Vocabolario milanese-italiano, Volume 5Dall' Imp. regia stamperia, 1856 |
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Parole e frasi comuni
1.º sig aggett alcuni anca Andà aqua aque Avegh Balla bella bocca bott bozzoli briantéi Brianz Brianzuoli buon Carena chiamano co'l commune cont contadini contado corr cossa Cultiv d'aqua d'on detto dialetto dialetto milanese Dicesi dicono dimin dire donna Erba fanno fare Figuratam filo fior fœura frase frumento g'ha gh'è giuoco grano turco grosso i. q. G indree insù ital l'aja l'aqua Latini lavoro legno Ligaa lingua luogo Maggi mangia Marsc Menegh Mett mezzo milanese minga Monti Murat nome pane parlando passo Pavesi pesce pianta piglia Prontu propriam pure pussee riso Robba s'usa Scovin secco senso seta signif simili Sinon specialm specie spiga su'l suono sust terra terreno Tirà tosc Toscani Trà tralci usano vacche vale vece verbo vernacolo verso il Comasco Vess vino Vocab vœur vulgare
Brani popolari
Pagina 151 - Sappiate che presso di noi è molto più affettuosa, compassionevole, e propria la voce Povera, che Misera; e in questo luogo vale non povera di ricchezze, ma priva d'ogni contento, ed usasi in cotal significato per compatir chi che sia ne' suoi travaglile non per dichiararlo mendico.
Pagina 135 - I. .ambe gli aridi stami e di pallore Veste .il suo lume ognor più scarso e lento, E guizza irresoluta, e par che amore Di vita la richiami, infin ohe scioglie L'ultimo volo e sfavillando muore; Tal quest'alma gentil, che morte or toglie...
Pagina 244 - ... indole, più sincera che insinuante, porta impresse le vestigia della nostra istoria, le origini celtiche si manifestano indelebilmente nei suoni ; le romane nel dizionario ; qualche lieve solco lasciato dall'infeconda età longobardica, a gran pena si discerne, mentre vi giacciono inesplorate ancora le tracce di qualche cosa che fu più antico e più nativo dei Romani e forse dei Celti.
Pagina 16 - Con che ti dare' io bere? A questo nappo non porrai tu bocca. Se tu hai corno, del vino ti do io volentieri. Lo 'mperadore rispose: Prestami tuo barlione, ed io berrò per convento, che mia bocca non vi appressera. E lo poltrone gliele porse; e tenneli lo convenente. E poi non gliele rendeo; anzi spronò il cavallo, e fuggì col barlione. Il poltrone avvisò bene che de' cavalieri dello 'mperadore fosse.
Pagina 131 - Tesino : i pali che lì erano vecchi quelli che furono di quercia erano neri come carbone, quelli che furono d'ontano avevano un rosso come verzino, erano assai ponderosi e duri come ferro e sanza alcuna macula » ('). Bisogna penetrare nell...
Pagina xvii - Calvaneo ed il Povero Avveduto ec. ; composto il primo libro per Luca Pulci, il resto per Bernardo Giambullari : di nuovo tutto riformato e con gran diligenza ristampato.
Pagina xvii - Firenze nel 1840 (Prontuario di Vocaboli attenenti a parecchie arti, ad alcuni mestieri , a cose domestiche...
Pagina 133 - ... a tutte lor voglie e bisogni. A ciò fare ha la natura create buone tutte le cose terrene ; tutte queste per accordo delle genti vaglion tutto l'oro (e con esso intendo l'ariento e...
Pagina 258 - Trasformati a stento sì ma quasi a forza andò perdendo terreno a fronte di esereizj più fruttuosi. Birago, Balestrieri , Tanzi vennero consacrando nelle loro poesie li acquisti fatti vie via dal vernacolo parlato, lo ripolirono con quella lima dolce che unica sa far concordi uso e filosofia nel trasferire l'idiomi dal parlare allo scrivere, e lo prepararono a quell'apice di perfezione. cui seppe condurlo all'eia nostra il principe dei nostri poeti vernacoli.