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Secondo il primo, questo Matteo applicatosi alla professione della medicina, pel fortunato esempio del padre, la esercitò con molta lode in Venezia e poi passò Lettore in Ferrara, come sappiamo dal Borsetti nella Storia dell' Università di Ferrara, Tomo II, pag. 89: secondo l'altro, « esercitò la medicina in Venezia, ove del 1488 pubblicò l'emendazione de' comenti di Alberto Magno sopra i libri naturali di Aristotile, e volle dedicarli al padre, siccome a quello che co' suoi precetti l'aveva a siffatti studi avviato, e condottolo ne' penetrali piú intimi della peripatetica filosofia ».

Stando alla Biblioteca Picena, Matteo Battiferri sarebbe morto nel 1500, in Roma, dove fu sepolto in San Bernardo extra urbem (1).

Come è facile rilevare, troppi particolari della vita di codesto chiaro Urbinate si scostano da quelli emergenti dal testamento transuntato, per poterne fare una sola persona.

Quegli dimora a Venezia ed insegna a Ferrara : questo, evidentemente, ha stanza in Firenze ed è in relazione coi Medici, col Lascari e con altri letterati. Entrambi però sono medici e addentro «ai penetrali della dominante peripatetica filosofia » !

Senonché il Nostro, co' suoi legati a Giovanni Andrea, medico di Brescia, ed agli eredi di Rosa Bonella, di Padova, ci lascia dubitare di una sua lunga dimora nel Veneto, e questo dubbio rileva ed accresce l'altro della contemporanea esistenza di due Battiferri dello stesso nome, della stessa età e della stessa professione.

Di più il nostro Matteo non ha figliuoli, e lascia erede l'unico fratello, Francesco, di Battiferro Battiferri. Quali vincoli parentali lo legarono dunque alla poetessa Laura ?...

Qualche studioso urbinate potrà, sulla traccia del documento da noi pubblicato, chiarire il mistero, e dirci se si tratta di una doppia personalità, o di un errore genealogico infiltratosi inavvertitamente nelle storie della loro illustre e bella città.

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Cum nichil sit certius morte et nichil incertius hora mortis, idcircho eximius arcium et medicine doctor Magister matheus quondam Magistri batiferri de batiferris de urbino sanus mente et intellectu licet corpore languens, nolens intestatus decedere sed bonis suis et anime sue volens providere, per hunc presens nuncupativum testamentum sine scriptis in hunc modum facere procuravit.

Imprimis quidem recomendavit animam suam summo datori et toti celesti curie

triumfanti.

Item si de hac infirmitate mori contingerit, ellegit sepulturam suam in ecclesla fratrum sancti dominici de Imola, circha quam expendi voluit id quod videbitur commissariis suis infrascriptis.

Item reliquit amore dej et pro anima sua ducatos quatuor aurj.

(1) Cfr. Biblioteca Picena, Tomo II, pag. 116

¶ Item reliquit pro anima sua in maritandis domicellis prout videbitur commissarijs suis infrascriptis ducatos quadraginta aurj.

¶ Item reliquit magistro Joanni Andree medico de brisia ducatos duodecim aurj per totidem eidem M° Joanni Andree debitis.

¶ Item reliquit heredibus roxe bonelle habitatoribus padue unum eius librum vocatum paulum de venecijs super quator libris fisichorum.

Item reliquit heredibus almericij Carnesecha habit.bus Florencie unam eiusdem testatoris torchinam quam domina elena almericj predicti habet penes se.

¶ Item reliquit et voluit quod Silvester Zoglolerius habitator Florentie teneatur reddere heredibus suis et dare unam eiusdem testatoris corniolam cum septem vel sex drammis aurj penes eum existentes.

Item reliquit et voluit quod detur et consignetur Magnifico Laurencio de Medicis de Florentia una capsa que est in civitate Florentie in domo habitacionis dicti testatoris una cum libris grecis in ea existentibus quam postea vult per dictum Magnificum laurentium dari et consignarj lascharjo. Et quod quidem fornimentum mulle in ea existens consignetur heredibus suis infrascriptis Et quod quidem pecium panni morelli existens in dicta capsa vult quod detur et consignetur dono juliano presbitero ecclesie sancti blaxij in Florencia, cum hoc quod dictus presbiter dare et reddere teneatur heredibus suis ducatos quinque aurj eidem testatoris per eum debitos.

¶ Item quod Joannes sartor in Florentia dare teneatur heredibus suis unam eiusdem testatoris vestem pannj roxati que penes eum reperitur.

Item reliquit et voluit quod omnes librj grechi carte non scripte sint heredum suorum. Item voluit et reliquit quod heredes suj videre habeant computum cum filipo cartolarjo in Florentia de hijs que hinc inde agere habuerunt.

