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cordone. Per questa via sien certi di poter correre con sicurtà, e forse potranno ottenere qualche cosa di buono. Ma lascino stare per carità la logica si riottosa e traditrice.

Piuttosto sembrami prudentemente introdotta la conclusione dell'articolo, colla quale il giornalista ci fa sapere che la sua coscienza di cattolico si rifiuta di sottomettere la divina supremazia del Pontificato alle accidentalità del poter temporale; e ci assicura che la tiara può perdere il suo temporale splendore, senza togliere a questa venerabile figura del sommo Gerarca la sua suprema influenza, e senza rapirle un solo di quei raggi di luce che, incon sunta manifestazione dello spirito divino, continueranno ad essere la luminosa colonna che rischiara il cammino all'umanità e le rivela la misteriosa sua meta.

Un solo importuno scrupolo mi tormenta e mi guasta nell'animo il buon effetto di queste magnifiche e confortanti parole, ed è che esse hanno l'apparenza e il costume d'una certa tattica usata con fortuna per qualche tempo, ma che ora ha perduto ogni estimazione ed ogni pregio. La tattica era che volendosi minare un potere, si cercasse di assicurarlo con buone promesse, di magnificarlo, di solluccherarlo con alte lodi, persuadendogli di fare a fidanza coi nuovi consigli; i quali nonchè nuocergli per conto alcuno varrebbero anzi mirabilmente a stabilirlo vie meglio e inghirlandarlo di nuova luce. Così si adoperò coi diversi principi italiani, dicendo loro che i troni su cui sedevano non potean crollare, che accomodandosi alle idee de' nostri sapienti nonchè scuoterli verrebbero anzi ad assodarli vie maggiormente circondandoli del senno e della forza dell'intera nazione. Senonchè ottenuto l'intento, eccoti un bel giorno i piaggiatori stessi del principato moderato innamorarsi della pura democrazia; e dei principi qual ire in bando, qual barcollare sullo sfasciato soglio, e qual esser costretto di ricorrere per sostenersi alla forza del fedele esercito, che per un tratto singolare di Provvidenza fu a tempo di potere usar con vantaggio..

Ma questo, come dico, non è che un vano timore, é il nostro giornalista mi persuado che ne sia al tutto immeritevole. Solamente vorrei da lui che se ha tanto sublime idea del Pontificato, di questa Colonna luminosa che rischiara l'umanità e la scorge al misterioso suo scopo,

contenti e desideri che questo potere così eccelso, e sì giovevole al mondo, fiorisca non solo presso Dio ma altresì presso gli uomini, abbia anche temporalmente quell'onore che all' altezza sua è dovuto, segga fra noi su di un sublime seggio a paro d'ogni altra potenza terrena, sicchè non sia costretto inchinarsi a chi esso dee reggere e governare, sia libero d'ogni soggezione o dipendenza, acciocchè possa con dignità e liberamente esercitare il suo divino apostolato.

SULLA EMANCIPAZIONE

DEI POPOLI ADULTI

S. I.

Esposizione della materia.

SOMMARIO

1. Occasion dell'articolo.

2. Vero senso della quistione del Ricci

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3. da noi già eliminata. - 4. Principi da lui assunti. - 5. Conseguenze che ne deduce pei po→ poli adulti. 6. Esame dei presupposti: facoltà occupabili - 7. nei popoli bambini.

1. Rendendo conto nel fascicolo precedente dell'opuscoletto del ch. Ricci e dando all' A. quelle lodi che ben merita chiunque s' adopera con lealtà ed ingegno a chiarire per ben pubblico le più ardue teorie del diritto, ci arrestammo innanzi ad una quistione a cui, senza tema di destare un vespaio l'A. stende arditamente la mano (pag. 21) presupposto il fatto primigenio legittimo ed incontrastabile del patriarcato; presupposto che da esso diseendano più o men rimotamente tutte le monarchie e poliarchie legittime; l'A. interroga se il possessor dell'autorità unico suo dispensatore autorevole possa trasmetterla come meglio gli talenti, o non sia anzi costretto nel suo operare da certe leggi morali?

2. La qual quistione espressa in codesti termini sembrerà forse al lettore presentare facile ed evidente la risposta a chiunque salutò pur dalla soglia le scienze dell' umano operare: mercecchè quale è mai quell'azione libera dell'uomo che non vada soggetta a legge morale?

