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Accadde un dì che nella Francia un garzoncello si annunzio inviato da' Cieli a predicare la crociata; e gridando-o Signore, o Signore, aiutaci a racquistare la S. Croce! si mosse dalla città di Vendôme verso il mezzodi. In breve furongli d'intorno innumerevoli frotte di fanciulli, qual di essi cantando, qual portando croce, incensiere o stendardo. Per via davasi loro, come ad orfanelli, ospizio; ed eglino a chi li ricercava dove andassero Verso Dio, replicavano, a cercare la S. Croce, oltre il mare, ove il Salvatore ci chiama. Allora, gettando i propri strumenti, operai, e contadini d'ogni età, d'ogni sesso univansi al mira'bile esercito, al cui cammino nè legge di re, nè consiglio di savii valse a frapporre ostacoli fino a MarA.1242 siglia. In somigliante modo altri venti mila, partiti dalle vicinanze di Colonia sotto la guida di un garzoncello per nome Nicolò, traversata l'Italia, giungevano a Brindisi per pigliarvi imbarco. Sventurati! alle cui vite una non più udita avarizia tesseva iniquo fine. Infatti degli arrivati a Marsiglia chi peri per naufragio, chi fu venduto agli infedeli: degli altri qual mancò di miseria, qual rimase in Italia a vita vagabonda (1).

Mezzo secolo di poi uno sciame di pellegrini levavasi di colpo nell'Umbria per effetto delle prediche di non so quale romito, e sotto specie di metter dappertutto la pace e il buon costume innondava l'Italia, la Francia e la Germania sino a'confini della Polonia. Lo scopo era di religione; i mezzi quali bisogno e

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(1) Sicard. Episc. Cremon. Chron. p. 624. (R. I. S. t. VII). Caffari, Ann. Gen. IV. 403. Hurter, Hist. du In

pape

nocent 1, t. III. p. 208.

ántica consuetudine talora suggeriva. In sostanza il re di Napoli e il signore di Parma, l'uno con intimare pene di morte, e l'altro con seminar di patiboli le frontiere, se ne premunirono (1). Ciò non pertanto l'esempio non lasciò d'avere imitatori. Nel 1510 un nugolo di processionanti dilagossi dal Piemonte a tutta l'Italia. Cinque lustri appresso un grande stuolo di Lombardi dietro le parole d'un frate Venturino da Bergamo indirizzavasi a Roma sotto fine di impetrarvi la remissione di tutte le loro colpe. Vestivano una candida cotta, con un mantello di color perso o cilestro, e sul mantello era riportata una bianca coJomba con in bocca l'ulivo. Queste erano le sembianze esterne. Ma sotto la cotta i più di essi avevano piastre e maglie, ed animi da guerriero. «E per verità, esclama un contemporaneo, una parte di loro era bene di buoni e gentili; ma le dieci rimanenti del più ribaldo seme d'Italia » (2). Giunti tra Modena e Ferrara, dall'armi e da'denari de'Bolognesi furono svolti in Toscana donde ingrossando ognor più, si spinsero in Roma, oggetto dapprima di meraviglia, poi d'indifferenza, alla fine di meritato odio e perse cuzione (5):

VI.

Di tutti questi elementi di disordine eransi per comporre in breve le bande venturiere a soldo. Ma esse da niun'altra cosa dovevano ricavare più abbondante

(1) Monach. Patav. L. III. 714. Manip. Flor. c. 296. (2) Fragm, hist. Rom. L. I. c. 6 (Antiq. M. ævi, t. III). (3). Ghirardacci, St. di Bologna, L. XXI. p. 121. G. Vill. XI. 23. VIII. 122,

nutrimento, quanto dalle spesse crociate, le quali mettevano le armi in pugno a moltitudini feroci, e dopo averle divezzate da' traffichi e da' mestieri, ed accostumate a' pericoli ed alle passioni da soldato, abbandonavanle tra popoli lontani alla balia di loro stesse. Di già le crociate in Terrasanta sia col disgregare i vincoli tra i sudditi ed i signori, sia coll' accogliere negli eserciti qualunque uomo, avevano dischiuso una larga via al mestiere del soldo. In quelle prime spedizioni mille nuovi bisogni, mille nuovi desiderii erano scoppiati. Nei disagi delle peregrinazioni, nella noia della cattività, ne'rischi delle battaglie, tutte le classi s'erano ravvicinate: e la vista de grandi aveva suscitato sdegno ed invidia ne' minori. Ritornavano a casa cogli animi per tanta assenza e travaglio quasi sordi alle antiche affezioni: anzi in luogo della primiera modestia stavano cupidigia e lascivia: poi le armi impugnate una volta duro è troppo lasciare. Trovavano le patrie sconvolte da gare, prepotenze ed usurpazioni; campi negletti, arti deserte, suppellettili alla mercè della forza o degli Ebrei: e tra la sorte di rimanere spogliato ed oppresso, e quella di spogliare ed opprimere, preferivano l'ultima, a conseguire la quale nessun ostacolo s'opponeva. Bastava che si valessero della esperienza acquistata nelle guerre d'oltremare, ed erano certi di guadagnare preda, e forse anche stato (1). Nè mancavano

