La commedia di Dante Allighieri, Volumi 1-3Tipi del gondoliere, 1837 |
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Parole e frasi comuni
altrui amore anco in prosa Angeli anime Anon antico ARGOMENTO Arist Arno avarizia avea beati Beatrice bella Bocc Boet bolgia buon canto canz Carlo d'Angiò cerchio ch'è ch'i Chè chiama Chiesa ciascun cielo colui Conv convien corpo Cristo Dante dice Pietro divina dolce donna duca Eccl ejus Empireo equatore eran eterno Ezech fece figlio figliuol Firenze Flegiás foco gente Gerione Ghibellini giro grida Guelfi Inferno intende l'altro l'anima L'Ott luce lume maestro mente mondo monte mori morte Nota le terzine occhi omai Ovid padre parea parla parole passo peccato perocchè Petr piè Pietro cita poco Poscia pria Purg Purgatorio quivi quod quum raggio ragione rispose sangue santo sovra spirito Stazio stelle sunt superbia terra terzine Tomo tosto uomo vede veder veggio vidi Virg Virgilio virtù viso vivo volse XXII XXIII XXVII XXXII
Brani popolari
Pagina 192 - Come la fronda, che flette la cima Nel transito del vento, e poi si leva Per la propria virtù che la sublima ; Fec'io in tanto, in quanto ella diceva, Stupendo ; e poi mi rifece sicuro Un disio di parlare ond'io ardeva.
Pagina 259 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Pagina 238 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Pagina 104 - Quale per li seren tranquilli e puri Discorre ad ora ad or subito fuoco, Movendo gli occhi che stavan sicuri, E pare stella che tramuti loco, Se non che dalla parte onde s...
Pagina 233 - Donna m' apparve, sotto verde manto Vestita di color di fiamma viva. E lo spirito mio, che già cotanto Tempo era stato, che alla sua presenza Non era di stupor, tremando, affranto, Senza degli occhi aver più conoscenza, Per occulta virtù che da lei mosse, D' antico amor senti la gran potenza.
Pagina 47 - Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi desiri?
Pagina 50 - Che il giardin dell' imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color già tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com
Pagina 242 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.
Pagina 197 - Non fu la sposa di Cristo allevata Del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, Per essere ad acquisto d'oro usata; Ma per acquisto d' esto viver lieto E Sisto e Pio e Calisto ed Urbano Sparser lo sangue, dopo -molto fleto.
Pagina 251 - Come le nostre piante , quando casca Giù la gran luce mischiata con quella Che raggia dietro alla celeste lasca', Turgide fansi , e poi si rinnovella Di suo color ciascuna, pria che 1 sole Giunga li suoi, corsier sott...