La Gerusalemme liberata: poema, Volumi 1-2G. Molini, 1818 |
Parole e frasi comuni
Adrasto Aladino Alcandro alfin allor amor anco Arabi Arbilano Argante armata arme Armida Asia avea Baldovino Boemondo califfo campo capitan cavalier ch'a ch'al ch'è ch'io che'l ciel Circasso Clorinda colpo Cristiani Cristiano d'arme d'Egitto desio destra destrier dolce duce Egitto Erminia esercito Egizio Etiopi fero ferro Franchi fugge furor genti Gerusalemme GERUSALEMME LIBERATA gira Goffredo gran grida guardia Guelfo guerra guerrier guisa indi intanto Ismeno l'alma l'altro l'arme l'ira lieto loco LXVI LXXII LXXVI medesmo mira mortali morte mostri mura nemico notte occhi omai onor Pagan Palestina passi pensier percosse periglio petto piaga pianto piè pio Buglion poscia pregio pria primiero pugna puote Quinci Quivi ragion Raimondo regno Rinaldo sangue scudo sdegno seco secura selva sembiante signor Solimano sovra spada stuol suon Tancredi TORQUATO TASSO torre tosto turba ucciso usbergo Vafrino vede volge volto XLVI XXXVI
Brani popolari
Pagina 115 - ... e quinci alquanto d'un crin biondo uscio, e quinci di donzella un volto sorse, e quinci il petto e le mammelle, e de la sua forma infin dove vergogna cela. oo 61 Così dal palco di notturna scena o ninfa o dea, tarda sorgendo, appare.
Pagina 54 - D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come a gigli sarian miste viole : E gli occhi al cielo affisa; e in lei converso Sembra per la pietate il cielo e...
Pagina 152 - Deh mira - egli cantò - spuntar la rosa dal verde suo modesta e verginella, che mezzo aperta ancora e mezzo ascosa, quanto si mostra men, tanto è più bella. Ecco poi nudo il sen già baldanzosa dispiega; ecco poi langue e non par quella, quella non par che desiata inanti fu da mille donzelle e mille amanti.
Pagina 53 - Amico, hai vinto: io ti perdon. . . perdona tu ancora, al corpo no, che nulla pavé, a l'alma sì; deh! per lei prega, e dona battesmo a me ch'ogni mia colpa lave».
Pagina 10 - O Musa, tu che di caduchi allori non circondi la fronte in Elicona, ma su nel ciclo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de
Pagina 73 - O de' liquidi laghi alberga il fondo, E chi si giace in tana, o in mandra ascoso, E i pinti augelli, nell'obbh'o giocondo, Sotto il silenzio de' secreti orrori, Sopian gli affanni, e raddolci'ano i cori.
Pagina 159 - Volea gridar: Dove, o crudel, me sola Lasci? ma il varco al suon chiuse il dolore Sì, che tornò la flebile parola Più amara indietro a rimbombar sul core.
Pagina 164 - Con questi detti le smarrite menti Consola, e con sereno e lieto aspetto; Ma preme mille cure egre e dolenti Altamente riposte in mezzo al petto.
Pagina 10 - l vero condito in molli versi, I più schivi allettando ha persuaso: Così all'egro fanciul porgiamo aspersi Di soave licor gli orli del vaso; Succhi amari ingannato intanto ei beve, E dall'inganno suo vita riceve.
Pagina 116 - Nomi, e senza soggetto idoli sono Ciò che pregio, e valore il mondo appella. La fama, che invaghisce a un dolce suono Voi superbi mortali, e par sì bella, È un eco, un sogno, anzi del sogno un'ombra, Ch'ad ogni vento si dilegua e sgombra.