Raccolta di cento cinquanta sonetti e di altri componimenti poetici di vari autoriE. Moro, 1865 - 414 pagine |
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... offesa atroce , Le virtù antiche del latino impero .. E allor di Stige sulla negra foce Di lui che l ' Alpi superò primiero Rise l'invendicata ombra feroce . FRUGONI . SONETTO XLII . Al Sole . Padre d'eterno fuoco , 47.
... offesa atroce , Le virtù antiche del latino impero .. E allor di Stige sulla negra foce Di lui che l ' Alpi superò primiero Rise l'invendicata ombra feroce . FRUGONI . SONETTO XLII . Al Sole . Padre d'eterno fuoco , 47.
Pagina xlii
Enrico Moro. SONETTO XLII . Al Sole . Padre d'eterno fuoco , alto sedente Nell ' aurea pompa di perpetui lampi , Là nei deserti degli eterei campi Solo il grande tu sei , solo il possente . Una scintilla di tua faccia ardente Lasci cader ...
Enrico Moro. SONETTO XLII . Al Sole . Padre d'eterno fuoco , alto sedente Nell ' aurea pompa di perpetui lampi , Là nei deserti degli eterei campi Solo il grande tu sei , solo il possente . Una scintilla di tua faccia ardente Lasci cader ...
Pagina 54
... eterno sonno all ' uom ricorda ; Ecco già vivo col pensier penetro Nella tomba del mio cenere ingorda . Già mi stende sull ' orrido feretro Morte del sangue de ' miei padri lorda ; E le pallide cere ardon di tetro Lume , e l'inno ...
... eterno sonno all ' uom ricorda ; Ecco già vivo col pensier penetro Nella tomba del mio cenere ingorda . Già mi stende sull ' orrido feretro Morte del sangue de ' miei padri lorda ; E le pallide cere ardon di tetro Lume , e l'inno ...
Pagina 56
... Perfido un dì mi pagherai col sangue . Tremò la terra a quei fatali accenti , . E il braccio eterno in adamante scrisse : Chi dà morte ad altrui , morte paventi . MASSUCCO . SONETTO LI . Sopra il S. Natale . Stava dubbiosa 56.
... Perfido un dì mi pagherai col sangue . Tremò la terra a quei fatali accenti , . E il braccio eterno in adamante scrisse : Chi dà morte ad altrui , morte paventi . MASSUCCO . SONETTO LI . Sopra il S. Natale . Stava dubbiosa 56.
Pagina 95
Enrico Moro. SONETTO LXXXIX . Il Diluvio universale . Gridò l ' Eterno , e gli squarciati abissi D'immense acque inondár la terra impura , ́ E ai rei viventi l'ultima sciagura Recaro i cieli in mille parti scissi . Per lo spavento allor ...
Enrico Moro. SONETTO LXXXIX . Il Diluvio universale . Gridò l ' Eterno , e gli squarciati abissi D'immense acque inondár la terra impura , ́ E ai rei viventi l'ultima sciagura Recaro i cieli in mille parti scissi . Per lo spavento allor ...
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Parole e frasi comuni
Acheronte affanni alfin allor alma altar Amor Angeli aquilon Aronne Assiria avea Basville beata bella bruna canto celeste Chè chiome ciel ciglio città dolente colla Corcira crin crudel crudo d'amor Dio fidando divino dolce dolor donna Druidi duol Ecco empio Epicuro Erebo eterno favella figli fior fronte fuggir furor gemito genti gentil giorno gloria gran grido guardo inferno Israel l'ali l'alma l'altro l'Eterno l'ira l'onda labbro lacrime Laocoonte Luigi XVI lume Madre Marsiglia mesta mira misero mondo monte mortal morte Mugge nembo nemico notte Nume occhi orrenda padre Parga passo pensier petto piange pianto piè pietà pietoso raggio rondinella sacro sangue santo sdegno securo serba Signor Simonide Sionne SONETTO sospiro Sovra spada spirto sponda sposo stolta suol suon superba terra terror TOMMASO GROSSI trema Trovator Uscian vede veggio Vergine vesta vinti volto
Brani popolari
Pagina 328 - Nel suoi che dee la tenera Tua spoglia ricoprir, Altre infelici dormono, Che il duol consunse ; orbate Spose dal brando, e vergini Indarno fidanzate ; Madri che i nati videro Trafitti impallidir.
Pagina 353 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Pagina 322 - Perché tutti sul pesto cammino Dalle case, dai campi accorrete? Ognun chiede con ansia al vicino, Che gioconda novella recò? Donde ei venga, infelici, il sapete, E sperate che gioia favelli? I fratelli hanno ucciso i fratelli; Questa orrenda novella vi do. Odo intorno festevoli gridi; S'orna il tempio, e risona del canto; Già s'innalzan dai cori omicidi Grazie ed inni che abbomina il ciel.
Pagina 312 - Perché, baciando i pargoli, La schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi Invidiando mira? Non sa che al regno i miseri Seco il Signor solleva? Che a tutti i figli d'Eva Nel suo dolor pensò...
Pagina 94 - Or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; Irato sempre e non maligno mai ; La mente e il cor meco in perpetua lite : Per lo più mesto, e talor lieto assai : Or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se...
Pagina 316 - La procellosa e trepida gioia d'un gran disegno, l'ansia d'un cor che indocile serve, pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch'era follia sperar; tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio: due volte nella polvere, due volte sull'altar. Ei si nomò: due secoli, l'un contro l'altro armato, sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato; ei fé' silenzio, ed arbitro s'assise in mezzo a lor.
Pagina 210 - Etna, e nell'orribil veste Delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi. Tu del nero aquilon su le funeste Ale per l'aria alteramente vieni, E passeggi sul dorso alle tempeste: Ivi spesso d'orror gli occhi sereni Ti copri, e mille intorno al capo accenso Rugghiano i tuoni, e strisciano i baleni.
Pagina 95 - Forse di cosa che non v1 è presente, Venite voi di sì lontana gente, Come alla vista voi ne dimostrate? Che non piangete, quando voi passate Per lo suo mezzo la città dolente, Come quelle persone, che neente Par che intendesser la sua gravitate. Se voi restate per volere udire, Certo lo core ne* sospir mi dice, Che lagrimando n
Pagina 311 - Sparso per ogni lido, Volgi lo sguardo a Solima, Odi quel santo grido: Stanca del vile ossequio, La terra a Lui ritorni: E voi che aprite i giorni Di più felice età, Spose...
Pagina 318 - Fede ai trionfi avvezza! scrivi ancor questo, allegrati; che più superba altezza al disonor del Golgota giammai non si chinò.