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ESTINTO O ISTINTO, S. m. Istinto o In- | stinto, Tendenza naturale ad un'azione o ad un movimento; e dicesi degli animali. La prima però delle due voci è idiotismo. Instinto, dicesi ancora per Inclinazione, Talento, Affetto, sia buono sia reo.

PER ISTINTO, detto a modo avv. Per instinto; Per ingenito; Per natura, Naturalmente.

ESTIRPAR, v. Estirpare o Stirpare e Sterpare, Sbarbare o Sradicare una pianta. Detto per STRAPÀR, V. ESTRAGIUDIZIAL. V. STRAGIUDIZIAL. ESTRANIO. V. DESTRANIO.

ESTRATAR, v. Termine di nuovo uso specialmente nel Foro, che vale Far un estratto o un sommario; Epitomare, Cavare in ristretto il sentimento d'una scrittura.

ESTRAZER, v. Trar fuori, Estrarre, Portar fuori di paese, Fare esportazioni; Esportare. ESTRAZION 8. f. Estrazione; Esportazione, Il portar fuori di paese.

ESTRAZION DEL LOTO, Estrazione del pubblico lotto.

ESTRAZION, dicesi da noi anche nel sign. di Condizione; Stirpe; Schiatta, cioè Stato dell' uomo relativamente alla nascita.

OMO DE NOBILE O DE BASSA ESTRAZION, Uomo d'alta o nobile o di bassa condizione; Uomo d'alto o di basso paraggio.

Uomo ignobile; Uomo di bassa mano, di schiatta vile. ESTRÈMO, s. m. Estremo.

DA UN ESTREMO A L'ALTRO, Da stremo a stremo; Fa come il grillo, o salta o sta fermo; Asso o sei, Per significar Cosa sen

za mezzo.

ANDAR AI ESTREMI, Non aver mezzo.

ESSER A L'ESTREMO, Aver la stretta; Essere o Mettersi alle strette; Essere all'estremo, e vale Oppresso.

I ESTREMI XE TUTI CATIVI, Ogni estremo è vizio ; Quando eccede, cangiata in vizio ogni virtù si vede; Il troppo e 'l poco guastano il giuoco.

Estremo, è anche Voce usata dai Legali per Condizione, Qualificazione, Distinzione - Estremo della legge, vale il Senso letterale della legge, i termini precisi. il significato chiaro delle parole della legge. ESTRO, s. m. Estro, Impeto della mente.

ESTRO DA MATO, Ghiribizzo; Capriccio; Bizzarria; Ticchio; Fantasia sbrigliata. GHE VIEN STO ESTRO, Gli tocca il licchio, Gli vien questa volontà, questo pensiero. ESTROSO, add. Capriccioso; Lunatico; Incostante.

ESTU O XESTU. Voci dal lat. Es tu, che vale Sei tu? ma sempre in modo interrogativo. Lo stesso dicasi di SASTU, VASTU, VUSTU etc.

ESTU MATO? Sei tu pazzo? Sei lu forse pazzo o impazzito?

XESTU O NO XESTU? Sei o non sei tu? ÈSULE, add. Esule; Esiliato, Ramingo.

RESTAR ESULE, Restar derelitlo, abbandonato, Privo di soccorso.

ETÀ, s. f. Età o Etade, e Etate, Nome generale dato ai gradi del viver dell' uomo ;

e sono:

Infanzia o Fantilità e Puerizia, Spazio dalla nascita sino ai sette anni compiti. Chi passò gli anni sette sino ai dieci dicesi. Prossimo all' infanzia.

Fanciullezza; Impubertà ; Età fanciullesca, Quella da sette anni a quind'ci. L'intervallo dagli anni dieci ai quattordici chiamasi Tempo prossimo alla pubertà.

Puberta, Età in cui spuntano i primi peli nelle parti vergognose, che ne' maschi è fissato agli anni quattordici, e nelle femmine ai dodici.

Adolescenza, Età nella quale ancora si cresce, cioè dai 14 ai 25 anni: dicesi Fiore d'età; Età verde, fiorila, novella; Aprile dell' età; Buono dell' età.

Virilità, L'età dell' uomo tra la gioventù e la vecchiezza, che dicesi anche Età di mezzo; Mezza età.

Vecchiezza; Vecchiaia; Canizie; Età grande, Età tra la virilità e la decrepi

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Età maggiore, Quella dopo gli anni 2 compiuti, giusta la presente legislazione Austriaca; in conseguenza al di sotto dei 24 anni tanto ne' maschi che nelle femmine, dicesi Età minore.

ETA MAURA, Età consistente o matura o Età della consistenza, vale Ch'è giunta all'ultimo termine del suo incremento, ch' è quello degli anni 35. E TAMBULA, V. TAMBULA. ÈTARE, e meglio ETERE, s. m. Etere o Etera, La parte più sublime e più sottile dell' aria.

ETE, s. m. Ette, Quella cifera o abbreviatura (2) con che s' indicava l' Et, e che ancora si vede nella fine della croce santa o sia dell' alfabeto. Questa voce Ette aggiunta poi al pronome Uno, val Nulla, Nonnulla. NOL VAL UN ETE, Non vale un ette, cioè un Nulla.

