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Tip. Non è a dimandare: stillarsi il capo su’ libri schiccherar fogli! ma faccia adunque un po' gemere una volta, anzi risplendere e rallegrarsi ì miei torchi e le mie stampe.

Pan. Bravo, Sig. Giuseppe, stimolate, stimolate. S. Fatica perduta. Ma voi stassera volete, veggio, la baia del fatto mio?

Pan. Punto del mondo. Parliamo da cuore e del miglior senno. Crediate: ella è vergogna, esser gagliardo e idoneo come voi siete: sentirsi anche spronare, e voler pur non si muovere. Che è questo durare non pubblicando mai nulla? Non fosse almeno che dei versi: tutti ne fanno di questi. Non istà bene, vel dice Pania, volersi far singolare da tutti gli altri. Bella cosa! Buscarsi così nome di letterato a bocca baciata,

S. Sarebbe, invero, un gran che!

Pan. Non dico: ma certo è titolo ambito: e desiderabile.

Par. Che paia al Selci già troppo scaduto di pregio? E si comincia donarlosi per laurea! a quello che mi fu detto. Ma certo s' egli verrà dispensato in questa solenne forma, avrà la sorte di baccalare, nome prima d' onore, poscia di beffa.

Pan. Voi intendetela come v' aggrada: io per letterato vo' intendere vir bonus dicendi peritus: e tale voglio che sia il Selci.

S. Ve ne so grazie: ed io non rifiuto, anzi cerco nome d'uomo: ma non mettetemi in voce, ve ne scongiuro, di letterato, e nè eziandio di studioso: al più, amante, se lo volete, degli studi e delle lettere; ma dallo scartabellar qualche libro, per non

sapere che fare di meglio, al farsi autore v' ha lungo tratto: come dal mettersi per le stampe al farsi canzonare v' ha un corto passo.

Pan. Ah! voi temete la critica! Credetene salvo il tacere? Diranno che vi tacete, perchè non ne sapete.

S. Poco male.

Pan. Che volete parere e non essere: che siete infingardo: che non vi degnate, e che so io?

S. Ma voi adunque, altro pensate, altro fate: che mai non deste, ch'io sappia, alle stampe, nè date.

Pan. Dirò. Prima di tutto non mi stimo atto. Ma non valga: Se io nè stampo, anzi nè scrivo, almeno io parlo, e parlo per dieci, e così pago, in qualche maniera, il mio scotto: e, chi vuole, parla del mio parlare, lo guasta, commenta, rapporta, storce, censura. Voi per contrario: nulla stampare, poco parlare: l'è un voler dare giudizio, e sfuggir d'essere giudicato: in somma essere animal parasito nella civile conversazione. Gli scriventi potrebbero dirmi, Scrivete un po' voi, s' io gli criticassi: ma io, chi scrive, e a buona intenzione, lodo, se non altro per questa: chi non iscrive e mi pare atto, conforto che scriva, e avessi altra età che romperei forse io pur qualche lancia, o debbo dir qualche penna: ma, oh! mio caro, alla mia non che assumere abiti nuovi, e' si vanno logorando e perdendo gli antichi. È facil cosa, direte, stare nel piano e confortare i cani all' erta, ma quando ormai non ce ne posso altro: fungar vice cotis; acutum

Reddere quae ferrum valet, exors ipsa secandi,

S. E bene potete aggiugnere il resto:

Munus et officium nil scribens ipse docebo.

Pan. Così pur fosse, come non è. Ma voi n'avete menato per parole, nè abbiam saputo che impedisca la vostra frequenza in questo luogo. Basta: non cerco più là; fino al curioso mi lascio ire, non all'indiscreto: ad ogni modo, son certo, sarà con più vostro utile e piacere, sebbene con nostro scapito.

S. Ma voi siete la gentilezza ritratta al naturale: e cavereste i segreti da esso il silenzio: nè il mio è un segreto: nè ho che tacervi, che le più sere ci raduniamo alcuni pochi in casa un amico, a un trattenimento di lettere, o dirò meglio, lettura.

Tip. Togliete qua: non m' ero apposto io, eh, Sig. Pania? - Bravo, Sig. Selci! porre in piedi un'

Academia !

