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VEDARE IN PROPRIO EFETO, Vedrete o Conoscerete in fatto, realmente, in effetto, sensibilmente; Toccherete con mano. ÈGANO, s. m. Maggiociondolo; Maio; Maiella; Ciondolino; Brendoli, Piccolo albero del genere Citiso, detto da Linneo Cytisus Laburnum; che ha i fiori gialli disposti in grappoli lunghi e pendenti. I suoi rami grossi sono ottimi per farne cerchi. EGO. Voce latina, che alcuni esprimono nel dettato seguente, storpiato dal latino, PRIMA CHARITAS INCIPIT AB EGO, a cui corrisponde i prov. Stringe più la camicia che la gonnella; e così l'altro, È più vicino il dente che nessun parente ; e valgono che S'ha più riguardo al proprio interesse che all' altrui.

EGOISMO, s. m. Voce, come si sente, composta dal latino e parlata dalle persone colte anche più spesso di SUISMO V., di cui è sinonima; ch' esprime il significato di Amore di sè stesso: e dicesi in mala parte.

EGOISTA, s. m. Vocabolo pure derivato dalla radice latina; ed è sinonimo di SurSTA, V.

EGREGIAMENTE, avv. Egregiamente.

VA EGREGIAMENTE. Va a maraviglia, benissimo, a capello, bene assai.

STAGO EGREGIAMENTE, Sto benissimo. EGUAGLIAR, v. Agguagliare o Pareggiare.

EH VIA! ovv. EH LA FAVETA! OVV. EH LA MERDA! Espressioni di maraviglia, e valgono È egli vero? Mi corbelli tu forse? Io ti credo? Eh no!

EIMÒ, Maniera antiq. e va coll' interrogativo; ora diciamo XELI MO? Son essi? EL, П, Articolo del genere maschile nel numero singolare. Dicesi anche per Egli.

EL CRIA; EL MAGNA, Egli grida; Egli mangia.

ELA (coll' e stretta) Pronome fem. Ella, cioè Quella, Colei. Elle ed Elleno dicesi in plur. ma solamente nel caso retto; negli altri casi dicesi Lei, ed al plur. Loro.

ELA, nell' uso del parlare domestico, vale per la Moglie o per la Padrona di casa DISEGHELO A ELA, Ditelo a mia moglie o alla padrona.

O DIO DE ELA, V. D10.

DAR DE L'ELA, Dar del lei, Parlar ad aleuno con riguardo. ELASTICO, s. m. Elastico, Che ha forza di molla. V. MOGIA.

ESSER ELASTICO, Molleggiare o Brandire. ELATÈRIO, s. m. Alterezza o Alterigia e Altierezza, Albagia, Superbia.

AVÈR DE L'ELATERIO, Essere elato, cioè Altiero, Borioso, Gonfio; Aver dell' albagia, della boria, del fasto, dell' elazione. ELE (coll' e stretta) Esse; Elleno. ELE (coll' e aperta) Elle, Lettera consonante dell' alfabeto, sust. fem. ELEFANTE. V. LIONFANTE. ELEGANTE, add. Elegante.

ELEGANTE, dicesi ironicamente nel discorso famil. per Stravagante; Bizzarro;

Capriccioso.

-

QUESTA XE VERAMENTE ELEGANTE, Questa è veramente ariosa, cioè Bizzarra, capricciosa.

ELERA, s. f. Edera o Ellera arborea o muraria e Vite nera, Pianta parassita nota, detta da Linn. Hedera Helix; Il suo legno tenero è adoperato per le stecche da affilare i ferri.

ÈLESE, s. m. Elice o Elce e Leccio, Specie di Quercia; detta da Linn. Quercus Ilex. Albero sempre verde, il cui legno è assai duro e pesante. La parte più colorita e centrale, che dicesi Anima di Leccio, è preferita per far le bacchette degli schioppi da caccia.

ELETRIZARSE, v. detto fig. Scuotersi;
Risvegliarsi; Confortarsi; Ravvivarsi;
Mettersi in giubilo, in gioia.
ELEVATO. add. Elevato.

ALQUANTO ELEVATO, detto fig. Alquanto alto, borioso, albagioso, superbo, e dicesi di uomo. ELIMINAR, v. Voce latina, ma che si usa dalle persone colte nel sign. di Escludere; Togliere; Rimuovere; Cacciare. ELO (coll' e stretta) Egli, che corrisponde al latino Ille - ELO nel parlar fam. si dice anche pel Marito o pel Padrone di

casa.

*

ELO? (coll'è aperta) È esso? è desso? Usasi sovente in luogo di XELO? V. ÈMAUS. ANDAR IN EMAUS, Andar in orinci, in Chiavenna, in lontane parti. EMBRIÓN, s. m. Embrione.

VEDER IN EMBRION, Vedere in ombra, Parer o creder di vedere, Vedere e distinguere appena.

EME, s. m. Emme, Lettera consonante, che nel plur. si dice Emmi, ed è di gen. fem.

TUTI GA EL SO EME, Ognuno o poco o assai partecipa di tre M, cioè di Medico, di Musico e di Matto, È stato anche detto, Ognuno abbiam del pazzo tronco un ra

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N'È UN EMPOREO, Ce n'è un flagello, Una gran quantità. V. SPETACOLO. EMULAZION, s. f. Rivalità; Concorrenza; Gara.