NISSUN PODEVA DIR UN ETE DE QUELO, Nessun poteva tacciarlo; Non v'era di che dire di lui; Non se ne poteva dir male; Non gli si poteva apporre veruna cosa o taccia.

ETERNITÀ, s. f. Eternità.

ESSER LONGO UN'ETERNITÀ, O ANDAR A L'ETERNITÀ, Locuz. fam. Esser tentennone; Esser ser Agio; Esser più lungo che il sabbato santo; Stancherebbe la pazienza.

ETERNIZAR O ETERNISAR, V. Elernare, cioè Far eterno, render eterno, perpetuare. ETERNO, add. Eterno ; Eternale.

OMO ETERNO, V. in ETERNITÀ.

SRADA ETERNA; ORE ETERNE ; Afir eterNo, valgono Lunghezza di cammino, di tempo, di affari.

CHI FABRICA D'INVERNO FABRICA PER L'ETERNO. V. FABRICAR.

ÈTICA EL STUDIA L'ETICA, detto per

ischerzo, e vale, Sta per diventar etico. ÈTICO, add. Etico. V. Toco add.

AVÈR CIERA DA ETICO, Esser impolminato, si dice d' Uomo che abbia il color della sua carne che tenda al giallo. ETISIA, s. f. Etica, Malattia che consiste in una specie di febbre lenta, che consuma e disecca a poco a poco il corpo umano. EUFRAGÈTA, s. f. T. degli Erbolai, Eufragia, Specie d'Erba amaretta al gusto, detta da Linneo Euphrasia officinalis. EURISMA, s. m. Aneurisma s. f. Propriamente Dilazione.

EVACUADA, s. f. Evacuazione; Votagione; Egestione; Uscita.

EVÅDER, v. Termine usato nel Foro, e vale Espedire ; Dar corso; Definire.

EVADER UN RICORSO, Espedire un ricorso. EVANGELIO, s. m. Evangelio o Vangelo

PER SANTI DEI EVANZÈI, Alle guanguèle, Specie di giuramento come se si dicesse Per l'evangelio. Fu detto ancora, Alle sante guanguèle e Per queste sante die guanguèle.

EVASION, s. f. Esilo; Definizione; Spedi

zione.

DAR EVASION A UN afir, Espedire un affare, Definirlo.

EVASION DA LE CARCERE, Fuga; Fuggita; Scappata.

EVASIVA, s. f. Risposta evasiva, T. del Foro dicesi a Quella onde per mezzo di parole ambigue o generali od oscure, si cerca di sfuggire dalla dimanda Reticenza, vale Ommissione volontaria di alcuna cosa che si dovrebbe dire.

EVENENTE, add. Avvenente, Bello. EVİNCER, v. Voce latina, usata anche nel discorso da' nostri Legali nel sign. di Raccogliere Dedurre; Cavare; Ritrarre; Desumere.

EVIVA. V. VIVA.

EVIVA O VIVA è poi un nostro modo di salutare altrui quando starnuta, e vale Dio v' aiuti; Dio vi salvi; Salute; Salve.

CIGAR EVIVA, Acclamare, Dicesi della moltitudine allorchè manda voci d' allegrezza, d'applauso, d'approvazione, in onore

d' alcuno.

VIVA, finalmente è una specie di saluto confidenziale o familiare corrispondente all'Addio ; Di saluto.

EZIAM. Latinismo. Eziam; Eziandio; Eziamdio, Ancora.

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FABISOGNO, s. m. Conto d'avviso; Conto preventivo. V. PREVENTIVO.

PABRIAN O SIOR FABRIAN, detto in lingua furbesca, vale Culo.

FABRICA e FRABICA, s. f. Fabbrica, Co- | struzione d'un edifizio.

FABRICA D'ARAZzı, Arazzeria. FABRICA DE LA POLVERE, Polveriera. FABRICA DE VERI O DE CRESTALI, Vetraia. FABRICA SENTADA, Fabbrica che cova, Dicesi quando non ha altezza proporzionata alla sua larghezza.

FABRICA SOTO SQUARA, Fabbrica bieca, fuor di squadra a sbieco.

ALZAR SORA TERA UNA FABRICA, Levar da terra una fabbrica.

ANDAR AVANTI BEN O ADASIO D'UNA FABRIcs, La fabbrica cammina bene o lentamente.

FABRICAR, v. Fabbricare; Edificare; e più propriam. si dice delle muraglie e delle navi.

Murare, vale propr. Far muri ed edifizii Smurare è il suo contrario.

CHI FABRICA D'INVERNO FABRICA PER L'ETERNO, Chi mura d' inverno mura in eterno o mura di ferro.

FABRICATO, 8. m. Fabbrica; Edifizio ; Casamento.

FABRICATOR, 8. m. Fabbricante, sust. Nome generico che Comprende diversi artefici, come Muratori, Scarpellini, Fornaciai, Magnani, Fabbri, Ottonai, Calderai

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FAC

serizia della casa; Rimettere in ordine la casa.

OMO DA FACENDE, V. FACENdièr.

QUESTA XE UNA FACENDA LONGA, Questa è una lunga mena.