Item et similiter cum bastiano pistorexio litterato manu cuius reperiuntur penes dictum

testatorem.

Commissarios autem suos et huius testamenti executores reliquit et esse voluit Nichojaum cerionum de urbino dans et ej auctoritatem potestatem et facultatem et arbitrium vendendi et alienandj de bonis suis causa exequendi suprascripta legata.

¶ In omnibus autem alijs suis bonis mobilibus et immobilibus juribus et actionibus tam presentibus quam futuris suos heredes universales instituit et esse voluit Franciscum condam dicti mi Battiferri et eius dicti Testatoris fratrem cui recomendavit omnes eius serviciales secundum eius discretione et maxime Magistrum Paulum.

Et hanc suam ultimam voluntatem asseruit esse uelle quam valere voluit juris testamenti si juris testamenti valere poterit; si autem juris testamenti non valet vel valebit valere voluit juris codicillorum et cuiuscumque alterius ultime voluntatis qua melius et validius de jure valere potest et poterit volens hanc ceteris prevalere.

Cassans irritans et annullans omnem aliam ultimam voluntatem actenus a se factam, volens hanc ceteris prevalere.

Actum Imole in cappella Sante Marje valverdis in domo Babinotto ser Alberici de caldarinis de Imola presentibus dicto Babinotto - Francisco filio dictj Babinotti fratre Matheo q. antonjj de Fino de Mutina Fratre Tobia q.m marci de Barilis de Bergamo fratre Marcho Comini de Bergamo fratre Angello condam Joannis de Finario et Fratre Stephano condam filipi de regno, omnibus fratribus ordinis sancti dominici et in conventu fratrum Sancti Dominii de Imola ad presens commorantibus, testibus ad predicta adhibitis, et ore proprio dicti testatoris vocatis et rogatis.

La Bibliofilia, anno XXIX, dispensa ga-12a

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Per la fortuna del Bourru bienfaisant

Ad una bibliografia di tutte le traduzioni delle opere del Goldoni per varietà di lingue e numero di traduttori il documento piú eloquente della sua grande fortuna nel Settecento sulle scene di tutta Europa pensai dapprima a Vienna, dove trascorsi ben trent'anni della mia vita di lavoro. Quelle biblioteche specie la Palatina e la Civica - cosí ricche di cose goldoniane, originali e tradotte offrivano al mio interesse per queste ricerche il più copioso alimento. Appuntai allora nelle mie schede libretto per libretto e con la scorta di quelle magnifiche collezioni di avvisi teatrali che risalgono alla metà del secolo recita per recita. Si sa che posto eminente tenga Vienna nella storia del dramma tedesco, e quale voga abbia avuto colà, prima la commedia dell'arte, poi, più d'ogni altro commediografo straniero, il nostro Goldoni.

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La guerra diede altre cure alla mia vita, diverso indirizzo al mio lavoro. Le indagini, allora solo avviate, potei riprendere appena parecchi anni dopo superata la grave tormenta. Oggi, arrivato nell'età in cui giova raccoglier le sarte, m'accingo a pubblicare la mèsse raccolta, spinto anche dal desiderio di dare a questi miei cari studi un contributo piú saldo, che non siano articoli e saggi che vivono la vita effimera delle riviste e dei giornali, dove apparvero.

Con l'aiuto premuroso e paziente di compagni di lavoro, di amici gentilissimi, di molte e molte biblioteche di Europa e d'America (non, per necessità di cose, delle nostre, incredibilmente povere pur quelle di Venezia — di traduzioni goldoniane) potei fissare fino ad oggi, e in parte descrivere, oltre seicento versioni e riduzioni in ben ventotto lingue (1).

Di questo lavoro, quasi compiuto, m'è caro offrire oggi ai lettori della Bibliofilía un piccolo saggio. Scelgo il Bourru bienfaisant, che, certo per la lingua in cui fu scritto e il favore onde venne accolto dal pubblico del Théâtre Français la sera del 4 novembre 1771, ebbe nel Settecento in Europa, per numero di recite e di traduzioni, fra tutte le commedie del suo autore, la maggior fortuna.