AVER EMULAZION, Emulare. ENCA, s. f. T. de' Pesc. (forse derivato dal lat. Eneco, Strangolare) Ritroso, sust. Quel raddoppiamento che ha la bocca della rete ridotta ad un' entratura strettissima, per la quale entrati i pesci non trovan la via di tornare indietro; apertura fatta a guisa d'imbuto. ENDEGARO, s. m. Endice o Guardanidio, Uovo che si lascia nel nido delle galline. ÈNDEGO. V. Lendego.

ENDEGOLA O ENDÈGOLO, 8. m. Trovatella o Trovatello, dim. di Trovato, Pretesto mendicato, Scusa mendicata. V. DÈ

GOLA.

CATAR FORA DE LE ENDEgole o dei ENDEGOLI, Cavillare o Gavillare, Inventar ragioni false che abbiano sembianza di verità, che dicesi anche Arzigogolare. V. Anzin, ARGALIFO e DEGOLA.

Gattaiola, detto fig. vale Ripiego, Scampo, ond'è formata la voce Sgattaiolare, Trovar ripieghi e sutterfugi. ENDÉGOLA O ENDEGOLO. V. INDE

GOLO.

ENE, s. m. Enne, Una delle lettere del nostro alfabeto.

ENE ACA (N. H.) dicevasi per ischerzo e per antonomasia ai tempi Veneti, alludendo al Nobilis Homo o sia al Nobil omo ser, ch'era titolo d'onore con cui s'indicava il Patrizio Veneto, a differenza degli altri nobili dello Stato, a'quali davasi soltanto il titolo di Nobile Signore. ENFIAGIÒN, s. f. T. de' Maniscalchi, Spallacce, Enfiamento e callosità di carne nelle spalle del cavallo.

ENOTA ENOTA Exio sono voci (come evidentemente pare) corrotte dal greco antico, le quali per lo meno da trenta secoli in qua si conservano e si cantano nei balli delle nostre giovani artigiane. Queste fanciulle ballano prima a due a due al suono d'un cembalo e al canto di villanelle, che vengono di tratto in tratto interrotte da una specie d'intermezzo, il quale sempre comincia dal versetto ENOTA ENOTA ENÌo, che pur si canta col cembalo e con diversa melodìa, del seguente svariato tenore.

ENOTA ENOTA ENÌO,

SE SE DO Coreve drio,
SE SÈ QUATRO DEVE LA MAN
E LA PAREGINA LASSELA ANDAR.
ΕΝΟΤΑ ΕΝΟΤΑ ΕΝΙΟ

ENOTA ENOTA E NANA,

E LA NANA CHE MAI VIEN DÌ,
AGIUTIME MAMA NO POSSO Pi;
ENOTA ENOTA ANCORA,

LE LASAGNE COTE IN FERSORA,
EL FORMAGIO DE SORA VIA,
NINETA CARA LA XE FINIA.

Al canto di questo intermezzo (ch'è più o meno lungo o ripetuto ad arbitrio della

suonatrice del cembalo) le danzatrici for-
mansi in due cerchi concentrici, che caro-
lano uno inverso all'altro; e finito l'inter-
mezzo torna il canto delle villanelle e tor-
nasi a ballare a due a due come prima.
La differenza distintissima del ballo c
o quan-
do si canta il versetto ENOTA ENOTA ENÌO
con quel che segue, manifesta una specie
di gioia che vien espressa co' salti nel caro-
lare; e quindi ci pare che tali voci, comun-
que insignificanti nel nostro parlare, non
possano essere state dette o inventate in
origine a casaccio e senza significazione.
In fatti, analizzate esse con attenzione sul-
la lingua greca de' tempi d'Omero, trova-
si, benchè corrottissime e quasi diremmo
decomposte, che vi convengono per l'ap-
punto, come nel seguente confronto, in cui
sotto il Veneziano corrotto si mette il Gre-
co che vi corrisponde, indi la traduzione
italiana

E N 0 TA
E N 0 TA, E NIO
Δ' νέε, ὦ ταν, αἴ νέε, ὦ ταν, ἡ νυός
Ecco viene, o amico, ecco viene, o amico,
la sposa.

L'opinione dell'autore si è, che queste voci greche fossero il cominciamento di altri versetti, che dovevano soggiungersi per comporre un sentimentuzzo qualunque analogo all'oggetto del ballo; versetti che sonosi col passare di tanti secoli perduti e convertiti in quegli altri della più goffa idiotaggine che si riportano. Chi ha però miglior vino in cantina lo spilli e lo dia a saggio, e l'Autore cederà di buon grado la palma ad una più ragionevole interpreta

zione.

ENSİR. V. INSÌr.

ENTITÀ, s. f. DE MOLTA O DE POCA ENTITÀ, Di grande o di poca levata, Di grande o di poca importanza, e quindi Importar mol

to o poco.

AFAR D'ENTITA, Affare d'importanza, o di rilevanza di rilievo. ENTRANTE. V. INTRANTE. ENTRAR O INTRÅR, v. Entrare o Intrare.

ENTRAR DOPO O SUCEDER, Sottentrare. TORNAR A ENTRAR, Rientrare. ENTRAR DA PER TUTO, Esser come il malto fra' tarocchi, detto fig. V. CAZZARSE.

ENTRAR IN BALO, Essere o Entrare in danza o in ballo, detto metaf. vale Essere impacciato in qualche affare.

NOL M'ENTRA, Non mi va; Non mi attaglia; Non mi attalenta o talenta; Non mi calza; Non mi va a pelo; Non mi garba; Non mi piace; Non m'entra Entrante, detto fig. per Verisimile o convincente, è il suo contrario.

