ATTO SECONDO SCENA PRIΜΑ. Galleria. Leonora. OR mio: perche non godi, tronchi Sospir mandi dal feno? Ah! ben Rodrigo ti fà Guerra, e i suoi Son le perdite mie: son la tua pena. = Di doppia Luce adorno = Risplende a gl' Occhi miei. Beltà , e Valore Son l' Armi, ond' ei ti vinse, ma non sono = Armi, a vincer possenti La Maestà del mio = Subblime onor, cui lice = Stringer fol quella Destra, = Che uno Scettro mi porga. Ahi: dura Legge, Che al mio Genio contrasti! Ahi: crudo Amore, Che Legge non conosci! E però piangi, Quando goder dovrei: povero Core Aftri, voi, che in Ciel girate, Con foave, e dolce Incanto Nfanta : Oh come grato Re. Nfa M'è quì trovarti? Leo. E a me più grato ancora Il vederti, o Signor. Ma qual mia forte Ora, più dell' usato Cara mi rende al tuo pensiero ? Rè. Afcolta • Non è di lieve Peso L'affare, in cui tu sol Giudice, e Parte Effer dovrai. Leo. Mi spiega La tua Mente, o Signor. Re. Figlia: ti volgi, E guata al gran periglio, e le rovine : Onde appena fiam falvi; E mira quanto Onore, e Libertà ci rese, e Vita. Leo. 4 Leo. Bene il conosco. Re. Or quale Premio fia eguale a tanto Merto? Leo. Io penfo, Che già disposta avrai Degna Mercede alla grand. Opra, e bella Re. Figlia: ben t'apponesti; e tu sei quella . Leo. Io? Come? Quando? ((Oh Dio : • Che gran Colpo improviso!)) Io non t'intendo. Re. A Rodrigo, Leonora S'unisca in sacro nodo, e s'egli seppe Farlo a parte del Regno, e del mio Soglio. Leo. Signor : Sempre a me fia Gloria, ubbidire a Cenni tuoi, ma pensa Un Diadema sul Capo. Re. Ha però tanto Valor, che d'un Regnante Maggior fi rende, e cinge un Ferro, a cui Mancar non puote un Regno Leo. ((Oh qual Piacere Mi giunge inaspetato!)) Re. Il tuo Confenfo Solo mi resta, e al gran Consiglio poi Ordine di tacerlo Leo. Or tù disponi, • Padre, • Padre, di me qual Figlia, e quale Ancella Re. La tua Virtù ti rende a me più cara l'abbrac. Leo. ((Placoffial fin la mia nemica Stella.)). Re. D Di Bellona estinto il Lampo, Ne più frema armato in Campo Crudo Marte, e il suo Furor. Parte. SCENΑ ΙΙΙ. Leonora. Di &c. Ove son io ? Che intesi? , : S'io dormo, veggio il mio Di severa Maestà di onor tiranno; Se gli applaude il Senato: e che mi resta, E tanto il Diletto, Ch'io provo nel Petto, Di gioja mancar. Ne : Du. Ne basta a godere L' immenso Piacere E tanto &c. SCENA IV. Rodrigo, e Duarte. CHO baftar ti dovria perche sono A sostenerti pronto, Che giusto tu non sei. Du. Questo non parmi. Rod. Anzı di più, che manchi Alla Fede: all' Onore: al Giuramento:: A Cimene, e te stesso Du. E come? Rod. E tu non hai • Promeffso il Capo mie Du. E' ver, ma il Capo Di Rodrigo nemico o, e di Rodrigo • Rod. E tuo Nemico, e tuo Rival son'io, Che mi conosci, e d' vopo Meco provarti, e degno Farmi della Vittoria, o della Morte Per la tua Man. Du. |