Prose fiorentine raccolte dallo Smarrito [pseud.] accademico della Crusca, Volume 3,Edizioni 1-2

Copertina anteriore
Smarrito, Giovanni Gaetano Bottari, Rosso Antonio Martini, Tommaso Buonaventura
Nella stamperia di S.A.R. per Santi Franchi, 1722
 

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Pagina vi - Dati nella Cicalata in lode della cicalata) « ha da trionfare la beata ricchezza di nostra fiorentina lingua, che nell' Italia tiene il luogo dell'Attica, co...
Pagina 12 - ... favole d'abbajatori non porti fede. Sappi adunque che io solamente cosi son detto , perchè, siccome i manescalchi quando ferrano i cavalli, gli asini e l'altre bestie, le rendon più gagliarde e più forti, cosi io, quando voi la mia solennità celebrate, perchè vi fo empiere lo stomaco di buone cose, onde voi più prodi e più gagliardi vi fate, vengo in un certo modo a ferrarvi; e perchè nel mese di agosto avviene, Ferragosto mi addomando; quantunque voi, anzi grossi che no, chiamiate ferrare...
Pagina 220 - ... amorevolezza accademica. Qui ha da trionfare la beata ricchezza di nostra fiorentina lingua, che nell'Italia tiene il luogo dell'attica, co' folti proverbi, colle maniere di dire brevi, acute, forti, con quelle grazie, con quelle veneri ( perdonimi Italia il vanto) che altrove invan si ricercano. „ M aa questa idea esemplare delle più piacevoli fra le prose (non ci rincresca d...
Pagina 183 - Abati, nel capiPiù; la verità è, che la padella è stata sempre un istrumento di molto garbo, e da un tempo in qua è stata sulla civiltà , vestendo sempre nobilmente di nero. E notate, che io dico da poco in qua ; perché , e che sia il vero , prima la padella diceva al paiuolo , Fatti in là , che tu non mi tinga ; segno , dunque, che ella non era nera: e di qui nacque il proverbio. Maestro Mignamau da Norcia è d' opinione, che ella si finisse di far nera per 1...
Pagina 178 - ... ver' uomo, facendo seco crudelmente a tacca. Ora si » diede il caso, che nella bottega accanto un cane lal» mente abbaiava, ed urlava, eh' e' pareva, che avesse » veduta la brutta Lou ; onde il barbiere in valigia » chiama il fattore, e gli dice : guarda che diamine ha » quel cane : né volendosi il cane chetare né per pane, » né per bastonate ; e replicando il barbiere, che diavol » può egli avere? soggiunse quel povero Romito alzando » le luci pietose ; egli avrà forse qualcheduno,...
Pagina 28 - Cemento porgeva alle dame e a' cavalieri il cartello, ovvero l'argomento della invenzione, la cui introduzione conteneva le lodi della favella nell'uomo, privilegio negato a tolti gli altri animali, affermando comodissima cosa la libertà del parlare, del cicalare e del chiacchierare e del berlingare e del dir fandonie a libito di ciascuno. E questo cartello, per essere stato veduto il dì innanzi da alcuni scolari, vi ebbero...
Pagina 24 - ... si fatti. Questi erano di abito di color di terra e verdiccio, per esprimere naturalezza, e portavano in mano strumenti e arnesi atti a rappresentar quei suoni di chi essi erano rappresentanze...
Pagina 30 - ... avvegnachè una spezie di cavoli che vi si vendono, veramente ottima e saporitissima, siano appellati navoni. Voi avreste veduto seguaci di questi personaggi il magnifico carro della Locuzione, al cui apparire i ragazzi alzando la voce con la lor solita acclamazione, che dice allora, allora, facevano rimbombare il Lung'Arno di forma lunare di un confusissimo eco. Il carro di questo Personaggio era molto elevato, e tutto divisato a modo di cammei...
Pagina 270 - ... fi vede , che le parole da far ridere fono quafi come le mine da guerra, le quali piglian fuoco qua, e fanno non conofciute , e non fentite la lor volata > e lo...
Pagina 9 - Fate con un popon di legnaia, e ponendo il fiore al niffolo, ovvero gnigno della troia, tengonlovi fermo un gran pezzo, onde io a quello odore, passandomi al cerebro, subito mi rinvengo ; sdrucono lo sparato della troia, ed io rizzatomi allora su, son bello, e vivo. Ma che si fa egli poi di quella troia diss'io?

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