La commediaF. Campitelli, 1898 - 807 pagine |
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Pagina xii
... capo di questo scritto . A chi si accinge a chiosare il poema dantesco conviene da prima , con tutto il corredo delle cognizioni che si porti , di sopprimere il proprio Io , e trasfondersi tutto nell ' Autore ; ciò per il carattere po ...
... capo di questo scritto . A chi si accinge a chiosare il poema dantesco conviene da prima , con tutto il corredo delle cognizioni che si porti , di sopprimere il proprio Io , e trasfondersi tutto nell ' Autore ; ciò per il carattere po ...
Pagina xvi
... capo lavoro dello spirito umano . Del rimanente a ben conoscere a fondo l ' Alighieri in rapporto ai suoi tempi ( ed è cosa necessaria per chi si accinge allo studio delle opere di lui ) è d ' uopo leg- gerne la vita scritta da Cesare ...
... capo lavoro dello spirito umano . Del rimanente a ben conoscere a fondo l ' Alighieri in rapporto ai suoi tempi ( ed è cosa necessaria per chi si accinge allo studio delle opere di lui ) è d ' uopo leg- gerne la vita scritta da Cesare ...
Pagina 8
... capo della stirpe latina che fondò Roma , donde il potente Impero romano . -- Ilion . Ilio era denominata la rocca di Troja , quì per l'intera città . Combusto arso . 76. Noia ; pena , tormento , dal lat . noxia ; accenna alla selva ...
... capo della stirpe latina che fondò Roma , donde il potente Impero romano . -- Ilion . Ilio era denominata la rocca di Troja , quì per l'intera città . Combusto arso . 76. Noia ; pena , tormento , dal lat . noxia ; accenna alla selva ...
Pagina 31
... capo della stirpe che poi fondò Roma . ( C. XXVI , 60 ) . Cesare Giulio Cesare il dittatore , discendente dall ' illustre famiglia Giulia , nato l'anno 102 a . C. Dal nome di lui ebbero l'ap- pellativo di Cesare gl ' imperatori romani ...
... capo della stirpe che poi fondò Roma . ( C. XXVI , 60 ) . Cesare Giulio Cesare il dittatore , discendente dall ' illustre famiglia Giulia , nato l'anno 102 a . C. Dal nome di lui ebbero l'ap- pellativo di Cesare gl ' imperatori romani ...
Pagina 33
... capo della dottrina stoica , e morì l'anno 260 a . C. 140-142 . Dioscoride ; illustre medico di Anazarbo in Cilicia , fiorì sotto il regno di Nerone . È autore di un'opera di materia medica in 24 libri , ove tratta del quale , cioè ...
... capo della dottrina stoica , e morì l'anno 260 a . C. 140-142 . Dioscoride ; illustre medico di Anazarbo in Cilicia , fiorì sotto il regno di Nerone . È autore di un'opera di materia medica in 24 libri , ove tratta del quale , cioè ...
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Parole e frasi comuni
alcun allora altra amore angeli anime antichi Antipurgatorio Arno avea Beati Beatrice bolgia buon Cacciaguida canto cerchio ch'io Chè chiama Chiesa ciascun cielo città colpa colui convien corpo costui credo Cristo Dante detto dice divina dolce donna Duca emisfero australe Empireo Equatore erano essendo eterna Eunoè fece Fede fiamma figlio Filippo il Bello Firenze fiume Flegetonte foco furono gente Gerione Gerusalemme Ghibellini giro giustizia grazia grido Guelfi Iddio Inferno l'altro l'anima l'Aquila loco luce Lucifero lume luogo Maestro Malacoda Maria mente mondo monte morte natura occhi Orsa maggiore Ovidio padre Paradiso parlare parole passo peccato pianta Piccarda piè Pietro poco Poeta Poscia pria punto Purg Purgatorio quinci Quivi quod raggio ragione rispose salire santo segg spiriti Stazio stelle Tebe terra tosto trova umana uomo veder vedere veggio venire vidi Viene a dire VIII Virgilio virtù viso volge volse
Brani popolari
Pagina 41 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Pagina 392 - Esce di mano a Lui , che la vagheggia Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla; Salvo che, mossa da lieto fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Pagina 254 - Come un poco di raggio si fu messo " Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi;
Pagina 659 - Ond' ella toglie ancora e terza e nona, Si stava in pace, sobria e pudica. Non avea catenella, non corona, Non donne contigiate, non cintura Che fosse a veder più che la persona. Non faceva, nascendo, ancor paura La figlia al padre, ché il tempo e la dote Non fuggian quinci e quindi la misura.
Pagina 676 - Che l' arco dell' esilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere e '1 salir per l'altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle ; Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà centra te; ma poco appresso Ella, non tu, n
Pagina 719 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti desiati...
Pagina 712 - Oppresso di stupore alla mia guida Mi volsi, come parvol, che ricorre Sempre colà dove più si confida : E quella, come madre, che soccorre Subito al figlio pallido ed anelo Con la sua voce, che il...
Pagina 348 - Di che l' animo vostro in alto galla, Poi siete quasi entomata in difetto, Sì come vermo, in cui formazion falla ? Come per sostentar solaio o tetto, Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere a chi la vede; così fatti "Vid' io color, quando posi ben cura.
Pagina 82 - Filosofia, mi disse, a chi la intende, *. Nota non pure in una sola parte, Come natura lo suo corso prende Dal divino intelletto e da sua arte; E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Che 1' arte vostra quella, quanto puote, Segue, come il maestro fa il discente, Sì che vostr
Pagina 41 - Ed ella a me: nessun maggior dolore, Che. ricordarsi del tempo felice Nella miseria; e ciò sa '1 tuo dottore. Ma s' a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto affetto, Farò come colui, che piange e dice. Noi leggevamo un giorno per diletto Di Lancillotto, come amor lo strinse : Soli eravamo e senza alcun sospetto.