Immagini della pagina
PDF
ePub

deffese di ciò fanno teftimonio molte & diuerfe fue ca lamità, lequali effo con tanto vigor d'animo fempre tollerò,che mai la virtù dalla fortuna non fu fupera-. Bataanzi prezzando co l'animo valorofo le procelle di quella, nella infermità,come fano,& nell'auersità, come fortunatiffimo, viueua con somma dignità,& eftimatione appreffo ognuno di modo, che auenga, che così fuffe del corpo infermo, militò con honoreSotto a uoliffime conditioni a feruitio de i Sereniffimi Re di quali Si- Napoli Alfonfo, & Ferrando minore: appreffo con gnori mi Papa Aleffandro VI.coi Signori Venetiani,

[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]

Guid'Vbal

Fiorentini. Effendo poi afcefo al Pontificato Giulio FT. Fu fatto Capitan della Chiefa: nel qual tempo fequendo il fuo confueto stile, sopra ogn3åltra cofa,pro Sal curaua che la cafa fua fuffe dinobilißimi & valorofigentilhuomini piena: co i quali molto famigliar mente viuea, godendoft della conuerfatione di quel se linella qual cofa non era minor il piacer,che esso altrui daua,che quello che da altrui riceuea, per effer do dottifli dottißimo nell'una & nell'altra lingua, & bauer inmore fieme con l'affabilità piaceuolezza congiunta an age cor la cognitione d'infinite cofe; oltre a ciò tante la grandezza dell'animo fuo lo stimolaua, che anchor che effo non poteße con la perfona esercitar l'opere della caualleria,come hauea già fatto, pursi piGiudicio gliaua grandißimo piacer di vederle in altrui,& con fo nell'ar- le parole, bor correggendo, hor laudando ciafcuno te le lode. fecondo i meriti, chiaramente dimoftraua quanto adicio circa quelle haueffe: onde nelle groftre, ne i Coni. torniamenti, nel camalcare, nel maneggiare tutte le forti

me,e in tut

uoli opera &

1.

forti di arme; medefimamente nelle fefte,nè i giuo chi, nelle mufiche, in somma tutti gli effercity cons uenienti a nobili Cauallieri, in ogn'uno fi sforzaua di moftrarfi tale, che meritaffe effer giudicato degno di così nobile commercio. Erano adunque tutte l'bore del giorno diuife in honoreuoli et piaceuoli effercitij, così del corpo, come dell'animo: ma perché il Signor Duca continuamente per la infermita, dopo cena affai per tempo fe n'andaua a dormire,ognuno per or dinario,doue era la S.Duchessa Elifabetta Gonzagă, “a quell'bora fi riduceua: doue ancor sempre firitronaua là S. Emília Pia, laqual per effer dotata di cosi viuo ingegno, giudicio, come fapete, pareua la maestra di tutti:& che ogn'uno da lei pigliaffe fenno e valore. Quiui adunque i foaui ragionamenti,

Duchella Elifabetta. La S.Emis

lia Pia.

[ocr errors]

l'honeste facetie s'vdiuanos & nel vifo di ciafcu no dipinta fi vedeua una gioconda hilarità, talmen te che quella cafa, certo dir fi potea,il proprio albergo dell'allegria: ne mai credo che in altro luoco figu Staffe quanta fia la dolcezza, che da vna amata, cara compagnia deriua,come quiui fi fece un tempo ś che lasciando quanto honor fusse a ciascun di noi ser-uir a tal Signore,come quello,che disopra ho detto, á turti nafceudnell'animo una fomma cotentezza ognidodo ca Volta che al cospetto della Signora Ducheffa ci riduceuamo, & parea che questa fuffe vna catena 3 theAmore, tutti in amor teneffe vniti, talmente, che mai non fu che princi cocordia di volontà,ò amore cordiale tra fratelli mag palmente gior di quello che quiui tra tutti era. Il medefimo fra Cortseratra le Donné, con le quali fi bauea liberalißßi- giani

A 4

mo&

deè effere

mo& boneftiffimo commertio,che à ciascuno era lecito parlare,federe,scherzare,eridere con chi gli pareajma tanto era la riuerentia che fi portana al voler della S.Ducheffa, che la medefima libertà era gran diffimo freno,nè era alcuno, che non eftimaffe per lo maggior piacere,che al mondo hauer poteffe,il.compiaçer a lei,& maggior pena, il difpiacerle. Per la Modeftia qual cofa,quini honeftiffimi costumi erano con gran egrádezza della Du- diffima libertà congiunti, & erano i giuochi, i rifi al chella fuo cofpetto conditi, oltre a gli argutiffimi fali, d'una gratiofa & graue maestà, che quella modeftia, & grandezza che tutti gli atti, & le parale, & ige Ali componeua della S.Ducheffa, mottegiando, es ridendo,faceua,che anchora da chi mai piu ueduta non l'hauesse,fusse per grandissima Signora conosciuta. Et così ne i circunftanti imprimendofi,parea,che -tutti alla qualità,e forma di lei temperaffe ; unde ciaquefta Si-fcuno questo ftile immitare fi sforzaua, pigliando gn.fono a quafi una norma di bei coftumi dalla prefentia d'una bondeuol tanta e così uirtuofa Signora;le ottime coditioni della méte fcrit- quale io per bora no intendo narrare,non effendo mio bo, uel fuo pensiero, per eßer aßai note al modo,& molto pin Dial. lati ch'io non potrei nè con lingua:nè con penna efprimeno che dire, quelle che forfe fariano state alquanto nascelei e della ste, molte aunerfità,& ftimoli di difgratie banno chiaramente fcoperto,& in questo modo s'è dimostra to,che nel tenero petto d'una donna in compagnia di fingolar bellezza,poffono ftare la prudéza, la fortezza dell'animo, & tutte quelle uirtù, che ancora ne'feneri huomini fono rariffime. Ma laßādo questo,

