II novellino: ossia; Libro di bel parlar gentile

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G. Barbèra, 1872 - 189 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 142 - Anzi menti tu; anzi tu; e cominciansi a pigliare e dare delle pugna ; e' denari caggiono per lo spazzo. Lazzero, sentendo cominciata la mischia, piglia la sua mazza, e dà tra costoro, per dividerli; e quando costoro sentono la mazza, pigliano le loro, e cominciansi a batacchiare, e tutti li denari erano caduti per lo spazzo. La battaglia cresce, gridando, e giucando del bastone; li loro cani abbajavono forte, e tale pigliava per lo lembo co' denti or l' uno or l'altro; e' ciechi, menando le mazze,...
Pagina 35 - Stando alla riva, vide uno pescatore povero con un suo burchiello a dismisura picciolino, sì che non vi capea se non il villano ed una pecora per volta. Allora il villano cominciò a passare con una berbice e cominciò a vogare : lo fiume era largo. Voga, e passa. E lo favolatore restò di favolare. Azzolino disse:
Pagina 138 - Piero, battendo ferro un fabbro su la 'ncudine, cantava il Dante, come si canta uno cantare,2 e tramestava i versi suoi smozzicando e appiccando, che parca a Dante ricever di quello grandissima ingiuria. Non dice altro, se non che s'accosta alla bottega del fabbro, là dove avea di molti ferri, con che facea l'arte; piglia Dante il martello e gettalo per la via, piglia le tenaglie e getta per la via, piglia le bilance e getta per la via, e così gittò molti ferramenti.
Pagina 139 - Tu canti il libro, e non lo di', com' io lo feci ; i0 non ho altr' arte, e tu me la guasti. Il fabbro gonfiato, non sapendo rispondere, raccoglie le cose, e torna al suo lavorio; e se volle cantare, cantò di Tristano e di Lancellotto e lasciò stare il Dante; e Dante n' andò al1' esecutore, com
Pagina 135 - Il vescovo, come uomo che era da molto,5 si levò, ed andò verso costoro ; e pigliandoli per la mano, disse: "Voi siate li ben venuti, figliuoli miei; che novelle avete voi? " L'uno guata l'altro : " Di
Pagina 142 - Dicono gli altri: Oh che diavolo vuoi dir questo? Dice Grazia : Io non so. Come non sai? che dei avere parecchi grossi in ariento più di noi, e tu ce la cali a questo modo : è la compagnia del lupo la tua: tu hai nome Grazia, ma a noi se
Pagina 134 - Dio ci dia: che, poiché istanotte non m' è ricordato d'alcuna cosa, non penso me ne ricordi mai ". Disse l'altro: "Alle guagnele,* che noi bene stiamo ! che io non so quello che si sia, o se fosse quel vino o altro, che mai non dormi' cosi fiso, sanza potermi mai destare, come io ho dormito istanotte in questo albergo: che diavol vuoi dir questo?
Pagina 63 - Nel riposare la sera, e cavalieri si incominciaro a vantare. Chi di bella giostra ; chi di bello castello ; chi di bello astore; chi di bella ventura. E '1 cavaliere non si potè tenere , che non si vantasse ch'avea così bella dama. Or avvenne che ritornò per prender gioja di lei , com'era usato. E la dama l'accommiatò. Il cavaliere sbigottì tutto , e partissi da lei e dalla compagnia de...
Pagina 103 - Or questi fanti volendo ubbidire, diceano in lor cuore: io credo ci sarà oggi dato del fango e de' torsi, imperocché questo cavallo pute. Venne la mattina. La donna sentendo che i fanti si lagnavano fra loro, fece loro grandi promesse ; e quelli...
Pagina 142 - Grazia, ma a noi se' tu disgrazia. Dice costui: — Io non so che disgrazia; quando colui dicea che ci dava un grosso, a me...

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