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IV, 8), ma il loro grado si para innanzi in ordine inverso di quello delle tribù patrizie; il comune de' Luceri è divenuto il primo, quello dei Ränneti il dubbio non è per bizzarria del caso. bizzarria del caso.

terzo, e senza L'esquilina ap

Lucero, e non

parteneva probabilmente al territorio di pertanto il suo stabilimento è presentato come veramente plebeo sia che abbia avuto luogo dai latini e dagli ernici al tempo di Tullo, sia che proceda da Servio, ma ell' era nell'interno del suo Pomerio, e per conseguenza si trovava compresa nelle cerimonie patrizie e partecipava agli onori più lievi delle altre tre tribune urbane. Nello stesso modo che il numero sette appare mai sempre nelle di visioni locali della città, lo si ritrova del pari nell' interno del Pomerio di Servio; vi sono tre cantoni presi in doppio una volta pel populus, una per la plebs ed il settimo misto in quanto che chiudeva altresì il patricius

vicus.

(187)

Il passo che si legge in Dionigi IV, 15 è talmente travvisato che sarebbe duopo trascriverlo nella sua giusta lezione.

(188)

Varrone de vita populi romani estratto di Nonio Marcello. Viritim. Extra urbem in regiones XXVI agros Viritim liberis attribuit.

(189)

Pausaniam. Eliach. I, 156. Queste tribù o fili locali dell' Elide sono un esempio del modo con cui fu trasformata in comune la campagna, e come i cittadini e il comune insieme formavano un popolo. Nella guerra de' Peloponesi la città d'Elide era sovrana, la campagna soggetta. Ed è notabile il vedere come in progresso è nei tempi d' estre

ma miseria degli oligarchi insensati cercarono di trarre dalle mani dei nuovi campagnuoli i diritti che gli erano stati accordati,

(190)

Quelli che perdettero anche la proprietà saranno stati accolti in altre tribù, se pure si sono stanziati in Roma; quelli all' incontro che rimasero addetti alla gleba divennero stranieri a Roma, e clienti dei signori terrieri. Così gli Irlandesi sono diventati affittaiuoli della

loro predecessori,

:

(191)

proprietà dei

Non sarà una cura inutile il determinare quali sono che si conservarono delle tribù primitive. Le quattro urbane erano, secondo il rango, la Suburana, l' Esquilina, la Collina, la Palatina le tribù rurali, erano l'Emilia, la Camilla, la Cluenzia, la Cornelia, la Fabia, la Gale ria, l'Orazia, la Lemonia, la Mennenia, la Papiria, la Pupinia, la Romilia, la Sergia, la Voltinia, la Vetturia, a cui si aggiunse per sedicesima la Claudia; non già che in origine non ve ne avesse una di questo nome, ma conviene che io preoccupi il lettore sulla congettura ch'ella ha sottentrato ad una tribù Tarquinia abbolita come la gens. La Crustumina è più antica senza dubbio che tutte quelle costituite dopo 259; ma siccome ella è singolare fra tutte le tribù rurali di questo catalogo per un nome di città e per la sua desinenza, fu probabilmente la ventunésima organizzata dopo la guerra del Lazio, e la prima d' una novella serie che cominciò a tener luogo delle tribù perdute. Pollia è senza dubbio la medesima che Poblilia che è una delle tribù recenti; così mollia, et mobilia sono la medesima cosa oscilla ex alta suspendunt mollia pinu: pilentis matres in mollibus ). Se

questi due nomi non si applicassero alla medesima tribi se ne avrebbero 36 invece di 35. La parola vejentina non è che una falsa lezione allontanata al presente dai buoni manoscritti dal discorso pronunciato da Plancio; convien leggere ufentina, XVI, 38.

(192).

T. Liv. III, 51. Decem numero tribunos militares (questo è un errore fortuito) creant in avențino... icilius... eundem numerum ab suis creandum curat. . . . viginti tribunis militum negotium dederunt, ut ex suo numero duos crearent.

Dionigi IV, 14.

