Immagini della pagina
PDF
ePub

OPERE COMPLETE

DI

NICCOLÒ MACHIAVELLI

CON MOLTE CORREZIONI

E GIUNTE RINVENUTE SUI MANOSCRITTI ORIGINALI

VOLUME UNICO

FIRENZE

ALCIDE PARENTI, EDITORE-LIBRAIO

1843

[merged small][ocr errors][merged small][merged small]

AVVISO AL LETTORE

Per quanto le opere del Machiavelli sieno state sempre tenute nell' altissimo pregio che veramente si meritano sotto i diversi aspetti che le riguardano, pur non ostante in più e più luoghi di esse appariscono evidentemente non lievi errori, i quali si sono più o meno ripetuti in tutte le edizioni che finora son venute in luce; ed ove si tentasse indagarne le cause, due particolarmente essenziali, senza far caso delle accidentali, mi pare che se ne possano incolpare. La prima, dal non trovarsi tutti i componimenti del gran Segretario in copia netta ed originale di sua mano, onde farne nuova e generale collazione; la seconda dall'imperizia degli amanuensi, i quali, sforniti della pratica di legger bene caratteri alquanto difficili, si son posti all'opera di trascriverli dagli abbozzi o primi getti pieni di cassature, pentimenti, abbreviature ec. A diminuirne però le sconciature e le mende, come ad arricchire le lettere di nuovi scritti del nostro Autore, spesero assai tempo e fatica gli Editori di queste opere stampate nel 1782, ed altri che vi rivolsero la mente dappoi; ma con tutto il rispetto per questi benemeriti, se fecero notevoli correzioni sulle stampate per l'innanzi, mancarono della diligenza che si voleva in quelle che pubblicavano per la prima volta. È delle Legazioni che qui intendo parlare, come il Lettore si sarà accorto, le quali vennero fuori dapprima in Firenze nel 1767, per cura del proposto Fossi, che ne trasse copia dagli originali della Rinucciniana. Noi dunque zelanti che la presente ristampa avesse qualche preferenza di pregio su tutte le passate edizioni, ottenemmo dalla conosciuta gentilezza di S. E. il sig. Marchese Cav. Pier Fran

cesco Rinuccini, che il di lui Bibliotecario facesse nuova collazione cogli autografi di quelle Legazioni da esso posseduti; ed in questo ci fu sì benigna la fortuna, che oltre alle molte e molte ammende che si son potute fare alle lettere già impresse, se ne aggiungono quattro inedite di Niccolò Valori, le quali completano la seconda Legazione in Francia, non che qualche altro scritto che rimase finora inedito ed ignorato (1).

(1) Nel dare la seguente nota delle Lettere novamente corrette si è avuto solt' occhio l'indicazione e la progressiva numerazione delle antecedenti ristampe. Gli altri scritti che per la prima volta vengono in luce sono contrassegnati ai luoghi respettivi con *..

Legazione al duca Valentino; Lettere XIII, XIV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XXII, XXIII, XXIV, XXV, XXX, XXXI, XXXIV, XXXV, XXXVI, XXXVII, XLI, XLII, XLIV, alla LII inclusive.

Legazione I alla Corte di Roma; La Commissione e le lettere 1, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIV, XVI, alla xxx, inclusive, XXXV, XXXVII, XXXVIII, XXXIX, XLIII, XLIV, XLV.

Legazione II alla Corte di Francia: Lettera . ( la xv, XVI, XVII, XVIII, ed i Capitoli di Blois, sono inediti ).

Legazione a Gianpaolo Baglioni: Commissione, e lettera.

Legazione II a Siena: Commissione, e lettere 1, a VI, inclusive.

Legazione II alla Corte di Roma: Lettere 1, alla XI, XIV, alla xxIII, inclusive, xxv alla XXXVI, inclusive.

Legazione III a Siena: Lettere I, II, III, ed ultima. Legazione all' Imperatore: Lettere 1, V, VI, VII. Commissione al Campo sotto Pisa: Lettera i, e una inedita.

Legazione a Mantova: Lettere 1, alla XIII, ed ultima. Lettera a Francesco Guicciardini del dì 3 agosto 1525. inedita.

Memoriale di cose da farsi per andare in Francia. inedito (Questo servì o per l'Autore stesso, o lo comunicò a monsignor vescovo di Volterra e a Luca d'Antonio degli Albizzi, che si portarono in quel regno per commissione della Repubblica ).

Modo di far somma di denari per la patria da pagarsi presto e volentieri. inedito (È scritto di mano del Machiavelli, ed è firmato da V. Guido de' Ricci).

Onde poi testimoniare dello stretto obbligo in cui si pone chiunque imprenderà a riprodurre con coscienza queste Opere, di raffrontarle tutte o con gli autografi o con autentiche e fedeli copie, s' invitano i benevoli a ragguagliare li scritti emendati per questa edizione e qui annoverati, con quelli impressi per l'avanti; e dopo questo

cimento concluderanno per certo, che se le correzioni da farsi alle altre opere del Machiavelli sono pel numero e la sostanza in ragione alle fatte da noi per quel tanto che si è potuto, la raccolta completa, esatta e qual si converrebbe a tanto nome, è tuttora da desiderarsi, e forse di estrema difficoltà ad ottenersi.

