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Storia Etrusca di Claudio, di cui forse la Storia primitiva di Roma non ha più grave perdita da compiangere.

Corsero molt' anni prima che a tutto il bel paese si applicasse il nome d' Italia. Italia, Enotria, Ausonia, o Opica, Japigia, ed Umbrica sono appellazioni nate dai greci nomi dei popoli che possedevano le piagge delle regioni, in quella guisa denominate, quando i Greci vi presero stanza. Italia originariamente chiamossi quella breve penisola terminata dall' Istmo largo venti miglia che sta tra i Golfi Scilletico e Napetico. Alcuni applicarono quel nome anche alle terre degli Enotri che tenevano la spiaggia sino a Posidonia; anzi Timeo l' estese ad abbracciare le Sirenuse Cuma e Circei.

La Tirrenia e l' Umbrica sono mentovate a parte. Pare però che Alceo comprendesse tutta la penisola in un suo Epigramma (557) sotto il nome di vasta Italia, e che Polibio l'estendesse sino all' Alpi.

Italia pare che non volesse dire che terra degli Itali. I Greci chiamavano tutta la penisola Esperia, o Ausonia, i nazionali Saturnia. Col nome d' Esperia Magna vollero significare tutto l'Occidente; e quello d' Ausonia, che fu dapprima proprio di un sol distretto, si estese poi soltanto al paese che giace tra gli Appennini e il mar inferiore.

Gli Enotri e i Pelasghi. Il Micali rigetta la favola di Ferecide che Enotro conducesse gli Arcadi nell' estrema parte d'Italia. Il Niebuhr vi aderisce rilevando che quella genealogia chiama Pelasghi gli Enotri; si fa quindi a credere che gli Enotri fossero Pelasghi senza appoggiarsi ad altro fatto.

Furono i Pelasghi una nazione diversa dagli Eleni ed ebbero lingua loro particolare e non greca, sebbene a questa affine. Nazione potente nè men dei Celti diffusa. Gli

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Arcadi gli antichissimi Argivi, e gli Ilii, la Tessaglia, l'Epiro, la Macedonia; Lenno, Imbro, e la Samotracia; Lesbo, Chio; l'Eolide, l' Ellesponto infino a Cissico, Troja, i Teucri, i Dardanidi furono Pelasghi. Pelasga fu tutta l'Enotria popolazione dell' Italia meridionale. E Cere sotto il nome d'Agilla, e Tarquinia sono città pelasgiche, quali appunto nel mar superiore, Ravenna, Adria e Spina; città che poi si vollero fondate dai Greci, quando Epiroti, Enotrii, e Siculi, divenuti come un sol popolo in un coi Greci d'Italia, invalse l'uso di comprendere anche i Greci sotto il nome di Pelasghi. Anche movendo dalla Liguria e incominciando dall' Arno venivano stabilimenti di Pelasghi o Siculi; tanto che Pisa sarebbe stata fondata dai Pelasghi. Il nome di Tirrenia, al dire di Dionigi, fu dai Greci dato a tutta l'Italia Occidentale; ai Latini, agli Umbri, agli Ausoni, e più specialmente agli Etruschi. Errore nato forse perchè al principio della guerra Peloponesiaca era costume di chiamar Tirreni, o Tirreni Pelasghi, quei Pelasghi che cacciati di Tessaglia dagli Elleni traversarono l'Adriatico, sbarcarono al fiume di Spina (alla bocca del Pò), si sparsero nella Tirrenia e vi si stanziarono, bastò perchè in questi Pelasghi si travedessero gli Etruschi. Ma ben dell' errore avvidesi Dionisio il quale opponeva niuna simiglianza di lingua, religione e leggi aver coi Pelasghi gli Etruschi, i quali erano gente indigena e primitiva. Che se ritengasi addesso avere i Pelasghi abitato la Tirrenia prima degli Etruschi, una nuova luce rischiarerà l'istoria delle contrade lungo la spiaggia del mar Tirreno; perchè dal Tevere ai confini dell' Enotria, scopronsi stabilimenti dei Tirreni e non degli Etruschi. Così Ardea e Faleria, e giù verso il Liri, Amincla, Ormia, e Sinuessa, non che Larissa, Ercolano, Pompeja, Marcina, e Capri, abitata dai Telleboi, si ravvisano Pelasghe.

Abbiamo infatti che i Tirreni del Tevere erano Siculi, vale a dire Pelasghi, dagli Aborigeni poi soggiogati od espulsi. Or questi profughi Siculi passarono nell' isola prima Sicania, e poi da loro denominata Sicilia.

