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Medizin (pagg. 442-65). — 30. Friedrich Schaub, Geschichte des Archivs der Universität Freiburg i. Br. (pagg. 466-99). [Dalla istituzione (1457) ad oggi). 31. H. Baier, Baierns Stellung zum Epavenrecht, 1803-1862 (pagg. 500-517).

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Bibliografia e Mélanges Antoine Thomas'. La benemerita e attivissima Librairie ancienne H. Champion di Parigi ha pubblicato or ora una importante Miscellanea' in onore di Antoine Thomas, membro dell'Istituto di Francia, professore di Filologia romanza alla Sorbona, collaboratore della Romania, della Revue des langues romanes, ecc., e in particolar modo benemerito dell' Italia per svariati studi e contributi, fra cui è una delle prime sue pubblicazioni: la monografia su Francesco da Barberino et la littérature provençaie en Italie, uscita sino dal 1883, ma che è ancora lo studio fondamentale e piú comprensivo su questo scrittore toscano, contemporaneo di Dante. Al Thomas pure si devono le interessanti indagini e congetture su Jean de Meun et l'Italie, e su L'identité de maître Jean de Meun, étudiant à l'Université de Bologne en 1265-69, che videro la luce nei Comptes-Rendus de l'Académie des Inscriptions et Belles-lettres del 1916 e 1918.

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Il volume, intitolato: Mélanges de philologie et d'histoire offerts à M. Antoine Thomas par ses élèves et ses amis (Paris, H. Champion, 1927; pagg. xcvi.523. in-8, c. ritr. : fr. 100), si apre colla Bibliographie de M. Antoine Thomas, redatta da G. Thomas, e contiene principalmente memorie di filologia e glottologia romanza e di storia francese medioevale. Fra quelle che più direttamente possono interessare l'Italia o gli studi bibliografici e paleografici, segnaleremo J. Anglade, Fragment d'un manuscrit du Breviari d'Amor'. — G. Bertoni, Un codicetto francese, ancora sconosciuto, nella Nazionale di Torino. L. Brandin, Un livre de bonne aventure anglo-français. Ed. Champion, A propos de Philippe de Beaumanoir, Lettres inédites de G. Paris et de H. Cordier. E. Chatelain, Mots de latin vulgaire attribués aux classiques. V. Crescini, En Pier', - G. Doutrepont, Notes critiques sur Antoine de La Salle. P. Fournier, Un ouvrage apocryphe de Bérenger de Landore. C. H. Grandgent, On accented final vowels in Italian. G. L. Hamilton, Quelques notes sur l'histoire de la Légende d'Alexandre en Angleterre au moyen âge. A. Jeanroy, Quel ques corrections au texte du Tristan de Béroul. A. Langfors, Le modèle du reviseur du Chansonnier provençal L. H. Omont, Guillaume l'Amant, traducteur prétendu de l''Ordre des bannerets de Bretagne'. — A. Parducci, La Festa di Susanna', sacra rappresentazione fiorentina del sec. XV. – A. Pauphilet, Sur des manuscrits de la Mort d'Artus'. S. Puscariu, Une survivance du latin archaïque dans les langues roumaine et italienne. P. Rajna, Come proseguiva e come terminava il Boezio' provenzale.

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Le curiosità della Raccolta Bertarelli '. Con questo titolo, e a proposito della famosa raccolta milanese — della quale anche la nostra rivista, per la sua eccezionale importanza, ha avuto più volte occasione di occuparsi (XIII, 236; XXIII, 38-39), — leggiamo in Minerva, rivista delle riviste, del 1° maggio 1927, pag. 324: « Uno fra i più interessanti richiami del X Congresso Geografico Italiano, che si terrà in Milano dal 6 al 15 settembre, sarà costituito da una Mostra, offerta dal Comune nel Castello Sforzesco, della ormai celebre raccolta del dott. Achille Bertarelli, che riguarda l' Italia geografica.

<< Il materiale verrà diviso in gruppi, ognuno dei quali rispecchierà, per cosí dire, un proprio ambiente geografico, e tutti insieme contribuiranno a illuminare l'immagine dell' Italia geografica negli ultimi quattro secoli. Cosí vi saranno gruppi dei Cartografi italiani del Cinquecento, del Seicento e del Settecento, con carte di Labrery, Camozzi, Gastaldo, Duchetto, Vaccari, Barateri, e giú giú sino alle mirabili carte del Rizzi-Zannoni; né mancheranno tipi di carte classiche, per esempio quelle del p. Coronelli, famoso cosmografo della Serenissima, delineanti, attraverso i tre secoli citati, i progressi degli studi cartografici che, anche in questa palestra culturale, fecero rifulgere la valentía degli Italiani, e assicurarono un invidiato primato al nostro paese.

