Raccolta di cento cinquanta sonetti e di altri componimenti poetici di vari autoriE. Moro, 1865 - 414 pagine |
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Pagina 12
... , Col suono accusa il suo partir ciascuna . Deh fra tante che t'escono dal seno , Macchinetta gentile , un'ora sola Segna , un'ora per me felice almeno . SONETTO VII . Il Passaggio del Po . Sovra picciolo BONDI . 12 SONETTO VI. ...
... , Col suono accusa il suo partir ciascuna . Deh fra tante che t'escono dal seno , Macchinetta gentile , un'ora sola Segna , un'ora per me felice almeno . SONETTO VII . Il Passaggio del Po . Sovra picciolo BONDI . 12 SONETTO VI. ...
Pagina 13
Enrico Moro. SONETTO VII . Il Passaggio del Po . Sovra picciolo legno il Po fendea Curvo sul remo l'agile nocchiero ; Ed io destro novel caldo il pensiero Al regal fiume il mio parlar volgea . Questo tuo lido risuonò , dicea , Padre ...
Enrico Moro. SONETTO VII . Il Passaggio del Po . Sovra picciolo legno il Po fendea Curvo sul remo l'agile nocchiero ; Ed io destro novel caldo il pensiero Al regal fiume il mio parlar volgea . Questo tuo lido risuonò , dicea , Padre ...
Pagina 65
... sovra me si scaglia Mentre tu voli ad un ' eterna calma . Stette allora infra due l'Anima bella Tra le sue membra a rimaner sì presta , Come presta a tornare alla sua stella . Alfin restò dentro il corporeo velo , A schernire ogni ...
... sovra me si scaglia Mentre tu voli ad un ' eterna calma . Stette allora infra due l'Anima bella Tra le sue membra a rimaner sì presta , Come presta a tornare alla sua stella . Alfin restò dentro il corporeo velo , A schernire ogni ...
Pagina 66
... sovra i piè rizzosse . Le torbide pupille intorno mosse Piene di maraviglia e di spavento , E palpitando addimandò chi fosse Quel che pendeva insanguinato e spento . Allor che il seppe , alla rugosa fronte , Al crin canuto ed alle ...
... sovra i piè rizzosse . Le torbide pupille intorno mosse Piene di maraviglia e di spavento , E palpitando addimandò chi fosse Quel che pendeva insanguinato e spento . Allor che il seppe , alla rugosa fronte , Al crin canuto ed alle ...
Pagina 73
... sovra il lembo della gonna ed ora Baci le stampa su l'augusto piede , Da quel materno cor indi mercede Con preziose lacrime m'implora . เ Essa lo copre del ceruleo manto , E colla man più candida che giglio L'alza dal suolo , e gli ...
... sovra il lembo della gonna ed ora Baci le stampa su l'augusto piede , Da quel materno cor indi mercede Con preziose lacrime m'implora . เ Essa lo copre del ceruleo manto , E colla man più candida che giglio L'alza dal suolo , e gli ...
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Parole e frasi comuni
Acheronte affanni alfin allor alma altar Amor Angeli aquilon Aronne Assiria avea Basville beata bella bruna canto celeste Chè chiome ciel ciglio città dolente colla Corcira crin crudel crudo d'amor Dio fidando divino dolce dolor donna Druidi duol Ecco empio Epicuro Erebo eterno favella figli fior fronte fuggir furor gemito genti gentil giorno gloria gran grido guardo inferno Israel l'ali l'alma l'altro l'Eterno l'ira l'onda labbro lacrime Laocoonte Luigi XVI lume Madre Marsiglia mesta mira misero mondo monte mortal morte Mugge nembo nemico notte Nume occhi orrenda padre Parga passo pensier petto piange pianto piè pietà pietoso raggio rondinella sacro sangue santo sdegno securo serba Signor Simonide Sionne SONETTO sospiro Sovra spada spirto sponda sposo stolta suol suon superba terra terror TOMMASO GROSSI trema Trovator Uscian vede veggio Vergine vesta vinti volto
Brani popolari
Pagina 328 - Nel suoi che dee la tenera Tua spoglia ricoprir, Altre infelici dormono, Che il duol consunse ; orbate Spose dal brando, e vergini Indarno fidanzate ; Madri che i nati videro Trafitti impallidir.
Pagina 353 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Pagina 322 - Perché tutti sul pesto cammino Dalle case, dai campi accorrete? Ognun chiede con ansia al vicino, Che gioconda novella recò? Donde ei venga, infelici, il sapete, E sperate che gioia favelli? I fratelli hanno ucciso i fratelli; Questa orrenda novella vi do. Odo intorno festevoli gridi; S'orna il tempio, e risona del canto; Già s'innalzan dai cori omicidi Grazie ed inni che abbomina il ciel.
Pagina 312 - Perché, baciando i pargoli, La schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi Invidiando mira? Non sa che al regno i miseri Seco il Signor solleva? Che a tutti i figli d'Eva Nel suo dolor pensò...
Pagina 94 - Or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; Irato sempre e non maligno mai ; La mente e il cor meco in perpetua lite : Per lo più mesto, e talor lieto assai : Or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se...
Pagina 316 - La procellosa e trepida gioia d'un gran disegno, l'ansia d'un cor che indocile serve, pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch'era follia sperar; tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio: due volte nella polvere, due volte sull'altar. Ei si nomò: due secoli, l'un contro l'altro armato, sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato; ei fé' silenzio, ed arbitro s'assise in mezzo a lor.
Pagina 210 - Etna, e nell'orribil veste Delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi. Tu del nero aquilon su le funeste Ale per l'aria alteramente vieni, E passeggi sul dorso alle tempeste: Ivi spesso d'orror gli occhi sereni Ti copri, e mille intorno al capo accenso Rugghiano i tuoni, e strisciano i baleni.
Pagina 95 - Forse di cosa che non v1 è presente, Venite voi di sì lontana gente, Come alla vista voi ne dimostrate? Che non piangete, quando voi passate Per lo suo mezzo la città dolente, Come quelle persone, che neente Par che intendesser la sua gravitate. Se voi restate per volere udire, Certo lo core ne* sospir mi dice, Che lagrimando n
Pagina 311 - Sparso per ogni lido, Volgi lo sguardo a Solima, Odi quel santo grido: Stanca del vile ossequio, La terra a Lui ritorni: E voi che aprite i giorni Di più felice età, Spose...
Pagina 318 - Fede ai trionfi avvezza! scrivi ancor questo, allegrati; che più superba altezza al disonor del Golgota giammai non si chinò.