PODER ENTRAR, Aver entratura o entramento: dicesi specialmente della Facoltà di poter entrare in alcuni appartamenti nelle Corti de Principi; Aver accesso.

VOLER ENTRAR IN TUTI I PETEZZI, Entrare in mazzo o Mettersi in mazzo, vale Intromettersi in una faccenda.

COSSA GH'ENTRELO STO COGIÓN? E' si dimena per parer vivo, Dicesi di coloro che

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si vogliono intromettere in alcun ragiona. mento e non sanno quel che si dicano. Lo stesso è E' guizza per non rimaner in

secco.

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ENTUSIASMAR O ENTUSIASTAR, v. Inspirare entusiasmo.

EO QUIA, s. m. Frase forense ex-Veneta, Censure; Osservazioni. Così nel vernacolo forense chiamavansi sotto il Governo Veneto le Censure fiscali, che gli Avvogadori del Comune facevano ai processi criminali appellati e avocati al loro tribunale, sull' istanza delle persone aggravate e ricorrenti. Il paragrafo o capoverso di ciascun punto di censura cominciava sempre dalle parole Eo quia, che corrispondono al Perchè, e dicevasi per esempio: Eo quia iuratus fuerit testis N. N. qui iurari non debuerat; Eo quia iuratus non fuerit qui iurari debuerat; eo quia examinatus non fuerit qui examinari debuerat etc. Al di d'oggi in vernacolo forense direbbonSi CONSIDERANDO O MOTIVI V. INTROMISSION, e CONSIDERANDO. EPISTOLA, PRETE DA EPISTOLA, Chierico a pistola, vale Ordinato suddiacono. EQUILIBRIO, s. m. Equilibrio

STAR IN EQUILIBRIO, Stare in perno. STAR IN EQUILIBRIO CO LA SPESA, Equilibrare la spesa, detto fig. e vale Star colla spesa in parità dell'entrata. EQUINOZIO, s. m.

PRENDER EQUINOZIO,

Dicesi per ischerzo e per lo giuoco della parola, Equivocare; Sbagliare; Allucinarsi; Prendere errore; Fallare. EQUIPAGIÀR, v. Equipaggiare.

Parlando di Marina, Equipaggiare, vale Guarnire un vascello di tutte le cose che gli sono necessarie Ammarinare o Marinare, Fornir la nave de' Marinai.

EQUIPAGIARSE, Rincavallarsi, Rimettersi in arnese e in buon sesto - Corredarsi, Fornirsi di masserizie, d'arnesi Rimpannucciarsi, direbbesi fig. Migliorar la condizione.

EQUIPÀGIO, s. m. Equipaggio o Corredo, Provvigione di ciò che bisogna per viaggiare. Ed anche per Cerredo in genere, ma intendesi magnifico.

In T. mar. Equipaggio è Voce collettiva, che comprende tutte le persone d'un vascello, a riserva degli uffiziali superiori, vale a dire gli uffiziali marinereschi, i marinai ed i soldati.

EQUITATIVO, add. Equo; Convenevole; Congruo.

EQUITATIVO, add. Voce usata fra noi dalle persone colte nel signif. di Equo; Giusto; Convenevole, Che ha in sè equità o moderazione o convenienza; contrario di Ingiusto o sconvenevole o Inconveniente.

ERATACÒRIGE, s. m. T. degli Stamp. Errata ovv. Errata corrige, Scorrezioni corrette, cioè Quella pagina de'libri stampati, ov'è la nota delle correzioni. ERBA, 8. f. Erba. V. anche Arba.

ERBA AQUILEGIA. V. SCARTOZZETI.

ERBA BELADONA, Solatro maggiore o Erba Belladonna, Pianta detta da Linneo Atropa Belladonna.

ERBA BIZARA, V. ARO.
ERBA BRICA,

Erica o Grecchia e Sco

pa meschina Piccolo arboscello o Frutice, detto da'Sistem. Erica vulgaris. Le sue foglie sono simili a quelle del Tamarisco o del Cipresso, e i fiori piccoli d' un rosso vivo; per gran tempo dell'anno è fiorita.

ERBA CACAGLIA, Cacalia Saracinesca o Saracena, detta da' Botanici Cacalia Saracenica; i suoi fiori sono gialli.

ERBA CALESPOLA, Astro o Adoni, Pianta d'un piede e mezzo d'altezza, di tronco villoso e ramoso.

ERBA CANELA, V. GIRANIO CANELA.

ERBA CAPÒN, Erba cappone, Pianta detta da' Botanici Cestrum Parquy, con foglie le quali stropicciate rendono un odore poco gradito, che da alcuni si vuole di Cappone allesso.

ERBA CEDRATA, V. CEDRONELA.

ERBA CHE TACA, Pianta erbacea annua, detta italianam. Panicastrella, e da Linneo Panicum verticillatum, ed è una specie di Panico, cha nasce da per tutto nei luoghi erbosi. Le setole o reste degl' invogli sono dentellate all'indietro, e sono cagione che passeggiando fra l'erba s'attaccano alle calze le spighe. È mangiata dalle

passere.

ERBA CHINA, V. Centaura.

ERBA CORDELA. Così chiamansi le Foglie rigate di giallo e verde a guisa di nastro, della Canna domestica detta da Linneo Arundo Donax, ch'è una varietà della comune. Somigliano ad una cordella o fettuccia: ed anche a Milano è chiamata ER

BA BINDELLINA.

