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XVI.

Nello scrivere, o parlare ad un giudice per chi ti ha ricerco di favore in una sua causa, non gli dirai altro, se non che potendolo ajutare, non partendo punto dalla giustizia, ti sarà caro.

CAPITOLO VII.

Carichi Pubblici.

S. I.

Perchè le imposte sieno uguali, conviene che la

legge, e non l'uomo le distribuisca.

II.

La sontuosità necessita il Principe a gravare i popoli straordinariamente, ed esser fiscale.

III.

Dallo spendere assai ne resultano gravezze, dalle gravezze querele.

IV.

Con la parsimonia il Principe viene ad usare liberalità a tutti quelli, a cui non toglie, che sono infiniti, e miseria a tutti coloro a chi non dà, che sono pochi.

V.

Nell' esazione delle tasse si deve soprattutto

aver compassione alla miseria e; calamità de' popoli, per mantenerli al paese più che è possibile.

VI.

È cosa conveniente aver pietà dei poveri miserabili; perciò nel riscuoter le tasse si deve aver loro compassione, perchè è cosa dura voler trarre donde non si può.

VII.

Nell' esazioni delle tasse si abbia discrezione e misericordia, che richiede la calamità de' popoli, sopportandogli, e non volendo da loro più, che si può.

VIII.

Con modi onesti, e ordinarj si riduchino le tasse al giusto e ragionevole.

IX.

Gli uffiziali nei lavori pubblici si portino con umanità, e discrezione, per non esasperare i lavoratori di campagna nei tempi massime sinistri, nei quali hanno più bisogno di misericordia, che di rigidità; perchè il principale instituto de' lavori pubblici è diretto alla salute, utilità, e bene del paese a tempi convenienti, e non per impoverire e far vivere malcontenti gli uomini.

X.

Nei lavori pubblici si trattino i lavoratori di campagna in tal modo amorevolmente, che piuttosto venghino volontarj che forzati, dovendo esser più a cuore i Comuni e popoli, che i lavori.

XI.

Tali opere si conduchino col più atto, e dolce modo si può, per non far disperare gli uomini.

CAPITOLO VIII.

Agricoltura, Commercio, Popolazionė,
Lusso, Viveri.

S. I.

Nei Governi moderati, e dolci si veggono moltiplicare in maggior numero quelle ricchezze che vengono dalla cultura, e quelle che vengono dalle arti; perchè ciascuno volentieri moltiplica in quella cosa, e cerca di acquistare quei beni, che crede, acquistati, potersi godere. Onde ne nasce che gli uomini a gara pensano ai privati e pubblici comodi, e l'uno e l'altro viene maravigliosamente a

crescere.

II.

La sicurezza pubblica, e la protezione sono il nervo dell' agricoltura, e del commercio; perciò deve il Principe animare i sudditi a potere quietamente esercitare gli esercizj loro e nella mercanzia e nell'agricoltura, e in ogni altro esercizio degli uomini, affinchè quello non si astenga d' ornare le sue possessioni per timore, che non sieno tolte, e quell' altro di aprire un traffico per paura delle taglie; ma deve preparare premj a chi vuol fare queste cose, e a qualunque modo ampliare la sua Città, o il suo Stato.

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