DEL CONTE BALDASSARE CASTIGLIONE. Riuedutto, & corretto da ANTONIO FRANCESCO MARIA IL Duca Sefto d'Vrbino. RA le belle, & dilete uoli opere che fi trouano fcritte in questa noftra volgar fauella, certamente il Cortegiano del Conte Baldaffar Caftiglione tiene luogo si principale, & bonorato, che pofiamo congran ragione dire che fia appreffo nos nel no genere in quel grado, che appreffo Greci in materia di allenare i Principi fi troua la Institutione di Xenofonte, appreßo i Romani nell'arte oratorial” Oratore di Cicerone Perche da una parte, è ripieno di tanta vaghezza, & leggiadria, che li buomini dotti & fcientia 2 giardino per honefta ricreatione fi poffono feruire, dall'altra è di tanti auuertimenti copiofo, che al conuerfare con gran di sono neceßarij, che niuno è il quale di belle creanze, & di maniere nobili fi uoglia adornare, che non fe lo reputi altretan to gioueuole, quanto è piacevole, grariofo. Di qui è dunque proceduto, che da ogni forte d'huomini eletto con incredibil gufto, & traportato anchora inmolte altre lingue. Ma come niuna cofa mondana esi buona, che non habbia congiunto fece il fuo rifco,è ftato dalla incomparabile pru denza dei fuperiori, confiderato,che alcu ne cofe feminate per effo haurebbono potusto dare occafione ad alcuno di prenderfi troppa licenza, & ufar minor rispetto di quello che fi conueniffe, cofa del tutto cons traria all'intentione di quel virtuofißimo Cauatière. Però volendo leuare ogni scan dalo che fopra ciò potesse nafcere, & afs intiera candidezza, alla quale fi può credere, che il fuo steffo Autore l'haurebbe coudotta, fe baueffe potuto prevedere fimili occafioni, fi rifolfero i medefimi di far acommodar tutti quei luoghi, che po tessero macchiare la purità fua, lasciandofi nondimeno quelle piaceuolezze, che neceffariamente ai dialoghi conuengono: Foltee ciò volendo che nel margine del quarto libro fi notaffero quelle parti nel lequali l'Autore non fecondo il parer, pro prio,ma fecondo la fcuola Platonica ragio naffe,& di tutto questo a me ne diedeo il carico,il quale conobbi ben io effer grauif fimo, che di gran lunga auäzaua le mie deboli forzes conuenendosi hauer auanti glocchi, come legge inuiolabile di non tra uiar mai dall'isteffe parole, & dal modo proprio del dire ufato dell Autores & pro curare, ftare molto auertito, che non fo bla rammendatura non appariße a tutti |