Da cui ogni misura sta (*) lontana VARIANTI E COMENTO. 33 31 (*) Ms. Cass. Da cui ogni misura sta lontana Vendel. Idem. -- de Rom. Da cui ogni misura s'allontana, (**) Ms. Cass. E quelle due opposizioni ec. de Rom. E l'altre due ec. `(1) Cioè l' avarizia, e la prodigalità. Ivi sono gli avari, e i pròdighi, de' quali tratta l'autore dal principio del IV. cap. sino al v. Or discendiamo omai, ec. Tra i quali qualcheduno specialmente nomina; ma in generale molti ecclesiastici; al quale circolo fa signoreggiare Plutone, demone infernale; e in cui tratta de' beni di fortuna. (2) Le contrarietà della superbia, e dell' invidia. Ivi sono gl'iracondi, e gli accidiosi, de' quali tratta dal v. Or discendiamo omai, ec. del cap. VII. sino alla fine di esso. Tra' quali nomina alcuno in generale, nessuno in ispecie; ma fa menzione di Stige, secondo fiume dell' Inferno. Similmente in questo quinto circolo tratta dei superbi, e degli invidiosi, cioè dalla fine del VII. circolo sino al principio del IX. Tra' quali nomina Filippo Argento. In questo quinto circolo tratta ancora l'autore degli eretici, descrivendo la città di Dite, custodita da tré furie infernali, Aletto, Megera, e Tesifone. Dal principio dell' undecimo capitolo sino al decimottavo parla del settimo circolo; e perchè quelli i quali in questo circolo vengono puniti, in tre modi essi peccano, in tre circoli divide il detto VII. circolo. Del primo parlò dal principio dell' undecimo cap. sinó al decimoterzo; nel quale finge esser punite le anime de' violenti contro il prossimo, cap. duodecimo; tra' quali nomina Alessandro, Dionigio, Azzolino, Obizzo d'Este, Attila, Pirro, Sesto, Rinier da Corneto, e Rinier Pazzo; nel qual primo circolo distingue tutto l'Inferno, e tratta del perchè gli usurai offendono Dio, e dice de' centauri, cioè di Chi Del male incontanente, ci fa certi E quei che son dalla malizia sperti Seguendo la bestial voglia fallace Con lor credenza eretica (1), e fiammace, 40 Nel settimo la pon (***) divisa in tree. 43 VARIANTI E COMENTO. rone, Eolo, e Nesso, al quale circolo prepone Minotauro. Del secondo cerchio del settimo circolo parla dal principio del decimoterzo sino al decimoquarto capitolo, in cui finge che sono puniti i violenti contro sè medesimi; tra' quali nomina Pietro delle Vigne, Lano Sanese e Jacopo di S. Andrea, cittadino Padovano. Del secondo cerchio del settimo circolo parlò dal principio del decimoquarto cap. fino al docimottavo, nel quale finse esser puniti i violenti contro Dio, e gli usurai, fra' quali nomina Capaneo, Brunetto Latino, Prisciano, Francesco Accorso, Andrea de' Mozzi, Tegghiajo Aldobrandi, Jacopo Rusticucci, il Conte Guido, signore di Castentino Ranerio di Strovingi di Padova, Giovanni Rujamonti di Firenze; e nel quale tratta delle sette etadi, e del cambiamento del Signore di Firenze, e del terzo fiume infernale, che si chiama Flegetonte. (*) Ms. Cass. Con accidioso, ed iracondo modo. Vendel. Con accidioso, ed iracondo brodo. de Rom. Con avid' oro, ed iracondo brodo. (1) Ivi sono gli eretici, de' quali parla dal principio del nono capitolo sino all' undecimo; tra' quali nomina Farinata, Cavalcanti, Federigo ed Ottaviano. Cardinale degli Ubaldini. (**) Ms. Cass. Nel sesto dona lor simili merti. (2) Di questa parla dal principio del decimoquarto cap. sino al decimosesto, v. 91. Io lo šeguiva, ec. E la seconda offende pur a sèe (1). La terza (2) verso Dio (*) porge dispregio, Della semplice frode (***) che non taglia Ruffiani (5), lusinghieri (6), e simonia (7), 46 49 52 VARIANTI E COMENTO. (1) Di questa tratta dal principio del decimoterzo capitolo sino al decimoquarto. (2) Di quest' altra parla dal principio del decimoquarto cap. sino al decimosesto v. 91. Io lo seguiva, ec. (3) S' èe. Della quale parla dal detto verso sino al cap. deci mottavo. de Rom. La terza pur a Dio (**) Ms. Cass. E con lussuria accompagnata s'èe. Vendel. Idem. de Rom. E Sodoma, e Gomorra con esse èe. (4) Cioè il collegio de' semplici fraudolenti, o sia l'ottavo circolo, e intende che 