Nè solo a Spina, ma vi è memoria che i Pelasghi avessero stanza eziandio lungo l' Adriatico dal Pò sino alAterno. E la tradizione serbò che il Piceno fu già dei Pelasghi. Infatti gli stessi Romani Scrittori dicono che in un coi Siculi abitassero il Piceno i Liburni, i quali distinti dagli Ilirii ebbero sede eziandio nella costa orientale dell' Adriatico. Anche i veneti che poterono essere Liburni ripongonsi dal nostro autore fra i Pelasghi; vede ancora nelle tre isole di Sicilia, Corsica, e Sardegna, ed anche nei Liguri per l'affinità del nome coi Liburni. Il Micali pensa invece che il nome di Liguri esprima qualche particolarità di carattere e di costumi di ignoto concetto. Quanto poi alla congettura di una possibile affinità dei Liguri, coi Veneti e i Liburni, perchè i Liguri chiamavano Siginni i Mercanti e questi Siginni erano il solo popolo che in un coi Veneti, e i Liburni abitasse sulle sponde dell' Istro. Si potrebbe far notare al Niebuhr che le suddette parole sono un' interpollazione di qualche grammatico. Quanta ragione aveva di dire di voler evitare gli scogli delle Sirene. Ma nessuna ragione avrebbe potuto persuadere al nostro autore che gli italiani Pelasghi non siano i primitivi e naturali della penisola, se non dal principio dell'uman genere, dal momento almeno che incominciano le tradizioni e l'istoria.

Gli Enotri adunque, che pel Niebuhr sono di razza pelasga, abitarono il paese dei Bruzzi e la Lucania siņo a Posidonia, Distinguevansi in Italieti e Coni: suddistingueyansi i primi in Siceni e Morgeti liberi prima e vinti

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dai Sibariti verso la metà del II secolo di Roma e poi ridotti in servitù quando regnarono gli Italiotti. D'allora I' Enotria cangiossi nella Magna Grecia; ed i Romani, recandovi le loro armi, non vi conobbero se non i Lucani, i Bruzzi, ed i Greci; perchè il nome degli Enotri sapevasi appena dai dotti e sol vivea negli scritti degli Italiotti.

Gli Etruschi. Credonsi dal Micali primitivi dell' attuale Toscana d' onde poi mossero per acquistare vari paesi al di là degli Apennini e nell' Italia inferiore. Che il nome nazionale degli Etruschi fosse poi quello di Raseni e il paese si chiamasse Etruria, e il popolo Tusci (Tuscia Toscana Toscani sono cose note). Gli Etruschi, secondo il Niebuhr, tennero l' Etruria propriamente detta il paese intorno al Pò ed altre loro rimote Colonie. 1 Reti e forse anche gli Euganei erano di Toscana stirpe; e la lingua di Groeden nel Tirolo ha ancora una reliquia dell' etrusco linguaggio; tanto che il Brennero era il confine dei Reti che è quanto dire degli Etruschi. Anzi non sapendo come fossero venuti i molli abitatori del piano su quelle alpi deserte, stima che la Rezia fosse invece il nativo. paese degli Etruschi, daddove molti partirono per le pianure del 'Italia superiore.

Gli Etruschi non possedettero mai tutta la Gallia Cisalpina. Mantennero però fra i Veneti e i Galli stabilimenti fino ai tempi dei Romani. Infatti Verona è detta da Plinio città Retica, e Mantova Toscana da lui e da Virgilio. Onde si possono annoverare fra le dodici città Toscane che furono a tramontana degli Apennini ed alle quali appartennero certamente Adria Melpo e Felsina; altra ragione pel Niebuhr di credere che la nazione onon movesse da mezzodì a tramontana, ma viceversa. Il Nie

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buhr contro al Micali pensa che fra la lingua degli Umbri e quella degli Etruschi non fosse veruna affinità. Ma se gli Etruschi non sterminarono tutti gli Umbri ed i Pelasghi Tirreni che abitavano in Toscana; ed anzi i vinti popoli vi rimasero numerosissimi, come mai gli Etruschi non modificarono la loro lingua con quella dei vinti più colti popoli? Il fiume Ombrone ed una famiglia Ombricia di Arezzo possono far qualche fede degli Umbri in Toscana.

Lo stato Etrusco fondavasi sulla conquista, indi la tanta moltitudine di clienti aderenti ai nobili Etruschi indi gli schiavi e i giornalieri senza i quali il popolo dei vincitori non avrebbe potuto erigere le colossali sue opere. Gli affari della nazione conducevansi dai soli magnati nell'assemblea di Voltumnia o altrove. Da questi magnati, ordine sacerdotale e guerriero, da questi Lucomoni o patrizi e non re venne la gioventù romana erudita in divinazione. Quelle case regnanti corsero per quei tumulti che agitano un' Oligarchia, la quale avendo impedito il nascere d'una plebe libera fu causa che gli Etruschi guerreggiarono così debolmente contro i Romani. Le dodici città nominavano poi un comune gran sacerdote, e nelle comuni imprese davano il supremo comando ad uno dei dodici re, ma nella pace non avevano un comune capo. Gli Etruschi delle città marittime furono famosi per la navigazione e la pirateria. Le arti poi furono, secondo il Niebuhr, trattate dai varj popoli soggetti, e non dagli Etruschi oziosi rispetto a ciò come i Romani; ragione che spiegherebbe la tanta diversità dei monumenti delle città etrusche, secondo la diversa indole dei meridionali, o settentrionali popoli che le trattavano. Conobbero la scultura la musica ed un Volnio etrusco scrisse tragedie. La loro storia, come quella dei Bramani e dei Caldei, chiudevasi in un prospetto

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