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decreti Tridentini, e dei Segretarii della Congregazione del Concilio noti al Giustiniani. Pare che questa sia la più doviziosa raccolta d'indici intorno al Tridentino; indici pieni d'erudizione, e che i dotti stimano assai. Nel secolo nostro furono tradotti in italiano ed in francese, come dirò a suo luogo. Un esemplare di questi indici sta nella nostra Vallicelliana (C, V, 11), cui fu donato dal medesimo autore.

CAPO V.

DOCUMEMTI PUBBLICATI

DA ODERICO RINALDI

1.° Oderico Rinaldi prete dell' Oratorio di Roma.

2. Contradizioni che incontra nel voler pubblicare alcuni documenti sul Tridentino.

3. Il tomo XXI degli Annali Ecclesiastici.

4.o Le pubblicazioni postume del Rinaldi accrescono credito alla storia del Pallavicino.

1.

La Labbeana collezione e gl' indici del Giustiniani erano stati divulgati quando per tutta Cristianità correva trionfatrice delle menzogne sarpiane la storia di Sforza Pallavicino. La diligenza da costui usata nel distenderla, e le scritture più recondite dei più autentici archivii in suo potere venute, e molto più le non poche memorie in un secolo di mano in mano già date alla luce, benchè dal gesuita non sempre addotte, ma che tutte gli accrescevano credito, se si fosse altri fatto ad esaminarle, avrebbero dovuto render una volta soddisfatti i più esigenti lettori desiderosi di una vera e compita istoria del Tridentino. Ma la curiosità degli uomini è senza limite; si voleva anche da buoni Catto

lici che alcuna cosa almeno degli Atti del Concilio si fosse resa di comun ragione in sostegno di quanto affermato aveva il Pallavicino, tanto piu che il Manuzio aveva in diverse ed autentiche edizioni dei canoni e decreti già solennemente promesso che da lui si sarebbero dati gli Atti. La dimanda per verità non era irragionevole. A sì ardua impresa primo fra tutti e di buon grado si pose il secondo ornamento del Romano nostro Oratorio, il P. Oderico Rinaldi trevigiano. Proseguiva egli in quel tempo con applauso universale i famigerati annali del Cardinal Cesare Baronio prima e massima gloria della nostra Congregazione. Nell'anno 1663 aveva già dato alla luce l'ottavo tomo di continuazione e degli annali il XX, col quale compivasi il pontificato di Clemente VII. Dovendo quindi nel seguente tomo incominciare a discorrere di Paolo III primo convocatore del Tridentino, si era proposto di dar alle stampe oltre di altre importanti scritture circa tal Concilio custodite allora in Castel S. Angelo il Diario di Angelo Massarelli segretario del Concilio da che s'aprì il Sinodo fino alla fine; Diario da tutti reputato come il più limpido fonte della storia del Concilio.

2. Qui vorrei io più che scrivere tacermi: ma la verità non sa che siano certe vane reticenze. Tal buona risoluzione del P. Rinaldi, che a tutti piacer doveva, si cercò d'impedire che s' effettuasse, perchè dicevasi da talun, forse prudente più del dovere, che la storia del gesuita Pallavicino verrebbe così a perdere di autorità e di stima; quasi che tal istoria non fosse stata compilata massimamente su la fede di detto Dia

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rio. L'aneddoto che narrerò sta registrato in un dei manoscritti della nostra Vallicelliana Biblioteca (0,59, n.o 29), ove il nostro P. Aringhi autore della celebre opera la Roma Sotterranea ha raccolto le più care memorie riguardanti i primi padri e fratelli della nostra Congregazione. In queste memorie adunque e propriamente nella vita del Rinaldi leggesi così: « Dedicò poi il tomo XVII ad Alessandro VII che sommamen« te gradì e lodò la di lui fatica, e li confermò la gratia «< concedutali da Innocenzo (X), che li fossero sommi<< nistrati i tomi dei Registri Pontificii. Essendo dun<que giunto all'anno 1534 e XI di Clemente (VII) << e XVI di Carlo V Imperatore, terminò il tomo XX. << E poichè nel seguente tomo ridotto già a buon termine, doveva trattare del Sacro Concilio Tridentino, << che cominciò sotto Paolo III, e fu poi ultimato sotto << Pio IV, incontrò qualche difficoltà dopo la morte di « Alessandro in havere i registri del Vaticano giudican<< dosi da alcuni, che si dovesse procedere con gran maturità, dopo che il Cardinale Pallavicino hebbe dato in luce la sua historia, stimandosi che per la pienezza delle notizie havute dal Cardinale, quando in alcuna « cosa variato si fosse nello scrivere, restasse non poco << diminuita la fede e l'autorità dell'uno, ò dell'altro « dei suddetti scrittori. Esso però fra tanto in queste angustie ridotto, isperimentò qualche inquietudine < per non poter senza i registri continuare il detto tomo; Ma assunto al sommo pontificato il Cardinale Emilio Altieri, detto poi Clemente X et udito le istanze, e considerato le oppositioni, che altri facea

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« sopra l'historia del Concilio Tridentino, che doveva << neb Tomo XXI da lui inserirsi, benignamente con«< cesse, che le scritture, e registri del Vaticano gli fos<< sero somministrati a fin che poi il suddetto tomo « ben rivisto e essaminato dar si potesse in luce per beneficio universale di tutti. A questo avviso rimase il buon vecchio grandemente consolato, e fu à ren<derne humilissime grazie al nuovo Pontefice, à cui « per dimostrarsi grato del beneficio, dedicò i due << tomi del Compendio de' suoi Annali in lingua ita«liana, e egli stesso presentolli, ammirando il Pontefice che il buon vecchio e di quella età già consumato fra studij tanto godesse di fatigare in servitio della « Chiesa e pel ben publico

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3. Ma il buon vecchio non potè veder dato alla luce il suo nono volume di continuazione, ed il XXI degli Annali Ecclesiastici: perocchè non guari dopo ricevuta ta licenza il 22 Gennaio del 1671 in età di 76 anni, e di Congregazione 50 passò a miglior vita. Rimase perciò inedito tal volume per molti anni dopo la sua morte, finchè l' anno 1686 (nel frontespizio per errore 1676) in Roma fu reso di ragion pubblica. L'autore non vi aveva potuto dar l'ultima mano e ridurlo a perfezionamento: la nostra Congregazione pensò a farlo ripulire da un nostro padre, Cesare Spada, che già si era accinto innanzi del Pallavicino a scrivere la storia del Concilio di Trento; ma essendosi costui dell' opera di inerudito correttore servito, l'edizione ritrovossi ripiena di errori tipografici; si avrebbe voluto farlo in perpetuo rimaner sepolto nelle

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