« Un altro gruppo comprenderà la serie assai copiosa degli Atlanti italiani, dalle prime edizioni cinquecentesche del TOLOMEO, all'atlante del 1528 di BENEDETTO BORDONE, e via via sino a quello del 1787 del veneziano ZATTA, in uno sfilare di bei libroni dai grandi fogli, nei quali, dai primitivi disegni deliziosi d'ingenuità, si passa alle elaborazioni cartografiche corredate di quei fregi, che oggi piacciono tanto agli Americani, per una nuovissima bizzarra moda di decorazione casalinga, che li induce a razziare atlanti italiani su larga scala e a colpi di dollari. S'accompagneranno, alla mostra degli atlanti, certi curiosi documenti della pubblicità commerciale che s'adoperava a promuovere le vendite con opportuni manifesti e con inviti ed elenchi di sottoscrizione, e risulterà pur documentato il modo in cui qualche autore, come il citato Coronelli, si procurava notizie e indicazioni geografiche da lontani corrispondenti, facendosele trasmettere gratuitamente attraverso la rete dei conventi.

<< Carte stradali, carte storico-politiche, carte didattiche, carte archeologiche, carte cursorie: ecco altrettanti gruppi della Mostra; e serie di ritratti di grandi geografi e viaggiatori italiani, e migliaia di piante e vedute di città d'Italia, dalle più antiche alle più moderne, in un pittoresco svariare di visioni. E poi vi sarà, attraentissima, la parte bibliografica attinente alla cartografia, e cioè un'esposizione di libri, che anche nei passati secoli miravano a insegnare la geografia pratica, a diffondere l'amor dei viaggi, ad aiutare i turisti, assai piú numerosi che non si pensi, a giudicarne da tutta la carta stampata per loro, e di cui pure raccolse i Bertarelli numerose reliquie. V'erano, fin dagl' inizi del Cinquecento, speciali dizionari pei viaggiatori, con interminabili minuziosissime litanie di frasi d'uso corrente, in quasi tutti gl' idiomi europei, non escluso il turchesco. E grosse ingombranti guide, ben rilegate e saldate con passanti di pelle, e protette da tremende custodie, non lievi e non comode, ma che perciò sono tuttora intatte e salde. E itinerari italiani come quello dell'olandese Scotto, stampato la prima volta per un giubileo nel 1600, e ch'ebbe tal voga, da farne rintracciare al Bertarelli ben sedici edizioni; o come il Nuovo itinerario delle poste per tutto il mondo', opera di Ottavio Codogno, stampata a Milano nel 1608, ossia in un beato tempo, in cui le lettere per Lione partivano solo ogni quindici giorni, e quelle per la Spagna ogni quattro settimane, e per le Indie Orientali dovevano essere consegnate a fine gennaio per partire il 20 marzo da Lisbona con i galeoni diretti a Goa; e per le Americhe dovevano le lettere trovarsi al finir d'aprile o al più tardi sul principio di maggio a Siviglia, donde salpavano a giugno le flottiglie per la Florida, il Messico e il Perú.... ».

La Libreria di Severino Ferrari donata all' 'Archiginnasio di Bologna. Il discepolo prediletto di Giosué Carducci (la cui intimità col Poeta è attestata dall' interessante volume di Lettere di G. CARDUCCI alla famiglia e a S. Ferrari [1913], e che suppli, per qualche tempo, il Maestro sulla cattedra bolognese); il delicato autore dei Bordatini, che, dalla soavità de' suoi versi e dal luogo nativo, fu bene definito l'usignuolo dell' Alberino', mori, dopo penosa infermità, il 25 dicembre 1905, e fu commemorato, con giustezza di giudizio non fuorviata dall'affetto, da amici e ammiratori degni, fra cui ci piace ricordarne due soli: Giuseppe Albini ed Ezio Chiórboli. Alcuni anni dopo, venne a mancare anche la vedova, signora Ida Ferrari, la quale, già prima di morire, aveva manifestato il desiderio che le cose state piú care all'amato suo consorte, i libri, fossero consegnati alla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio. La signora Ferrari intendeva cosi porre a disposizione di tutti gli studiosi quegli strumenti di lavoro e di gioia, che tanto amorosamente aveva raccolto e studiato Severino Ferrari in vita.

