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nella quale sono raccolte, oltre alla Divina Commedia, varie spiegazioni, un rimario, ed altre cose appartenenti alle opere dell'Alighieri, e i testè discorsi capitoli; i quali contengono alcune varianti, tanto relative al Mss. Cassinese, quanto riguardo all'edizione del Vindelino. Ciò posto, sulla considerazione di esse varianti, e perchè questa edizione, oltre a non andare per le mani di tutti, è di difficile lettura, pel tipo gallofranco, e perchè i due capitoli di Bosone e di Giacomo Alighieri non si rinvengono nelle comuni edizioni delle opere di Dante; così, e per mio diletto, e per quello de' miei pochi amici, mi decisi di pubblicarne una edizione; nella quale ho posto studio di raccorre con questi due capitoli altre cose pervenutemi di Dante, di Bosone, e degli amici loro, a pochi note, come in prosieguo verrò di

chiarando.

Siecome il capitolo di Giacomo, come io dissi, porta seco i comenti sì coevi, che posteriori, e quel di Bosone ne va privo, così, come le mie non gagliarde forze mi han permesso, mi ho preso la cura di apporveli, traendoli dalla intera Tricommedia. To ben comprendo, che d' uopo noi abbia di tali annotazioni colui, che tenga in mente impressa la Divina Commedia di Dante; ma per

risparmiare la pena a chi vorrà gentilmente occuparsi della lettura di queste carte, di riscontrare ben sovente quel poema; ed a porgere, porgere, a chi piace, tal quale diletto di legger questi senza quella, ho creduto non oziosa e dispiacevole cosa dichiararne il senso, rapportandolo al principal testo. E davvantaggio colui, il quale prende vaghezza di siffatte poesie, potrà bene osservare, siccome ho io avvisato, che questi due capitoli eziandio, quando esatto confronto venga fatto, contengono alcune varianti colle date e conosciute spiegazioni del Vellutello, del Landini, del Portirelli ec.

Non riuscirà infine dispiacevole di osservare quanto le annotate varianti del Mss. dalle edizioni del Vindelino e del de Romanis discostate si sono: sebbene poche se ne incontrano con quella del primo, pure molte ne ho incontrate colla edizione del de Romanis siccome ad ognuno sarà agevole il conoscere dalle presentate lezioni; non avendo io tralasciato di esporre le lezioni varie, dalle quali esse varianti appariscono.

E a ragionar trovandomi di tali cose col dotto D. Giovanni Canonico Rossi, Scrittore della nostra Reale Biblioteca; costui, come quegli che è molto inteso non solo nelle altre materie , ma ancora nella bella letteratura, venne offeren

domi di accoppiare altresì a questa mia edizione alcune Memorie, ch' egli avea raccolte sulla vita di Bosone e di Manuel Giudeo, grande amico ed ammiratore di Dante, mostrandomi in un Cɔdice di detta Real Biblioteca un Sonetto inedito di detto Bosone, ed alcuni sonetti non conosciuti di Emmanuel Giudeo, e di molti altri antichi Poeti di quel secolo avventurato; così giovandomi io del gentile dono, gli ho premessi a quei

canti.

Queste cose mi aggrada di presentare agli amatori delle lettere amene; ai quali, se lusinga non mi porta ingannato, dovrebbero esser gradite; ma se fallirà la mia aspettativa, avrò almeno sempre utilmente occupato in tal modo l'ozio mio, il quale, se vantaggio non arreca, tuttavolta (e di ciò io vivo certo) nè a me, nè alla mia famiglia, nè al mio prossimo apporterà danno. Vivi lieto e felice.

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ORNATISSIMO

SIGNOR MARCHESE

CONOBBI con piacere grandissimo dall' ultimo discorso, che gentilmente si compiacque Ella di tenermi sulle sue letterarie occupazioni attuali quanto e quale sia il fervido zelo, ond' è animata, di far eco al nobile entusiasmo, che da parecchi anni, ed or più che mai eccita tanti eccellenti ingegni del bel paese, ove il sì suona, e molti ancora de' dotti esteri (1), a promuo

(1) Benchè larga copia d'illustratori di tutta la Commedia di Dante, o di qualche parziale tema della medesima fosse degnamente comparsa nel campo letterario, durante il passato secolo XVIII; dobbiamo nondimeno assai più larga messe di nuove ed importanti Dichiarazioni, di Critiche, e curiose Dissertazioni al nostro secolo XIX. Non abbiamo ancor chiuso il sesto lustro di esso; ed i soli nomi del Conte Napione, del P. Cesari, del Perticari, del Monti, del P. Ab. di Costanzo, del Lampredi, del Troja, tacendo di tanti altri illustri Italiani, abbastanza nobilitano il Catalogo de' benemeriti moderni illustratori di Dante. Attendendo il critico e vasto lavoro del Dottor Noth; non possiamo ricordare senza compiacenza la favorevole accoglienza, con cui è stato ricevuto il Comento del Sig. Biagioli in Parigi, e 'l fervore, con cui si attende in Germania allo studio di Dante. Basti accennare l'istancabile zelo, che adopra il ch. Carlo Witte, Professore di Leggi in Breslavia, il quale coll' ajuto delle diverse edizioni stampate, e colle ricerche e confronti de' migliori codici, usando di quella squisita sagacità e dili

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