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estremità, men male è l'esser un poco diminuto, che ecceder la ragionevol misura in grandezza: perchè gli uomini così vasti di corpo, oltrechè molte volte di ottuso ingegno si trovano, sono ancor inabili ad ogni esercizio di agilità; la qual cosa io desidero assai nel cortigiano. E perciò voglio che egli sia di buona disposizione e de'membri ben formato, e mostri forza e leggerezza e disinvoltura, e sappia di tutti gli esercizii di persona che ad uom di guerra s'appartengono; e di questo penso, il primo dover essere maneggiar ben ogni sorte d'arme a piedi ed a cavallo e conoscere i vantaggi che in esse sono; e massima mente aver notizie di quell'arme che s'usano ordinariamente tra'gentiluomini; perchè, oltre all'operarle alla guerra, dove forse non sono necessarie faute sottilità, intervengono spesso differenze tra un gentiluomo e l'altro; onde poi nasce il combat tere; e molte volte con quell'arme che in quel punto si trovano a canto; però il saperne è co sa sicurissima (1). Nè son io già di quei che dicono, che allora l'arte si scorda nel bisogno; perchè certamente chi perde l'arte in quel tempo, dà segno che prima ha perduto il cuore e 'l cervello di paura. Estimo ancora che sia di momento assai il saper lottare, perchè questo accompagna molto tutte l'arme da piedi. Appresso bisogna che, e per sè e per gli amici, intenda le querele e differenze che possono occorrere, e sia avvertito nei vantaggi, in tutto mostrando sempre e animo e prudenza; nè sia facile a questi combattimenti, se non quanto per l' onor fosse sforzato; chè oltre al gran pericolo che la dub. biosa sorte seco porta, chi in tali cose precipi

(1) Inutili a noi riescono questi suggerimenti del Castiglione, che gli abusi ei pericoli del portar armi vennero tolti e gravemente puniti dalle‘saggie legislazioni moderne,

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Ingamente, e senza urgente causa incorre, merigrandissimo biasimo, avvenga che ben gli suceda. Ma quando si trova l'uomo esser entrato tanto avanti, che senza carico non si possa ritrarre, dee, e nelle cose che occorrono prima del combattere, e nel combattere, esser deliberatissimo, e mostrar sempre prontezza e cuore; e non ar com' alcuni che passando la cosa in dispute punti, ed avendo la elezion dell'arme, pigliano arme che non tagliano nè pungono, e si armano come se avessero ad aspettar le cannonate; e pa.. rendo lor bastare il non esser vinti, stanno sempre in sul difendersi e ritirarsi, tanto che mostrano estrema viltà; onde fannosi far la baia da' fanciulli (1). Come que' dui Ancouitani che poco fa combatterono a Perugia, e fecero ridere chi gli vide. E quali furon questi? disse il signor Gaspar Pallavicino. Rispose M. Cesare, Due fratelli consobrini. Disse allora il Conte: Al combattere parvero fratelli carnali; poi soggiunse: Adopransi ancor l'arme spesso in tempo di pace in diversi esercizii, e veggonsi i gentiluomini negli spettacoli pubblici alla presenza de' popoli, di donne e di gran signori. Però voglio che 'l nostro cortigiano sia perfetto cavalier d'ogni sella, ed, oltre all' aver cogaizio di cavalli e di ciò che al cavalcare s'appartiene, ponga ogni studio e diligenza di passar in ogni cosa un poco più wanti che gli altri, di modo che sempre tra tutti sia per eccellente conosciuto. E come si legge di Alcibiade, che superò tutte le nazioni appresso alle quali egli visse, e ciascuna in quello che più era suo proprio, così questo nostro avanzi gli altri, e ciascuno in quello di che più fa professioe. E perchè degl'Italiani è peculiar lode il cavalcar

(1) Vale il detto nella ̋nota alla pag. precedente.

bene alla briglia, il maneggiar con ragione, n simamente cavalli aspri, il correr lance e'l gios re, sia in questo dei migliori Italiani. Nel torne tener un passo, combattere una sbarra, sia bu tra i migliori Francesi: Nel giuocare a canne, rer tori, lanciar aste e dardi, sia tra gli Spagr eccellente (). Ma sopra tutto accompagni o suo movimento con un certo buon giudizio e g zia, se vuole meritar quell' universal favore tauto s'apprezza. Sono ancor molti altri eserci i quali, benchè non dipendano drittamente da arme, pur con esse hanno molta convenienz tengono assai d'una strenuità virile; e tra q sti, parmi, la caccia esser de' principali, perchè una certa similitudine di guerra, ed è verame piacer da gran signori e conveniente ad uoin corte; e comprendesi che ancora tra gli anti era in molta consuetudine. Conveniente è an saper nuotare, saltare, correre, gittar pietre, p che, oltre alla utilità che di questo si può av alla guerra, molte volte occorre far prova di în tai cose; onde s'acquista baona estimazio massimamente nella moltitudine, con la qu bisogna pur che l'uom s'accomodi. Aucor no le esercizio, e convenientissimo ad uotr. di cor è il giuoco di palla, nel quale molto si vede disposizion del corpo e la prestezza e disinvoltı d'ogni membro, e tutto quello che quasi in o altro esercizio si vede. Ne di minor lode esti il volteggiar a cavallo il quale, benchè sia fa

