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VIII.

Viaggio di S. S. PAPA PIO IX da Portici a Roma
nell' aprile dell' anno 1830.

Questa nitida relazione, impressa con eleganti caratteri, è intitolata all' Emo. Card. Antonelli Pro-Segretario di Stato di N. S. dal sig. Giulio Barluzzi, il quale, avendo avuto la ventura di far parte del Pontificio corteggio, raccolse le più esatte notizie di quanto avvenne in questo più trionfo che viaggio. Troppo peraltro occupato ne' doveri del suo uffizio, affidò la compilazione di questa relazione al valente sig. avvocato A. Carnevalini, il quale e di buon cuore e con buon successo ne ha secondato i desideri. Questi, a diminuire la monotonia, inevitabile in lavori di questa sorte, ha sobriamente fiorito, la sua relazione di alcune erudizioni relative à' luoghi, de'quali dovea far parola, senza peraltro troppo interrompere o inceppare l'andamento della narrazione; e introducendo il Sommo Pontefice per la porta Lateranese, gl' indirizza una bella ed opportuna apostrofe. Inopportuno sarebbe riprodurre qui, comechè in compendio, tal narrazione. Ci piace nondimeno riprodurre le commoventi parole, che nel momento della separazione passarono tra il S. Padre e il Re Ferdinando. Richiedendo questi umilmente dal supremo Gerarca l'Apostolica benedizione; «Sì, rispose il Pontefice, il Cielo sia quello, o Sire, che per la mia bocca vi benedica. Io non ho parole ad esprimervi la gratitudine di tutta la Cristianità per la splendidezza e per l'affetto più che filiale, con che deste asilo spontaneo nel vostro regno al Vicario di GesùCristo ne' tempi del pericolo. Abbiatevi i ringraziamenti miei e di tutti i fedeli per l'atto generoso e pio; il quale, formando la pagina più bella della vostra storia, rimarrà scolpito eternamente nel cuore de' fedeli. II cielo sia quello che ve ne rimuneri, ricolmando Voi, la Vostra R. Famiglia e tutto il Vostro regno di ogni bene e di ogni felicità ». Rispose il Re. « Padre Santo, io non ho fatto che ciò, che doveva fare un Cattolico, e ringrazierò Dio per tutta la mia vita, che mi ha pôrto l'occasione d'adempire a questo dovere. » Al che il S. Padre replicò. « Si: Vol. III. 24

ma la vostra devozione verso il Capo della Chiesa è stata veramente filiale e sincera: il Cielo nuovamente ve ne rimuneri e vi benedica. >>

In fine all' opuscolo sono riportate alquante iscrizioni esposte in più luoghi dello Stato Pontificio, pe' quali dovea passare il S. Padre. Avverte il compilatore, che le riporta come documenti sincroni, senza riguardo al merito letterario, del quale non intende farsi giudice.

IX.

OPUSCOLI POLITICI del Prof. FRANCESCO ORIOLI.
Roma, Tipografia delle Belle Arti 1850.

Non è solo l'Anonimo Bolognese cui gli sconvolgimenti funestissimi del nostro lagrimevole triennio abbiano mosso a cangiare sentenze e desideri. Avevamo appena terminata e posta in torchio la lettera di Bologna colla breve nostra risposta, che ci giunse, dono cortese dell'illustre Prof. Francesco Orioli, il 1.° tomo de' suoi OPUSCOLI POLITICI.

Basterebbe il nome dell'Autore a destare viva curiosità in tutti i dotti italiani: crescerà questa pel titolo dei due opuscoli in esso contenuti; e sono:

OPUSCOLO 1.° De' Fedecommisi, e dell' Aristocrazia.
OPUSCOLO 2.o Della Libertà e dell' Eguaglianza civile,

Del governo e della Sovranità in generale,

Della così detta sovranità del Popolo e della Democrazia,

Del Voto universale, delle Rivoluzioni e delle Riforme ne'gover

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Molto certamente promettono questi titoli; ma troppo più saranno paghi i nostri lettori a leggere la bella protesta con cui il ch. A. ri sponde a chi lo dissuadeva da tale pubblicazione; e si vorremmo qui trascrivere per intero e il parere del consigliero e la risposta del consigliato, piena di quella lealtà e grandezza d'animo tanto facile a vantarsi quanto è più rara oggidì a praticarsi.

Ma per non allungarci soverchiamente ci contentiamo di riportare il brano seguente che conferma col valore di un nome sì chiaro le savie e dolorose riflessioni dell' Anonimo Bolognese.

Dopo aver risposto all'amico che gli consigliava prudenza per non destare un vespaio, l'Autore soggiunge:

<< Per altra parte, a me tocca ricomperare il tempo perduto, ed af<< frettarmi a farlo. Troppo mi dorrebbe il lasciare di me tal memoria « in questo mondo che dia giusto diritto a suppormi quale certe ante<< cedenti particolarità della mia vita possono aver fatto credere che << io mi sia.

«Non nego, e sarebbe ridicolo il negarlo, d'avere avuto anch'io « le mie politiche illusioni (certo però non quelle di gran lunga, le << quali oggi corrono il mondo, e sono in gran favore presso tanti). Sento «< il dovere di far conoscere a qualunque prezzo ch'io non sono mai sta« to da confondere col più de' così detti liberali d'oggidìi, e che istruito << omai dall'esperienza, non sono nemmen da confondere con quell'io « che già fui, e molte mutazioni ho in me fatto. Costi ciò tutto che « s'abbia da costare al mio amor proprio, voglio che lo si sappia. Gli <«< altri posson tacere; io non lo posso, nè lo debbo ».

Queste parole abbiam voluto recare per far conoscere qual è lo spirito che dettò questi Opuscoli. Ma le angustie del tempo che c' incalza non permettendoci quest' oggi neppur discorrerli leggermente coll' occhio, riserbiamo ad altro fascicolo il darne più matura contezza.

CRONACA

CONTEMPORANEA

Roma 1 dicembre 1850.

I.

La Gerarchia cattolica d'Inghilterra ricostituita

Dacchè lo scisma di Arrigo e di Elisabetta, coronato poi dalla rivoluzione del 1688 ayeva posti in Inghilterra i Cattolici fuori della legge, essi condannati a vivere oscuri e perseguitati non solo non poterono più essere retti spiritualmente dai loro Vescovi esiliati o uccisi, ma appena era loro concesso poter udire una Messa in gran segreto e con pericolo, se scoperti, di esill, di multe, e talora di estremo supplizio. La Santa Chie-sa Romana, madre universale di tutte le Chiese, che tanto più tenevasiTM obbligata ad aiutare i Cattolici inglesi quanto più veramente l'Inghilterra era stata da lei sola conquistata alla fede, appena offerivasi qualche spiraglio di libertà d'azione, e tosto accorreva a recar conforto ed aiuto a quella si degna parte del suo gregge, che non işmentiva la fama de'padri suoi nel tollerare si costantemente persecuzioni cotanto accanite. Quindi a poco a poco si videro i Missionart ed i Vicari Apostolici coprire coll'aiuto de' fedeli il suolo inglese di cappelle Cattoliche, poichè le grandi cattedrali ed i gran tempt erano stati assorbiti dallo stabili

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