FACENDÀ, add. Affaccendato o Infaccen

dato.

FACENDARSE, v. Affaccendarsi. FACENDIÈR, s. m. Uomo; Persona o simile da faccende, cioè Valente nelle faccende. Faccendoso; Affaccendato, Uomo occupato in faccende, in affari, Chiamasi anche FACENDON.

Faccendiere; Faccendone; Impacciatore; Impigliatore; Ceccosuda; Ser Mesta; Ser Faccenda; Imbroglione, Chi volentieri s' ingerisce in ogni cosa - Appaltone, dicesi Colui che piglia sopra di sè qualche negozio. V. SMANIOTO.

FACENDIERI DE PALAZZO O DEL FORO, si chiamano anche quegli Avvocati posticci, che senza titolo e senza studii dirigono le liti alla peggio e pelano i litiganti a più potere. I Faccendieri sono agli avvocati quel che il loglio e la zizzania sono al frumento; sfruttano il terreno e lasciano intisichire il grano.

FACENDIN, add. Faccendoso; Affaccendato, Che fa faccende. V. SBEZZOLIN. FACENDINA, agg. a Donna, Faccendiera; Faccendosa; Donna o Monna mesta.

Detto per dimin. di Faccenda, Faccendetta; Faccenduola; Faccenduzza. FACENDON. V. FACENDIER. FACETÀ, add. Affaccettato; A faccette; dicesi di diamanti e delle altre gioie; e quindi Affaccettare.

FACEZIA, s. f. Facezia DIR DE LE FA-
CEZIE, Facetare; Buffoneggiare; Motteg-
giare.
FACHIN, 8. m. Facchino; Porta; Baiulo.

FAR DA FACHIN, Facchineggiare, V. SFA

CHINAR.

FACHİN, s. m. T. de'Pesc. detto da Linn. Cancer dormia, Sorsa di Granchio di mare a coda corta, della grandezza d' un pugno, col dorso peloso, che coi due ultimi piedi a doppia unghia rivolti sulla schiena spessissimo tiene e porta seco un Alcione che lo ricopre, onde fu detto da' nostri pescatori Facchino.

FACHIN PICOLO, T. de' Pesc. detto da Linneo Cancer lanatus, Sorta di Granchio

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FACILE, add. Facile.

FACILE A CASCAR, Cascatoio o Cascatiecio Facile a cascare in terra Detto poi figur. per Facile a innamorarsi, Tenero di calcagna.

FACILE A COROMPERSE, Corruttibile.

FACILE A CREDER, Lasciarsi levare o Esser levato a cavallo; Di poca levatura.

FACILE A LASSARSE MENAR PER EL NASO, Uomo di buona cucina; Raggirevole; Che si lascia svolgere.

FACILE A SCALDARSE, Pronto all'ira ; Pronto a prender fuoco.

FACILE DA FAR, Facitoio; Fattevole; Essere come bere un uovo.

Render facile UNA COSSA, Agevolare una

cosa.

Facile da imparar, Apprendevole. FACILE DA TROVAR, Rinvenibile. NOL XE CUSSÌ FACILE, Non è loppa, Non è impresa facile.

OMO FACILE, Uomo facile; Di facile accesso. DONA FACILE, Donna di buona cucina, cioè facile a piegarsi. Non era così cruda che bisognasse gran fatto di legne a cuocerla.

FACILE, dicesi ancora per Verisimile, o Probabile--SARÀ FACILE CH'EL SIA IN CHIESA, È probabile o verisimile ch'egli sia in chiesa, V. FACILMENTE e BIA.

ANDAR PER LA PIÙ FACILE, Andar per la piana. FACILMENTE, avv. Facilmente; Agevolmente.

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FACIOL O FAZIOL, s. m. ( anticamente FɅzZUOL), Accappatoio, Manto di pannolino che cuopre quasi tutta o buona parte d'una donna; ed è qui usato dalle artigiane.

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FACIOL DA SUGARSE LE MAN, V. SUGAMÅN.

* FACIOL o FAZIOL CURTO. Così chiamasi familiarmente quel pannolino con cui le donne si riparano nella mestruazione. V. BRAGHIER.

FACOGIONI O FAMINCHIONI, S. m. Gallone o Fagnone, Che finge d' esser minchione e non lo è.

ESSER UN FACOGIONI, Far il gattone; Far la gattina di Masino; Uccellare gufi. FACOLTIZAR, v. Voce nuova che si sente da taluno, e si vede usata in qualche pubblica carta, in vece di Abilitare o Autorizzare. I Veneziani dicevano e scrivevano ABILITAR.

FACTÒTUM, 8. m. che gl' idioti dicono FATOTO, е FATOTUM, Aguzzetto, Intrinseco di persona potente; ma è voce antica. Factodo dicesi Quello che fa o vuol far tutto, Che soffia il naso alle galline, che ricuce le tasche alle telline; perchè e il ricucire e il soffiare il naso è cosa impossibile. FADA, s. f. Fata, Incantatrice, Maga. FADA, add. Fatato, o Affatato, che ha la fatagione. Ciurmato, dicesi di Chi è fatto sicuro dalle malie o diavolerie. FADAR, v. Fatare, Fare la fatagione, e per lo più Rendere invulnerabile. FADIGA, s. f. Fatica.

