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persone all'incirca, ivi ricoverate ad isfuggire il pericolo dell'Insurrezione di Milano, avvenuta dal giorno 18 al 23 Marzo 1848; la Città veniva sgombrata nella notte del 22 al 23 da tutta l'Armata Austriaca.

Il Personale Sanitario tedesco d' allora nello Spedale Militare di Sant'Ambrogio lo rinvenni così composto:

Dott. Schlink Giovanni, Medico di Reggimento, Direttore Sanitario della Guarnigione di Milano;

Dott. Wurzian Giuseppe, Medico di Reggimento, Direttore dell' Ospedale Militare;

Dott. Severi Giacomo; Medico di Battaglione, Capo-Sala;
Dott. Komarek Giuseppe, Medico di Battaglione, Capo-Sala;
Dott. Maluschka Carlo, Medico di Battaglione, Capo-Sala;
Dott. Porta Tomaso, Sotto-Medico, Assistente;
Ruschka Giuseppe, Patrono in Chirurgia, Assistente;
Ibisitz Ferdinando, Patrono in Chirurgia, Assistente;
Wolfram Alessio, Patrono in Chirurgia, Assistente;
Wild Vincislao, Patrono in Chirurgia, Assistente;
Faschinsky Leopoldo, Patrono in Chirurgia, Assistente;
Calastri Francesco, Flebotomo, Assistente;

Dott. Frignoca Felice, Praticante;

Dott. Tibaldi Lorenzo, Praticante;

Dott. Cassola Federico, Praticante;
Pitner Ernesto, Farmacista;
Pauer Francesco, Farmacista;
Rathausky Giacomo, Farmacista;

Bartosch Francesco, Farmacista;

Tiretta Giovanni Tenente, Incaricato della Direzione Disciplinare-Economica ;

Bobrowsky Andrea, Cappellano della Guarnigione di Milano e dell' Ospedale Militare.

Essend'io stato pregato e nominato poscia nel susseguente giorno 23 Marzo dai Comitati Cittadini di Difesa pubblica e di Sanità, ho assunte le funzioni di Direttore provvisorio dello Spedale Militare di Sant'Ambrogio, all' unico scopo di ajutare com'è mio ufficio l'uomo addolorato. Seguendo l'impulso della mia coscienziosa convinzione, coi debiti riguardi sociali, con civile coraggio franco e leale, diedi mano attiva giorno e notte alla diligente sopravveglianza nelle Infermeric, Farmacia, Cucina, ecc., all'esatto ordinamento del nuovo Servizio Personale-Sanitario, da me formato con Dottori di Medicina e Chirurgia italiani che parlavano anche il tedesco, rispettandone il precedente ed incoraggiandolo ad assistere gl' infermi e feriti di comune accordo,

per conoscerne la pregressa storia deʼmorbi; ed ho dovuto persino attivare la Guardia Nazionale necessaria alla custodia permanente dello stesso Spedale Militare.

Nel mattino del giorno 25 Marzo 1848, il Servizio Sanitario dello Spedale Militare di S. Ambrogio in Milano era tuttavia distribuito in quattro principali Divisioni Medico-Chirurgiche, aventi N.o 544 Malati compresii Convalescenti, registrati dall'Economo-Disciplinare : Divisione I. Malati a Letto N.o 43. in Piedi N.o 149. Divisione II. Malati a Letto N.o 34. in Piedi N.o 86. Divisione III. Malati a Letto N.o 40. in Piedi N.o 92. Divisione IV. Malati a Letto N.o 53. in Piedi N.o 47.

Totale a Letto N.o 170. Totale in Piedi N.o 374.

Totale Generale N.o 544.

Cosi operai secondo le esigenze urbane e cavalleresche della professione salutare, e secondo le necessità del mutato Regime di fatto, con reciproca soddisfazione pel bene pubblico; ma dopo brevi giorni venni surrogato da uno di quelli che forte desideravano quel mio posto di Direttore, cedendo e ritirandomi io tranquillamente senza veruna ricompensa; contento d'aver potuto anco per pochi istanti servire da Medico-Filosofo caritatevolmente ed onoratamente all'Umanità ed alla mia Patria, in una memoranda epoca di tanto periglio.

