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(424)

Gaudent praenomine molles auriculae.

La vec

chia lingua piace per la sua amorevole ingenuità. Sotto gli imperatori il pronome fu espulso dal soprannome; prima trascurato, poi affatto dimentico.

(425)

De ll. VI, 5. ed. bip. Quod puerilis res turpicula in collo suspenditur . .... Scoevola appellata, (sul manoscritto di Firenze).

(426)

De agro vejentibus restituendo impetratum. Si possono leggere queste giunterie senza indignazione?

(427)

Sede Jovis Opt. Max. quam non Porsena dedita urbe neque Galli capta, temerare potuissent. Ist. III, 72, Parola per parola, il senso di Tacito sarebbe che Porsena non aveva potuto violare il tempio di Giove; che per conseguenza non era padrone del Campidoglio; ma probabilmente non riferiva potuissent che ai Galli.

(428)

Nella formola di dedizione recata da T. Liv. I, 28 il re diede agli ambasciatori ; estne populus Collatinus in sua potestate? ... est.... deditisne vos populumque Collatinum, urbem, agros, aquam, terminos, delubra, utensilia, divina humanaque omnia; in meam populique Romani ditionem ? ... dedimus. at ego recipio,

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Plinio Stor. Nat. XXXIV, 39. In foedere quod expulsis regibus populo romano dedit Porsenna, nominatim comprehensum invenimus ne ferro nisi in agri cul

turam uterentur. Beaufort citò pel primo questo passo l'altro di Tacito che è di tanto rilievo, e bastano appunto pel solo scopo puramente negativo. L'esame critico. di questa guerra è ciò che vi ha di meglio in questa notabile operetta.

(431)

Arma ademta, obsidesque imperati: così si espri merebbe il racconto se si discorresse d'una città che si fosse sottoposta ai Romani. Dionisio s' accosta ad una confessione in un discorso messo in bocca di M. Valerio. Pare che vi si parli piuttosto d' una requisizione militare che d'altro ; ma quivi appunto la verità è più velata che non pare. (433)

Dionisio V, 34. e frammenti di Dione Cassio IV negli aneddoti di Bekker. Fin le parole dimostrano che Dione aveva sotto gli occhi il testo di Dionisio. In T. Liv. sono i Romani che onorano Clelia con questi presenti.

(434)

Plinio XXXIV, 13. Dionisio e Plutarco mescolarono al l'ingrosso questi due racconti. Vedi Dionisio V, 33, e Plutarco Publicola 19.

(435)

Per questo vi si trova il tempio di Diana : la resistenza di Turno Erdonio a Tarquinio è un indizio delle pretese e della posizione politica della sua città. In Dionisio V, 61. Si vedono pure gli abitanti di Aricia far risolvere i latini alla guerra contro Roma.

(436)

Non vi ha dubbio che la tradizione non fosse più ricca in racconti individuali sui tratti cavallereschi che segnalarono la guerra di Porsena. Cotesto è senza dubbio antichissimo: v'era armistizio e si celebravano giuochi: i capi

Etruschi vennero a Roma e furono coronati come vincitori.

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(438)

Forse Timeo ma più probabilmente delle cronache di Napoli dove i fuggiaschi ebbero accoglienza; è pur così certo che vi recarono delle tradizioni come poco probabile che salvarono dei documenti. Se Erodoto si ingannò di to Olimpiadi sulla legislazione di Solone, che sarà d' un'indicazione come questa? La menzione dei Campani accenna un'origine affatto recente. De virtutibis mulier 261. Stando a questa versione sono i Romani a cui Aristodemo guida dei soccorsi.

(440)

I 300 ostaggi che sono messi a morte II, 16, sono quelli che sono liberati nel 259 II, 22.

(441)

Primus certe hic imperator nomine victae ab se gentis est nobilitatus: exemplo deinde hujus ec. T. Liv. XXX, 45.

(442)

Lungi da noi quest' insipido raffinamento.

(443)

Dionisio si turba contro Macro e Gellio che non avevano calcolato che Tarquinio foss' anche il nipote del primo re di questo nome doveva avere 90 anni. Nasconde egli a disegno che ambedue dettero l'esule per fil di Tarquinio Prisco, di modo che secondo le tavole sarebbe stato costituito nell'età di 120 anni? Egli stesso sostituisce T. Tarquinio a suo padre per voler salvare questo combattimento per la Storia.

(444)

Dionisio è solo a recar questo fatto ma è tanto più certo di vecchia sorgente che in progresso si vedono questi romani figurare come autori nella sua Storia. Vedi Glareano, e Silburgo sopra Dionisio VI, 12.

(445)

Come nella battaglia di Fabricio contro i Lucani Val. Maxim. VIII, 6.

(446)

Cicer. de nat. deor. III, 5.

(447)

De pubblico est elatus. T. Liv. II, 16.

(448)

Plutarco Publicola. Meno ricco che il latino sulle espressioni politiche, il greco non ha che la parola demos per popolo e per Comune; da ciò le male intelligenze,

(449)

Vedi Dionisio VI, 96. Questo passo troppo lungo per essere trascritto merita considerazione in ciò che risguarda la partizione di due ordini.

(450)

T. Liv. II, 16. His civitas data, agerque trans Anienem. Vetus Claudia tribus... appellata. Questa denominazione non procede d'altronde come l'opposta Claudia nova; mi pare così spostata che sostituirei volontieri... trans Anienem veterem. Claudia tribus, Non sarà inutile di notare per alcuni lettori, che l' Anio vetus era il canale cominciato da Curio per condurre a Roma l' acqua del Teverone. Ora se dietro la lezione di Lapo e di Gelenio, (Dionis. V, 40) la regione della tribù claudia si trovava fra Fidena e Ficulea era per metà di qua dall' Anio (verso Roma), ma affatto al di là del canale.

Nè cancella la mia congettura il non aver scritto Svetonio che trans Anienem (in Tiberio ).

(451)

Panvini ha già fatto questa congettura, quantunque non abbia pensato altro se non che dopo Servio non si oltrepassavano le 20 tribù.

(452)

Dionisio V, 49. Più le condizioni della paće quivi re cate hanno una sembianza apocrifa, specialmente la cessione dei 10,000 arpenti di oliveti mene obbiezioni fornisce contro la mia ipotesi il silenzio di quest' autore. S'inventarono le condizioni come le battaglie perchè non s'era conservato che il gretto cenno d' un trattato di pace.

(453) •

Vedi più sopra. Regillo era al sud dell' Ahio in mezzo delle città romane; non era lo stesso della regione claudia.

(454)

I Giuli avevano consacrato il loro altare del Teatro di Boville legge Albana ciò che ci fa pensare che vi avesse qualche cosa di più che una tradizione orale.

Dionisio V, 74.

(455)

(456)

Fram. orig. II, in Prisciano IV, 629.

(457)

Zonara II, pag. 21.

(458)

Creato Dictatore... Magnus plebem metus incessit. T.

Liv. II, 18.

(459)

Postquam provocatio ab eo Magistratu ad populum data est quae antea non erat. Festus s. v.

optima lex.

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