FAR FADIGA DA CAN O DA BESTIA, Far fatiche arcibestiali; Crepar di fatica; Cacare le curatelle; Durar fatiche da cani.

MANCO FADIGA E PIÙ SANITÀ, La poca fatica è sana, Si dice di coloro che fuggono la fatica.

OGNI FADIGA MERITA PREMIO, Ogni santo vuol la sua candela; Ogni fatica merita premio.

Co GRAN FADIGA, detto avverb. A mala fatica, Con gran fatica.

FADIGA PERSA, Opera perduta. FADIGAR, V. SFADIGAR. FADIGOSO, V. SFADIGOSO. FAETON, s. m. Faeton, Voce accorciata da Faetonte. Neologismo. Nome dato ad un Legno a due o quattro ruote, leggero e scoperto, a similitudine di quello in cui vien rappresentato Fetonte nel guidare i cavalli del Sole. È un gallicismo. FAGANDO, Facendo, Participio triviale di Fare. FAGANÈLO, 8. m. Fanello ed anche Montanello maggiore, detto da Linneo Fringilla Linota, Specie di Fringuello che ha le ali e la coda negre. Nel Bergamasco è chiamato OCANELLO. FAGHER, 8. m. Faggio, Albero alpes tre che s' annovera tra le piante ghiandifere.

Il suo frutto chiamasi Faggiuola o Faggia. Questa pianta è detta da Linneo Fagus sylvatica.

FAGIA, s. f. Gregna, Voce agr. L'unione di molti covoni o manipoli di paglia di bia

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FAGNATO, add. Bonario; Buon pastricciano; Buon pasticcione; Buon pastaccio, Agg. di Persona bonaria, di buon carattere.

FAR EL FAGNATO, Esser fagnone, cioè Scaltro, astuto, ma che si finge semplice. FAGOTIN DE SALATA, s. m. Insalatuzza d'erbucce, Insalatina di varie specie, raccolta e chiusa come un fardellino in foglie di cavolo, che usasi vendere in Padova ne' tempi di primavera. FAGOTÈLO, s. m. Fagottino; Fardellino; Fardelletto; Invogliuzzo; Rinvolgolo. FAGOTO, s. m. Fagotto e Fardello.

E in altro significato, Fagotto, Sorta di stromento da fiato, che dicesi anche Bassone e Dolcino.

FAGOTO D'INTRIGHI, Batuffolo.

FAGOTO DE CARNE, Mollume o Carnume o Fastello mal legato, dicesi di Femmina goffa ed atticciata Parlando di Uomo disadatto e fuor di misura grande, Fastellone o Fastellaccio e Personaccia.

FAGOTO SOTO EL TABARO, Soffoggiata, Fardello o cosa simile che s'abbia sotto il braccio, coperto dal mantello, e quasi nascostamente si porti via.

AVER EL FAGOTO, Aver la valigia, cioè Esser gravida. Dicesi d'una donna.

FAR FAGOTO, Affardellare; Far fagotto o fardello o fascina, Raunar la roba per andar via Vale anche semplice mente Andarsene.

FAR FAGOTI, detto metaf. Fare una matassata, si dice di Azione fatta segretamente ed in fretta, e per lo più in cattiva parte.

A FAGOTI, modo avv. A furia; A bizzeffe, In gran copia. FAGOTON, s. m. Ciarpiere o Ciarpone, Dicesi Colui che ponga le mani in tutte le cose, ma tutte le faccia male.

E in altro sign. Fagottone, Sorta di strumento da fiato, detto anche Contro fagotto.

L'È UN GRAN FAGOTÒN, Egli è buon bottegaio, dicesi per ischerno di chi faccia che che sia frettolosamente. FALA, s. f. Voce marin. Falla, Fenditura, buco, apertura accidentale che si fa nell'opera viva d'un vascello, per cui entri l'acqua

ORBAR UNA FALA, Accecare una falla, È ristoppare una falla in modo pronto, sino che si possa chiuderla stabilmente. FALANCHIA, s. f. Malafatta, Dicesi Ogni errore di tessitura nella tela Fallanza

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FAR UNA FALANCHIA, detto fig. Fallire o Sfallire, Commettere un erroraccio. FALAR, v. Fallare.

FALAR LA STRADA, Errare; Smarrire la via FALE LA STRADA, SAVEU, detto fig. V' ingannate a partito; Mal v'appigliate; Errate; Prendete un grande abbaglio.

FALAR VOCAZION è Maniera usitatissima e dicesi Quando uno s'appiglia ad un genere di vita, per cui non ha inclinazione e nel quale mal corrisponde.

ANCA EL PRETE FALA A DIR MESSA, Egli erra anche il prete all'altare; Cade un cavallo che ha quattro gambe SE FALA CO UNA FACILITÀ DE GNENTE, Si falla facilmente. V. in SOTOPOSTO.