ERBA CURADENTI, Bisnaga o Visnaga; o Erba stuzzicadenti, Pianta conosciuta dai Botanici col nome di Ammi Visnaga o Apium Visnaga. Nasce abbondante nella campagna di Volterra, dove l'adoprano secca per uso di stuzzicadenti.

ERBA DA CALI, V. FIGO D'INDIA.

ERBA O ERBETA DA CINQUE FOGIE, Voce del Contado, Cinquefoglio, detta da Linn. Potentilla reptans. Erba appunto di cinque foglie, che trovasi per le fosse e per i boschi. La sua radice come astringente e balsamica è ricercata dagli Speziali.

ERBA DA CIMESI O EBULO, Ebbio o Ebulo o Sambuco salvatico, Frutice erbaceo puzzolente, che fa i fiori, le coccole e le foglie quasi simili al Sambuco arboreo, ed è quindi chiamato da Linn. Sambucus Ebulus. Le foglie secche di questa pianta sono vendute come operative a scacciare le cimici.

ERBA DA GATI, Erba gatta o Gattaia e Ortica pelosa, Pianta detta da' Sistem. Nepeta Cataria, Linn. ed è così detta perchè i gatti l'amano quanto il Maro.

Maro, è un suffrutice aromatico, detto anch'esso Erba da gatti, ed è chiamato da

Linueo Teucrium Marum. Il suo piccante odore fa starnutire.

ERBA DA IMPAGIAR, V. CARESINA.

ERBA DAMASONIA, Alismo, Sorta d'erba acquatica, detta da' Botanici Alisma Dama

sonium.

ERBA DA PASSARini, V. Veleta.

ERBA DA PEOCHI, Stafisagra o Stafisagria e Strafizzecca, detta anche Uva selnatica, Erba detta da Linn. Delphinium Staphisagria. Essa ha le frondi simili alla Lambrusca, intagliate e larghe; la sua semente ridotta in polvere e incorporata nel butirro, diventa un ottimo rimedio per ammazzar i pidocchi.

ERBE DA PORI, sono due, cioè

II Titimalo Caracia, detto altrimenti Caracia o Esca da pesci; Erba laza o Erba mora, chiamata da'Botanici Euphorbia Characias, che trovasi ne' monti, sempre verde e perenne, fiorita in maggio. Essa tramanda un fetido odore, principalmente nelle ore calde. Il latte di questa Pianta è corrosivo, e messo in un dente cariato ne distrugge il nervo a guisa degli acidi, e così fa passar il dolore. È adoprato altresì per rodere le verruche o porri della cute. 1 Pescatori la pestano e la gettano "dove sono i pesci, i quali vengono a gala morti o storditi.

La seconda Erba da porri è

La Verrucaria o Porraia o Erba da porri o Dittamo selvatico, detta dal Mattioli Eliotropio maggiore, e da Linneo Heliotropium europaeum. È pianta annua e trovasi ne' luoghi sterili, fiorita in maggio, con ispiche di fiori bianchi senza odore. ERBA DA TENZER O CORNIOLA O COSOLUTA, Baccellina; Ginestrella; Ginestrina; Guado selvatico, Pianta detta da’Botanici Genista tinctoria, i cui fusti seccati colle foglie si adoperano da'tintori per la tintura gialla.

ERBA DE LA CROSE, Verbena o Erba crocella, Erba annua, detta da Linneo Verbena officinalis. Era celebre presso gli antichi, i quali la usavano nelle loro cerimonie religiose. Chiamasi anche Erba colombina.

ERBA DE LA NAVE, Filandre, chiamansi da' Marinai l'Erbe marine che s'attaccano sotto le navi e ne ritardano il corso.

ERBA DE LA MADONA, Erba S. Maria o Erba costa o costina o Erba amara, Pianta perenne, detta in sistema Balsamita suaveolens. Coltivasi anche ne'giardini, e dalle sue foglie odorose si ottiene con la distillazione un'acqua antisterica e grata. Le foglie sono tenere e si mangiano coll' insalata, detta di mescolanza.

ERBA DRAGON, V. Dragòn,

ERBA FIGADELA, Epatica o Fegatella, Sorta d'Erba così chiamata perchè credesi specifica nelle malattie del fegato, detta anche Erba Trinitas. Dai Sistematici è detta Anemone Epatica. Fiorisce nel marzo con fiori turchini, ma varianti anche nel rosso e nel bianco.

EBBA GARBA, V. ACETOSA.

ERBA GAROFOLO, Cariofillata o Garofanata o Erba benedetta, Pianta o sorta di erba, la cui radice rossiccia masticata odora di garofano. Si chiama in sistema Geum urbanum.

ERBA GIAZZO Cristalloide o Erba cristallina o Erba diacciòla, Pianta annuale tutta aspersa di vescichette trasparenti, che appaiono ghiaccio e cristallo. I Sistem. la chiamano Mesembrianthemum crystalli

пит.

EBBA MADREGAL, V. MADREGAL.

ERBA MARESINA, Genziana o Genziana gialla, Pianta volgare detta da Linneo Gentiana lutea, le cui radici gialle ed amarissime servono agli usi della medicina.

