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Per maggior comodo de' miei scolari nel 1829 diedi fuori colle stampe quegli esempi; e furono dal pubblico benignamente accolti, e da molti maestri d'Italia adottati nelle loro scuole, e in alcun luogo eziandio impressi di nuovo. Ma passato io dall'insegnamento delle lettere a più importanti occupazioni, non ebbi mai agio di far quello che, per secondare, pregiatissimo signor Giusti, le vostre preghiere, fo oggi. Vale a dire, ho preso a rivedere quel libro, ed ho procurato di megliorarlo come io poteva. Ho pressochè rifatto le considerazioni che io premisi sulla lingua italiana; ad alcuni degli antichi esempi ho sostituito altri più acconci: non pochi ne ho aggiunti: tutti ho ridotto a miglior lezione: ho corretto e accresciuto le annotazioni: e se lo studio che a sollievo delle più gravi cure ho continuato a fare negli italiani scrittori in tutto questo mezzo tempo che è corso dalla prima edizione, non è stato affatto vano; io spero di aver renduto il mio lavoro meno indegno di quel buon viso, che pure gli 'è stato fatto sin qui. Ora egli a voi si raccomanda, gentilissimo signor Giusti, per uscir fuori ben impresso e corretto; e di ciò lo fanno sicuro le altre vostre edizioni.

Lucca, 1 ottobre 1838.

INTORNO ALLA PRIMA EDIZIONE DI QUEST' OPERA

DATO DAL MARCHESE CESARE LUCCHESINI

Giornale di Lucca, anno 1830, n. 24.

Un

n libro che riunisca ottimi esempi d'ogni genere di prosa italiana, e possa con sicuro animo porsi in mano ai giovinetti che danno opera allo studio della rettorica, è un libro non solo utile ma necessario. Tale è quello dato ora in luce col titolo Esempi di bello scrivere in prosa proposti agli studenti di rettorica dall'avvocato Luigi Fornaciari, professore di belle lettere e lingua greca nel R. Collegio Carlo Lodovico. Il raccoglitore espone in prima il metodo tenuto in tutto il libro e le ragioni di tenerlo, poi con alcune brevi Considerazioni generali su' diversi tempi della lingua italiana, cominciando dalla sua origine, accenna in poche ma succose parole qual fosse generalmente l'indole degli scrittori d'ogni secolo fino al nostro riguardo alla lingua. Vengono poi gli esempi d'ogni maniera con ottima e giudiziosa scelta, e sono tratti da ogni età, ma solo da quegli scrittori che a giudizio universale hanno ottenuto maggior lode. Oltre a ciò non sono brani imperfetti, come qualche altro simile raccoglitore ha fatto, ma altrettante prosette delle quali ognuna può stare da se, proporzionata in tutte le sue parti, avendo il suo principio, il suo mezzo e il suo fine. In piè di pagina sono molte annotazioni, che o spiegano le voci e maniere di dire oscure o poco note, o danno contezza delle storie accennate nell'esempio o insegnano ciò che ora non vuolsi usare. Il libro poi è tutto

immacolato quanto alla religione ed ai costumi, talchè nulla v' ha che possa in verun modo adombrare l'una o gli altri: alla qual cosa, sopra ogni altra importante, qualche altro raccoglitore non ha badato abbastanza. In fine sono le Notizie brevissime ma giudiziose degli scrittori da' quali sono presi gli esempi, o sono allegati nelle annotazioni. Molta lode pertanto si deve al signor Fornaciari, che molto sapere e buon giudizio ha mostrato in questo libro, e con zelo grande pel vantaggio de' suoi discepoli ne ha sostenuta la fatica. Nè minor lode vuolsi dare a S. E. il signor Antonio Mazzarosa che ha desiderata e incoraggiata l'opera. A tanti vantaggi per lui recati alla pubblica istruzione alle sue cure affidata, questo si deve aggiungere che è pur grande; perchè appartiene al primo ammaestramento della tenera gioventù.

PREME

ALLA PRIMA EDIZIONE

Volendo io proporre illustri esempi di prosa aʼmiei sco

lari, ecco le avvertenze che ho avuto. Mi sono giovato principalmente di quegli scrittori che hanno a favor loro il giudizio di più secoli; poichè questa ho creduto la regola più sicura per non errar nella scelta. E vero che in quegli autori sono alcune cose da cui oggi dobbiamo guardarci scri~ vendo; ma queste sono ancora negli scrittori ultimamente fioriti, e sono in maggior numero, e sono più difficili a conoscersi da noi che usiamo comunemente crediamo buone quelle maniere corrotte, onde i più di essi hanno pieni i loro libri. Ho dato nondimeno alcuni luoghi ancora di que' moderni che pel consenso universale degl' intendenti sono avuti per buoni. E da questi lo studioso potrà, fra le altre cose, apprendere come e in che si debbano imitare i più antichi.

Ho procurato di dare esempi d'ogni sorta di stile, e di quelli stili principalmente che sono d'uso più generale e ordinario. Per questo motivo non ho ristretto la mia scelta a un picciol numero di scrittori, ma sono ricorso a molti in ogni genere più famosi. Il che ho fatto ancora a fine che si prendano a conoscere i migliori fra' classici italiani, e si cominci in questa maniera ad avere una qualche notizia della nostra bella letteratura.

E non solo ho voluto che in questo libro si trovino esempi di elocuzione, ma d'invenzione ancora e di disposizione. E per questo ho procurato che ciascuna prosetta possa stare da se, ed abbia il suo principio, il suo mezzo e il suo fine, e non sia, dirò così, come un membro staccato da altri membri, ma come un picciolo corpo con tutte le sue parti belle e proporzionate. Voglio che qui si vegga come si propone una materia, come si sparte, come si prova; in una parola,

come si conduce un discorso. E ciò, credo, potrà meglio scorgersi in queste brevi scritture, che in lunghi componimenti. Poichè sono rarissimi e forse niuni quegli scolari che in tanta giovinezza d'età e di studi, valgano a comprendere l'ordine d'un ragionamento alquanto lungo. Ma ciò di leggieri possono fare in un breve passo, che tutto misurano, dirò così, d' un'occhiata, e ne veggono le parti, ciascuna da se e ciascuna respettivamente a tutte le altre.

Non dirò niente delle considerazioni che ho anteposto a questa Scelta; delle annotazioni con che l'ho illustrata; delle notizie che sono in fine: cose tutte che spero debbano renderla di maggiore utilità. Mi piace bene di fare avvertito il giovine amante del bello scrivere, che non sia pago di leggere una o due volte solamente questo libro; ma se l'abbia continuamente fra mano e lo studi e lo impari, e sovra gli esempi in esso contenuti, procuri di foggiare i suoi scritti. Poi quando, compiuto il corso delle lettere e delle prime scienze, darà opera allo studio di qualche professione o si addestrerà in qualche impiego; non istia allora contento a questo libretto: nè pure legga indistintamente qualunque scrittore benchè eccellentissimo: ma solo, o principalmente, scelga di quegli autori che meglio valsero nello stile in cui egli dovrà scrivere; e di questi faccia il suo studio quotidiano, e se gli renda familiarissimi, e se li cambi, per così dire, in succo ed in sangue. Così facendo, egli otterrà di potere un giorno scrivere con eccellenza.

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