Educazione siberiana

Copertina anteriore
Einaudi, 2010 - 343 pagine
2 Recensioni
Google non verifica le recensioni, ma controlla e rimuove i contenuti falsi quando vengono identificati
Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". Con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtù di una buona ma non perfetta padronanza dell'italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, Nicolai Lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l'altruismo convivono con naturalezza.

Cosa dicono le persone - Scrivi una recensione

Google non verifica le recensioni, ma controlla e rimuove i contenuti falsi quando vengono identificati
Recensione dell'utente - Segnala come inappropriato

Interessantissimo.Una chiara visuale sulla gerarchia e sulla comunita' criminale che prolifera in Transnistria.

Recensione dell'utente - Segnala come inappropriato

Quando le strutture tribali divengono l’ossatura della criminalità. Ne sappiamo qualcosa anche in Italia, con i giuramenti dei mafiosi sui santini, o la rappresentanza delle varie cosche nel trasporto della statua del santo…
Qui sono gli Urca (etnia, gruppo sociale?) della Siberia a fornire il corpus di miti, credenze (un’ortodossia cristiana rivista alla luce sciamanica…) e immagini.
Le immagini, che soprattutto: i tatuaggi che parlano, dicono chi sei e presuppongo una rigida “etichetta” di relazione criminale.
Mi ha fatto conoscere la vicenda della Transnistria, terra “oltre il Dnestr”, rivendicata dalla Moldavia, ma di fatto indipendente, anche se non riconosciuta da altri stati, sede di loschi traffici…
Spunti interessanti:
- Il te cifir, potentissimo, bevuto tipicamente in Russia dai prigionieri in carcere, come rito collettivo, e vagamente psichedelico, già citato da Solgenitsin.
- Seme Nero, gang criminale russa... da approfondire.
- Efei, antico popolo russo, dalla lingua Fenja?? Mai sentiti...
Insomma, difficile separare il vero, dal verosimile, dal fantasioso; ma il prodotto finale è riuscito, anche se un po’ troppo ammiccante ai gusti pulp di un pubblico sempre più adolescenziale…
 

Altre edizioni - Visualizza tutto

Informazioni bibliografiche