ERBA MEDEGA, detta in Milano ERBA CAVALLINA, Medica o Erba medica e Fieno d'Ungheria, Erba notissima che si semina perchè appetita dalle bestie e specialmente dalle vacche, e si può falciare fino a cinque o sei volte all'anno. Linneo la chiama Medicago sativa. Le sue lunghe e sottili radicelle, dopo essere state bollite in acqua, si legano parallele in fascetti per farne spazzole a guisa di pennello doppio, per pulire i denti ed altre cose.

ERBA PAPAGAL, Pappagallo o Maraviglie di Spagna, Pianta annuale che viene all'altezza di un braccio, detta da' Sistem. Amaranthus tricolor, per aver le foglie variegate di verde, rosso e giallo.

ERBA PER LA FREVE, Camedrio, detta anche Querciuola e nella Lombardia Calamandrina, ed Erba delle febbri, perchè la sua decozione amarissima bevuta alquante mattine libera spesso dalla febbre terzana. Ella è chiamata da Linneo Teucrium Chamaedrys.

ERBA PER I DENTI, Celidonia maggiore e anche Ceneregnola, Pianta di due specie, cioè la grande e la piccola. La radice della prima è grossa come il dito mignolo, fibrosa e gialla dentro, rossiccia di fuori. Le foglie della piccola sono molto simili a quelle dell' Edera. Si pretende che queste foglie applicate a un dente guasto e cavernoso, che doglia, facciano svanire il dolore. La pianta della grande è detta dai Botanici Chelidonium majus, Quella poi che dicesi dal Mattioli Celidonia minore e volgarmente Favagello o Favaiola, si chiama in sistema Ficaria verna.

ERBA PESCARIA, Vulvaria o Erba connina e Ruggiadella, Sorta di pianta conosciuta da' Botanici col nome Chenopodium vulvaria. Essa è estremamente fetida, il suo odore ha qualche rapporto con quello d'una salamoia di pesce puzzolente e corrotta; ed è stimata antisterica.

ERBA PEVARE, V. in PÈVARE.

ERBA PIGNOLA, Gramigna, Pianta erbacea annuale che trovasi ne' prati sterili. Le sue radici s'estendono molto nel terreno e si raccolgono per ingrassare i cavalli. Si vendono col nome di Barbe di gramigna.

Linneo la chiama Cynodon Dactylon, e Wildeck Panicum Dactylon.

ERBA RECHIELA, Semprevivo maggiore e Carciofo grosso, Carciofo selvatico comunissimo, detto da Linn. Sempervivum tectorum. Le foglie di questa pianta sono anche buone per ammollire e levare i calli de'piedi. Di rado fiorisce.

ERBA REGINA, V. TABACO.

ERBA RISERA, Semprevivo minimo o Borracino, Pianticella detta da Linneo, Sedum acre. Essa ha i fusti alti un dito in circa, eretti, solitarii e il fiore giallo; ed è medicinale.

ERBA ROSA, V. GERANIO ROSA.

ERBA S. CRISTOFOLO, Cristoforiana Barba di capro, detta da' Botanici Actaea spicata. I suoi fusti sono sottili, un poco ramosi, e produce delle bacche nera

stre.

ERBA S. PIERO, T. del Contado, detta a .Milano ERBA AMARA, Critamo o Finocchio marino ed anche Erba S. Pietro, detta da Linneo Crithmum maritimum. Ha il sapore di finocchio, e le sue foglie carnose si possono mangiare acconce in aceto. ERBA SEDA. V. SEDA PIANTA.

ERBA SENSITIVA, Mimosa; Sensitiva; Vergognosa; Pianta simile ad una Gaggia, che venne a noi dall' America meridionale. Ha cotal proprietà, che ad ogni semplice toccamento o soffio, tosto rinserra le foglie e ritira a sè i rami, ma dopo breve spazio nel primiero stato ritorna, onde è detta anche Vergognosa. I Sistematici la conoscono col nome Mimosa pudica.

ERBA SPAGNA. V. STRAFOGIO.

ERRA SPINA D'ORO, Aloe spine rosse, Pianta esotica, le cui foglie sono lunghe e larghe, verdi e ricoperte di spine di color giallo. I Sistematici la chiamano Aloe perfoliata varietas.

ERBA SDELA, Cerchione o Corònopo, Pianta annua detta da Linneo Plantago Coronopus, le sue radici sono quasi fusiformi, folte, appena ramose, brune e dure. Le sue foglie entrano a comporre l'insalata di mescolanza.

ERBA VIPERINA, Cacto serpentario o flagelliforme. Sorta di pianta conosciuta da' Sistematici col nome Cactus flagelliformis; è una specie di Cacto repente.

ERBA CHE CRESSE, Erba adultiva, Ch'è sul crescere.

ANDAR A L'ERBA, Andare alle merie, cioè A divertirsi alla campagna, sugli erbosi prati o in altri luoghi di vaga apparenza; ed è maniera della plebe toscana.

LOGO PIEN D'ERBA, Erbaio o Luogo erboFoglioso o Fogliato, direbbesi di Campo o simile pieno d' erbe selvatiche.

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FAR D' OGNI ERBA UN FASSO, Far d' ogni lana un peso; Far d' ogni erba un fascio, Commettere ogni sorta d' iniquità.

MAGNAR IN ERBA. V. MAGNAR.

METER A L'ERBA, Aderbare, dicesi delle Bestie. V. PASTURAR.

MORIR CO L'EREA IN BOCA, V. Moris.

Trovir le erbe, Erborare, Andar osservando e svellendo le erbe.