L'A. peraltro nel risolvere il quesito ed arrecarne le prove dimostra abbastanza trattarsi qui non già una quistione morale di pura coscienza, ma anche di dritto esterno, giacchè come vedrem poco appresso, egli attribuisce ai popoli benchè limitato da leggi di prudenza, un vero e rigoroso diritto ad assumere il governo di sè medesimi.

3. Dal canto nostro avendo già dimostrato colla ragione e colla storia in qual modo le umane società acquistino le varie forme di reggimento per la semplicissima applicazione delle leggi di ordine universale a certi fatti individuali che possono essere svariatissimi e produrre svariatissime le conseguenze di un principio medesimo, non ci fermeremo a ribattere l'universalità dell' unico principio adottato dal ch. Ricci intorno al primigenio governo patriarcale e alla trasfusione per lui solo di ogni potere: proposizione che nella sua assoluta universalità ci lascia de'dubbi, nella sua coerenza col rimanente ci sembra vacillante: perciocchè come può combinarsi col patriarca, unico dispensatore autorevole del potere, il dritto rigoroso nel popolo di balzarlo dal trono e di arrogarsi in parte o in tutto il potere?

Lasciam peraltro in disparte codesto punto per non ripeterci, ed aggiungiam solo alcune riflessioni che mettendone in forse certi principt secondari e conseguenze ed applicazioni di quella teoria, porranno pure i nostri lettori in istato di valutarne comparativamente la forza. E lo facciamo tanto più di buon grado perchè queste riflessioni possono servir di corona e compimento al precedente articolo sul possesso dell'autorità.

4. A risolver codesta quistione l'A. assume i seguenti principî:

1o. La superiorità di diritto dee riconoscersi colà ove trovasi una precellenza intrinseca e manifesta.

2o. Sebbene la persona umana è inviolabile, pure le facoltà intellettuali morali e fisiche, finchè non vengono occupale sono legittimamente occupabili.

3o. Questa occupazione non può durare se non fino a quel giorno che le facoltà medesime entrano per l'esplicamento naturale sotto il dominio della persona.

5.Da questi principi che sembrano all'A, innegabili eglideduce che in quella guisa che il bambolo fatto adulto deve uscir di tutela, allo stesso modo deve uscirne un popolo, mano mano che le forze associate libere ed intelligenti acquistano maggiore coscienza di se medesime in rapporto alle civili bisogne e crescono d' intrinseca autonomia (pag. 25).

6. Ecco la teoria che crediam necessario esaminare, affine di compiere l'esposizione delle dottrine sul possesso dell' autorità proposte neł fascicolo precedente: ed incomincio da un cenno sulla 2.a delle tre proposizioni. E egli innegabile che le facoltà degl' individui sieno del primo occupante? Confesso che questa idea, se non vogliate guardarla come una metafora, ha per me un non so che di urtante a cui la coscienza ripugna. Ditemi se volete che si può occupare il diritto di educare un orfano un pupillo, e che l'occupazione forma un titolo di preferenza in favore di quegli affetti quasi paterni da cui fu ispirata: ditemi che le facoltà dell'individuo non ancora esplicate, abbisognano di un a iuto che lor présenti, il proprio loro obietto alle forze il lavoro, alla volontà il bene, all' intelletto il vero: questi si occuparo legittimamente le facoltà pargoleggianti; e colui che ne agevola l'introduzione nel legittimo lor reame, questi compie un dover sacrosanto, non occupa un fon-do da usufruttuare.

7. Ma diamo pure a codesta espressione il passaporto, potrem nov applicarla ai popoli come agl' individui? Secondo l'A. è identico il fatto, e logicamente identiche debbono essere le leggi morali che to governano (pág, 23). Confesso peraltrò di non potere assentire a cotesta identità fra due enti uno fisico l'altro morale: fra i quali niuno è per fermo che non ravvisi molte analogie; ma quanto distano fra di loro analogia e identità! Fermiamoci alcun poco ad analizzare codesto concetto metaforico dei popoli bambini da cui sono stati ingannati talvolta anche savi filosofanti, e vediamo se possa inferirsene legge identica di emancipazione.

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