Allri Stabilimenti Sanitari privati e pubblici in Milano

e nella Lombardia.

Milano ha attivata altresì, a pagamento, una CASA Di Salute, sullo Stradone di Sant' Angelo, dove curansi infermi di tutte le malattie comuni; sonvi pure uno Stabilimento Dufour pei pazzi a S. Vittore grande in Porta Vercellina, un altro pei pazzi detto Senavretta in Porta Tosa, ch'è il più antico, un altro simile a S. Celso, ed un quarto a S. Vincenzo in Prato.

Nei casi poi d'urgenza straordinaria pel servizio pubblico, Milano fa erigere in altre Case o Chiese i necessari Spedali provvisori, come ha operato nell'Epidemia della Febbre Petecchiale del 1817, nell'Epidemia di Vajuolo del 1829-1830, e nelle Epidemie del Choleramorbus asiatico del 1836 e 1849, quali sono: fuori di città la Simonella, e dentro le mura della città la Chiesa di Sant'Angelo, i locali della Foppa, di S. Spirito, del Gallo, di S. Barnaba, de' Cappuccini in Porta Vercellina, la Chiesa di Santa Marta, il Palazzo delle Scuole Elementari nella Contrada di Bassano Porrone, ecc., есс.

È inutile ricordare infine che il Luogo Pio Trivulzi de' Vecchi, gli Orfanotrofi, i Seminarj, i Collegi, le Carceri, ecc., hanno le loro proprie infermerie nei rispettivi locali o palazzi.

In generale gli Spedali di Milano, e tutti quelli della Lombardia, sono tenuti coll' ordine stesso delle Cliniche Mediche e Chirugiche dell' Università di Pavia. A capo d' ogni letto sta scritto sopra una tavola nera di legno a grandi caratteri il nome della malattia, e sopra una scheda di carta, appesa di fianco al letto dell'infermo, v'è scritto il suo nome, cognome, età, patria, professione, principio del male, stato giornaliero del malato, prescrizioni di medicine, di operazioni chirurgiche, di vitto, ecc., insomma la Storia del morbo ed i relativi sussidj, giorno per giorno, mattina e sera.

Quella diligenza che più o meno ammirasi negli Spedali delle primarie città lombarde Milano, Pavia, Como, Bergamo, Brescia, Lodi, Crema, Cremona, Mantova, ecc., trovasi anche negli Spedali delle città minori e dei paesi del Contado, i quali tutti, quantunque piccoli, cioè in ragione del novero degli abitanti di que' Comuni, veggonsi assai bene ordinati e mantenuti.

Ecco l'Elenco delle Città e dei Villaggi nelle nove Provincie componenti l'attuale Lombardia in cui stanno gli Spedali Civili, tanto pei maschi quanto per le femmine :

Prospetto delle Città e dei Paesi dove esistono Spedali Civili in Lombardia, oltre agli Spedali Militari posti nei Capiluoghi.

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PROSPETTO RIASSUNTIVO delle Quantità Medie Annuali dei Malati, Esposti, Pazzi e Puerpere, accolti negli Spedali Civili ed Ospizj della Lombardia, coi relativi loro Dispendi e Soccorsi somministrati ai Domicili, per approssimazione negli Anni 1848-1849.

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NB. Nelle Città e Provincie di Sondrio, di Pavia, di Lodi, ecc., ossia dove mancano gli Ospizj ora per gli Esposti, ora pei Pazzi, ora per le Puerpere, ecc., tutti questi miseri vanno ad essere ricoverati nei relativi Ospizj delle vicine Provincie di Bergamo, Como, Milano, ecc. Oltre poi alla sunnotata Quantità Media di N.o 103060 qual Totale annuo di Malati, Esposti, Pazzi e Puerpere, ecc., stati ricoverati negli Spedali ed Ospizj, debbonsi aggiungere per lo meno circa altri N. 60 mila Malati, stati assistiti ne'civici loro domicili a carico dei Luoghi Pii e delle loro Residenze, 1stituti di Santa Corona, ecc., che esistono in quasi tutte le Città Lombarde; senza tener calcolo delle migliaja di beneficati dalle Condotte Foresi MedicoChirurgiche, stabilite presso i Comuni della Lombardia, particolarmente per l'assistenza dei Poveri infermi che vogliono farsi curare nella rispettive loro abitazioni di Campagna.

