa, i cardinali, i prelati e tutti quelli che hanno patito con pazienza, meritino premio nel cielo, che il dir che è stato castigo dei loro vizii. Che se leggete il principio della fede nostra, tutta la troverete fondata nel tollerar le persecuzioni; e i veri cristiani non le rifiutano per imitar Cristo, il quale essendo Dio volle patire tanto vilipendio e vituperosa morte e quelli che veramente lo imitarono, furouo i martiri e non i tiranni, che empierono le tombe di quelle sante ossa, delle qua

li voi vi burlate tanto e tanto rumor ne fate perchè sono onorate dai cristiani e ornate d'oro e d'argento; e tanto lodate quegli scellerati, che le spogliano e rubano, volendo mostrare che questo comandamento non sia più contro i ladri e assassini che pigliano la roba sforzando, ammazzando e tormentando, che contro coloro, che la spendono in adornare i tempii e le reliquie dei santi; che così par quasi che vogliate che lo ammazzare e assassinare sia tanto gran bene, che il farlo per aver roba temperi ed emendi il male, che è il desiderar roba. Perciò questa vostra ragione tengo io per conforme alle altre e alla dottrina che dimostrate di voler seguitare, nella quale in vero si sente molto odore di luteranesi. mo, per dir così, e delle opinioni d'altri ereti. ci i quali sapevano più lettere che voi, ma forse non aveano peggior volontà. Vero è che voi cercate di coprire ed adornar la sentenza vostra con iscriverla in dialogo castigliano e con pa role simulate: ma in ultimo non potendo dissimularla dite che Dio permise che Lutero venisse, temperando pur con il termine di permise la vostra maligna ipocrisia; e par che ancora delle male opere di Lutero vogliate dar la colpa a Dio, e riprendere il papa e i prelati, e tanto vi turbate, attribuendogli a vizio lo averlo scomunicato (1). Che certo troppo gran liber

(1) Pare che le scomuniche fulminate giustamente contro Lutero fossero troppo dispiaciute al Valdes; giacchè nel dialogo si va sfogando in questo modo: Io non so questo, se egli (Lutero) dica mal di Dio, se le sue opere sia. no tessute di eresia: io dirò ben questo, che voi altri dovevate rimediare a quello, che egli primieramente con gran ragione diceva, e non provocarlo con vostre scomu nicazioni; perciocchè per avventura non si sarebbe posto giammai a scriver quello, che da voi altri si chiamano" ere

tà e presunzione è la vostra, poichè osate non solo nel mezzo della Spagna, ma in casa dell'imperatore proteggere e favorir pubblicamente il maggior nemico e più perfido eretico che sia mai stato contro la chiesa di Cristo. Ed io per me non so con qual altro testimonio ci possiate dimostrar più chiaramente di esser luterano (1), che con questo: poichè poco manca che non diciate anco che lo doveano canonizzare per santo in vita. E perchè non resti dubbio alcuno della intenzione vostra, andate toccando ed approvando tutte le sue sentenze, di modo che ben si conosce perchè pregaste con tanta ansietà il vescovo d'Algher che ottenesse dal papa un breve per voi per poter leggere i libri di Lutero, poichè senza breve li avete così bene studiati, che avete ardire di dir, che ben saria mutar molte costituzioni antiche della Chiesa, e rifiutar alcune cose approvate uei concilii. Vedesi ancora, che delle statue e reliquie de' santi voi dite quello che fa in effetto Lutero; il maritarsi i chierici, il dispensar l'entrate della chiesa per mano dei secolari; il non celebrar una gran parte delle feste, che ora si celebrano; il mangiar carne il venerdì e il sabbato e le vigilie e la quadragesima; il far che ogni vescovo fosse papa nel suo vescovado, e mille altre cose tali che voi lodate sono puramente il dogma di Lutero. Ma io non voglio stendermi più in questo; perchè, ancorchè a tutti i buoni tocchi il difendere le cose della Chiesa e della religione cristiana, io voglio

sie, ne sarebbe seguito in Alemagna colanta perdizione di anime e di corpi, come per questa cagione par che sia

avvenuto.

(1) Castiglione fu il primo a scoprire il Valdes per quel pessimo eretico, che poi si manifesto.

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