« Dal suo grande Maestro, il Carducci (scrive il Resto del Carlino del 5 maggio), Severino aveva tratto anche l'amore ai libri: e la libreria di lui ha perciò notevole importanza, non tanto per il numero (raggiunge circa un migliaio di volumi), quanto per la qualità. Ci sono incunabuli, edizioni del primo quarto del '5co, molte edizioni originali di insigni scrittori e letterati; ci sono di quei canti, o strambotti o frottole, o Commedie, od Opere nove',

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od espressioni vernacole e popolari, che formano ora il godimento dei bibliofili, e sono oggetto di faticosa ricerca da parte dei librai antiquari. E accanto a queste edizioni originali e curiose, sempre rare, ci sono interi reparti riferentisi a determinati autori, a quelli che più specialmente egli studiò e sui quali diede saggi e compose volumi di singolare buon gusto. Ricordiamo le numerose pubblicazioni riguardanti il Petrarca, Olimpo da Sassoferrato, il Cammelli, il Gelli, il Tasso, il Galilei, il Redi, il Foscolo, e in genere tutti i più notevoli poeti del sec. XIX. Il che, fra l'altro, sta a provare con quanta coscienza e dovizia egli si preparasse a comporre quei lavori.

<< Il cospicuo dono, che reca all' Archiginnasio una suppellettile di grande interesse, tutta nuova e tutta utile, poté effettuarsi per le cure affettuose della signorina prof. Stella Cillario, che alla signora Ida fu legata di tenera amicizia, e per l'intervento autorevole del sen. Albini, che del Ferrari fu, piú che amico, fratello.

<< I nomi di Severino e di Ida Ferrari saranno incisi sulla grande lapide dell'Aula magna, ora Sala di lettura, nella quale il Comune ricorda i benemeriti del glorioso Istituto.

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Pio XI e Nicodemo Kondakoff. Prendendo occasione dal Congresso Internazionale di Studi Bizantini, tenutosi recentemente a Belgrado, il prof. Antonio Muñoz ricorda le grandi benemerenze verso l'arte (e specialmente verso la miniatura) bizantina, di Nicodim Pavlovic Kondakoff (1844-1925), l'autore della Storia dell' Arte e dell'Iconografia Bizantina dalle miniature dei mss. greci, dell'Iconografia della Madre di Dio, e di altre opere fondamentali per lo studio dell'arte bizantina nelle molteplici sue manifestazioni (In memoria di un grande bizantinista russo; Nicodemo Kondakoff; in: Marzocco, a. XXXII, n. 22 [29 maggio 1927]). Anche recentemente abbiamo avuto occasione di annunziare il magnifico volume, che alla memoria dell'uomo insigne hanno consacrato amici, discepoli ed ammiratori, nel 1926, un anno dopo la sua morte [17 febbr. 1925] (cfr. Bibliofilía, XXVIII. 154). Nell'articolo ricordato, il prof. Muñoz - che ebbe occasione di conoscerlo ed avvicinarlo più volte, e che è pure autore di una pregevole Iconografia della Madonna, edita dall' Alfani e Venturi di Firicorda un curioso aneddoto, che si riferisce al terzo volume, ancora inedito, dell'Iconografia di Maria Vergine del Kondakoff. La rivoluzione russa, fra tanti altri delitti, spogliò l'illustre critico d'arte d'ogni suo avere, e lo costrinse a cercare un rifugio, prima in Bulgaria, poi a Praga, ove, malgrado la tarda età, riprese l'insegnamento in quella Università. Ebbe aiuti finanziari e morali anche dall'Italia, che egli prediligeva ne' suoi viaggi; « ma i suoi appelli (scrive il Muñoz) si facevano sempre più disperati. Il suo male si aggravava. Ebbi allora l'ispirazione di ricorrere a Colui che è il naturale protettore dei derelitti, e chiesi un'udienza al Pontefice. Sapevo che Pio XI, oltre a conoscere le opere del Kondakoff, aveva avuto con lui rapporti personali fin da quando era all' Ambrosiana. Esposi al S. Padre, che pure mi ricordava come frequentatore della biblioteca milanese, e poi della Vaticana, e mi aveva sempre dimostrato grande benevolenza, le tristi condizioni del Kondakoff, e Lo supplicai di aiutarlo in qualche modo. Pio XI, che cosí generosamente si è sempre adoperato per i profughi russi, mi ascoltò commosso; ed allora io ardii di suggerirgli che forse il modo migliore per soccorrere il vecchio studioso, era quello di acquistargli il suo manoscritto sull' Iconografia della Madonna. Il Pontefice si degnò di accogliere la mia idea, e m'incaricò di scrivere al Kondakoff per incoraggiarlo e fargli sapere che Egli non lo avrebbe abbandonato.