ERBA SGNANFA, Maniera bassa del volgo per dire Fior d'arancio LA XE CUSSÌ DELICATA CHE NO LA NASA L'ERBA SGNANFA,

--

Ella è così schizzinosa che le putono i fiori del melarancio: cioè Troppo dilicatamente nudrita. V. DELICATO.

ERBA SOLFARINA, Voce del Contado, Caglio; Erba zolfina e Presuola, Pianta erbacea che trovasi ne' luoghi erbosi e da pastura, detta da' Botanici Galium verum. Ebbe il nome di Caglio dalla proprietà che ha di cagliare il latte. La radice tinge di rosso la lana, e la pannocchia di giallo quando è preparata con allume; senza l' allume tinge di giallo i formaggi.

ERBAGIO

ERBAME s. m. Erbaggio; Ortaggio ; Camangiare, Ogni erba buona a mangiare. Al plurale alcuni dicono Erbazi. ERBARIA, s. f. Piazza olitoria o Piazza dell' erbe.

ERBARIA, detto in T. antiq. Malefizio; Stregheria. V. STRIGARÌA. ERBARIOL, 8. m. Erbaiuolo o Erbarolo, Quello che vende erbaggi da mangiare, det

to anche Ortolano e Insalataio.

-

Erbaiuolo o meglio Erbolaio, dicesi Colui che vende l'erbe medicinali Erbolaio, Semplicista e Botanico, Quello che va cercando e cavando diverse maniere d' erbe per luoghi selvatici Quindi Erborare o Erbolare, Andar osservando e scegliendo l'erbe per lo studio botanico.

ERBARIOLA, s. f. La femmina dell' Erbaiuolo, La quale comunque i dizionarii non riportino questa voce, sull' esempio di altre consimili così formate, potrebbe dirsi Erbaiuola o Erbarola ; e rispettivamente Erbolaia.

ERBAZI. V. ERBAGIO.

ERBÈTA, s. f. Erbetta; Erbicciuola ; Erbuccia.

ERBETE CHE SE MAGNA COTE, Erbucce ed Erbucci.

ERBÈTE, Bieta e Bietola, Sorta di Pianta annuale che si coltiva negli orti, le cui foglie si mangiano cotte e condite a foggia di torta; ed è una varietà della Beta vulgaris.

ERBETE RAVE, Betterava o Bietarapa e Bietarossa o Barbabietola, Altra pianta di erbaggio notissima e comunissima, la quale da' Sistem. si chiama Beta vulgaris. ERE, s. m. Erre, Lettera dell' alfabeto.

NO PODER DIR ERE, Non poter dir erre ; Esser cotto come una monna; Esser ubbriaco, cotto, spolpato.

AVER PERSO L' ERE, Aver perduto il coraggio, il brio, lo spirito; Perdere l'ordine, la memoria, Essersi confuso. - Parlando d' una Giovane, Sfiorire, Perdere il più vago della bellezza - Parlandosi di vivande, Esser fuori di tempo o di stagione; Esser insipide. V. SASÒN.

AFER PERSO L'ERE CON UNO, Non aver più uno sul suo calendario, Non istimarlo più.

ESA

PARLAR CO L'ERE, Rotacismo chiamano i Greci il difetto che hanno alcuni di non saper esprimere la lettera R. Questo difetto è poi comune per educazione negli Ebrei delle nostre provincie. ERÈDE, V. Rede. ERESIA, V. RESIÌA.

ERETISMO, s. f. Erezione, dicesi dai Medici dell'azione di alcune parti del corpo

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umano.

ERETISMO DE LA SIENZA, Frase usata metaf. da un nostro Poeta vernacolo nel sign. di Saccenteria, Presunzione o sfacciatezza di saperne.

ERETISMO, s. m. Eretismo. T. medico. Irritazione o tensione violenta delle fibre, che fa ch' esse superino il movimento naturale della loro oscillazione: locchè, secondo GaleERGOIZÀR, v. Voce usata scherzosamente no, rende ammalata la forza organica. da un Poeta Veneziano, formata dal latino Ergo; e vale Far o Trar conseguenze argomenti; Inferire ; Conchiudere. V. CoBAMIZAR.

ERICHÈTA, Enrichetta, Nome proprio di
Fem.

ERICO O ERICO; Enrico, Nome proprio di
Uomo.

ERMANFRODITO, V. MANFRODITO.
ERMESİN, s. m. Ermesino o Ermisino,
Sorta di drappo leggero.

ERODE - MANDAR DA ERODE A PILATO, detto fig. ovv. MANDAR DAL PERO AL POMO, Mandar uno da Erode a Pilato che anche si dice Abburattare uno, vale Prendersene trastullo aggirandolo con parole, e con mandarlo ora a casa a quello, ora a casa a quell' altro, senza nulla concludere. Dicesi anche Tenere in palazzo o a loggia; Mandare all' uccellatoio. ÈRPEGA, s. f. dicevasi in tempo antico per ARPEGO, V.

ERPEGÀR, v. Voce pur antica, che ora si
dice ARPEGIR, V.

ERTA DE LE PORTE O DEI BALCONI, 8. f. Sti-
pite, I due membri laterali su' quali pog-
gia l'architrave. V. FENESTRA e PORTA.
STAR A L'ERTA, Stare all' erta; Stare
avvertito; Avere il cervel seco; Star so-
pra di sè
Guarda la gamba; Guarti

guarti.