Se, ben più tardi, Mirandolina», la scaltra locandiera, poté raccogliere intorno a sé certo maggior folla di traduttori (ottantasei), che non forse clienti la sua locanda, che pur non aveva mai « camere in ozio», mentre Geronte si contenta fino ad oggi di quaranta: per numero di lingue invece ventidue la Locandiera, diciannove il Burbero questi le resta quasi pari. E per la gloria del loro autore la fortuna della commedia francese sembra più significativa an

(1) Dugentocinquanta di queste — certo il nucleo più numeroso che esista in collezioni pubbliche o private figurano nella mia raccolta goldoniana, destinata al Museo Correr di Venezia. La mia bibliografia non comprende i libretti per musica, che non formano parte integrante dell'opera del loro autore, e la loro fortuna è dovuta sempre alla musica. GUIDO BUSTICO, del resto, nella sua diligente bibliografia (Drammi, cantate, intermezzi musicali di C. G., in Riv. d. Biblioteche e degli Archivi, 1925) pensò anche alle traduzioni. Ma il voler rintracciare tutte le infinite trasformazioni subíte dai libretti goldoniani nel Settecento, è impresa addirittura disperata.

cora che non quella della Locandiera. Piú che non Mirandolina, la cui ventura resta sempre legata ai nomi delle sue interpreti, Geronte vive per forza propria.

La descrizione bibliografica delle singole versioni non è sempre uniforme né esauriente. Per quelle, che non potei esaminare io stesso, do le notizie quali mi vennero favorite da altre parti; e per le traduzioni non a stampa, o di cui resta il solo titolo, quanto potei raccogliere per illustrarle alla meglio.

Bulgaro.

1. Karlo Goldoni. | ŽESTOKIJA BLAGODIETELJ | Komedia | v tri diejstvija | Prievod ot italianski. | Sofija | Izdava Centralnata Knizarnica na T. F. Cipevj, | 1896.

In-8, p. 45.

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Frontespizio (p. [1]); personaggi (p. [II]); vita dell'autore, a firma D. Bianchi, (p. [1. 2]; il testo della versione (p. [3]-45).

Comincia: Andj, Molim vi se, Valerio, ostavete me sama. Az se boja za sebe si←boja se i za vas! Ako ni zavariat tuka....

Termina: Djer. Da se prjgotvi v moiga staja vecězja za vsicki, koito s tyka! A pljek ti, Dorvale, ela sam sega da si dovjersim igrata. (Collez. E. M.).

Catalano.

2. Goldoni | EL SORRUT BENEFACTOR | Comedia en tres actes | Traducció de Narcis Oller || Barcelona, Biblioteca popular de « L'Avenç » 1909.

(In Copertina: Biblioteca popular de L'Avenç || Goldoni | EL SORRUT BENEFACTOR | Comedia en tres actes L'AVAR (Comedia en un acte | Traducciò de Narcis Oller | Libreria L'Avenç Rambla de Catalunya, 24 | Barcelona | Num. 97 50 centims.).

In-16, p. 1-78 (Burbero); occhietto (p. [1]. frontespizio (p. [3]); personaggi (p. [5]); il testo della versione (p. [7]-78).

Comincia: Angelina. Aneu-vos-en ara, Valeri. Vos ho demano jo. Temo per mi i per vós. Pobra de mi que'ns sorprenguessin !

Termina: Geront. Sopar per tots. Convido a tothom. Dorval, vós i jo, mentrestant, ens disputarem la jugada.

Traduzione letterale e fedele.

Czeco.

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(Collez. E. M.).

3. MRZOUT-DOBRÁK | ČILI | DOBRODRUH DOBRÉHO SRDCE. | Veselohra 0 3 jednáních. | Do češtiny přeložil ; | D.' N. D'Alfonso.

Il Piccolo di Praga. D,' N. D'Alfonso, Redattore, Praga, Příkopy 13. Tiskem « Politiki » v Praze. Num. 1 (24 novembre 1910), p. 5-8; num. 2 (8 febbraio 1911), p. 17-24; num. 3 (20 aprile 1911), p. 35-38; num. 4 (10 luglio 1911), p. 50-54; num. 5 (20 novembre 1911), p. 64-68; num. 6 (8 febbraio 1911 [sic]), p. 79-85.

La traduzione, preceduta sempre dal testo italiano, va fino alla battuta: GERONTE, Il testimonio (Atto III, sc. X). La piccola rivista, redatta per gli studiosi della nostra lingua, cessò col num. 6. Il traduttore e redattore integrò, per sua cortesia, la mia copia con dattilografato.

un foglio

Comincia: Ang. Nechte mene, Valerio, prosím vás! Strachuji se o sebe i o vás. Kdyby nás někdo překvapil !...

Termina: Ger. Bude se večeřeti v mém příbytku; všichni jsou pozváni: Dorvale! my zatím si zahrajeme v šachy.

(Collez. E. M.).

4. Carlo Goldoni: | BROUKAL DOBRODĚJ | ČILI PODIVÍN DOBRÉHO SRDCE | Veselohra o třech dějstvich. | Přeložil J. Lesík Knihkupec: Jos. Birnbaum v Brtnici: Nakladatel | Tiskl Viktor Dvořák v Moravskych Budějovicich. Lidove Divadlo : Svazek 44.