Pan. Oh! siete un uomo: laddove altri non si apporrebbe alle cento, e voi cogliete alla prima.

S. Può darsi: ma quanto al pretendere di fare noi un' Academia, no: è nome che per essere parte presuntuoso parte ridicolo, vuolsi fuggire al tutto; almeno trattandosi di cose leggieri e di pochi.

Pan. Comunque, è cosa di studi, e sta bene. Ora un'altra dimanda, se non vi riesco importuno. S. Dite.

Pan. In questa, come dite, Lettura, leggete del vostro o dello stampato?

S. Dirò: dapprima alcuni si raccoglievano a leggere giornali o altri libri in comune: questo portò ragionamenti, considerazioni, dispute amichevoli: vi ebbe chi talvolta sostenne o aperse sue opinioni o ragioni per iscrittura, e piacque: così posero che o

gni tanto, ciascuno a sua volta leggesse del proprio. Io entrai, non ha molto, in questa picciola brigata, e come ultimo, poichè fanno stima, nè a torto, che col crescere gli amici, scemi l'amicizia. Eccovi la cosa netta e vera, sì com'è che siam qui, non miei lavori che mi tengano lontano da voi, e manco, tedio della vostra conversazione, nella quale anzi, intervenendo io, come accennaste, più ascoltatore che parlatore, debbo reputarmi a indulgenza esservi non dico gradito, ma tolerato.

Pan. Voi forse traeste il mio dire a peggiore sentenza ch' io non teneva, ma s' egli potè sonarvi rampogna io mi scuso: e, mi ridico, se volete.

S. Pensate. Non fa bisogno nessuna scusa; e troppo diceste vero: sappiatevi anzi, ch' io non ho sì di voglia abbracciato questa occasione di leggere in comune, e conversare e scribacchiare volontariamente obbligato, se non per rompere la taciturnità o malinconia, la quale sovente mi si figge si addentro che giunge al midollo, e mi bisogna come uno sforzo od impeto di bile o sdegno contro di me medesimo a discacciarnela.

Tip. Così mi dà nel genio: andar fra la gente, stare su allegro, muoversi, conversare, darsi anche un po' di buon tempo, non intristire sempre confitto su' libri: gittare le malinconie, o de' pulmoni, o del fegato, e, la prima cosa (ci sono qui medici o farmacisti?) la prima cosa cacciare in bando le medicine. Ma ora che s'è rizzato quest' Academia..... la non si turbi: dir volli lettura, è tutt' uno: biso gnerebbe fare un poco di più.

S. E che?

Tip. Cosa della quale abbiamo ragionato spesso col Sig. Pania.

S. Ed è?

Tip. E sarebbe d'utilità e di onore....

S. In fine uscitene.

Tip. Fare un Giornale.

S. Oh! l'avete trovata. Se vi è più giornali, come si dice, che non ha foglie Maggio: e come le foglie durano.

Pan. Sì: e come le foglie rinascono: e il nostro Giuseppe ha fatto una proposta eccellente. S. Ma se di giornali, secondo io credo, ve ne ha troppi.

Pan. Sarà: ma la città nostra certo non pare che n'abbia troppi. Girate lo sguardo per tutta Italia: e, lasciamo stare le città grandi, non ci vantaggiano forse anche le piccole rispetto a ciò? Oh! ch'ella sia mo così misera questa fu Italica Atene, e si deserta, che non ci rimanga co' suoi minuzzoli da nutrire più che un foglio volante!

Tip. Lo dico io pure: e più d'una volta, sapete? v'ho posto il capo, ma sempre senza effetto: sempre. E per amore che ho al mio paese e agli studi me ne duole assaissimo.

S. E vi pensate, che il farvi a pubblicare un giornale qual intendete, non avesse a portare alla vostra carità patria e letteraria, a non dir altro, molestie e pena? e che più ancora non vi potesse dolere che la impresa assunta cadesse in breve, che di non l'avere abbracciata.

Tip. Non dico. E certo l' uomo non si potrebbe confidare che l' opera avesse a continuare lungamente,

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