CHI FALA DE PÌE PAGA DE BORSA, Prov. volgarissimo, il cui signif. naturale è che Chi cade smucciandogli il piè e si fa male, dee pagar del proprio il Chirurgo che lo medica. Figuratamente poi vuol dire, che Ognuno è responsabile delle proprie azioni e de' suoi mancamenti, senza poterli attribuire ad alcuno. Chi erra in fretta, a bell'agio si pente, prov. esprimente che Chi opera con fretta, per lungo tempo si pente dell' operato.

CHI FA FALA E FALANDO S'IMPARA, Chi fa falla e chi non fa sfarfalla; Guastando s'impara; Chi fa falla e chi non fa non falla.

FALAR EL BUSO, Locuz. fam. met. Infilar gli aghi al buio, vale Operar a casaccio, Andar colla testa nel sacco TI FALI EL BUSO, detto figur. Più su sta monna luna detto pure fig. e vale Tu non t'apponi, tu non dai nel segno.

FALAR SEMPRE, Fiascheggiare, Dicesi in modo basso del Commettere un fallo ora in uno ora in un altro luogo. V. FIASCO.

SOGETO A FALAR, Fallibile. Spesse volte il giudizio degli uomini grandi esce dalla carreggiata. V. CARIZADA.

FALAR è anche T. di giuoco, ed indica mancanza di una o più carte in un seme. Quindi TRE DO FALA SPADE, TRE TRE FALA BASTONI e simili, che significano, Tre due senza o meno spade, Tre tre meno o senza bastoni TRE TRE FALA DANARI, oltre al senso proprio ha un significato metaforico scherzoso e vale Arso; Bruciato di danaro; Povero; Spiantato.

FALAR O INGANARSE DE GROSSO, Fare un grand' errore, Ingannarsi gravemente, Andar le mille miglia lungi dal vero, Sbagliarla compiutamente; Errare grossolanamente.

FALASCO, s. m. T. de' Valligiani, Falasco o Erba falasco, Erba ch'è una specie di strame che nasce ne' luoghi paludosi, e dicesi anche Patlume. I pescatori se ne servono per far cavi in vece di funi, e seccata è buona per letto degli animali; se ne consuma però in gran quantità nelle fornaci di pietre in vece di cannella; ed al Falasco così ridotto, cioè ben secco, dicesi comunemente LESCA.

FALCA, s. f. T. mar. Falche si dicono quelle Tavole sottili che si mettono a incassatura sul bordo de' battelli, delle feluche e di altri piccoli bastimenti a remi, per rialzare il bordo e chiudere le aperture destinate al passaggio de' remi.

FALCA chiamano i Legnaiuoli le parti laterali d'una cassa o cassetta; la parte di sotto dicesi Fondo, e quella dinanzi FazZADA O FAZZADINA.

FALCÀ, add. Falcato, fatto a guisa di falce BATELO FALCA, V. BATELO. FALCADINA, s. f. chiamasi una Sorta di malattia epidemica cutanea, che si sviluppa in questa provincia Veneta di Belluno nel Canale di Agordo, la quale principiò l'anno 1790, nel villaggio di Falcade, donde trasse il nome di FALCADINA. Credesi che tale malattia sia d'indole sifilitica, perchè si guarisce co' mercuriali. Essa fu colà portata, dicesi, da una donna ivi rimpatriata da Fiume dopo l'assenza di molti anni. Dicesi anche Scrilievo e Scherlievo, dal nome di un villaggio del Littorale Ungarico, che fu uno dei luoghi in cui manifestossi dapprima tale malattia. FALCAR, v. Diffalcare o Difalcare. FALCE, V. FALZA.

FALCHÈTO, s. m. detto anche da' Cacciatori STORELA e SPARAVIER MASCHIO, Sparviere comune da fringuelli, Uccello di rapina, detto da Linneo Falco nisus. V. SPABAVIER.

Conosciamo un altro Sparviere minore da fringuelli, detto da Linneo Falco minutus, il quale è più grande d'una Merla ed ha i piedi sottili e gialli.

Un terzo Sparviere è pur conosciuto col nome di Astore o Smerlo o Smeriglio maschio, che si rende docile da poterlo sciogliere nella caccia de' piccoli uccelli. Linneo lo chiama Falco gentilis. V. STORÈLA. FALCIDIÀR, v. Fur la falcidia, cioè Detrarre, Sottrarre, Sbattere.

FALCIN, s. m. Falcetto, Strumento falcato che serve all'uso di tagliare. FALCON, s. m. Falcone, Uccello di rapina detto da Linn. Falco communis, il quale ha il rostro adunco, alla base fornito di certa materia che in sistema si chiama Cera; ed ha il capo coperto di penne. FALDA, s. f. Grembiule, dicesi a quello che usano gli Artefici portar davanti per non lordarsi Grembiale si dice pure in T. Militare a quella falda di pelle lavorata, colla quale si cingono gli Zappatori dei reggimenti di fanteria, e che li ricopre dal petto sino ai piedi. V. PALAGREMO.

Falda della montagna è quasi lo stesso che Striscia a pendio della montagna, e dicesi anche per le radici del monte. FALDEGIAR, v. T. de' Pittori, Panneggiare, Far belle pieghe. FALEGNAME, s. m. Voce che s'introdusse nel parlare vernacolo all'epoca della rivoluzione politica seguita nel 1797. Lo stesSo che MARANGON. V. FALILÈLA, 8. f. Falalella Cantilena sciocca e senza significato, che s'usa fare dal volgo.