(1) Passo, certa maniera di moto o progressione di un vallo.

Giuocar a canne, giostra introdotta in Ispagna dai Mori. Correr lori, combattimento di nobili giovani con tori. Questi altri divertimenti insieme acccennati che si facev aelle pubbliche allegrezze e nelle grandi feste furono ab diti dalla civiltà dei tempi moderni. *

-toso e difficile, fa l'uomo leggerissimo e destro - che alcun'altra cosa, ed, oltre alla utilità, se jaella leggerezza è accompagnata di buona grà tia, fa, al parer mio, più bello spettacolo che -alcun degli altri. Essendo adunque il nostro corgiano in questi esercizii più che mediocremente isperto, penso che debba lasciar gli altri da can; come volteggiare in terra, andar in su la cor, e tai cose, che quasi hanno del ginocolare e , co sono a gentiluomo convenienti. Ma, perchè sempre non si può versar tra queste così faticose esperazioni, oltre che ancor la assiduita sazia molto e leva quella ammirazione che si piglia delle ose rare, bisogna sempre variar.con diverse azio◄ i la vita nostra ; però voglio che 'l cortigiano dicenda qualche volta a più riposati'e placidi eserzii; e per ischivar la invidia e per intertenersi piacevolmente con ognuno, faccia tutto quello che gli altri fanno, non si allontanando però mai dai adevoli atti e governandosi con quel buon giudizio che non lo lasci incorrere in alcuna scioc hezza, ma rida, scherzi, motteggi, balli e danzi eientedimeno con tal maniera che sempre mostri jesser ingegnoso e discreto, e in ogni cosa, che Jaccia o dica, sia aggraziato.

CAPO IX.

Del modo d'imparar la grazia

e della affettazione.

Certo, disse allor M, Cesare Gonzaga, non si "dovrebbe già impedir il corso di questo ragionaento; ma se io tacessi, nou soddisfarei alla liberta ch' io ho di parlare, nè al desiderio di saPer una cosa; e siami perdonato, s' io, avendo a contraddire, dimanderò; perchè questo credo che

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mi sía lecito per esempio del nostro M. Bernard qual, per troppo voglia d'esser tenuto bell' ud ha contraffatto alle leggi del nostro giuoco, maudando e non contraddicendo. Vedete allora la signora Duchessa, come da un error molti ne procedono. Però chi falla e dà mal e pio, come M. Bernardo, non solamente merita ser punito del suo fallo, ma ancor dell' al Rispose allora M. Cesare: Dunque io, signora rò esente di pena, avendo M. Bernardo ad e punito del suo e del mio errore. Anzi, diss signora Duchessa, tutti e due dovete aver do castigo, esso del suo fallo e dello aver ind voi a fallire; voi, del vostro fallo, e dello imitato chi falliva. Signora, rispose M. Cesar fin qui non ho fallito; però, per lasciar tutta sta questa punizione a M. Bernardo solo, rommi: e già si taceva; quando la signora En ridendo, Dite ciò che vi piace, rispose, che ( licenza però della signora Duchessa io perd a chi ha fallito e a chi fallirà in così picciol f Soggiunse la signora Duchessa : io son conte ma abbiate cura che non v' inganniate, pensa forse meritar più con l'esser clemente che l'esser giusta; perchè, perdonando troppo a falla, si fa ingiuria a chi non falla; pur non glio che la mia austerità, per ora, accusaud indulgenza vostra, sia causa che noi perdiam udir questa domanda di M. Cesare. Così esso, sendogli fatto seguo dalla signora Duchessa e la signora Emilia, subito disse:

Se ben tengo a memoria, parmi, signor Co che voi questa sera più volte abbiate replic che 'l cortigiano ha da compaguar l'operaz sue, i gesti, gli abiti, in somma ogni suo m mento con la grazia; è questo mi par che mett per un condimento d'ogni cosa, senza il q

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