(1) Hurter (op. cit. t. I. p. 243) opina, che i Cotterelli e i Brabanzoni, famosi venturieri de' tempi, altro non fossero che borghesi e villani ritornati dalle Crociate. Guglielmo di Malmesbury (AA. 1200) lasciò un orribile quadro di quelli assoldati da Riccardo Cuor di Leone.

esempi di guerrieri venuti su a invidiabile condizione da più oscuri luoghi. E in realtà, che altro erano questi Normanni, che avevano conquistato tre regni, se non venturieri allevati tra la piratica e il sacco?

Finqui la instituzione delle crociate non avrebbe fomentato che indirettamente il mestiere del soldo ; ma direttamente lo favoriva allorchè alle chiese, alle città, alle donne, agli impotenti imponeva l'obbligo di fornire per la santa intrapresa guerrieri stipendiati, oppure pecunia sufficiente onde assoldarli (1). Quando l'imperatore Enrico vi fu costretto A. 1194 a inviare in Palestina 1500 cavalli, invitò con apposito bando ad andarvi qualunque uomo a cavallo, con promessa di pagare a ciascuno 30 oncie d'oro, oltre i viveri; e con patto che le robe e i residui delle paghe di chi morisse nella spedizione appartenessero al costui successore (2).

Crebbero questi risultati nelle crociate bandite ad altri scopi. Crociate contro gli Albigesi; crociate contro i Mori di Spagna, gli idolatri del Nord, i Turchi della Palestina, i Greci di Costantinopoli; crociate contro gli eretici di fra Dolcino, contro i, seguaci di Ezelino, del Pelavicino, di Federico, di Manfredi ; crociate contro Ottone in Alemagna, contro gli Aragonesi in Sicilia, contro i Visconti, i Colonnesi, i Veneziani in Italia; dovunque levavano immense popolazioni dai civili esercizii per condurle a vita violenta e depredatrice. Ora in tanta frequenza di

(1) V. il §. 27 della nostra Mem, su’Mercenarii.

(2) Edict. Henrici VI ap. Pertz (Mon. Germ. hist. Legum, t. 1), et ap. Freher (Script. Germ. 1. 360).

spedizioni era ben agevole, che il primitivo fervore di religione s'intiepidisse. Però supplivasi con larga esca di paga e di bottino. Pe'capi erano vasti dominii. Così il premio della guerra cogli Albigesi furono le terre de' conti di Tolosa: il premio della crociata contro Ezelino furono le spoglie di Padova (1). Non faccia stupore adunque se nel 1519 il campo instrutto dal cardinale legato contro i Visconti in Lombardia fosse come centro, a cui traevano per amore di parte i Guelfi, per avarizia i venturieri, avarizia i venturieri, per affetto religioso la nobiltà d'oltremonti, e per odio od ambizione i fuorusciti milanesi (2). Nè è fuor del vero, che molti v'accorressero eziandio di quegli, non so se rei o sventurati, templarii, che pochi anni innanzi dal re di Francia e dal Concilio di Vienna erano stati spogliati di beni, di patria e di onore.

Del resto tali erano le condizioni de'tempi che ogni cosa pareva intesa a favorire l'incremento delle soldatesche di ventura. Già le armature erano veņute a tale di perfezione, che, dismesse le solite sciabole, i popoli italiani avevano dovuto imitare dai Francesi le spade a doppio taglio lunghe e strette, colle quali questi avevano sbaragliato gli Svevi a Benevento (5).

(1) Paris de Cereto, Chr. Veron. p. 636 (R. I. S. t. VIII). (2) Ipsa gens pessima missa supra Mediolanum non venerant pro gloria acquirenda Ecclesiæ Romanæ; sed venerant in Lombardiam pro robando et spoliando et pro adimplendo omnia suprascripta mala: quoniam hoc fecerunt in Modatia et in comitatu Mediolani quantum potuerunt. Boninc. Morig. Chr. L. III. c. 24.

(3) Franchi mucronibus gracilibus et acutis sub humeris ipsorum, ubi inermis patebat aditus, dum levarent brachia, transforantes, per latebras viscerum gladios capulo tenus im~

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