In-12, p. 71 (frontesp., p. [1]-pers. [3]; la comm. p 5-71; nota sulla comm. p. 71-72). Lesik anagramma di Kisely [Bohumil Kisely], parroco a Třestina (Mohelnice) in Moravia, che del Goldoni tradusse ancora il Vero amico, l'Avaro, le Donne curiose e le Smanie per la villeggiatura.

Comincia: Angelika. Valerie, prosím vás, nechte mne. Bojím se o sebe, bojím se o vás. Termina: Geront. Večeře bude v mém pokoji; všichni jsou pozváni.... Dorvale mi si zatím zahrajeme v šachy. (Collez. E. M.).

Danese.

5. DEN | BUTte VelgioereR. | Komedie i tre Akter. | Efter Goldonis LE BOURRU BIENFAISANT | ved | F. Schwarz. Skuepjl til Brug for den danske Skluepladas, Kopenhagen, 1784, vol. IX. p, 416-508.

Comincia: Angelique. Lad mig vaere, Valerius, jeg beder Dem: jeg frygter for mig, jeg frygter for Dem. Ah! dersom man overrumplede os.

Termina: Geronte. De spise hos mig til Aften. De ere allesammen budne. Dorval ! vi vil imidlertid spille et Partie Skak.

Traduzione letterale. Accanto ai nomi dei personaggi (come nell'originale), quelli degli esecutori. Protagonista Schwarz, forse lo stesso traduttore. (Collez. E. M.)

Georgiano.

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6. ROGORTS HK'UHS ISE ARA STS'VIMS [Il fulmine non cade tutte le volte che tuona]. Komedia 3 mok'medebad Goldonisa, gadmoket'vbuli italiuridam T'. P. Mačabelisagan.

Da un avviso (Collez. E. M.) bilingue (georgiano-russo) del 6 febbraio 1880 del Teatro di Tiflis, interprete la Compagnia Georgiana dell'arte drammatica, che recitò la commedia anche a Kutais. Devo la trascrizione del georgiano in lettere latine e la traduzione, alla cortesía del comm. S. Zanutto del Ministero delle Colonie.

Traduzione, inedita, del principe Giovanni Mačabeli, presso la signora Cerkezov, figlia del traduttore. Da quanto cortesemente mi comunica il prof. G. Zereteli, bibliotecario dell'Università di Tiflis, che esaminò per me il ms., sembra traduzione fedele, nei nomi dei personaggi e nel testo. La scritta russa dell'avviso - Dobrotelnyi Vorciun rende il titolo originale, mentre questo nel ms., appare come sottotitolo.

Greco.

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7. Ο | ΔΥΣΚΟΛΟΣ ΑΓΑΘΟΠΟΙΟΣ | ΚΩΜΩΔΙΑ | ΕΙΣ ΤΡΕΙΣ ΠΡΑΞΕΙΣ ΕΚΛΕΚΤΟΤΕΡΑΙ | ΚΩΜΩΔΙΑΙ | ΤΟΥ | ΚΑΡΟΛΟΥ ΓΟΛΔΟΝΟΥ | ΜΕΤΑΦΡΑ ΣΘΕΙΣΑΙ | ΠΑΡΑ ΤΟΥ ΠΡΩΗΝ ΗΓΕΜΟΝΟΣ ΒΛΑΧΙΑΣ | Ι. ΚΑΡΑΤΖΑ. | ΚΑΙ ΕΚΔΟΘΕΙΣΑΙ | ΠΑΡΑ | Γ.ΕΥ.ΕΛΕΥΘΕΡΟΥΔΗ. | ΤΟΜΟΣ ΠΡΩΤΟΣ | ΕΝ ΑΘΕΝΑΙΣ, | ΕΚ ΤΗΣ ΤΥΠΟΓΡΑΦΙΑΣ Κ. ΡΑΛΛΗ. | 1838.

In-8, p. 1-57.

Comincia : Αγ. Βαλέριε, ἄφησέ με σὲ παρακαλῶ, φοβοῦμαι καὶ διὰ σέ, καὶ δὲ ἐμέ....
Termina: Γερ... ἐν τοσούτῳ Δορβάλ, ἂς παίξωμεν ξατρίκιον. (Monaco, Bibl. Nazionale).

- 8. Ὁ τραχὺς τοὺς τρόπους εὐεργετικός (Il burbero benefico), κωμωδία Καρολου Γολδώνη εἰς πράξεις τρεῖς, μεταφρασθεῖδα ὑπὸ Ε. Ι. MΑΧΡΗ. Ἐν Κεφαλληνία, τυπογράφετον ή Ηχώ. 1877, 8, pp. 52.

LEGRAND ÉMILE. Bibliographie Ionienne, description raisonnée des ouvrages publiés par les Grecs des Sept-iles, ecc. Paris, Leroux, 1910, vol. II, n. 3077, p. 636.

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