Queste Condotte Foresi Medico-Chirurgiche ed Ostetriche, davano per la Lombardia nell'anno 1846 impiegati con stipendio dai Comuni N.° 1116 Medici e Chirurgi sul loro totale di Esercenti N.° 2314, e N.° 1191 Levatrici sul loro totale di Esercenti N.° 1781, cioè la metà circa della totalità degli Esercenti suddetti nelle Provincie Lombarde; aggiungasi che un quarto poi dell' altra metà dei medici e chirurgi trovavasi impiegato presso i Luoghi Pii, onde assistere gratuitamente i poveri.

La Spesa per le suddette Condotte Medico-Chirurgiche a carico particolarmente dei Comuni della Campagna, escluse le spese dei Luoghi Pii, ascende alla somma d'un milione e mezzo di lire austriache per ogni anno ed anche di più.

Finalmente a compiere il servizio sanitario nelle Provincie Lombarde, sopra N.° 1100 Farmacisti all'incirca approvati dalle Università, ve ne hanno N.° 800 con Farmacie aperte pei bisogni di giorno e di notte ad uso del Pubblico.

CAPO XIII.

Della Beneficenza in generale nella Lombardia.

La quantità delle Pie Istituzioni Sanitarie già qui accennate, e trattate appositamente, bastano a fornirci un'idea esatta di quanto venne negli scorsi secoli incoato ed operato per la misera Umanità da' nostri maggiori.

E grande tuttavia mantenevasi la Carità, particolarmente lombarda, a confronto d'altri paesi ed in ragione di popolazione, anche nel primo decennio di questo secolo XIX, come è dimostrato dal seguente interessantissimo documento, ch'io tengo in originale Manoscritto, sulla Beneficenza Pubblica del 1812, Rapporto fatto allora in Milano dal signor Vaccari, Ministro dell' Interno del Regno d'Italia; eccolo:

-« L'Amministrazione de'Pii Stabilimenti ha sul benessere della Società quella influenza conservatrice che salva il povero dalle disgrazie passaggere dell' umana vita, per restituirlo alle arti utili, alla famiglia e alla patria. Essa ha tanto rapporto coll'ordine della Pubblica Amministrazione, quanto ne dee avere la cura di ogni buon Governo perchè fra un popolo colto ricco ed industrioso non perisca miseramente il Cittadino incapace per età o per malattia di provvedere alla propria sussistenza. Ma l'Autorità incaricata di proteggere le Pie Istitazioni, non può far uso di quella energia di provvedimenti che assicura il fermo andamento degli altri rami di buon governo. Fin dove giungono il consiglio, l'insinuazione, l'esempio, debbono risparmiarsi il comando, la minaccia e la censura. In tal modo un peso che sarebbe fra i più gravi dello Stato, si sostiene dalla pietà dei privati: ed è cosa ben soddisfacente pel Governo Italiano lo scorgere come ogni anno si aumenti il patrimonio de' poveri, per largizioni spontanee che sarebbero cessate al momento in cui il Governo avesse confusa quest' Amministrazione con quella dello Stato. Gli acquisti fatti dalla pubblica Beneficenza nell'anno 1812 per donazioni, legati o eredità, si calcolano del valore di Italiane Lire 869,276. 409, delle quali dedotte le somme che furono distratte pei bisogni di corrente amministrazione, rimasero ancora per aumento del Patrimonio Italiane Lire 612,872. 088. Il numero degli individui che sono stati mantenuti negli Ospizj civili durante il passato anno si calcola ad oltre trentacinque mila, cioè dieci mila malati e incurabili, sette in ottocento pazzi, dieciotto mila esposti, cinque mila e dugento orfani, mille e cento fra vecchi e inabili al lavoro. La Rendita che fu impiegata al ricovero, mantenimento e cura di quest' infelici, aggiungendovi le somme state distri

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