<< Ricordo ancora questo particolare. Mi ero già congedato dal Santo Padre, e stavo per uscire dalla sala, quand' Egli mi richiamò per dirmi: Mi prometta che scriverà al povero Kondakoff oggi stesso, appena uscito di qui. Gli dica che stia tranquillo, che io mi ricordo di lui, e che non lo lascerò nelle condizioni in cui si trova. Si ricordi, gli scriva subito '.

<< Pochi giorni dopo, il Nunzio Apostolico a Praga chiamava a sé il Kondakoff, si faceva consegnare il manoscritto della sua opera e lo trasmetteva a Roma; e Pio XI, esamina

tolo, faceva spedire al dotto russo una cospicua somma, che si aggirava intorno alle 50,000 lire. Conservo ancora le lettere del vecchio Maestro, traboccanti di gioia al pensiero che presto sarebbe venuto in Italia. Il P. Rosa, direttore della Civiltà Cattolica, mi raccontava poi che il Pontefice aveva pianto leggendo la lettera di fervido ringraziamento che il Kondakoff gli aveva inviata ».

Ma la viva aspirazione del dotto russo, di ritornare in Italia per attendervi alla stampa del proprio lavoro, non doveva essere appagata. Ammalatosi nell'autunno 1924, mentre stava per mettersi in viaggio, mancò il 17 febbraio dell'anno successivo. Ma« ora (conchiude il Muñoz il suo articolo) l'Istituto Pontificio Orientale sta provvedendo alla traduzione della sua opera postuma sull' Iconografia della Madonna, che sarà certo degno monumento onorario del geniale Maestro ».

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Una laurea orientalistica a Roma. Giovedi, 28 aprile, a palazzo Carpegna, nella Facoltà di Lettere della Università di Roma, fu dichiarata dottoressa in filologia, col massimo dei voti e la lode, la signorina Olga Pinto, dopo la discussione, fatta dal ch. prof. Levi della Vida (in assenza del titolare di Letteratura araba, prof. Michelangelo Guidi, attualmente al Cairo), della sua dissertazione di laurea sulla Storia delle biblioteche nel mondo arabo sotto la dinastia Abbasside. Il suo contributo alla conoscenza della bibliofilia e biblioteconomia fra gli arabi di Siria, d'Egitto e della Spagna musulmana, riescirà (quando. sia, come auguriamo, pubblicata) di grande interesse per la storia del libro, o piuttosto del manoscritto orientale. Le cui sorti nelle odierne biblioteche d'Italia andrebbero studiate e curate sollecitamente: le raccomandiamo alla nuova Direzione generale della Minerva. E ci rallegriamo intanto con la valorosa gentile signorina Pinto.

NECROLOGIO. Il 23 Maggio moriva a Filadelfia Henry E. Huntington, uno degli uomini più ricchi del mondo e uno dei più grandi, se non il più grande, collezionista di libri che sia mai esistito. Era nato nel 1850. Solo a sessant'anni cominciò a raccogliere appassionatamente libri, e nello scorcio di 16 anni riusci a costituirsi una biblioteca di circa 100,000 opere, quasi tutte scelte e rare.

