Storia della Accademia della Crusca e rapporti ed elogi

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Tip. del Giglio, 1848 - 404 pagine
 

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Brani popolari

Pagina 198 - Ed egli a me: se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorioso porto, Se ben m'accorsi nella vita bella. Ma questo terzetto di Dante certamente non fu inteso. Infatti e qual connessione esser può mai tra la stella, che si
Pagina 182 - la pioggia continua converte In bozzacchioni le susine vere. Seppe che la vita delle piante riposta è nel color verde delle foglie: Come per verdi fronde, in pianta, vita; e che questo color verde viene dall'essere esposte alla luce del sole: La vostra nominanza è color d'erba, Che viene e va, e quei la discolora, Per cui eli'esce della terra acerba.
Pagina 199 - I mio dimando, Risposi io lui, voi non sareste ancora Dell'umana natura posto in bando: Che in la mente m' è fitta, ed or m'accora La cara e buona immagine paterna Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora
Pagina 182 - calar del sol, che si fa vino, Giunto all'umor che dalla vite cola. Vide pure che i fiori per l'azione della luce del sole aprono i petali e discuopron gli
Pagina 398 - lo straniero, che a noi si reca, tutto compreso da venerazione pe' rari uomini, che in ogni tempo hanno illustrato la Toscana, cerca ansioso il monumento di questo, che sopra tutti gli altri vola com' aquila ; e non trovatolo, ne fa altissime meraviglie e ci rampogna.
Pagina 170 - Asper, acerba tuens, retro redit; et neque terga Ira dare, aut virtus patitur. Con uguale schiettezza e generosità confessa il Visconti gli errori, che altri in lui riprenda. Aveva egli nel tomo primo del Museo
Pagina 199 - fitta, ed or m'accora La cara e buona immagine paterna Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora Mi 'nsegnavate come l'uom s
Pagina 181 - del Purgatorio, ove fa dire a Matelda : Non parrebbe di là poi maraviglia, Udito questo, quando alcuna pianta Senza seme palese vi s'appiglia.
Pagina 239 - I cibo ne soleva esser addotto, E per suo sogno ciascun dubitava; Ed io sentii chiavar l'uscio di sotto All'orribile torre; ond'io guardai Nel viso a'miei
Pagina 240 - ottavo del Purgatorio ; e nel decimonono del Paradiso : A questo regno Non sali mai chi non credette in Cristo, Né pria né poi che si chiavasse al legno.

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