Il filo infinitoFeltrinelli Editore - 176 pagine “Sono venuto anche a cercare Europa. Le sue radici cristiane. Chi siamo, da dove veniamo.” L’Europa è oggi fragile come poche volte nella sua storia. Com’è riuscita a restare salda in tutte le altre, difficili occasioni che l’hanno messa alla prova? E cosa in prima istanza ha raccolto territori diversi per etnia e origini? Paolo Rumiz ci accompagna nella ricerca del filo che unisce il nostro continente, trovandolo nelle abbazie dei discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d’Europa. Dall’Atlantico fino alle sponde del Danubio, sono gli uomini che riuscirono a salvare l’Europa con la forza della fede e l’efficacia di una formula: ora et labora. Lo fecero nel momento peggiore, negli anni di violenza e anarchia che seguirono la caduta dell’Impero romano, quando le invasioni erano furiose e spietate, non una migrazione di diseredati. Preservarono una cultura millenaria, rimisero in ordine un territorio devastato e in preda all’abbandono. Costruirono, con i monasteri, dei formidabili presidi di resistenza alla dissoluzione. I monaci che abitano oggi quei luoghi vivono secondo una Regola più che mai valida, in un momento in cui i seminatori di zizzania cercano di fare a pezzi l’utopia dei padri: quelle nere tonache ci ricordano che l’Europa è, prima di tutto, uno spazio di esodi continui, che sarebbe insensato blindare. E ci spingono a chiederci da dove potrà venire la portentosa spinta necessaria alla sua ricostruzione e se sapremo risollevarci senza bisogno di altre guerre e catastrofi. All’urgenza di questi interrogativi, più che mai attuali ora che un nuovo conflitto scuote il continente, Rumiz cerca una risposta nei luoghi e tra le persone che continuano a tenere il filo dei valori perduti, in un viaggio che è prima di tutto interiore. |
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