'l divide in dieci bolgie. (***) Ms. Cass. Della semplice frode Vendel. Delle semplici frodi de Rom. Delle semplici frodi. (5) Della prima bolgia, cioè de' Ruffiani parla dal principio del cap. decimottavo sino al v. 100. Già eravamo dove il stretto colle, ec. Fra quali nomina Venetico (e non Venedico, o Venedigo) de Bonis, e Giasone. (6) Della seconda bolgia, cioè degli adulatori; parla dal detto v. Già eravamo ec, sino alla fine del detto cap. tra quali nomina Alessio degl' Interminelli de Luca, e Taide meretrice. (7) Della terza, cioè de' Simoniaci, parla dal principio del decimonono cap. sino alla fine; tra' quali nomina Papa Nicola III. degli Orsini. 55 E chi di far fatture si travaglia (1). Ladroni (4), e frodolenti consiglieri (5), Con quei che fanno scandal volontieri, Falsator d'ogni cosa in fare, e in dire (6), Nel nono (7) quella frode fa seguire 58 61 VARIANTI E COMENTO. (1) Nella quarta parla degl' indovini e degli stregoni dal principio del vigesimo cap. sino al vigesimo primo; tra' quali nomina Amfiarao, Tiresia, Aronta, Manto, Erifile, Calcante, Michele Scotto, Guidone Bonalti, e Asdente, nella quale bolgia tratta del lago di Benaco e dell' edificazione di Mantova. (2) Nella quinta parla de' barattieri dal principio del vigesimo primo cap. sino al v. Laggiù trovammo, ec. del vigesimo terzo: tra' quali nomina Bontura di Lucca, Frate Gomita, Michele Zanche; e sulla quale bolgia mette dieci nomi di demonii. (3) Nella sesta bolgia parla degli ippocriti, dal suddetto verso sino alla fine del detto cap.; tra' quali nomina i Frati Catalano, e Lodovico de Bonis, Anna, Caifas. (4) Nella settima parla de' ladroni dal principio del vigesimoquarto cap. fino al vigesimosesto, tra' quali nomina Vanni Fucci, Caco, Buoso degli Abati, Puccio, Angelo di Firenze, Guercio e Cianfo. (5) Dell'ottava, cioè de'falsi consiglieri, parla dal principio del vigesimosesto cap. sino al vigesimottavo, e vigesimonono v. Così parlammo insino, ec., tra' quali nomina Maometto, Ali, Frate Dulcino, Pier da Medicina, Curione, Mosca, Beltrano di Berni, e Gerico Belli. (6) Della nona, cioè de' falsificatori, de' disseminatori di discordia, e di scismi parla dal principio del v. Così parlammo sino al cap. 31, tra' quali nomina Maestro Grisolino da Arezzo, Capocchio da Siena, Mirra, Gianni Schiocchi, Mastro Adamo, Sinone Greco, e colei che accusò Giuseppe. (7) Del nono, ed ultimo circolo, cioè de' fraudolenti, e che rompono il vincolo naturale, i quali chiamansi traditori, tratta dal Che rompe fede, ed in quattro 'l diparte. Chiamando Tolomea (3) cotal dimora, Ed il quarto Giudecca (4), che riceve (**) VARIANTI E COMENTO. 67 principio del trentesimoprimo cap. sino alla fine dell' Inferno, dividendo i detti traditori in quattro parti, Caina, Antenora, Tolomea, e Giudecca, mettendo con questi ingannatori i Giganti, dei quali parla dal principio del trentesimo primo sino al trentesimosecondo cap.; tra' quali nomina Nembrot, Efialte, Briareo, Anteo, Tizio, e Tifo. (*) Ms. Cass. La prima si chiama Caina tradire. de Rom. La prima chiama Caina tradire. (1) Della Caina parla dal principio del trentesimosecondo cap. sino al v. Poscia vidi, ec., tra' quali (cioè quei ch' eran là dannati) nomina Camicion de' Pazzi, Alessandro, e Napoleone de' Conti, Alberto di Firenze, Focaccia, e Carlino. V. Noi (2) Dell' Antenora tratta dal detto v. Poscia vidi sino al passam' oltre, ec. del trentesimoterzo cap.; tra' quali nomina Bocca degli Abati di Firenze, Buoso di Duera, Tesoro di Beccaria, Giovanni Soldanieri, Ganellone, Trèbaldo, Conte Ugolino, e l'Arciprete Ruggiero di Pisa. (3) Della Tolomea parla dal detto verso sino al principio del trentesimoquarto cap., tra' quali nomina F. Alberico, e Branca d'Oria. (4) Della Giudecca parla dal detto principio del cap. trentesimoquarto sino al v. Ma la notte risurge, ec. 68, tra' quali nomina Lucifero, Giuda Scariota, Bruto, e Cassio. Dal detto v. sino alla fine dell' Inferno parla del centro della terra. (**) Ms. Cass. Ed il quarto Giudecca che riceve, |