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secolo fa furono agghiacciati, e facciamo sistemi sul raffreddamento successivo del globo.

Nel barometro stazionario il mercurio arriva al massimo di 28 pollici e linee 5,2; e discende al minimo di pollici 26 e linee 7,4; onde risulta tra gli estremi la variazione di linee 21,8, alla quale corrisponde nell' atmosfera un' alterazione equivalente alla pressione di 280 tese prossimamente. L'altezza adequata tra tutte le massime è di pollici 28 e linee 3,07; fra tutte le minime è di pollici 26 e linee 11,66; l'altezza media dedotta dalla somma di tutte le altezze osservate è di pollici 27 e linee 8,75. Che se potesse aversi per indubitata l'esattezza di tutte le osservazioni, sarebbe anche indubitato il fenomeno d'un aumento progressivo nell'altezza media, poichè nel primo diciottennio essa risulta 27. 8,65; nel secondo 27. 8,69; e nel terzo 27. 8,948. Ma verso l'anno 1800 si cambiò l'osservatore ed il barometro ; e sebbene non si mancasse alle più minute precauzioni, poterono forse insinuarsi circostanze da influire sull'indicata differenza senza ricorrere alla novità d'una crescente pressione atmosferica: e basti aver indicata la cosa.

I Venti dominanti a Milano, vennero pure dal Cesaris calcolati. Ed in vero alle osservazioni meteorologiche, donde sono tratte le altezze antecedenti del barometro e del termometro, egli aggiunse le direzioni del vento che spira mattina e sera, e che costituisce uno dei principali elementi del clima di Milano. Le direzioni e le forze menstrue del vento composto che risultano dalle dette osservazioni qui fatte pel corso di 54 anni anteriori al 1817, presentano alcuni rapporti che meritano di essere considerati.

Cesaris notò:-Nei mesi equidistanti del solstizio di estate, le direzioni del vento assai prossimamente si corrispondono paragonando il gennajo col dicembre, il marzo coll'ottobre, l'aprile col settembre. Verso i due solstizj coi quali coincidono a un di presso i punti dell'afelio e del perielio della terra, le direzioni si oppongono quasi diametralmente, e quasi esattamente formano i limiti dell'arco orizzontale che il vento percorre nel decorso dell' anno. Nel solstizio estivo il vento soffia al sud-est a gradi 135, ove rimane stazionario, e donde retrocede nei seguenti sei mesi fin verso il punto ovest-nord-ovest a gradi 296. Colà arriva alla stagione del solstizio d'inverno, e non oltrepassa ritornando pei medesimi gradi ed in pari decorso di tempo sino alla prima direzione. Quindi si scorge che il vento com

posto percorre solo la metà e poco più dell'orizzonte, ossia 200 gradi, dei quali 65 appartengono al quadrante occidentale nord-ovest, e 135 all' emisfero orientale NES. Può avvertirsi ancora che nel marzo e nell' ottobre, quando la terra è alla distanza media dal sole, e la temperatura è prossimamente eguale alla temperatura media dell'anno, la direzione del vento è eguale similmente alla direzione media risultante da tutte le osservazioni dell' anno. La forza poi del vento composto risulta del doppio maggiore nel solstizio invernale che nel solstizio estivo, più grande negli equinozj, e massima nell'equinozio dell' autunno. —

Ma la qualità del clima di Milano e della Lombardia viene ancor più rischiarata dalle seguenti memorie, che per amica gentilezza dell' illustre direttore dell'I. R. Osservatorio Astronomico Milanese cav. Carlini, ci furono espressamente da lui or ora compiute appena finito l'anno 1840.

Sull' aumento delle piogge. (*) Il Toaldo, in un ragionamento inserito nel giornale di Venezia, anno 1772, sosteneva il periodico ritorno delle stagioni piovose: il Chiminello all'opposto, con una lunga dissertazione pubblicata nelle memorie dell' Accademia di Siena, (tom. VI) propendeva per l'opinione d'un aumento progressivo delle piogge, senza però arrecare in favore di questa alcun argomento di gran peso. Molti anni dopo l'astronomo Cesaris (nel volume dell' Effemeridi milanesi pel 1816 e più estesamente nelle Memorie della Società italiana volume 18, fascicolo I di fisica) avendo riunito in un sol prospetto le osservazioni meteorologiche fatte senza interruzione all'Osservatorio di Milano dal 1763 al 1817, riconobbe anch'esso un accrescimento nelle piogge, giacchè la quantità annua media, dedotta dalla somma delle misure dei primi 27 anni, gli risultò di 33 pollici, 6 linee, e quella dedotta dai secondi 27 anni, di 37 poll., 2 lin. « Si fa quindi evidente, egli dice, che la pioggia adeguatamente va crescendo nel nostro paese; del che sembra esserne cagione la tanto moltiplicata irrigazione delle nostre campagne, per la quale una grande massa d'acqua, che, coperta prima in vene sotterranee, o ristretta a correre in un dato canale, non presentava all'evaporazione che la superficie corrispondente al canale medesimo, scaturita poi ed esposta all'azione dell'aria e sparsa sopra

(*) Biblioteca Italiana, Tomo 52, pagina 386.

