Giove benigno, il Sol caldo, e lucente, E al mondo fan cangiar faccia sovente, Or le guerre, or lo sterile, or la peste. ERASMO DI VALVASONE. La Caccia, canto IV. L'Entusiasmo Poetico. orrida pietra, ALPESTRE, e duro tronco, Ed indi farsi al gran cantor vicino Nelle seguaci, ed animate piante. L'aurea cetra, che i tronchi, ei sassi move, E' il naturale entusiasmo, ei solo E si soavemente egli s'interna Benedetto MenzINI. Arte poetica. Il Ditirambo. ITE lungi, o profani, ignaro, e stolto Volgo, gitene lungi, ecco a me stesso Io son rapito, e a' sensi miei son tolto. Con gli occhi della mente Ascra, e Permesso Parmi veder d'inusitata, e nuova Pompa vantarsi, e darne segno espresso. La sacra vite, e d'ederàcee fronde Già nuovo entusiasmo in me s'infonde; e Voglie nutrisco accese, furibonde. Ecco varcano il rio leggiere, e snelle; Voci d'alto mistero l'aria fèndono, Tu sei, che al carro pampinoso avante Se stesso il sole, e che per selve, e vento Il chiaro giorno mi s'asconda, e celi. E presente il gran Nume, io'l vedo, io'l sento: Deh, tu perdona al tuo Poeta; e sia Del tuo furore il flagellar più lento. LO STESSO. L'Elegia. NUTRISSI Un tempo di querele amare La piangente Elegia, e poscia prese Forme più dilettevoli, e più care. Indi al foco d'amor tutta si accese, Dolc' ire degli amanti, e dolce sdegno Piena di generosa ardita speme E quale in Campidoglio alto si udiva Festoso applauso, anch' ella in regio ammanto Vien ghirlandata il crin di bianca oliva. Talvolta ancora sconsolata in pianto L'uso antico ripiglia, e in benda negra Presso al funèreo rogo innalza il canto. Scinta il sen, sparsa il crine, afflitta, ed Dice a se stessa: ahi sfortunata, ahi lassa! egra, Non få per te di star fra gente allegra : BENEDETTO MENZINI. Arte Poetica, lib. III. La Bellezza, e la Virtù. LUCE divina, Raggio del cielo è la Bellezza, e rende Celesti anche gli oggetti, in cui risplende. Quella l'alme più tarde' Solleva al ciel, come solleva il sole Ogni basso vapor; quella a amortali Tempra le noje, e ricompensa i danni Gl' infelici rallegra in mezzo all' ire Anima i vili, i temerarj affrena; E del suo dolce impero Che letizia conduce, Che diletto produce, ove si stende, ognun il piacer, verun l'intende. METASTASIO. La Pace fra la Virtù e la Bellezza. • La virtù. L'Amore. GODER senza speranza, Sperar senza consiglio, Temer senza periglio, Dar corpo all' ombre, e non dar fede al vero, Figurar col pensiero Cento vani fantasmi in ogni istante, Sognar vegliando, e mille volte il giorno Morir senza morire, Chiamar gioja il martire, Pensare ad altri, ed obbliar se stesso, E far passaggio spesso Da timor in timor, da brama in brama, METASTASIO. Galatea, parte I. La scuola d'amore. LUNGA è l'arte d'amor, la vita è breve, Perigliosa la prova, aspro il cimento; Difficile il giudizio, e a par del vento Precipitosa l'occasione, e lieve. Siede in la scuola il fiero mastro, e greve Flagello impugna al crudo uffizio intento, Non per via del piacer, ma del tormento Ogni discepol suo vuol, che s'alleve. Mesce i premj al castigo, e sempre amari I premj sono, e tra le pene involti, |