(193)

(194)

Tale è clausus in Virgilio Eneide VIII, 107. Quivi è detto di clausus: Claudia nunc a quo diffunditur, et tribus et gens per latium. Non è lo stipite piuttosto dell'uno che dell' altro tanto Virgilio si mostra colto anche in questo luogo. Si fanno passare per invenzioni arbitrarie per non dire cattive molte cose che nel genere dei poeti d'Alessandria ha raccolte sopra alcuni paesi che non furono per anco esplorati. Quando egli ripone tra i Trojani d' Enea gli Eponimi o Patroni delle tribù Sergia e Cluenzia, ricordando un' antica opinione che potrebbe essere stata deposta pur dianzi in Nevio, il lettore moderno s' immagina che Virgilio abbia voluto bassamente fare una cortesia a dei grandi signori chiamati Sergio e Cluenzio, quando fra i possenti del suo tempo non ve ne aveano di questo nome.

(195)

Plebitas è una parola citata da Nonio dietro Cassio Emina.

(196)

Dionisio parla di un assegno fatto in due volte sotto Servio; prima al principio del suo regno, poi dopo le conquiste della guerra d' Etruria che prolunga a 20 anni. T. Liv. che non si sentiva tormentato dal bisogno di riempire in forma d' annali questo lungo spazio di 44 anni spedisce la guerra etrusca in poche parole prima di parlare della creazione delle centurie. Poscia si accosta all' unico assegnamento di terre che egli conosca.

(197)

T. Liv. IV, 51. A plebe consensu populi consulibus negotium mandatur II, 56: non populi sed plebis magistratum esse ciò vuol dire che il tribuno non avea ordini da dare ai patrizi; perchè è appunto di ciò che si fa parola.

(198)

T. Liv. XXV, 12. Praetor. . .is qui populo plebique jus dabit summum.

Lelio Felice in A. Gellio.

(199)

(200)

T. Liv. I, 36. Ut... concilia populi exercitus vocati, summa rerum, ubi aves non admisissent dirimerentur.

(201)

Idem II, 7. Vocato in concilium populo.

(202)

Idem III, 71. Concilio populi a magistratibus dato.`

(203)

Tit. Liv. VI, 20. In campo Martio cum centuriatim populus citaretur.... apparuit... nunquam fore.... crimini locum. Ita in petelinum lacum... concilium populi indictum est. La vera narrazione si è manifestamente che i Duumviri l'accusarono.

(204)

L'una e l'altra erano poste nella medesima pianura (quanto rostra foro et commitio superiora sunt. Fronto ad Antoninum Aug. I, 2.), Formavano una cosa che nell' uso del discorso si chiamava forum; è in questo senso più esteso che si dice che il forum era circondato da portici. Il forum plebeo aveva un lastrico di Travertino ; ik commizio è la regione dove gli scavi del diciottesimo secolo, scopersero un selciato a lastre gialle questi due fori erano divisi dalle antiche tribune (rostra): era un suggestum molto lungo verso cui salivano dei gradi alle due estremità e che si stendeva dal tempio di Castore alla curia Ostilia facendo un angolo dritto con la facciata ed i gradini di cotesta curia. Fino a C. Gracco, i tribuni, per arringare, stavano volti verso il commizio; egli invece vi diede le reni e parlò guardando al foro,

(205)

Siffatte distinzioni sparvero quando i patrizi si perdettero nella nazione come goccie d'acqua nel mare.

(206)

Quod felix, faustum, fortunatum, salutareque sit populo romano quiritibus (e non quiritium). Festus, s. v. dicit mos erat; quae deprecatus sum...

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res populo plebique romanae bene atque feliciter eveniret. Cicer. pro Murena.

(207)

Importa che io aggiunga ancora una chiosa a questa indagine. Stringendosi a rifrustare T. Livio si trova una gran turba di passi dove nomina la plebs col nome di populus; ma questi esempi non montano a nulla quando si scevri la vecchia lingua ch' egli tolse a prestanza dagli annali che l'usavano ancora dalle mobili espressioni che

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