ERTA D'UN MONTE, Erta, La salita d' un poggio, Ertezza o Ripidezza e Rattezza, direbbesi allo stato di ciò ch'è erto. ERTO, add. Voce ant. Alto

ALZAR IN ERTO,

Alzare; Levare in alto. ESABRUTO, avv. idiotismo per Exabrupto; Ex tempore, All'improvviso, precipitosa

mente.

ESAGERADA, 8. f. Esagerazione, noi lo diciamo nel sign. di Sfogo dell' animo colle parole. V. SPAMPANADA. ESAGERAR, v. ant. nel sign. di Deplorare - FA A L'INFELICE ESAGERAR LA SORTE, Fa all' infelice deplorare la sfortuna. ESALARSE, v. Scialare, Sfogarsi, aprirsi, allargarsi con parole. Scialare il duolo. ESAMINADOR-Magistrato dell' Esami

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ESANGUE, add. RESTAR O ESSER ESAN-
GUE, Restare, o Essere abbruciato di da-
naro; Rimaner sul lastricato; Esser ar-
so; Aver fatto ambassi in fondo, Esser
in estrema povertà.

ESAURIMENTO, s. m. T. di Pratica, De-
finizione; Spedizione, Termine, esito de-
gli affari.

ESAURIR, Esaurire, Verbo molto usato,
parlando di affari d'uffizio pubblico, e va-
le Spedire, Definire, Spicciare, Darvi ter-
mine. V. EVADER.

ESCA, s. f. e per lo più in plur. Esche,
Esca, Piccoli gamberi, vermicelli, gran-
chi, pesciolini, e simili onde inescare la
Lenza e tirare i pesci nelle reti. Dicesi an-
che Morsello e Bocconcello.
ESCAVAZION, s. f. Scavatura; Seava-
ESCAVAR. v. Scavare.
mento; Scavazione.
ESCLAMAZION, s. f.

FAR UNA ESCLAMA-
ZIÒN, Far una gridata, una canata,
un rabbuffo, un rumore. V. Criar.
ESCOMEAR)

ESCOMIAR, ) v. Dar commiato; Accom-
miatare, e Accomiatare, Mandar via di casa.
ESCÒMIO O ESCÒMEO, S.
m. Commiato e
Accommiatatura. V. COGNITO.

Escomo, dicesi anche per Esclusione ;
Scacciamento.

ESCORPORÀR, v. Scorporare, Separar
dalla massa.

ESCORPORAZION s. f. Scorporazione e
Scorporo.

ESCREMENTO, s. m. Escremento.

ROBA CHE LA PAR ESCREMENTO, Escrementizio o Escrementoso, Ch'è o partecipa della natura degli escrementi. ESCUSSIÓN, s. f. T. del Foro, verbale di ESCUTER. In via civile questo vocabolo esprime gli atti di esecuzione forzata e di pignorazione, che s'ottengono dal Tribunale contro il debitore liquido contumace. Se Atti coartativi o coattivi non si credono equipollenti ad esprimere il significato della proposta voce, non manca mai Escussione, come tecnica e forense. ESCUTÉR, v. T. For. dal lat. Excutio, o a dir meglio dall' Excutere debitorem, usavano i Giurisperiti romani per far la vendita all'asta de'beni del debitore, ed esperire se fosse solvente: e vuol dire Costringere; Obbligare, per mezzo di atti di giustizia civile, un debitore a pagare. ESECUTORIO, Compulsorio, Agg. di Atto o Decreto giudiziale che sforza a pagare i debiti.

che

ESEMPIO) ESEMPLAR)

s. m. Esempio o Esemplare,

e più particolarmente l'Innanzi o la Mostra, L'Esemplare che tengono gli Scolari avanti per copiare e imparar a scrivere. Far Pinnanzi o la mostra. ESEQUIE, s. f. Esequie.

CANTAR L'ESEQUIE AI MORTI, Fare l'assoluzione.

ESIBITO, s. m. Voce dataci dai Lombardi l'anno 1798, e fatta ora domestica nel Foro; e s'intende Carta o scrittura presentata ad un Uffizio di protocollo, il quale dicesi quindi Protocollo degli esibili — Esibito, in buona lingua vale Scrittura che presentasi all' Attuario col pagamento della tassa dovuta, ond' egli la registri a protocollo.

ESIGENZA, s. f. Esigenza, Bisogno, necessità.

ESIGENZA, Voce nuova, dicesi ora per Esazione; Riscossione.

ESIGER, v. Esigere, Riscuotere.

Esigere, dicesi pure per Richiedere, Pretendere.

L'AFAR ESIGE UNA RIFLESSION, L'affare richiede o importa una riflessione. ESIGESTO, Esatto, add. da Esigere; Ri

seosso.

ESITABILE, add. Spacciabile; Vendibile.
Agg. a Cosa che può vendersi.
ESITANZA, s. f. Esilamento; Esitazione,
Dubbietà, perplessità.

STAR IN ESITANZA, Esitare; Star in esitazione; Essere esitante, irresoluto.

MANDE O ANDE SENZA ESITANZA, Mandate o Andate senza esitamento o riserbo, senza riguardo.

ESITAR, v. Esitare; Vendere; Alienare,
ed anche Dubitare; Star perplesso.
ESOSITÀ, s. f. Pidocchieria; Sordidezza;
Sporcizia.

Dicesi anche per Estrema avarizia. ESOSO o Ososo, (dal latino Exosus ) add. Cencioso; Schifoso; Sporco - In buon italiano la voce Esoso vol dire Odioso.