Nuclei importanti di essa formarono i libri della famosa biblioteca Hoe che furono in gran parte acquistati dall'Huntington alle pubbliche vendite ch'ebbero luogo nel 1911-13. Tra questi figurava un esemplare su pergamena della Bibbia del Gutenberg, che gli fu aggiudi cata per 50,000 Dollari. Successivamente l'acquisto in blocco della Biblioteca di « Americana » di E. Dwight-Church già descritta nel notevole catalogo di C. W. Cole; e, nel 1913, l'acquisto della Biblioteca del Presidente del Club Grolier di New York che pose le basi alla raccolta di edizioni principe di poeti e scrittori inglesi. Per tali acquisti e per altri di singoli capi preziosi l'Huntington si valse della collaborazione del libraio antiquario George D. Smith. Passarono alla sua raccolta molti dei più preziosi volumi della celebre biblioteca Huth venduta al pubblico incanto a parecchie riprese fra il 1911 e il 1922. Nel 1914 la sua biblioteca si arricchi dell' intera Chatsworth-Library del Duca di Devonshire, e altre biblioteche impor tanti incorporò in tempi successivi. Dopo la morte dello Smith, l'Huntington si valse dell'opera del libraio antiquario Rosenbach, ch'ebbe commissione con illimitate facoltà di comprare quasi ogni libro mancante alla sua raccolta di libri sull'America e di edizioni 'principi' di autori inglesi. Soltanto in questi ultimi anni l'Huntington rivolse cure particolari a formare una raccolta di paleotipi, e poté giungere alla cospicua cifra di 3000 incunaboli.

L' Huntington è stato un raccoglitore appassionato, ma non un bibliomane. La larghezza immensa dei mezzi di cui disponeva non impedí ch'egli procedesse negli acquisti con criterio personale e intelligenza.

Egli ha lasciato la biblioteca in dominio pubblico alla Contea di Los Angeles di Ca

lifornia.

RECENTI PUBBLICAZIONI

II. Straniere.

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Archiv für Buchbinderei. Zeitschrift für Einbandkunst u. Einbandforschung. Jahrgang 1926. Halle, Verlag Wilhelm Knapp, 1926; in-8, fig BERTALOT (Ludwig), Mittelalterliche Handschriften; in Archiv f. Bibliographie, Jahrgang I (1927), n. 3-4, pagg. 186-88.

[A proposito della Bibliotheca medii aevi ms. dell'antiquario J. Rosenthal di Monaco]. Bibliographia Hungariae. Zusammengestellt vom Ungarischen Institut an d. Universität Berlin, II: Geographica. Politico-oeconomica. Verzeichnis der 1861-1921 erschienenen Ungarn betref fenden Schriften in nichtungarischen Sprachen.

Berlin, de Gruyter, 1926; pagg. XLVII+ coll. 319-710, in-4. Bibliographie (Osteuropäische), hrsg. von d. Ost. europa-Institut in Breslau. Jahrgang III (1922). Breslau, Priebatsch, 1926; pagg. XXXV-466,

in-8. Bibliographie der Württembergischen Geschichte. Begründet von WILHELM HEYD. Band V: enthaltend die allgemeine Literatur von 1906 bis 1915. Mit Nachträgen. Bearbeitet von OTTO

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Bibliothek (Die Leipziger Stadt-) u, ihre Kleinodien. Festschrift zum 250jährigen Jubiläum der Leipzig. Stadtbibliothek. Herausgegeben von JOHANNES HOFFMANN. - Leipzig, K. W. Hiersemann, 1927; pagg. 112, in-4, c. XII tavv. BLASER (Fritz), Bibliographie zur Geschichte der Buchdruckerkunst u. der verwandten Gewerbe im Kanton Luzern; in: Der Geschichtsfreund, Band LXXXI (1926), pagg. 25-49.

BOCK (Friedrich), Vier unbekannte Ebelebeneinbände in Nürnberg u. Gotha; in: Festschrift zum 60. Geburtstag von Theodor Hampe. Nürnberg, 1926 [pubbl.: 1927], pagg. 66-70. ('Anzeiger d. Germ. Nationalmuseums', Jahrg. 1924, n. 1925).

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BOHATTA (Hanns), Liturgische Drucke u. liturgische Drucker. Festschrift zum 100-jähr. Jubiläum d. Verlages Friedrich Pustet, Regensburg. Regensburg, Pustet, [1926]; pagine 75, c. XXVI tavv., in-8 gr. Bücherverzeichnis (Deutsches) der Jahre 19211925. Eine Zusammenstellung der im deutschen Buchhandel erschienenen Bücher, Zeitschriften u. Landkarten. Mit einem Stich- u. Schlagwortregister, Bearbeitet von d. bibliographischen Abt ilung des Börsenvereins der deutschen Buckhändler zu Leipzig. Lieferung I (A.-AUTenRIETH). Leipzig, Börsenverein d. deutschen Buchhändler, 1926; pagg. 160, in-4.

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