CANTAR LA FALILELA, detto met. Fallire, ovv. Non aver danari.

FALIMENTO, 8. m. Fallimento.

ESSER SOTO UN FALIMENTO, Restare al fallimento, cioè Con un credito da non riscuoter mai.

FALIO, 8. m. Fallito; Decotto; e Decottore, Chiamasi quel Negoziante che manca di fede e di credito nella Piazza. I Legali dicono più comunemente Oberato. FALIR, v. Fallire; Sfallare o Sfallire, Far filli

Mancar di danari de' mercanti de mia; Infilare o Infilzare le pentole; Dar del culo in sul petrone. FALİVA, s. f. Favilla; Scintilla e Sintilla; Ignicolo, Corpuscolo o Parte minutissima di fuoco — Fanfaluca, si dice di Qualche porzione di frasca, legno o che che sia, che abbruciato si leva in aria.

TRAR DE LE FALIVE, Sfavillare o Scintillare.

FALIVE DE CARTA, Monachine, diconsi❘ Quelle scintille di fuoco, che nell' incenerirsi la carta a poco a poco si spengono Favolesca o Falavesca, dicesi a Quella materia volatile di frasche o di carta o di altra simil cosa abbruciata, che il vento leva in alto.

FALIVE de neve, Nevischia o Nevischio, Il nevicare in pochissima quantità.

BUTAR FALIVE, Scintillare o Favillare, dicesi delle faville ch'escono dalla pietra focaia quand' è battuta.

UNA FALIVA IMPIZZA UN GRAN FOGO, Poco fiele fa amaro molto miele; Piccola scintilla ampia fiamma feconda, Dicesi anche in sentimento figurato. FALIVAR, v. Favillare, Gittar faville. FALIVETA, 8. f. Favilluzza; Favilletta; Favillettina; Scintilletta; Scintilluzza. FALIVO, s. m. Cenere di cannucce bruciate in fornace.

FALO, s. m. Fallo; Diffalta; Falta, Errore. Novo FALO, Rifallo.

FALO DA CAVALO, Error da cavallo; Error da pigliar colle molle.

FALO DE PENA O DE LENGUA, Scorso o Trascorso di penna o di lingua.

FALO DE SCRIVER, Scorrezione, Errore di scrittura

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Fallo, al Giuoco della palla o simili, dicesi il Trasgredimento delle condizioni del giuoco.

FALO, detto in proposito di Zitelle che cedono alla umana debolezza, Fallo, e fu detto anche Cadimento.

FALO GROSSO, Errore o Fallo' maiuscolo. I FALI SE CONOSSE IN FIN, Il corto torna da piedi, detto figur.

IN FALO, detto avverb. In iscambio; In cambio; In fallo.

METER UN PIE IN FALO, V. PIɛ.
STAR SUI FALI, Abusare dei falli altrui.
UN PALO

CONTA QUINDESE O GHE NE FA

CENTO, Un disordine ne fa cento. FALOPA, s. f. Panzana; Fola; Favola; Favolaccia; Baggianata; Fanfaluca; Carota.

FALOPA, detto per agg. ad uomo, Baione; Parabolano; Carotaio; Favolone.

FALOPA DE SEDA, Falloppa Filaticcio di palla, Nome che si dà al Bozzolo incominciato e non terminato dal baco. Questi poi messi a marcire si stracciano e se ne fa filaticcio. Filaticcio di palla dicesi propr. alla Seta che si cava dal detto bozzolo. V. BAVELA e VACA.

FALSIFICATÒR, s. m. Falsificatore o Falsatore e Contraffacitore.

FALSIFICATOR DE MONEDE, Falsamonete o Falsatore di monete Coniatore figur. dicesi a Colui che fabbrica o falsa qualche

cosa.

FALSI SELMI, s. m. T. de' Pesc. Sorta d'Animale marino a forma di Stella, detta da' Sistematici Asterias aculeata. Essa ha cinque raggi con de' pungoli. V. in STELA. FALSO, add. Falso.

FALSO DE LA SCARPA, detto in T. de' Calzolai, Fiosso o Fiocco, La parte più stretta della scarpa e del piede vicina al calcagno.

FALSO DE LA SPADA, V. SPADA.

LETERE O CHIAVE FALSE, Lettere o Chiavi adulterine o false. FALSON, accresc. di Falso, detto per Agg. a Persona, Falsissimo; Gran mentitore. FALTRÒCO, add. Voce del Contado verso il Padovano, Detta per disprezzo, Montanaio. V. MONTANER.

Dicesi pure nel sign. di Paltoniere, Pitocco, Questuante abbietto. FALZA, 8. f. T. agr. che più si dice FALCE, Falce; Segolo; Pennato; Falcastro, Strumento di ferro adunco per potare gli al

beri. · Cacografia, dicesi parimente l'Errore nello scrivere, e quindi Cacografizzare.

