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DELL'ARTE RAPPRESENTATIVA

IN ITALIA

STUDJ RIFORMATIVI

DI

GAETANO GATTINELLI

ONDE RICHIAMARE IL TEATRO DRAMMATICO

AL PRIMITIVO SUO SCOPO DI EDUCARE IL POPOLO

TORINO, 1850

GIANINI E FIORE SUCCESSORI POMBA

EDITORI

134.

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TIPOGRAFIA NAZIONALE, Via del Fie o N° 8.

PREFAZIONE

La necessità di una riforma dell'arte rappresentativa in Italia: ecco quanto mi proposi mostrare col mezzo di questa tenuissima operetta. Compilai quest'opuscolo dopo venti anni di studio teorico-pratico sul teatro drammatico, e facendo tesoro delle savie massime sparse in molti libri d'autori italiani e stranieri, i cui nomi si resero celebri scrivendo assennatamente pel teatro, nel punto stesso che molti di essi, quali egregi attori esperimentavano colla pratica le cose scritte. Procurai di tratlare colla maggiore possibile concisione, e senza ricercatezza di stile (non tenendomi io per letterato, ma per semplice artista), di quanto ha relazione al morale e materiale del teatro comico; diedi impertanto alcuni cenni sull'influenza di esso, sulla sua decadenza, sui commediografi, sugli attori, sui capocomici, sul giornalismo teatrale, sul pubblico e sui governi, poichè credo fermamente abbia dipeso dall' incuria di questi potenti ausiliari del teatro drammatico, il vergognoso barocchismo in cui esso è fra noi caduto, come all'incontro dalla loro mutua e ben intesa cooperazione dipendere debba il suo probabile risorgimento. Tralasciai ogni regola pedantesca, attenendomi a quelle nozioni che a mio credere potrebbero iniziare i giovani italiani a quella riforma dell'arte rappresen– tativa, che sola, ove fosse ragionevolmente compiuta, innalzerebbe anche in ciò la nostra nazione a pari delle più incivilite.

Ed il risorgimento del teatro nazionale tanto dal lato letterario, quanto dalla vera e bella esecuzione sulle scene, sembra

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a me cosa importantissima per un popolo che vuole sollevarsi a libertà, e distruggere ogni vestigio, di straniera influenza. Conoscendo che siccome trattasi di materia in cui è d'uopo internarsi talvolta in un labirinto zeppo di amor proprio, di suscettività ombrose, di schifiltose vanità, potrei qualcuno ferire involontariamente, protesto dapprima che io non ebbi altro in mira tranne di guerreggiare l'abuso, il vizio, il ridicolo ovunque si trovi, senzc voler mai offendere alcuno dei miei conscienziosi colleghi, che stimo ed amo, e che prego anzi di appropriarsi quel poco vi fosse di mediocre nella mia operetta, e ripudiare tutto ciò che potesse adombrare la parte maligna che in ogni classe mai sempre si ritrova.

la

Ben lontano però dall'offendermi di qualunque ragionata critica, di cui fosse creduto degno questo mio trattatello, terrò anzi siccome consiglio a meglio istruirmi in questa mia bellissima arte, cui forse non basta la vita d'un uomo per ben imparare.

A chi poi volesse dirmi che non s'aspetta a me, meschino comico, farmi campione di sì ardua impresa, e parlare di riforma e di risorgimento della drammatica, risponderò: che la verità deve avere ugual pregio, tanto uscita dalla penna dei grandi, come dei piccoli, e che io mi mossi a dare in luce questi cenni, perchè credo debito di ogni buon cittadino, per quanto sia oscuro, parlare il vero come sa e come può, quando questo vero possa ridondare a vantaggio e decoro della sua patria.

Torino, il 21 del 1850.

DELL'ARTE RAPPRESENTATIVA

IN ITALIA

Istruite il popolo se volete moralizzarlo e migliorarne le condizioni.

Influenza det teatro drammatico sull'educazione popolare.Decadenza del medesimo.- Mezzi per ristaurarlo.

Strumento potentissimo di educazione popolare è l'arte drammatica; la storia ce lo insegna, ed il teatro drammatico fu sempre la più viva espressione, ed il segno più certo della coltura e civiltà di un popolo. Di questa verità furono intimamente persuasi i grandi uomini, legislatori, filosofi, magistrati e principi degli antichi tempi, e la proclamarono o la posero in pratica. Nei floridi giorni della Grecia e di Roma stimolavansi i popoli a recarsi al teatro, facendosi loro conoscere che adempirebbero a un dovere, mentre vi troverebbero diletto e istruzione. Quelle repub bliche spendevano somme ingenti per procurare al po→ polo spettacoli teatrali atti ad educarlo; e la rappresentaziono di tre tragedie di Sofocle costò agli Ateniesi più cheda guerra del Peloponneso. I commedianti erano tenuti in altissima stima, e taluni venivano scelti a pubblici ambasciadori per negoziazioni importantissime, siccome quelli che oltre allo studio sui libri, conoscono praticamente le umane passioni dei grandi e dei piccoli.

L'ufficio educativo della drammatica è molto più efficace e pronto di quello dei libri; tanti leggeranno, ma pochi riterranno o intenderanno il vero senso delle cose lette; i libri sono un gran bene per gl' intelligenti, ma il popolo impara assai più dai fatti palpabili; nei libri parlano gli uomini dotti, nei fatti parla Iddio. I buoni libri, i buoni giornali

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