In altro sign. Avaraccio; Spilorcio. ESPANSION 8. f. CON TUTA L'ESPANSION O CON ESPANSIÓN DE CUOR, Con effusione di cuore; Col cuor sulle labbra; Colla più manifesta verità e schiettezza di cuore. ESPATRIAR, v. Spatriare ; Cessarsi dalla patria, Abbandonare la patria. ESPERIENZETA s. f. Esperienzuccia. ESPETORADA, 8. f. Sfogo; Sfogamento; Disfogamento. V. SPETORADA.

ESPIRO, s. m. Termine ultimo per cui finisce cioè spira la dilazione accordata ad un debitore o simile. Scadenza. ESPOSIZION, s. m. Esposizione o Sposizione, cioè Relazione, rapporto.

ESPOSIZION DEL SANTISSIMO, V. SPOSI

ΣΙΟΥ.

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ESPURGAR DA LA PESTE, Far lo spurgo, Purgar i panni e le altre robe infette o sospette di peste.

ESPURGO, s. m. Spurgazione; Espurgazione; Spurgamento; Escreato; Espettorazione, Espulsione del catarro dal petto per via dello spurgo.

ESPURGO DAL NASO, Spurgatura del naso. ESPURGO, dicesi per Flemma, Umor bianco e freddo che si espurga.

ESPURGO, detto figur. Sceglimento, Separazione di cose di qualità diversa per eleggerne le migliori - Sceveramento o Sceverata, vale per separazione Parlandosi

di Scritture, Limamento; Ripulimento; Correzione; Riordinamento.

ESPURGO DE SANITÀ, Spurgo, dicesi al Luogo dove si purgano i panni e altre robe infette di peste o simile; ed anche alla Operazione del purgarle.

ESSA ed Esso (corrotti da Ipse ed Ipsa) nel sign. di Ella e d' Egli, s' usavano certamente fin dal secolo XVI, nel nostro volgare discorso, e nelle Contrade di Canaregio fra la bassa gente sono ancora in uso. Si sente dire, p. e. QUEL CHE LA COMANDA ESSA, Quel ch' ella comanda o Com' ella comanda o vuole - NoL DORMIVA GNANCA ESSO, Nè men egli dormiva. ESSE, s. f. Esse, Una delle Lettere dell'alfabeto, e 'l Carattere che l'esprime.

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SARA QUEL CHE SARA, S'ella è rosa ella fiorirà, s' ella è spina ella pugnerà, Prov. che vale, Dall'esito si conoscerà la cosa.

EL XE DOVE CH'EL POL ESSER, Dettato fam. che in persona prima del singolare dicesi SON DOVE CHE POSSO ESSER e in plur. SEMO Dove che podemMO ESSER: Sono queste maniere che esprimono l'estremo della tristezza o anche dello sdegno, Essere al non plus ultra o agli estremi.

Parlando di tristezza, direbbesi, Egli è; Io sono; Noi siamo in estrema afflizione, al non plus ultra dell' afflizione; Egli è sul lastricato, in povertà o miseria estrema; Io sono o Noi siamo all' estremità o all' ultima estremità.

Parlando di sdegno, Egli è eccessivamente incollerito, irritato, sdegnato, Il dettato

vernacolo spiega, E' non può essere più irritato di quel ch' egli è. SAVER ESSER PER FARSE AMAR BISOGNA SAVÈR ESSER A LE PERSONE, Per farsi amare dalle persone bisogna coltivarle - QUBI

PUTEI I SA MOLTO ESSER A QUEL SO BARBA, Que' fanciulli sanno ben cattivarsi la bene volenza del loro zio, cioè Procacciarsela, acquistarsela con lusinghe e con vezzi. ESSERA, s. f. Pruzza; Porpora ; Chiazza, Macchia o Riscaldamento ch' esce fuori della pelle per troppo calore - Efflorescenza, dicesi a Sollevamento di spesse e minute bollicelle sopra la cute con pruri

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ESTASIAR, Francesismo, da S" extasier, i usato elegantemente dal nostro poeta vernacolo Lamberti nel significato di Divenire estatico; Andar fuori di sè per la gioia. ESTATICO, add. Estatico.

MI RESTO ESTATICO, detto fig. Rimango di stucco o come uomo scolpito; Mi rimango come stupido, sbalordito, trasognato, Me ne stupisco grandemente. ESTENDER, v. Estendere o Stendere, Dilatare.

ESTENDER IN CARTA, Distendere o Fare un disteso, Cioè Comporre, mettere in iscritto.

ESTENUARSE, v. Estenuarsi, Dimagrar а росо а росо.

ESTENUARSE O SMAGRIR, Sfruttare, Parlando di Terre, vale Rendersi infruttuose e sterili, il che avviene allorchè senza concimarle si seminano continuamente. Parlando di Piante, vale Trarne più frutto di quel che debbono. I Fittaiuoli sfruttano la tenuta.

ESTERMINAR. V. DESTERMINAR. ESTÈSA 8. f. Estensione o Distensione.

ESTESA, T. Forense già usato sotto il Governo Veneto, Scrittura, cioè la Dimanda che si presentava dall' Attore in giudizio nelle cause civili.

ESTESA D'UNA CARTA, Disteso, Sust. o Distendio, Composizione o scrittura d' una carta Fare disteso o un disteso, vale Distenderc o Mettere in iscritto - Distenditura, dicesi dello Stile d' una scrittura. Distenditura naturale, grave, nervosa e simili.

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