FALO DE TEMPO, Anacronismo, Errore o Trasportamento di un tempo in un altro, Errore di Cronologia Paracronismo, specie di Anacronismo, il quale consiste

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FALZA DA FIEN O FERO DA SEGAR, V. Agr. Falce fienaia o fienale.

ANDAR FORA CO LA FALZA, Strafalciare, cioè Tralasciar l'erbe segando.

DAR UN COLPO DE FALZA, Dare una fal ciata.

FAN FALZADA, s. f. Falciata, Colpo di falce. FALZÒN, s. m. T. de' Beccai, Falcione, intendesi quella specie di Mannaione, col manico per lo più di ferro, di cui si servono i Beccai a tagliar la carne e l'ossa. FAMADİN, add. Affamatello; Affamaticcio; Affamatuzzo.

FAMAZZA, 8. f. Gran fame.
FAME, s. f. Fame.

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AVER FAME, Affamare, verbo neutro GO FAME, Affamo - I GA FAME, Affamano.

AVAR GRAN FAME O UNA FAME MALEDETA, Morir di fame; Veder la fame in aria, Essere scannato dalla fame; Allupare ; Essere allupato; Aver la picchierella Bùlimo, si dice ad una Specie di fame così grande, ch'è una malattia.

GO UNA FAME CHE NO GHE VEDO, Ho una fame che la vedo; Arrabbio di fame un appetito che mi scanno, e vale Io ho Ho una fame così grande che mi fa morire.

Co SE GA FAME TUTO SERVE, A tempo di carestia pan veccioso; A tempo di guerra ogni cavallo è buono; Ogni acqua spegne il fuoco; A buona fame non v' è cattivo pane.

ESSER A L'ORDINE CO LA FAME, Aver aguzzato il mulino.

MORTO DA FAME, Affamato; Allupato.
FAMÈGIA, s. f. Famiglia.

BONA FAMEGIA O FAMEGIA GROSSA, Molta
famiglia; Famiglia numerosa.

ESSER DE L'ISTESSA FAMEGIA, Essere del-
la stessa stirpe, razza, schiatta; Essere
della famiglia di uno.

ARMA DE LA FAMegia, V. Arma.
FAMEGIA MORTA, ha presso noi li seguen-
ti due sensi, Famiglia estinta, ed è Quel-
la che non è più; e Famiglia abbacinata,
vale Privata per morte de' suoi più illustri
soggetti.

SACRA FAMEGIA, detto in modo basso, Fa-
miglia o Famiglia di palazzo, vale Ser-
venti o Sergenti della Corte, Famiglio
dicesi poi per birro.

FAMEGIARSE, v. Infamigliarsi; Far fa
miglia, cioè Crescere in famiglia.
FAMÈGIO, s. m. Famiglio o Famigliare,
val Servitore d'una famiglia. V. BRACENTE.
FAMEGIOLA O FAMEGIÈTA,
gliuola, Piccola famiglia.
8. f. Fami-
FAMÈTA, 8. f. Famuccia, Piccola fame.
AVÈR FAMÈTA, Esser affamatuzzo o af-
famaticcio; Aver famuccia; Esser pizzi-
cato dalla fame.

FAMILIARIZARSE, v. Addimesticarsi ;
Addomesticarsi e Dimesticarsi.

FAMILIARIZARSE TROPO,
troppo; Volerne troppo; Farsi di casa più
Addimesticarsi
che la scopa; Affratellarsi.

FAMILIARIZARSE CO LE DISGRAZIE, Assuefarsi; Avvezzarsi; Addurarsi ; Abituarsi; Far callo.

FAMINCHIONI, V. FACOGIONI. FANAL O FANO, s. m. V. Mar. Fanale o Lampione, Quella lanterna ove si tiene il lume la notte sui navigli, e sulle torri nei porti.

FAN

CAROBA DEL FANO, Candeliere da fanale, Palo grande di ferro sopra cui si pianta nelle navi il fanale di poppa.

FANO DA PROCESSION, Fanali sull'asta, diconsi Quelli che si portano a processione dalle Compagnie.

FANDO, Facendo, Gerundio di fare. FANDONIA O FANDOGNA, S. f. Fandonia; Baiaccia, Chiacchiera vana, Bugia. V. FA

LOPA.

FANÈLA, s. f. Albagio, Panno lano gros

solano.

FANELA FINA, Flanella o Frenella, Pannina bianca leggera, tessuta di lana fina. Flanella d'Inghilterra.

FANELA DA PORTAR SOTO, Picciol farsetto di pannolano.

Camiciuola;

FANELA O FANELÒN DA CASA, Guarnacca
o Guarnaccaccia, dicesi a Veste lunga ed
agiata, che si porta di sopra, forse lo stes-
so che Zimarra. V. VESTAGIA,
FANFANADA, V. SPACADA.
FANFALUGA O Fanfaluca, V. Falòpa.
FÀNFANO, s. m. T. de' Pesc. Sorta di Pe-
sce detto altrimenti PILOTA, V.
FANFARIELO, V. BAGARIN.
FANFARÒN, s. f. (Voce pretta francese)
Sfarfallone; Millantatore; Vantatore;
Parabolano; Smargiassone; Che sbracia;
Che fa sbraciata o sbracio di parole.
FANFARONADA, 8. f. (come i Franc. di-
cono Fanfaronnade) Millanteria; Vanto;
Jallanza; Burbanza; Vantamento.
FANFO, add. Voce fam. Allocco; Ceppo;
Fagiuolo; Gnocco; Mestolone, detto per
Agg. ad uomo.