L'EDITORE.

[merged small][merged small][merged small][ocr errors]

I.-Ricerche e scoperte di Scritti aneddoti del Machiavelli.

Fu per lungo tempo l'edizione delle opere di Niccolò Machiavelli, detta delle Testine, tenuta singolarmente in pregio dagli eruditi, in modo che è stata dipoi per l'avidità dagli stampatori e libraj | contraffatta, non senza eccitare fra i letterati gravi discussioni e indagini, onde riconoscerne a confronto della falsificata la primitiva e genuina. Nè di minore impegno e controversia è stato il soggetto di determinare il luogo, a cui appartenesse l'onore di averla eseguita e pubblicata; altri attribuendolo a Roma, ed altri a Ginevra. Ma per quanto anche tali ricerche fossero lodevoli, e da stimarsi, quello che più importava, specialmente trattandosi di un autore di tanto merito e profondità, era il rintracciare se altre sue cose esistessero, oltre alle pubblicate; lo che con buoni fondamenti speravasi in Firenze, ove quel grand' uomo era nato e vissuto, e avea sostenuto dei carichi ministeriali nel governo di quella Repubblica. Era questa indagine una provincia tutta affatto dei suoi compatriotti; e di fatto la prima scoperta, che servi in parte a giustificare l'espettativa delle persone di lettere, fu il Dialogo sopra la lingua, in cui avevano scritto Dante e il Boccaccio, estratto da un Codice della Biblioteca Barberiniana di Roma (1) dall' erudito monsignor Giovanni Bottari fiorentino, e dal medesimo pubblicato colle stampe in fine dell' Ercolano del Varchi nell' anno 1730, senza però accennare il nome dell'autore (2). Dopo di questo comparve alla luce l'anno 1760, in Lucca con la data di Londra, il

(1) Di questo Codice, dal quale si sono tratte posteriormente altre cose del Machiavelli, ne sarà parlato altrove.

(2) Apostolo Zeno nelle sue annotazioni alla Biblioteca del Fontanini (Tom. I. p. 36) dell'edizione di Venezia del 1753, mette in dubbio che questo Dialogo sia del Machiavelli, e ne da per ragione che in esso si parla del libro di Dante De vulgari eloquio, il quale non essendo noto ad alcuno avanti che il Trissino lo pubblicasse volgarizzato, e la prima edizione non essendo comparsa se non nel 1529, non poteva esser giunto a notizia, non che sotto gli occhi del Machiavelli, il quale era già morto due anni prima, cioè nel 1527. Con buona pace però dell' erudito annotatore, non tutti converranno che per non esMACHIAVELLI

discorso a Leone X sopra la riforma dello stato di Firenze, ed alcune lettere scritte in nome della Repubblica Fiorentina, trovate tra i MSS. della libreria Gaddiana; e quindi a non molto fu pubblicata nella stessa città di Lucca, parimente colla data di Londra, una collezione di varie cose edite e inedite, divisa in due parti, per la quale, oltre agli scritti di sopra nominati, si vedde la prima volta la traduzione dell' Andria di Terenzio, la lettera intorno alle cose della Magna, alcune poesie, ed altre poche lettere a nome della Repubblica di Firenze.

Non era per altro fino a quel tempo a notizia di alcuno che il Machiavelli avesse sostenute per la sua Repubblica delle gravi importantissime legazioni, e che esistessero i suoi carteggi diplomatici. Di tale scoperta ne fu il pubblico debitore al dott. Ferdinando Fossi, proposto della collegiata di Orsanmichele, prefetto della pubblica Biblioteca Magliabechi, e direttore dell' archivio diplomatico, il quale pubblicò nel 1767, colle stampe di Firenze, una collezione di lettere del nostro segretario, contenente cinque delle sue legazioni quasi che compiute, ricavate da un autografo della ricca libreria dei marchesi Rinuccini, e da lui illustrate con una erudita prefazione istorica, che va premessa a quella edizione. Questa posteriore scoperta, siccome la più interessante fra le ultime precedenti, fu come il segnale ai libraj Italiani e Oltramontani per sodisfare il pubblico desiderio con edizioni delle opere del Machiavelli raccolte tutte in un corpo; quindi

sere stato quel Dialogo pubblicato con le stampe, non potesse per questo esser cognito a un uomo come l'autor nostro. Ma vi è di più: Giuliano de' Ricci, diligentissimo collettore delle cose del Machiavelli suo avo, attesta che sebbene non abbia veduto ne l'originale, nè la bozza di detto Dialogo di mano di Niccolo, pure lo crede indubitatamente suo: Attesochè li concetti appa. riscono suoi, ciascuno in mano di chi si trova oggi lo tiene per suo. e quello che più d'altro importa è, che Bernardo Machiavelli, figlio di detto Niccolò, oggi di età di anni 74, afferma ricordarsi averne sentito ragionare a suo padre, e vedutogliene fra le mani molte volte. Aggiungasi che il Dialogo è nel Codice Barberiniano, il quale, come vedremo altrove, è di tanta fede, quanto le collezioni di Giuliano de' Ricci.

b

« IndietroContinua »