Statistica Medica. Vol. II.

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ampi terreni, si diffonde in superficie e quindi in evaporazione tanto maggiore che deve ricadere in pioggia proporzionatamente maggiore. «Ma il signor Arago (Annuaire de Paris pour 1825, pag. 154) riferendo queste medesime osservazioni, non mostrasi in tutto persuaso della realità del fatto che su di esse si volle stabilire : « Sans nier tout-à-fait, egli soggiunge, l'influence qu' a pu avoir la cause qu'indique le savant astronome milanais, il me semble qu'avant d'admettre qu'elle a seule occasionné la différence de près de 4 pouces, qu'on trouve entre les deux moyennes de la table, il faudrait avoir démontré qu'une période de 27 ans est suffisante pour donner un résultat général dégagé des variations accidentelles; or je ne doute pas qu'on ne conserve quelque scrupule à se sujet, après avoir vu que les nombres partiels, d'où ces deux moyennes ont été conclues, présentent des grandes discordances. En effet de 1764 à 1790 la pluie annuelle à Milan a varié depuis 26 pouces jusq'à 47,5, et dans la nouvelle période de 27 ans, commençant avec l'année 1791 et finissant en 1817, les extrêmes annuelles ont été de 24,7 et 58,9. Les observations de Milan, elles mêmes, ne prouvent donc pas jusqu'ici, que les travaux des hommes puissent amener des modifications sensibles dans les climats. >>

La serie di altri undici anni che ora siamo in grado d' aggiungere ai 54 delle precedenti osservazioni, potrà servire ad accrescere o a diminuire la verisimiglianza del fenomeno controverso; a maggiore schiarimento del quale gioverà ancora sottomettere i dati dell' osservazione ad un calcolo più esatto di probabilità fondato su tutto il loro complesso; avvegnachè, sebbene la quistione non sia di tal natura da potersi risolvere compiutamente con metodi matematici, dall' applicazione di questi s'ottiene però sempre il vantaggio di dare un maggior peso alle conclusioni, le quali troppo incerte rimangono e troppo indeterminate quando si deducono dal semplice raziocinio. A questo fine premetteremo la serie totale della quantità di pioggia raccolta all' Osservatorio di Milano dall' anno 1764 al 1828 inclusivamente, indi soggiungeremo il valore probabile dell'aumento della pioggia che coi metodi più accertati se ne può dedurre.

Quantità di pioggia osservata a Milano dal 1764 al 1828.

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La massima quantità di pioggia fu quella dell' anno 1814 che giunse quasi a 59 pollici, la minima quella del 1817 che fu di soli 24; le variazioni sembrano affatto saltuarie, nè si può scorgere tra esse alcuna legge od alcun regolare periodo. Resta ora ad esaminarsi se in mezzo a tanta varietà si possa riconoscere una tendenza ad un progressivo aumento o ad una progressiva diminuzione. A questo fine osserveremo che nell'ipotesi che la variazione progressiva sia nulla, il valor probabile della quantità di pioggia d'un anno qualunque preso ad arbitrio sarebbe il medio aritmetico di tutte le quantità osservate, il quale risulta di pollici 35, linee 7,43; e la differenza fra questa quantità media e quella realmente osservata sarebbe il valore della variazione in più od in meno proveniente da cause accidentali.

Fatta la somma dei quadrati delle suddette differenze, si avrà la misura o l'indizio del grado di probabilità dell'assunta ipotesi.

Se poi s'adotta la supposizione che la quantità di pioggia sia soggetta ad un aumento annuo, che chiameremo b, per determinare quest'aumento converrà formare altrettante equazioni della forma a+bn=p, in cui a è una quantità costante, n il numero degli anni contati da un' epoca determinata, che qui stabiliremo all'anno 1800, e p la corrispondente quantità di pioggia osservata. Avremo dunque successivamente

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Le equazioni da risolversi essendo in molto maggior numero delle incognite gioverà far uso del metodo de' minimi quadrati. Ora osservando che la somma della serie aritmetica

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363534...+ 28 è uguale

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8 × 65
2

260, e la somma della serie dei quadrati (— 36 )2 + ( — 35)' ... +(28)' è rappresentata da

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36 +351× 64-69 × 63 × 32 + 64 × 62 × 21 23920, dopo aver convertiti per comodo del calcolo i pollici in linee, si troveranno le due sole equazioni

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cosicchè l'aumento annuo della pioggia risulterebbe di poco meno d'una linea.

Per riconoscere qual grado di probabilità debba attribuirsi a questa seconda ipotesi, si calcolino le quantità p corrispondenti a ciascun anno colla formula

p = 431,25 + n × 0,954,

si paragonino colle quantità osservate, e si notino le differenze che

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