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questa volta ella non sarà busa. Vero è chel vece re fa grossa provisione: ha fatto 4 colonelli et provisione di molto taffetà per bandiere d'ogni colore et vole spiccare una campana per campanile per fare artigliaria; el boia è disperato perchè manda ogni ladro in galera. Videbitis de pulchro! Si che a questa volta io povero papa Paulo sopra il libro de deficientibus in sensu communi, se non viene ad baldachinate verso Bologna per presentarsi al steccato del concilio mantuano non futurissimo; et starassi con honore securtà et reputatione et farà esercitio gratioso et allegro et lasciarà el cavaliere Ugolini a mangiare carne salata senza piferi in castello. Poichè S. S.ta vede che isti duo magni principes insanierunt. Io non voglio avere prescia di cavalcare a Roma, per non havere da ritornare correndo et rompermi da basso con essere condannato ne le spese. Bascio la mano humilmente, et quella si degni fare parte de le nove vere a li s.ri conti Landi.

Di Milano a li .xxij. di Febraro del .xxxvij.

Paulo Jovio
E.S N.

[fuori] Copia d'una lettera mandata dal vescovo Jovio al

vice legato de Piacenza.

GIOVANNI MONTICOLO

Un corredo nuziale del 1474

P

IETRO Balan nella sua Storia d'Italia trattando dei pontificati di Sisto IV e d'Innocenzo VIII (), tra

gl' illustratori degli anni 1480-1492 fu il solo a trarre la materia storica anche dal diario romano inedito e per lo innanzi sconosciuto di Antonio de Vasco che si conserva nell'archivio Vaticano (2). Un mio valoroso scolaro, il dott. Giuseppe Chiesa, pubblicherà entro l'anno corrente il testo di questo diario e ne dimostrerà l'autenticità e l'importanza, specialmente per la storia del triennio 1484-1486. Il codice Vaticano latino 9835, che è un aggregato informe e fortuito di più fascicoli in origine indipendenti l'uno dall'altro, tra le carte 33 e 40 contiene sotto il titolo, di mano più recente, Fascietto di memorie storiche del secolo xv (3) una (1) PIETRO BALAN, Storia d'Italia, 2 ed. vol. V, Modena, 1895, pp. 288-313.

(2) Arch. Vat. arm. XV, 44, proveniente dall'archivio di Castel Sant'Angelo. Del Diario aveva avuto notizie soltanto il noto falsario ALFONSO CECCARELLI, che ne scrisse nella sua Serenissima nobiltà dell'alma città di Roma, cod. Vaticano lat. 4909, p. 229.

(3) Cf. VINCENZO FORCELLA, Catalogo dei manoscritti riguardanti la storia di Roma che si conservano nella biblioteca Vaticana, Roma, Bocca, 1879, I, 325.

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serie di scritture pertinenti ad Antonio de Vasco ed in gran parte di sua mano.

Al primo posto si legge un notamento autografo del diarista in data 2 giugno 1474 (giovedì) circa il corredo della sua fidanzata Letizia Sinibaldi (1) che divenne sua moglie forse il lunedì susseguente 6 giugno. Il notamento è importante sotto vari aspetti. In primo luogo dà una serie di notizie che riguardano un avvenimento di primo ordine nella vita intima e privata del diarista. In secondo luogo esso conferma in via di fatto la disposizione contenuta nelle Ordinationi, statuti et reformationi facte sopra le dote, iocali, overo acconci, nocce, rechiese et exequii, che Enrico Narducci pubblicò innanzi al testo de Li Nuptiali di Marco Antonio Altieri (2), per la quale veniva fissata come limite massimo per il corredo e gli ornamenti delle spose la somma di seicento fiorini «< in ragione di 47 provisini del Senato per fiorino »(3). Inoltre esso dà notizia precisa degli oggetti che a Roma in quel tempo formavano il corredo di una fidanzata appartenente a famiglia cospicua, e ne indica il prezzo distinguendo talvolta il valore della stoffa dal compenso per l'opera del sarto. Di più il suo testo contiene alcuni vocaboli tecnici de' quali bisogna ritrovare il significato sinora ignoto. La ricerca è utile non solo alla glottologia in quanto accresce le nostre cognizioni sul dialetto romano della fine del secolo decimoquinto, ma anche alla storia perchè illustra alcuni

(1) Il cognome si rileva da un altro notamento del Fascietto che si legge a c. 39 A in data 11 agosto 1494: «A di .xI. de agosto io << Francesco de Sinibaldis canonico de San Piero confesso tenere in << deposito da Letitia mia sorella ducati trenta d'oro.........».

(2) Li Nuptiali di MARCO ANTONIO ALTIERI pubblicati da ENRICO NARDUCCI, Roma, Bartoli, 1873.

(3) Cf. p. XLIII: «et similmente per iocali et aconcio de esse << donne et ornamenti non si possa dare più che la somma di fiorini <«< simili secento, da expendere li dicti fiorini secento in dosso alla dicta << donna secundo se narrerà de sotto...».

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generi di stoffe e una consuetudine nuziale allora vigente. Tra i tessuti vengono ricordati il sensile e la cortina. La voce sensile può ricongiungersi a sindale (sindone e zendado) coll'assimilazione di da s iniziale e colla sostituzione del suffisso -ile ad -ale (); così significava un tessuto simile. al foulard e al taffetà, molto in uso dal secolo Ix al XVII, di molte varietà, formato per lo più da seta cruda, molto pieghevole, che si tingeva in vari colori, come il verde, il giallo, il nero, il bianco e l'azzurro, ma per solito in rosso, e veniva usato per vesti sacre e comuni, per cortine, coperte, insegne e bandiere, ma sopratutto come guarnizione e fodera delle vesti (2). La voce cortina, da covertina e convertere (3), si ritrova in testi dei secoli xiv e XVI (4) e significava una stoffa leggiera, di lino o di cotone, usata per vesti ecclesiastiche (s), per fodere di pannilani e per lenzuola.

Una nota autografa del De Vasco aggiunta all'elenco del corredo ricorda l'usanza dei segni, che Letizia ebbe il giorno del matrimonio per cento ducati d'oro; Marco Antonio Altieri (6) spiega che il segno era allora un prestito fatto al padre della sposa per aiutarlo nel sostenere le spese nuziali.

(1) Cf. KOERTING, Lateinisch-romanisches Wörterbuch, 2 ed., Paderborn, Schönigh, 1901, n. 8727.

(2) Cf. I Capitolari delle Arti Veneziane sottoposte alla Giustizia e poi alla Giustizia Vecchia dalle origini al MCCCXXX a cura di GIOVANNI MONTICOLO nei Fonti per la storia d'Italia pubblicati dall'Istituto Storico Italiano, Roma, Forzani, 1896, I, 11, nota 2.

(3) Cf. KOERTING, op. cit. n. 2548.

(4) Cf. Li Nuptiali cit.: «pannicelli, panni listati et algun de <«< qualche consimile cianciotta de cortina assai ben lavorata ». (5) Cf. il passo del Liber anniversariorum basilicae Vaticanae riferito dal Du CANGE S. v. Cortina: «item, 4 camisis de cortina <«< cum pastoralibus et gramiciis de opere cyprensi; item, tria super« pelliccia de vimpa et cortina».

(6) Op. cit. p. 58: «ma si come del segno hora ne opino, per«<suadome sia un prestito amorevole per subvenire con maiur facilità <«< alle spese nuptiali, quali da grati et cognoscenti in simile ocurrentie

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