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gazione molto più semplicemente, che nel passo scopo delle nostre ricerche, quando se non altro la vecchia tradizione gl'avesse rammentato, che i Carpentieri pel rango appartenevano agl' uni, per la natura agl' altri. Questa è una prova di più che non vi potea essere che una Centuria di Carpentieri, nello stesso modo che ognuna delle sei aveva un carattere particolare.

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(255)

Cicerone de re publ. II, 22 ne insegna che locuples et assiduus erano sinonimi. Assiduo vindex, assiduus esto, proletario quoi quis volet vindex esto. Aul. Gel. XVI, 10. (256)

L'etimologia della parola assidui, per designar la casta opposta (ab asse dando) è manifestamente giusta.

(257)

Affine di rappresentare un freehold.

(258)

Se nel rammentarsi l'ortografia del genitivo tulli non si volesse intendere nella parola mancipi che è il genitivo di mancipium proprietà e se ciò si rendesse ancor più chiaro col favore dell'ortografia, noi saremmo disciolti d'un enigma inutile.

T. Liv. XXIX, 15.

(259)

(260)

Per la quinta classe tennero dietro a ben altri par

ticolari.

(261)

I denari delle colonie latine sono in generale più recenti dei più antichi di Roma.

(262)

Plinio Stor. Nat. XXXIII, 13.

(263)

Ekhel, Doctr. num. ved. V, pag. 14. I pezzi di un lungo quadrato segnati di un bue sono pure di questa classe.

(264)

Cicer. de re publ. II, 35. Conf. A. Gellio XI, 1.

(265)

Come appalesano le analisi di Klaproth.

(266)

Strabone IV, 202.

(267)

Odiss. 184. Il dotto che fece conoscere con una gentile analisi la prima edizione di quest' opera in Inghilterra (Arnold) svegliò il mio pensiero sopra un' idea di Werner (che per verità un alemanno non dovrebbe conoscere col soccorso d' uno straniero), cioè che il rame il quale più di spesso che gli altri metalli s'incontra in pure masse, sarà, per questo appunto stato lavorato pel primo. A conforto di questa opinione per cui Arnold mi ha assentita la sua, fa notare per soprappiù secondo Erodoto che i Messageti avevano bensi del bronzo ma non del ferro.

(268)

Varr. de 1. 1. IV, 56.

(269)

T. Liv. IV, 60.

(270)

2, 100, 000

((271)

Le impronte degli assi e le loro suddivisioni meritano di essere considerate dalla storia dell' arte a proporzione della diminuzione del peso giacchè riproducono i disegni degli artisti per una serie di 200 e più anni. I più re

centi hanno potuto conservare degli antichi tipi e si vede nei più antichi ciò che l'arte era già capace di fare.

(272)

A. Gellio XI, 1. Demetrio di Falera in Plutarco Solone.

(273)

Plinio XVIII, 4. Se ciò ebbe luogo nella prima guerra punica si può inferire che in questi tempi l'Italia era solita di portar fuori dei grani e che ella era gravata dal peso della sua abbondanza per l' arenamento del commercio. · (274)

Polibio II, 15. Porta il medinno di Sicilia a quattro oboli o 23 di dramma; il denaro era di già fissato a 16 assi. Borghesi provò a meraviglia che l'ultima diminuzione dell' asse non ebbe luogo che al tempo di Silla.

(275)

Cicer. in Verre III, 75.

(276)

Così lo stato paga un debito fittile mentre era soverchio il sistema di una rendita continuata.senza riduzione tanto per alimentare un popolo di proprietari oziosi e stupidi e di mendicanti; quanto per giungere presto ad un fallimento già differito di troppo.

(277)

Dal 1740 al 1750, i grani in Inghilterra non valsero che circa 35 del prezzo a cui si vendevano 60 anni prima. In Francia in queste due epoche si può dire lo stesso del valore nominale perchè il sistema monetario era stato cangiato nella proporzione di 13 a 20. Se nei due paesi la proprietà fondiaria fosse stata generalmente gravata da ipoteche, migliaia di proprietari ed anche di creditori avrebbero conservato la lor fortuna in Francia dove in Inghilterra non avrebbero potuto scansare la loro rovina.

(278)

Mi sarà lecito di dire con confidenza che questo, inter‐ venne dopo la ritirata sul Giannicolo e per conseguenza

circa 30 anni.

(279)

Un passo memorabile di Zenofonte (de vectigalibus III, 2) mostra che il commercio del denaro e le speculazioni sulle specie non crano estranei all' antichità. Le dramme attiche sono di fino argento, e Zenofonte sapeva pur troppo che chi batte delle buone monete fa una cosa utilę per se.

(280)

Ciò che prova che la nostra opinione sulla circolazione simultanea dei pezzi più differenti non è una semplice possibilità, si è che se ne scoprono di frequente appunta di molto differenti.

(281)

IV, 15.

(282)

Idem IV, 14.

(283)

Varrone de ll. IV, 36. T. Livio I, 43. Porge la cosa in un senso a ritroso, tribus appellatae a tributo. L'imposta era levata dalle tribù (Dionisio IV, 14): dai tribuni aerarii Varrone.

(284)

Oltre queste due imposte, il censo comprendeva parecchie di quelle che in Inghilterra si chiamano assesseed taxes se non che diferivano nella forma. Conviene che vi fosse almeno per quello che concerne la proprietà fondiaria, un Catastro diviso per regioni e corrispondente al di modo che un pezzo di terra conceduto a un La

censo,

tino o ad un Cerite non domiciliato a Roma non potesse sottrarsi all' imposta, quantunque il proprietario non vi fose personalmente astretto.

(285)

La povertà e la debolezza di Roma sino alla legge licinia sono un memorabile esempio degli infortunati effetti del sistema che costituisce la principale rendita dello stato sull'imposta fondiaria, e soprattutto di quello che non è sostenuto che da una sola classe la quale si trova altresì nei medesimi rapporti verso i privilegiati, come il coltivatore di un paese molto aggravato d'imposte verso il paese di uno stato in cui le gravezze sono più lievi.

(286)

Festo. Tributorum collationem. Il tributum in capite come nominato pel primo non era probabilmente senza importanza. Quando per rendere gli ultimi uffici a un magistrato supremo, una risoluzione generale dei plebei leva un quadrans od un sextans per testa, eppure senza dubbio una collatio in capita. T. Liv. II, 33; ma di un' altra natura ed i proletari hanno l'onore di contribuirli per poco che possano dare.

(287)

IV, 27. In questa occasione dirò che invece di distri buebat, si avrebbe a leggere aes tribuebat.

(288)

Catone in A. Gellio VII, 10.

(289)

Labeone diede questa spiegazione perchè la parola aveva già cambiato di significato. Estratto di Javolenus 1. 242. Dc. de verbor. signific., viduam esse non solum eam quae aliquando nupta fuisset, sed eam quoque mulierem quae virum non habuisset. Modestinus dice, 1. 101,

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