FANFRUGNAR, v. Rimuginare; Rovista-
re; Trambustare; Rifrustare; Fruscola-
re; Rifruscolare, Andar per la casa tra-
scinando e movendo le masserizie da luogo
FANFRUGNO, 8
a luogo quando si cerca di che che sia.
m. Mescuglio; Piastric-
cio, Cosa fatta confusamente.
FANFRUGNO, dicesi pure per Intrigo;
Rivoltura; Gherminella, Giuoco di mano
fatto per ingannare.

FANGÀR, V. INFANGÅR.
FANFRUGNON, s. m. Frugatore.

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FANGHÈRA, s. f. Fanghiglia; FangacFANGAZZO, 8. m. Fangaccio, Gran fango. cio; Limaccio; Melma; Poltiglia, Luogo FANGO, s. m. Fango; Loto; Limo; Motpien di fango. ticcio; Motta Brago, si dice propr. il Sudiciume in cui s'intridono i porci Poltiglia, dicesi al Fango che si fa nel segar le pietre Fanghiglia, Fango de' pozzi, fogne, etc. Belletta, La deposizione dell'acqua torbida, come sono i fondi delle Lagune.

FANGO CHE LIGA, Fango tenace o tegnente.

FANGO, si dice talvolta per Sudiciume o Sucidume; Sporcizia; Lordura, Schifezza qualunque.

FANGO DE LA MOLA DEL GUA, V. MOLADA.
SGIANZO DE FANGO, V. SGINZO.
CAMINAR PER EL FANGO, Sfangare.

FAP

CAVARSE DAL FANGO, detto fig. Uscir del fungo o Trarre il cul dal fango, vale Uscir d'intrighi, che anche dicesi Spelagare.

CAVAR QUALCUN DAI FANGHI, Cavar uno dal fango, vale Sollevarlo ne' suoi affari, dargli aiuto e soccorrerlo nelle sue maggiori urgenze. Cavar d' affanni, di guai. VEGNIR DAL FANGO, detto. fig. Derivare dal nulla, vale Da oscuri parenti.

FANGHI D'ABANO, Terme d'Abano; Loto termale, Fango delle acque termali che abbiamo in Abano, ed anche più inferiormente, alla Battaglia, nel Padovano-FAR I FANGHI, Fare le lutazioni, che diconsi anche Bagni a loto; e vale Applicare il loto termale alla parte inferma. V. BAGNO. FANGOSA, 8. f. Modo di parlare furbesco FANGÒSI, s. m. Maniera furbesca de' Bare vale Scarpa. caiuoli, che vuol dire Stivali. FANO. FANAL.

FANTASIA 8. f. Fantasia.

LA XE

TUTA FANTASIA VOSTRA, È tutta vostra fantasia, Cioè Opinione, pensie

ro.

CHE SORTE DE FANTASIA! Qual fantasia ! cioè Quale invenzione strana o cosa fantastica o capriccio.

FANTASIA DA MATO, Fisima; Fantasia fisicosa e fantastica; Fantasticaggine.

AVÈR DE LE FANTASIE DA MATO, Aver fan-
tasia, vale Pensare, desiderare, invogliar-
si. Aver delle fantasticherie, delle fanta-
sticaggini. V. FANTASTICAR.
FANTASIETA, 8. f. Fantasiuccia, Piccolo
capriccio.

FANTASMA, 8. f. Fantasima; Fantasma
e Fantasmo o Fantasimo, Vana immagine
che si crede vedere.

PARÈR UNA FANTASMA, Parere una fan-
tasima o fantasma, una morte, uno spet-
tro dicesi di Chi è eccessivamente este-
nuato e macilente.
*FANTASTICAR v. neutro Fantasticare,
fantasiare. Andar vagando colla fantasia,
coll'immaginazione, per trovare o inventar
checchè sia; ghiribizzare, almanaccare.
FANTE, 8 m. Famiglio; Cursore, Messo
o Famulo di Curia.

FANTE DEI CAI, dicevansi ne' tempi Ve-
neti que'bassi Ministri, che servivano alla
grave Magistratura dei tre Capi del Consi-
siglio de' Dieci in tutto ciò che occorreva.
Essi pure indossavano una veste o toga ne-
ra a maniche larghe, e portavano parrucca ;
ed erano in numero di sei, un de' quali
serviva particolarmente gl' Inquisitori di
Stato.

FANTINI, s. m. Fantini, si dicono Que' giovani che quai giostratori cavalcando reggono i cavalli spogliati quando corrono al palio, come usasi a Padova. FANTÒZZO, s. m. Fantoccio o Bamboccio, Piccola figurina fatta per lo più di legno di cenci.

Fantoccio, dicesi anche a Figura mal fatta, e ad Uomo leggero che si lasci condurre facilmente.

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