Le virtù di

te dal Bem

morte del

Duca com

**pole.

[merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][ocr errors][merged small][ocr errors]

M

dico, che confuetudine di tutti i gentilhuomini della
casa era ridursi fubito dopo la cena alla Signora Du
cheffa; doue tra l'altre piaceuoli feste, & mufiche,

danze, che continuamente fi ufauano, talhor fi
proponeuano bette questioni,talbor fi faceuano alcuni
giuocbi ingegnafi ad arbitrio hor,d'uno bor d'un'al
trosne i quali,sotto uarij velami scopriuanoi circon-
Stanti allegoricamente i penfier fuoi a chi piuloro
piaceua; Qualche volta nafceuano altre difputa
tioni di diuerfe materie, ouero fi mordea con pron-
ti detti, spesso fi faceuano imprese,come hoggidì chia
miamo;doue di tali ragionaměti marauigliofo piace-
re fi pigliaua, per effer(come ho detto) piena la cafa
di nobiliffimi ingegni;tra i quali ( come sapete) era-
no celeberrimi il S.Ottanian Fregofo, M.Federigo
Signori,
fuo fratello,il Magnifico Giuliano de' Medici, Mef- che inter-
fer Pietro Bembo, Meffer Cefar Gonzaga,il Conte uennero.in
Lodouico da Canoffa,il Signor Gafparo Pallavicino, quefti ra
il Signor Lodouico Pio,il Signor Morello da Orto- gionamen
na, Pietro da Napoli, Meffer Roberto da Bari,et in-
finiti altri nobilißimi cauallieri;oltra che molti ue ne
erano, i quali ayenga che per ordinario non flefino
quiui fermamente, purmaggior parte del tempo ui
Adifpéfauano;come M.Bernardo Bibiena,l'unico Are
tino,Giouan Christoforo Romano, Pietro Monte,
Therpandro, M.Nicolò Frifiojdi modo, che sempre
{Poeti, Mufici,& d'ogni forte huomini piacevoli,&
i più eccellenti in ogni facultà,che in Italia fi trouaf
fino,ui concorreuano. Hauendo dunque Papa Giulio
II.con la prefentia fua, con l'aiuto de Francefi ri- to 11.

dutte

[ocr errors]

Papà Giu

durto Bologna all'obbedienza della fede Apoftolicas nell'anno MD.VI. ritornando verfo Roma,paßo per Urbino doue, quãto era poffibile,honorataméte,

con quel piu magnifico & fplédido apparato, che fi baueffe potuto fare in qual fi voglia altra nobil cit ta'd'Italia furiceuutosdi modo che oltre al Papastat tii S.Cardinali,& altri Cortegiani restarono fomma mente fatisfatti;& furono alcuni, i quali tratti dal la dolcezza di questa compagnia, partendo il Papa, la corte,reftarono per molti giorni ad Vrbino; nel "qual tempo non folamente fi continuaud nell'usato sti le delle fefte & piaceri ordinarij;ma ogntuno fisforLaua d'accrefcere qualche cofa, & massimametene i giuochi, ai quali quafi ogni fera s'attendeua,& l'orOrdine de dine d'effi era tale, the fubito giunti alla prefentia giuochi della Signora Ducheffa sogn'uno fi poneua a federe a piacer fuo, ò come la forte portaua,in cerchio, & erano fedendo diuifi vn'huomo & una donna, fin che donne v'erano,che quasi sempre il numero de gli huo mini era molto maggiore;poi come alla Signora Dp

cheffa paren la quale per lo piu del

le voltene lasciaua il carico alla Signora Emilia.Così il giorao appreffo la partita del Papa,essen do all'ho

ra ufata ridotta la copagnia al folito luoco, dopo mol E impofto ti piacevoli ragionamenti,la Signord Ducheffa volfe dalla Du pur che la Signora Emilia cominciaffe i giuocht, & cheffa alla effa dopò l'hauer alquanto rifiutato tal imprefas cost Sig.Emilia diffe: Signora mia,poi che pur a voi piace, che io fia inicio quella che dia principio a i giuochi di questa fera,non chi. Poffendo Pagionevolmente mancar d'obbedirui; deli

che inco

bero

« IndietroContinua »